Premessa:
Volevo
solo mettere in chiaro un paio di cose in modo da non farmi vedere come
un’ignorante
ai vostri occhi.
So che William Birkin è morto e che non è dello
stesso periodo di Albert ed
Excella su RE5, ma visto che è una fan fiction mi sono
sentita libera di
prendere e mettere i personaggi che volevo.. Tutto qui!
Buona lettura! =)
Cold Hearted.
Si tirò su la manica e guardò l'ora. 'Sono in
ritardo, di nuovo..'
Pensò, sbrigandosi a mettere in ordine le ultime cose, poi
si avviò all'uscita
del laboratorio. Aprì la porta e diede un ultimo sguardo
alla gabbia dove il
batuffolo bianco stava scorrazzando tranquillamente. Rimase a fissarlo
per
qualche istante prima di spegnere la luce, uscire e richiudere la porta
alle
sue spalle.
1
Il passo cadenzato,
la sua figura fiera e la testa sempre alta. I suoi passi risuonavano
lungo il
corridoio. Capelli biondi tirati indietro con la solita precisione
impeccabile,
non un ciuffo fuori posto. Gli occhi coperti dagli occhiali da sole che
ormai
erano diventati l'ordine del giorno. Inforcarli la mattina prima di
uscire era
diventato un gesto ormai meccanico e, alcune volte, ci si addormentava
anche,
dimenticando di toglierseli. Il cappotto lungo e nero gli svolazzava
dietro,
coprendo il resto del vestiario che comprendeva una maglia parecchio
attillata
e dei pantaloni, entrambi sempre neri. Un paio di anfibi e via.. Questo
era il
suo solito modo di vestirsi ormai da tempo a questa parte, da quando
aveva
lasciato il suo posto alla S.T.A.R.S. . Ora era solo lui, faceva tutto
da solo,
pensava a sé e basta, aveva raccattato un paio di uomini,
secondo lui incapaci
dei quali avrebbe potuto benissimo fare a meno.. Ma ogni tanto avere
qualcuno intorno
era utile.
Alzò appena il
braccio, spostandosi di poco la manica, con la mano coperta dal guanto,
per
vedere l'orologio. 'E' tardi.' I suoi soliti e mille impegni facevano
slittare
come al solito i suoi appuntamenti di minuti, ore o anche giorni. La
giovane
ragazza questa volta era stata fortunata, venti minuti di ritardo,
niente più.
Entrò nella sala,
fermando in un attimo il suo passo veloce e guardandosi intorno: vide
subito il
suo fedele collega dai capelli biondi e il visetto simpatico che
armeggiava con
alcuni macchinari. Non appena Albert entrò, Birkin volse il
suo sguardo verso
di lui.
"Sei arrivato
tardi Albert, avevi detto che oggi saresti stato puntuale.. Lo sai da
quanto
tempo aspetta di incontrarti di persona? Avrai rimandato l'appuntamento
almeno.. Cinque volte?"
Albert non rispose, camminò verso il centro della sala, "Ho
parecchi
impegni. Non ho tempo da perdere come vedo che fai spesso tu."
Le sue solite frecciatine. William ci era ormai abituato.
Sospirò, smettendo di
armeggiare con quell'apparecchio che da alcune ore a questa parte lo
stava
mandando al manicomio, non sapeva nemmeno se sarebbe riuscito a
recuperarlo.
Forse era rotto per sempre. Si voltò verso Albert. "Sei
fortunato però,
questa volta ti ha aspettato. E' andata un attimo al bagno."
"Capisco." Rispose lui, avvicinandosi alla postazione alla quale
stava lavorando William.
"Si è rotta..." Mormorò amareggiato l'uomo con il
camice bianco.
Wesker vi appoggiò una mano, spostandolo appena per dargli
un'occhiata.
"Hn..."
Poco dopo la porta si aprì, Birkin volse il capo verso la
ragazza che stava
entrando mentre Wesker non sembrava molto interessato, anzi, continuava
ad
affareggiare con quel macchinario, si voltò solo in un
secondo momento vedendo
la ragazzina piccolina e minuta. Doveva essere abbastanza giovane.
Aveva i capelli
castani, non troppo lunghi, legati in una coda alta. Gli occhi erano
verdi e i
lineamenti del suo viso molto dolci. Indossava una canottiera rossa ma
spenta e
un paio di jeans che le arrivavano fin sotto il ginocchio. Le scarpe
erano
rosse.
A una prima e attenta
analisi Wesker dedusse subito che non aveva alcun gusto nel vestirsi
anche se
non era questo ciò che importava a lui, ciò la
fece subito calare, ovviamente.
Non era alla sua altezza, la cosa era ovvia.
La ragazza guardò
William che da prima si era dimostrato parecchio gentile nei suoi
confronti,
poi guardò Albert, avvicinandosi. "Allora sei tu Albert
Wesker,
vero?" Chiese fermandosi di fronte a lui. "Io sono Julie.."
Disse con un sorriso, porgendogli la mano.
Genere umano,
ovviamente. Pensò Wesker. Guardò la mano della
ragazza quasi con un'espressione
di disgusto in volto. "Non vorrai mica che mi sporchi le mani." Disse
l'uomo con un tono di voce piatto, freddo e distaccato. La ragazza si
sentì
quasi in imbarazzo, riconoscendo subito che Albert Wesker era davvero
quel
brutto cafone che si diceva in girò. Ritirò la
mano, abbassando lo sguardo.
"N-no.. Ovviamente no."
William scosse il
capo, era sempre il solito.
"Spero solamente
che tu non abbia intenzione di farmi perdere tempo." Disse Wesker prima
di
voltarsi verso il suo compagno. "Mi ritiro nel mio studio con la
ragazza.
Il macchinario è da buttare, non perderci su altro tempo.
Ordinane direttamente
uno nuovo." Disse superando poi la ragazza che alzò lo
sguardo verso
William, speranzosa di un po' di conforto. Tutto quello che fece lui
era fare
spallucce e guardarla con un'espressione rassicurante.