Nota dell’autrice: E’ la prima fanfic che
scrivo su dei personaggi reali, ma sono contenta di averlo fatto. Inizialmente,
doveva essere una one shot,
ma poi ho deciso di continuarla, e di fare nel prossimo capitolo, i pensieri di
Gackt. Mi è piaciuto “utilizzare” il personaggio di Mana-sama, che stimo sia come persona sia come chitarrista.
Gomen Nasai, Mana-sama, per averti utilizzato.
Questa fanfic è dedicata a tutti i fan di
questa coppia, alla mia Honey e a Hika-sama,
che mi ha fatto conoscere il J-rock,
Mana, Gackt, e molti altri.
Tenchù, Hika-sama. Se non fosse stato per lei, non avrei mai scritto. Per
ultimo, ma non meno importante, è dedicata a Gackt e
a Mana, sperando che un giorno si sveglino.
You
took my heart
Deceived me right from the start
You showed me dreams
I wished they'd turn to real
You broke a promise
And made me realise
It was all just a lie
{Angels,
Within Temptation}
-Mana-kun? Stai bene?-
La voce di Klaha lo distolse dai
suoi pensieri. Alzò lo sguardo, come sempre inespressivo, guardandolo per un
lungo attimo.
Stava bene?
Sì, certo. Stava bene.
Lentamente, annuì, senza dire nulla. Le
sottile labbra dipinte di un tenue azzurro rimasero ferme, serrate tra
loro.
Klaha sospirò, osservando il leader della loro band, i Malice Mizer.
No, Mana non stava bene. Affatto.
E lui, come gli altri, lo sapeva.
Perchè Mana, quella perfetta bambola di porcellana
dai lunghi capelli, non stava mai bene. Da quel giorno.
Il vocalist del gruppo si passò
una mano tra i capelli, rimanendo ad osservare il chitarrista.
Klaha non poteva sapere come si
sentiva Mana. Ma sapeva,
dentro di lui, che non era altro che un rimpiazzo.
Già. Faceva male ammetterlo, ma era così.
Lui, Klaha, era un rimpiazzo. Un
sostituto. Un tentativo, fallito. Perchè non era riuscito a portare ai Malice Mizer tanti fan, come invece aveva fatto Gackt.
Gackt, che se n'era andato.
E non poteva fare niente per
cambiare tutto ciò.
Dopo qualche minuto, il vocalist
parlò ancora.
-Mana-kun...
io vado a bere qualcosa con gli altri. Se hai
bisogno...- mormorò, dirigendosi verso la porta.
Il chitarrista annuì, senza tuttavia guardarlo. Voleva
rimanere da solo. Per un po'.
Per pensare. Per riflettere. Per commiserarsi, forse. Per
rimpiangere.
La porta che si chiudeva gli fece alzare di nuovo lo
sguardo. Klaha se n'era andato.
Schiuse le labbra in un sospiro, rimanendo fermo, seduto
su quella poltrona di pelle nera che lo inghiottiva.
“Stai bene?”
La domanda di Klaha gli risuonava nella mente.
Stava bene?
Sì, certo.
Stava bene.
[Non è vero. Non stai bene]
Accidenti a quella dannata voce interiore. Quella voce nella sua mente, che era la sua.
No, non è vero. Lui stava bene.
[Non è vero. Stai male]
*Smettila!*
Ah ah.
[Smettila Mana.
Smettila di mentire a te stesso]
Il ragazzo si portò le mani alle tempie, stringendosele
tra le dita affusolate, come a voler scacciare qualche nemico invisibile.
Lui stava bene.
Lui stava bene. Vero?
Lui... stava... bene. Vero?
[No]
E infine, Mana
si arrese.
Si arrese ai suoi stessi pensieri.
Era vero. Non stava bene. Per niente. Stava male. Male da
morire.
Lentamente, con grazia, si alzò da quella poltrona. Gli
occhi, resi di un freddo ceruleo grazie alle lenti, si diressero, quasi con
paura, verso il calendario.
Gennaio.
Quel mese.
E quel giorno.
Un anno. Era passato esattamente un anno da quel giorno.
Un anno, dodici mesi, e
trecentosessantaquattro giorni, da quel maledetto, dannato giorno.
Quel giorno.
Quando, per la prima volta, aveva
gridato.
Quando, per la prima volta, aveva
sentito un reale bisogno di qualcuno con cui piangere.
Quando, per la prima volta, era
stato indeciso se mollare tutto o no.
Quando, per la prima volta, si era
sentito male. Così male da desiderare di morire.
Quando Camui Gackt se n'era andato.
Lasciando la band. Lasciando i Malice Mizer. Lasciando lui.
E quel dolore non l'aveva mai
abbandonato.
Anche se fingeva di non sentirlo.
Anche se cercava di ignorarlo. Anche
se, davvero, credeva di non provare più niente.
Sbagliava. Perchè, insieme al ricordo di Gackt, quel dolore non era mai scomparso.
Sospirò, appoggiando le dita su quel giorno. Segnato con
un cerchio rosso.
L'aveva disegnato lui, quel cerchio.
Una mattina, si era alzato, e aveva guardato il nuovo
calendario. E allora, aveva preso un pennarello rosso,
e aveva tracciato quel segno. Sotto gli sguardi tristi degli altri.
E Mana
si era dato del masochista. Dell'idiota. Dello stupido.
Perchè aveva segnato quel giorno?
Perchè, perchè, perchè?!
Perchè voleva ricordarlo??
Non era un compleanno! Non era un giorno speciale!
Era un anniversario.
L'anniversario dell'abbandono di Gackt.
[Mi hai abbandonato. Mi hai
tradito. Mi hai lasciato. Dopo tutto quello che c'era
stato. Con la band. Con noi. Tra di
noi. Dopo tutto questo, mi hai abbandonato, Camui!]
Con la stessa lentezza esasperante di prima, a piccoli
passi, si diresse verso la propria camera.Era da solo
in casa. Si inginocchiò davanti ad un piccolo
cassetto, che raramente, davvero raramente, apriva.
Che non apriva da un anno.
La sua manò, bianca, affusolata,
tremò appena. Incerto.
E infine, estrasse quello che
pareva un rettangolo nero. Con delle pagine. Con delle foto.
Un album di fotografie.
Sfiorò la copertina patinata. Sospirò.
Faceva male. Oh, se faceva male.
Tanto. Troppo.
[Mi hai fatto male, Gackt. Troppo male. Mi hai fatto soffrire. Sei stato un
egoista. Hai lasciato la band per seguire la tua
carriera da solista. Sei stato crudele. Ci hai lasciati.
Hai lasciato noi. Hai lasciato me]
Ed era quello, che faceva davvero
male.
Perchè Gackt non aveva lasciato
solo i Malice Mizer. Non
aveva lasciato gli altri membri della band. Aveva
lasciato lui. Completamente.
[E fa ancora così male. Ogni volta che ti vedo. In televisione. Sui giornali. Sui
poster.]
Ci aveva provato. Davvero. Aveva provato a dimenticarlo. Ad
odiarlo. Oh, sì, lo aveva odiato. Ma non era riuscito
a dimenticarlo. Si faceva male da solo. Cercando ogni articolo su di lui. Guardando ogni programma televisivo che lo aveva per ospite
del giorno.
Aprì l'album. E, davanti a lui,
apparve un volto che pareva quello di un ragazzino. Dei capelli ossigenati,
scomposti, leggermente lunghi sul davanti. Delle iridi rese di un azzurro profondo grazie alle lenti. E quel
sorriso da bambino. Quel sorriso che Mana adorava.
Il sorriso di Gackt.
Quelle non erano foto dei Malice
Mizer.
Erano le loro foto. Le foto di Gackt
e Mana. Per gli album, per i fan,
per i giornali. Ma anche foto private. Per
loro.
E il volto di quella bambola di porcellana che era Mana non mutava di espressione,
mentre sfogliava l'album. Alcuna emozione adornava il suo volto bianco,
perfetto. Come quello di una bella bambola francese.
Continuò a guardare. Facendosi del male. Stringendo quasi convulsamente le mani su quelle pagine patinate.
[Oh, mi fai ancora così male. Troppo
male. Ogni volta che ti sento. ]
Perchè Mana ascoltava ogni sua
canzone. Sempre. Di nascosto dagli altri, anche. Per non far capire la sua
debolezza.
E quando aveva sentito “Last Song”, si era sentito male. Perchè, per un attimo,
aveva sperato fosse dedicata a lui. Ma non sarebbe mai
stato possibile.
Gli occhi azzurri scorrevano su ogni foto.
Guardando.
Osservando.
Ricordando.
Facendosi del male.
Ogni sorriso di Gackt. Ogni suo
gesto. Ogni parola. Ogni carezza. Ogni bacio.
[Perchè, Camui?
Perchè lo hai fatto? Perchè... perchè mi hai abbandonato? Perchè mi hai
lasciato? Io, che ti avevo dato tutto. Ti avevo donato
il mio cuore. La mia anima. E tu, crudelmente, dolorosamente,
l'hai calpestata. E ho fatto male a fidarmi di
te. Eppure, non posso fare a meno di amarti]
Oh, come ricordava quel giorno. Dannatamente
bene. Era scolpito nella sua memoria. Per sempre. Forse, se Gackt, in quel momento, fosse sembrato triste...
dispiaciuto... costernato... qualsiasi cosa, si sarebbe sentito meglio.
Invece no.
Perchè, quel giorno, Gackt
sorrideva.
* Me ne vado, Mana-chan *
E sorrideva.
Mana si era sentito crollare il Mondo addosso. Si era
arrabbiato. Aveva urlato. Per la prima volta. Aveva riversato ogni emozione che
provava in quel momento.
Rabbia.
Ira.
Frustrazione.
Dolore.
[Se solo tu potessi sapere come
mi sento... se solo potessi sapere perchè lo hai fatto! Oh, ma lo so. Per
seguire la tua carriera. Da solo. Portandoti via non solo
metà dei nostri fan. Ma anche il mio cuore]
Le lunghe ciglia tremolarono appena, quando girò l'ultima
pagina. L'ultima foto.
Quell'unica foto, dove Gackt aveva un braccio attorno alle spalle sottili di Mana, e lo stringeva a sè.
Sorridendo.
E anche Mana,
seppur lievemente, seppur imbarazzato, sorrideva.
[Fa troppo male. Il mio Mondo è
finito. IO, sono finito. Ti odio, Camui. Ti odio, ti odio, ti odio! Come hai potuto farmi questo?! Ora lo so, che ho sbagliato. Ho fatto
un dannatissimo errore, affidandoti il mio cuore e la mia anima. ]
Ma era vero?
[Sì]
Era davvero stato uno sbaglio?
[Sì!]
Gackt meritava davvero il suo
odio, il suo rancore?
[Sì, lo merita!!]
...
L'album cadde a terra, quando le mani di Mana tremarono.
“ Atemonaku
hitori samayoi arukitsuzuketa
Kasuka na toiki o tada shiroku somete
Utsuri kawari yuku kisetsu no sono hakanasa ni
Wake mo naku namida ga koboreta
"Ima mo aishite iru..."
No, no, no!!
Non quella canzone! Non in quel momento!
Di scatto, quella bellissima bambola si alzò, quasi
cadendo, e corse verso la radio.
[Fa troppo.. male...]
Le note di Last Song si fermarono per un attimo. Ma,
dopo pochi secondi, ripresero.
Oh, come poteva essere così debole?
[Dannatamente... male...]
Mana stava ansimando.
Le affusolate dita appoggiate al tasto di
accensione della radio, i boccoli azzurri scompigliati per quella
piccola, breve, eppur veloce corsa.
Si voltò verso lo specchio.
[Dimmi perchè, Camui. Vorrei solo sapere perchè. Perchè te ne sei andato? Perchè
mi hai tradito? Perchè mi hai abbandonato? Perchè, perchè, perchè?! Perchè, dopotutto questo, io...]
Le bambole non hanno emozioni.
Era stato davvero uno sbaglio?
[...Sì...]
Le bambole non hanno sentimenti.
Era stato veramente un grosso, imperdonabile errore,
l'avere affidato a quell'uomo la sua anima?
[... Sì...]
Le bambole sono vuote.
Gackt meritava davvero il suo
odio e il suo rancore?
[....]
Gackt meritava davvero il suo
odio e il suo rancore?
[... Sì...]
Le bambole non piangono.
Camui aveva davvero il suo odio?
[...]
Camui aveva davvero il suo odio?
[...]
Camui aveva davvero il suo odio?
[... No...]
Eppure, in quel momento, quando si guardò allo
specchio, Mana vide un'unica, singola lacrima,
scendere dai suoi occhi.
|| Ed è tutto…?||
{So
sorry your world is tumbling down
I will watch you through these nights
Rest your head and go to sleep
Because my child, this not our farewell.
This is not our farewell.}
[Our
Farewell, Within Temptation]
Allora? ç____ç com’è?
Eh? Eh?
Personalmente mi
riesce difficile vedere Mana come una persona che piange a dirotto, perciò gli
ho fatto uscire una sola lacrima v.v I’m sorry, Mana-sama!
So perfettamente che
Last Song non è uscita un anno dopo l’abbandono di Gackt, ma fa niente v.v mi
piaceva quella canzone di Gacchan, anche perchè è la prima che ho sentito. Quindi,
silenzio v.v
Ci si vede.