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Autore: Jemei    11/09/2005    4 recensioni
Le Bambole non hanno emozioni.
Le Bambole non hanno sentimenti.
Le Bambole sono vuote.
Un anno dopo l’abbandono di Gackt
. I pensieri di Mana.
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gackt, Mana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell’autrice: E’ la prima fanfic che scrivo su dei personaggi reali, ma sono contenta di averlo fatto

Nota dell’autrice: E’ la prima fanfic che scrivo su dei personaggi reali, ma sono contenta di averlo fatto. Inizialmente, doveva essere una one shot, ma poi ho deciso di continuarla, e di fare nel prossimo capitolo, i pensieri di Gackt. Mi è piaciuto “utilizzare” il personaggio di Mana-sama, che stimo sia come persona sia come chitarrista. Gomen Nasai, Mana-sama, per averti utilizzato.

Questa fanfic è dedicata a tutti i fan di questa coppia, alla mia Honey e a Hika-sama, che mi ha fatto conoscere il J-rock, Mana, Gackt, e molti altri. Tenchù, Hika-sama. Se non fosse stato per lei, non avrei mai scritto. Per ultimo, ma non meno importante, è dedicata a Gackt e a Mana, sperando che un giorno si sveglino.

You took my heart
Deceived me right from the start
You showed me dreams
I wished they'd turn to real
You broke a promise
And made me realise
It was all just a lie

{Angels, Within Temptation}

-Mana-kun? Stai bene?-

La voce di Klaha lo distolse dai suoi pensieri. Alzò lo sguardo, come sempre inespressivo, guardandolo per un lungo attimo.

Stava bene?

Sì, certo. Stava bene.

Lentamente, annuì, senza dire nulla. Le sottile labbra dipinte di un tenue azzurro rimasero ferme, serrate tra loro.

Klaha sospirò, osservando il leader della loro band, i Malice Mizer.

No, Mana non stava bene. Affatto.

E lui, come gli altri, lo sapeva. Perchè Mana, quella perfetta bambola di porcellana dai lunghi capelli, non stava mai bene. Da quel giorno.

Il vocalist del gruppo si passò una mano tra i capelli, rimanendo ad osservare il chitarrista.

Klaha non poteva sapere come si sentiva Mana. Ma sapeva, dentro di lui, che non era altro che un rimpiazzo.

Già. Faceva male ammetterlo, ma era così.

Lui, Klaha, era un rimpiazzo. Un sostituto. Un tentativo, fallito. Perchè non era riuscito a portare ai Malice Mizer tanti fan, come invece aveva fatto Gackt. Gackt, che se n'era andato.

E non poteva fare niente per cambiare tutto ciò.

Dopo qualche minuto, il vocalist parlò ancora.

-Mana-kun... io vado a bere qualcosa con gli altri. Se hai bisogno...- mormorò, dirigendosi verso la porta.

Il chitarrista annuì, senza tuttavia guardarlo. Voleva rimanere da solo. Per un po'.

Per pensare. Per riflettere. Per commiserarsi, forse. Per rimpiangere.

La porta che si chiudeva gli fece alzare di nuovo lo sguardo. Klaha se n'era andato.

Schiuse le labbra in un sospiro, rimanendo fermo, seduto su quella poltrona di pelle nera che lo inghiottiva.

Stai bene?”
La domanda di Klaha gli risuonava nella mente.

Stava bene?

Sì, certo.

Stava bene.

[Non è vero. Non stai bene]

Accidenti a quella dannata voce interiore. Quella voce nella sua mente, che era la sua.

No, non è vero. Lui stava bene.

[Non è vero. Stai male]

*Smettila!*

Ah ah.

[Smettila Mana. Smettila di mentire a te stesso]

Il ragazzo si portò le mani alle tempie, stringendosele tra le dita affusolate, come a voler scacciare qualche nemico invisibile.

Lui stava bene.

Lui stava bene. Vero?

Lui... stava... bene. Vero?

[No]

E infine, Mana si arrese.

Si arrese ai suoi stessi pensieri.

Era vero. Non stava bene. Per niente. Stava male. Male da morire.

Lentamente, con grazia, si alzò da quella poltrona. Gli occhi, resi di un freddo ceruleo grazie alle lenti, si diressero, quasi con paura, verso il calendario.

Gennaio.

Quel mese.

E quel giorno.

Un anno. Era passato esattamente un anno da quel giorno.

Un anno, dodici mesi, e trecentosessantaquattro giorni, da quel maledetto, dannato giorno.

Quel giorno.

Quando, per la prima volta, aveva gridato.

Quando, per la prima volta, aveva sentito un reale bisogno di qualcuno con cui piangere.

Quando, per la prima volta, era stato indeciso se mollare tutto o no.

Quando, per la prima volta, si era sentito male. Così male da desiderare di morire.

Quando Camui Gackt se n'era andato.

Lasciando la band. Lasciando i Malice Mizer. Lasciando lui.

E quel dolore non l'aveva mai abbandonato.

Anche se fingeva di non sentirlo. Anche se cercava di ignorarlo. Anche se, davvero, credeva di non provare più niente.

Sbagliava. Perchè, insieme al ricordo di Gackt, quel dolore non era mai scomparso.

Sospirò, appoggiando le dita su quel giorno. Segnato con un cerchio rosso.

L'aveva disegnato lui, quel cerchio.

Una mattina, si era alzato, e aveva guardato il nuovo calendario. E allora, aveva preso un pennarello rosso, e aveva tracciato quel segno. Sotto gli sguardi tristi degli altri.

E Mana si era dato del masochista. Dell'idiota. Dello stupido.

Perchè aveva segnato quel giorno?

Perchè, perchè, perchè?!

Perchè voleva ricordarlo??

Non era un compleanno! Non era un giorno speciale!

Era un anniversario.

L'anniversario dell'abbandono di Gackt.

[Mi hai abbandonato. Mi hai tradito. Mi hai lasciato. Dopo tutto quello che c'era stato. Con la band. Con noi. Tra di noi. Dopo tutto questo, mi hai abbandonato, Camui!]

Con la stessa lentezza esasperante di prima, a piccoli passi, si diresse verso la propria camera.Era da solo in casa. Si inginocchiò davanti ad un piccolo cassetto, che raramente, davvero raramente, apriva.

Che non apriva da un anno.

La sua manò, bianca, affusolata, tremò appena. Incerto.

E infine, estrasse quello che pareva un rettangolo nero. Con delle pagine. Con delle foto.

Un album di fotografie.

Sfiorò la copertina patinata. Sospirò.
Faceva male. Oh, se faceva male.

Tanto. Troppo.

[Mi hai fatto male, Gackt. Troppo male. Mi hai fatto soffrire. Sei stato un egoista. Hai lasciato la band per seguire la tua carriera da solista. Sei stato crudele. Ci hai lasciati. Hai lasciato noi. Hai lasciato me]

Ed era quello, che faceva davvero male.

Perchè Gackt non aveva lasciato solo i Malice Mizer. Non aveva lasciato gli altri membri della band. Aveva lasciato lui. Completamente.

[E fa ancora così male. Ogni volta che ti vedo. In televisione. Sui giornali. Sui poster.]

Ci aveva provato. Davvero. Aveva provato a dimenticarlo. Ad odiarlo. Oh, sì, lo aveva odiato. Ma non era riuscito a dimenticarlo. Si faceva male da solo. Cercando ogni articolo su di lui. Guardando ogni programma televisivo che lo aveva per ospite del giorno.

Aprì l'album. E, davanti a lui, apparve un volto che pareva quello di un ragazzino. Dei capelli ossigenati, scomposti, leggermente lunghi sul davanti. Delle iridi rese di un azzurro profondo grazie alle lenti. E quel sorriso da bambino. Quel sorriso che Mana adorava.

Il sorriso di Gackt.

Quelle non erano foto dei Malice Mizer.

Erano le loro foto. Le foto di Gackt e Mana. Per gli album, per i fan, per i giornali. Ma anche foto private. Per loro.

E il volto di quella bambola di porcellana che era Mana non mutava di espressione, mentre sfogliava l'album. Alcuna emozione adornava il suo volto bianco, perfetto. Come quello di una bella bambola francese.

Continuò a guardare. Facendosi del male. Stringendo quasi convulsamente le mani su quelle pagine patinate.

[Oh, mi fai ancora così male. Troppo male. Ogni volta che ti sento. ]

Perchè Mana ascoltava ogni sua canzone. Sempre. Di nascosto dagli altri, anche. Per non far capire la sua debolezza.

E quando aveva sentito “Last Song”, si era sentito male. Perchè, per un attimo, aveva sperato fosse dedicata a lui. Ma non sarebbe mai stato possibile.

Gli occhi azzurri scorrevano su ogni foto.

Guardando.

Osservando.

Ricordando.

Facendosi del male.

Ogni sorriso di Gackt. Ogni suo gesto. Ogni parola. Ogni carezza. Ogni bacio.

[Perchè, Camui? Perchè lo hai fatto? Perchè... perchè mi hai abbandonato? Perchè mi hai lasciato? Io, che ti avevo dato tutto. Ti avevo donato il mio cuore. La mia anima. E tu, crudelmente, dolorosamente, l'hai calpestata. E ho fatto male a fidarmi di te. Eppure, non posso fare a meno di amarti]

Oh, come ricordava quel giorno. Dannatamente bene. Era scolpito nella sua memoria. Per sempre. Forse, se Gackt, in quel momento, fosse sembrato triste... dispiaciuto... costernato... qualsiasi cosa, si sarebbe sentito meglio.

Invece no.

Perchè, quel giorno, Gackt sorrideva.

* Me ne vado, Mana-chan *

E sorrideva.
Mana si era sentito crollare il Mondo addosso. Si era arrabbiato. Aveva urlato. Per la prima volta. Aveva riversato ogni emozione che provava in quel momento.

Rabbia.

Ira.

Frustrazione.

Dolore.

[Se solo tu potessi sapere come mi sento... se solo potessi sapere perchè lo hai fatto! Oh, ma lo so. Per seguire la tua carriera. Da solo. Portandoti via non solo metà dei nostri fan. Ma anche il mio cuore]

Le lunghe ciglia tremolarono appena, quando girò l'ultima pagina. L'ultima foto.

Quell'unica foto, dove Gackt aveva un braccio attorno alle spalle sottili di Mana, e lo stringeva a .

Sorridendo.

E anche Mana, seppur lievemente, seppur imbarazzato, sorrideva.

[Fa troppo male. Il mio Mondo è finito. IO, sono finito. Ti odio, Camui. Ti odio, ti odio, ti odio! Come hai potuto farmi questo?! Ora lo so, che ho sbagliato. Ho fatto un dannatissimo errore, affidandoti il mio cuore e la mia anima. ]

Ma era vero?

[Sì]

Era davvero stato uno sbaglio?

[Sì!]

Gackt meritava davvero il suo odio, il suo rancore?

[Sì, lo merita!!]

...

L'album cadde a terra, quando le mani di Mana tremarono.

Atemonaku hitori samayoi arukitsuzuketa

Kasuka na toiki o tada shiroku somete

Utsuri kawari yuku kisetsu no sono hakanasa ni

Wake mo naku namida ga koboreta

"Ima mo aishite iru..."

No, no, no!!
Non quella canzone! Non in quel momento!

Di scatto, quella bellissima bambola si alzò, quasi cadendo, e corse verso la radio.

[Fa troppo.. male...]

Le note di Last Song si fermarono per un attimo. Ma, dopo pochi secondi, ripresero.

Oh, come poteva essere così debole?

[Dannatamente... male...]

Mana stava ansimando.

Le affusolate dita appoggiate al tasto di accensione della radio, i boccoli azzurri scompigliati per quella piccola, breve, eppur veloce corsa.

Si voltò verso lo specchio.

[Dimmi perchè, Camui. Vorrei solo sapere perchè. Perchè te ne sei andato? Perchè mi hai tradito? Perchè mi hai abbandonato? Perchè, perchè, perchè?! Perchè, dopotutto questo, io...]

Le bambole non hanno emozioni.

Era stato davvero uno sbaglio?

[...Sì...]

Le bambole non hanno sentimenti.

Era stato veramente un grosso, imperdonabile errore, l'avere affidato a quell'uomo la sua anima?

[... Sì...]

Le bambole sono vuote.

Gackt meritava davvero il suo odio e il suo rancore?

[....]

Gackt meritava davvero il suo odio e il suo rancore?

[... Sì...]

Le bambole non piangono.

Camui aveva davvero il suo odio?

[...]

Camui aveva davvero il suo odio?

[...]

Camui aveva davvero il suo odio?

[... No...]


Eppure, in quel momento, quando si guardò allo specchio, Mana vide un'unica, singola lacrima, scendere dai suoi occhi.

|| Ed è tutto…?||

{So sorry your world is tumbling down
I will watch you through these nights
Rest your head and go to sleep
Because my child, this not our farewell.
This is not our farewell.}

[Our Farewell, Within Temptation]

Allora? ç____ç com’è? Eh? Eh?

Personalmente mi riesce difficile vedere Mana come una persona che piange a dirotto, perciò gli ho fatto uscire una sola lacrima v.v I’m sorry, Mana-sama!

So perfettamente che Last Song non è uscita un anno dopo l’abbandono di Gackt, ma fa niente v.v mi piaceva quella canzone di Gacchan, anche perchè è la prima che ho sentito. Quindi, silenzio v.v

Ci si vede.

  
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