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Autore: xlairef    22/06/2010    4 recensioni
Cosa succederebbe se nella vita di Harui entrasse uno strano anello? E se per sbarazzarsene fosse costretta da Mei a intraprendere un viaggio assurdo assieme all'Host Club al completo? Tentando di rispondere a questi amletici interrogativi è nata questa storia: è la prima, per cui spero di non aver sbagliato nulla...e di non annoiarvi troppo! ^_^
Genere: Commedia, Parodia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Cara Haruhi, il tuo papà ha sentito il bisogno di prendersi una vacanza in totale relax: così è andato a Karuizawa per tutto il periodo delle vacanze estive, alla pensione di Misuzu. Non preoccuparti per me e goditi le vacanze (magari uscendo più spesso con i tuoi amici…) ci vediamo fra un mese,

                                                                                                           Papà”

 

Oh, beh…Haruhi sospirò.

In fondo c’era da aspettarselo, rifletté, mentre staccava il biglietto dalla porta d’ingresso ed entrava nell’appartamento vuoto.

Senza prendersela troppo ( dopo 16 anni aveva smesso di stupirsi di fronte alle sempre nuove stranezze del padre...), sistemando la cartella e l’uniforme al loro posto, iniziò a programmare le sue vacanze, deliziosamente solitarie, tra libri, cibo e futon, senza nessuno a infastidirla per uscire più spesso del solito…

Gettò un'altra occhiata al biglietto: c’era un post scriptum che non aveva notato:

“Ps. Custodisci con cura il contenuto del pacchetto sul tavolo: non mostrarlo a nessuno e non aprirlo per nessun motivo fino al mio ritorno, conto su di te!”

In effetti, sul tavolo c’era davvero una piccola scatola rosa, con un nastro nero sghembo a mo di decorazione: “Sarà di qualcuno del bar” pensò Haruhi, ricordando gli strambi colleghi di lavoro del padre…lavorare in un gay-bar poteva causare stramberie simili, dopotutto…

Haruhi stava già per chiudere il pacchetto nel fondo di un armadio, e dedicarsi ai suoi libri e al suo pranzo, quando alla porta qualcuno bussò.

Più che bussare, qualcuno cercava di sfondare la porta a pugni.

Con il pacchetto ancora tra le mani, Haruhi andò ad aprire: poteva essere solamente….

“Mei? Che ci fai qui? Non dovresti …”

Ma non sapremo mai cosa Mei avrebbe dovuto fare quel pomeriggio: entrò a grandi passi in casa, gesticolando e urlando: “Che amica, Haruhi! No, dico! Oggi è il mio compleanno e nessuno, NESSUNO, si è degnato di inviarmi un semplice sms di auguri, NESSUNO, nemmeno tu! Amici del cavolo! Scommetto che te ne eri del tutto dimenticata, non è vero? Oh, cos’hai tra le mani?” e tolse il pacchetto rosa dalle mani di una mortificata Haruhi “Allora te ne eri ricordata! Vediamo cos’è!” disse strappando la carta e aprendo la scatola all’interno.

Dalla scatola rotolò sulle mani di Mei un anello dorato, con ghirigori rosso fuoco incisi sul lato esterno.

 

Silenzio.

 

“OMG! Non è possibile! NON E’ POSSIBILE!” l’urlo di Mei spaccò i vetri delle finestre e uccise un paio di sfortunati passerotti che svolazzavano lì fuori.

“Mei, cosa…e comunque quel anello non è…”

Senza ascoltare, Mei iniziò a scuotere ferocemente l’amica.

“Sai cos’è questo? Lo sai? Lo sai? Scommetto di no! Come ti è saltato in mente…e come hai potuto…??”

“Mei! Mi lasci parlare?” Haruhi si liberò dalla stretta, “Non è per te, qualunque cosa sia! E’ di papà, e io dovrei custodirlo finché non torna…perciò ridammelo e va a casa!”

“Non hai capito niente! Lo sai di CHI è quel anello?” e sussurrò un nome all’orecchio Haruhi.

Haruhi restò calmissima.

“Ah, e allora?”

“COSA? Questa è la tua reazione? Ma lo sai di chi stiamo parlando, scema? **************!!!!! (moglie del presidente di un noto e potente paese straniero) e l’unica cosa che sai dire è “allora”? Sai di chi sto parlando? Sai che ieri quel anello le è stato rubato dall’hotel dove alloggia mentre è in visita in Giappone? Sai che da ieri tutti i servizi segreti giapponesi sono alla ricerca di quel anello? Sai che ha giurato di rovinare per dieci generazioni la famiglia di chi lo ha rubato? Perché si tratta di furto, cara la mia Haruhi! Tuo padre deve essere impazzito, più del solito! Stai per essere sbattuta in prigione!”

“La mia Haruhi in prigione?!? No, questo mai!!!” e Tamaki entrò teatralmente dalla finestra dalla quale aveva origliato tutto.

Si gettò su Haruhi, ancora stordita.

“Non temere, Haruhi, papà ti salverà da qualsiasi crimine tu abbia commesso: furto, rapina a mano armata, evasione fiscale, frode, concussione, corruzione…gli avvocati della famiglia Suou sono al tuo servizio! E alla peggio, è pronto un aere privato che ci porterà verso una nuova vita alle isole…”

“Senpai…per favore, non iniziare con le tue storie…”sospirò Haruhi…

 “Tamaki… sta zitto! E’ una situazione seria! Disperata! Non uscirtene con le tue solite idiozie del cavolo!”

Tamaki si rifugiò in un angolo tenendo il muso.

 

Haruhi continuò la discussione: “Porterò l’anello alla centrale di polizia del quartiere, loro di certo capiranno…”

“Certo: non appena vedranno l’anello nelle mani di una perfetta sconosciuta ti faranno entrare e ti offriranno tè e pasticcini…Insomma Haruhi!!! E’ troppo assurdo anche per me! L’unica cosa sensata da fare è correre a Karuizawa a parlare con tuo padre, esigere una spiegazione, e se non ne ha una di sensata, non rimane altro che buttare l’anello in fondo al lago e sperare che non ci scoprano!”

“Karuizawa?” Tamaki, risorto dal suo angolino, si intromise con entusiasmo: “Gli elicotteri privati della famiglia Suou sono al vostro servizio…” disse inchinandosi ed estraendo il cellulare “ Il tempo di chiamare e….”. sulla sua faccia comparve una strana espressione, “e….e….”

“Che succede, Senpai?”

Tamaki iniziò a smanettare furiosamente con il cellulare, e il suo volto diventava sempre più cupo...

Succedeva che tutti i cellulari dei dipendenti e della famiglia Suou erano spenti o non raggiungibili: Tamaki non aveva più nessun accesso alle sterminate distese di mezzi e denaro della sua famiglia.

“Io…io….è strano…” e senza capire più nulla si mise a piangere sulla spalla di Haruhi “Haruhiiiii!! Papà non può aiutarti questa volta!”

“Perché in altre occasioni sei stato di aiuto?” domandò Mei, rigirando il dito nella piaga.

“Ora basta, senpai, mi stai bagnando i vestiti!”

E Tamaki si rifugiò di nuovo nel suo angolino…

 

“A questo punto, a Karuizawa ci dobbiamo andare da sole…” decise Mei.

“Mei, non ….” Provò a dire Haruhi, ma Mei era ormai lanciata…

“Con il treno rapido, basta che troviamo i soldi per prenderlo, riusciremo ad arrivare entro sera, e la cosa sarà risolta, ….”.

“Il treno rapido? Che cosa da plebei…vero Kaoru?

“Giusto Hikaru: come si può partire per una missione con un mezzo simile?”

 

Oh no! Anche loro no!!!”Harui rabbrividì, girandosi verso la finestra, da cui i gemelli Hitachiin stavano entrando, con due ghigni identici stampati sul viso.

“Voi due! Come osate criticare il mio piano geniale per salvare Haruhi dalla rovina?”Mei agitò un pugno verso di loro.

“Possiamo farti notare che, se la polizia sta cercando quel anello dappertutto…” cominciò Kaoru.

“….Di sicuro provvederà a controllare anche tutti i treni e altri mezzi di trasporto plebei?”continuò Hikaru.

“Perciò non c’è altra soluzione: volerete con l’aereo privato della compagnia Hitachiin!” finirono assieme.

“No!” Haruhi intervenne decisa. “Solo se vorrò morire volerò con voi due!”

Ma già Hikaru aveva il cellulare in mano….e già il suo volto si stava incupendo: anche la sua famiglia e dipendenti non rispondevano…

“Cosa sta accadendo oggi?” domandò Tamaki, spuntando fuori dall’angolo.

“Non lo so, ma di certo qualcosa di strano” gli rispose Hikaru.

“Dobbiamo andare da Kyoya” propose Kaoru “Il suo sistema informativo è il più grande e affidabile di tutto lo stato.”.

“Giusto! Kyoya risolverà la situazione! Come ho fatto a non pensarci prima?” Tamaki si illuminò.

“Forse perché non riesci a pensare da solo?” sogghignarono i gemelli, ma Tamaki non ascoltava più nessuno: prese Haruhi per un braccio e la trascinò fuori di casa “Figlia mia! Papà ti porta dalla mamma per risolvere tutti i tuoi problemi!”

“Vengo anch’io! Non azzardatevi a lasciarmi qui!” li seguì Mei.

“Ehi, Lord, come faresti senza di noi? Aspettaci!” e l’appartamento rimase vuoto, solo i sogni infranti di vacanze quiete fluttuavano nell’aria…Ma nell’ombra, due occhi scintillanti brillarono: “Tessoroooo…”.

 

 

 

                                                                                                   Fine prima parte

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