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Autore: Fluxx    26/06/2010    3 recensioni
[Se vi piace o comunque apprezzate, mi farebbe piacere se lasciaste una recensione ^^ ora leggete pure quanto segue.. ->]
Infilò la
siringa nel collo della bestiolina che cominciò a dimenarsi,
cercando di liberarsi dall'uomo che lo teneva per le lunghe orecchie
bianche e soffici. Il pistone della siringa scendeva pian piano
finché il liquido blu non fu finito. Tirò via
l'ago dal collo dell'animale che si placò istantaneamente.
Lo tirò su sempre per le orecchie, senza alcun riguardo.
"Ora vedi di fare il tuo lavoro.." Disse come se stesse parlando con il
povero coniglietto che ancora teneva gli occhi sbarrati. Lo
infilò in una gabbia decisamente molto più grande
di una per conigli e la richiuse.
Si tolse i guanti in
lattice, buttandoli dentro al secchio, poi si mise i suoi guanti neri
di pelle e dopodiché si infilò il lungo cappotto
nero, anch'esso di pelle. Si tirò su la manica e
guardò l'ora. 'Sono in ritardo, di nuovo..'
Pensò, sbrigandosi a mettere in ordine le ultime cose, poi
si avviò all'uscita del laboratorio. Aprì la
porta e diede un ultimo sguardo alla gabbia dove il batuffolo bianco
stava scorrazzando tranquillamente. Rimase a fissarlo per qualche
istante prima di spegnere la luce, uscire e richiudere la porta alle
sue spalle.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albert Wesker, Altro Personaggio, William Birkin
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Premessa:

Volevo solo mettere in chiaro un paio di cose in modo da non farmi vedere come un’ignorante ai vostri occhi.
So che William Birkin è morto e che non è dello stesso periodo di Albert ed Excella su RE5, ma visto che è una fan fiction mi sono sentita libera di prendere e mettere i personaggi che volevo.. Tutto qui!
Buona lettura! =)

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Cold Hearted.



Infilò la siringa nel collo della bestiolina che cominciò a dimenarsi, cercando di liberarsi dall'uomo che lo teneva per le lunghe orecchie bianche e soffici. Il pistone della siringa scendeva pian piano finché il liquido blu non fu finito. Tirò via l'ago dal collo dell'animale che si placò istantaneamente. Lo tirò su sempre per le orecchie, senza alcun riguardo. "Ora vedi di fare il tuo lavoro.." Disse come se stesse parlando con il povero coniglietto che ancora teneva gli occhi sbarrati. Lo infilò in una gabbia decisamente molto più grande di una per conigli e la richiuse. Si tolse i guanti in lattice, buttandoli dentro al secchio, poi si mise i suoi guanti neri di pelle e dopodiché si infilò il lungo cappotto nero, anch'esso di pelle.
Si tirò su la manica e guardò l'ora. 'Sono in ritardo, di nuovo..' Pensò, sbrigandosi a mettere in ordine le ultime cose, poi si avviò all'uscita del laboratorio. Aprì la porta e diede un ultimo sguardo alla gabbia dove il batuffolo bianco stava scorrazzando tranquillamente. Rimase a fissarlo per qualche istante prima di spegnere la luce, uscire e richiudere la porta alle sue spalle.

 

 

 

 


1

 
Il passo cadenzato, la sua figura fiera e la testa sempre alta. I suoi passi risuonavano lungo il corridoio. Capelli biondi tirati indietro con la solita precisione impeccabile, non un ciuffo fuori posto. Gli occhi coperti dagli occhiali da sole che ormai erano diventati l'ordine del giorno. Inforcarli la mattina prima di uscire era diventato un gesto ormai meccanico e, alcune volte, ci si addormentava anche, dimenticando di toglierseli. Il cappotto lungo e nero gli svolazzava dietro, coprendo il resto del vestiario che comprendeva una maglia parecchio attillata e dei pantaloni, entrambi sempre neri. Un paio di anfibi e via.. Questo era il suo solito modo di vestirsi ormai da tempo a questa parte, da quando aveva lasciato il suo posto alla S.T.A.R.S. . Ora era solo lui, faceva tutto da solo, pensava a sé e basta, aveva raccattato un paio di uomini, secondo lui incapaci dei quali avrebbe potuto benissimo fare a meno.. Ma ogni tanto avere qualcuno intorno era utile.
Alzò appena il braccio, spostandosi di poco la manica, con la mano coperta dal guanto, per vedere l'orologio. 'E' tardi.' I suoi soliti e mille impegni facevano slittare come al solito i suoi appuntamenti di minuti, ore o anche giorni. La giovane ragazza questa volta era stata fortunata, venti minuti di ritardo, niente più.
Entrò nella sala, fermando in un attimo il suo passo veloce e guardandosi intorno: vide subito il suo fedele collega dai capelli biondi e il visetto simpatico che armeggiava con alcuni macchinari. Non appena Albert entrò, Birkin volse il suo sguardo verso di lui.
"Sei arrivato tardi Albert, avevi detto che oggi saresti stato puntuale.. Lo sai da quanto tempo aspetta di incontrarti di persona? Avrai rimandato l'appuntamento almeno.. Cinque volte?"
Albert non rispose, camminò verso il centro della sala, "Ho parecchi impegni. Non ho tempo da perdere come vedo che fai spesso tu."
Le sue solite frecciatine. William ci era ormai abituato. Sospirò, smettendo di armeggiare con quell'apparecchio che da alcune ore a questa parte lo stava mandando al manicomio, non sapeva nemmeno se sarebbe riuscito a recuperarlo. Forse era rotto per sempre. Si voltò verso Albert. "Sei fortunato però, questa volta ti ha aspettato. E' andata un attimo al bagno."
"Capisco." Rispose lui, avvicinandosi alla postazione alla quale stava lavorando William.
"Si è rotta..." Mormorò amareggiato l'uomo con il camice bianco. Wesker vi appoggiò una mano, spostandolo appena per dargli un'occhiata. "Hn..."
Poco dopo la porta si aprì, Birkin volse il capo verso la ragazza che stava entrando mentre Wesker non sembrava molto interessato, anzi, continuava ad affareggiare con quel macchinario, si voltò solo in un secondo momento vedendo la ragazzina piccolina e minuta. Doveva essere abbastanza giovane.
Aveva i capelli castani, non troppo lunghi, legati in una coda alta. Gli occhi erano verdi e i lineamenti del suo viso molto dolci. Indossava una canottiera rossa ma spenta e un paio di jeans che le arrivavano fin sotto il ginocchio. Le scarpe erano rosse.
A una prima e attenta analisi Wesker dedusse subito che non aveva alcun gusto nel vestirsi anche se non era questo ciò che importava a lui, ciò la fece subito calare, ovviamente. Non era alla sua altezza, la cosa era ovvia.
La ragazza guardò William che da prima si era dimostrato parecchio gentile nei suoi confronti, poi guardò Albert, avvicinandosi. "Allora sei tu Albert Wesker, vero?" Chiese fermandosi di fronte a lui. "Io sono Julie.." Disse con un sorriso, porgendogli la mano.
Genere umano, ovviamente. Pensò Wesker. Guardò la mano della ragazza quasi con un'espressione di disgusto in volto. "Non vorrai mica che mi sporchi le mani." Disse l'uomo con un tono di voce piatto, freddo e distaccato. La ragazza si sentì quasi in imbarazzo, riconoscendo subito che Albert Wesker era davvero quel brutto cafone che si diceva in girò. Ritirò la mano, abbassando lo sguardo. "N-no.. Ovviamente no."
William scosse il capo, era sempre il solito.
"Spero solamente che tu non abbia intenzione di farmi perdere tempo." Disse Wesker prima di voltarsi verso il suo compagno. "Mi ritiro nel mio studio con la ragazza. Il macchinario è da buttare, non perderci su altro tempo. Ordinane direttamente uno nuovo." Disse superando poi la ragazza che alzò lo sguardo verso William, speranzosa di un po' di conforto. Tutto quello che fece lui era fare spallucce e guardarla con un'espressione rassicurante.

   
 
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