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Autore: Sheelen_    27/06/2010    1 recensioni
« Forse arriverà quel giorno in cui io e tu scopriremo soltanto di essere degli insignificanti esseri al centro di questa grande illusione chiamata vita. E allora forse tutte queste lotte sembreranno davvero vane. Vampiri e Licantropi non dovrebbero nemmeno esistere, eppure ci sei tu, e c'è tutto il resto. » Si alzò schiodando gli occhi lungo l'orizzonte che le si affacciava, sentendo qualcosa dentro che si muoveva come mai. Dall'altro canto Paul sembrava confuso da tanta filosofia, tuttavia gettò una risata nell'aria avara ridondandola con uno dei suoi modesti pensieri. « Sarà, ma una cosa è assodata: illusione o no, io da licantropo sarò sempre più fico di un branco di sanguisughe. »
E se tutto fosse veramente un enorme illusione? Il mondo è fatto di mille volti come l'intera esistenza, è possibile secondo voi riuscire a scoprire quale sia il suo effettivo volto?
Genere: Generale, Sovrannaturale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quileute
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~ SIXTH CHAPTER --
Il mio dolore è amaro, la mia tristezza profonda,
E vi sono sepolto come un uomo nella tomba.

-Gustave Flaubert-
SONG: Plumb - Cut

Ed era calato il buio, ancora una volta. Helena.

Era di nuovo lì. Quella era la terra dove era nata, dove aveva vissuto per cento anni incondizionatamente. Si ricordava di quanto adorasse quel clima mite, le splendide delizie che quella magnifica terra poteva donarle, le gioie che il suo piccolo paesino sapeva regalarle. Riusciva ancora a rimembrare quando correva fra le rose della madre, sentendosi come Alice nel paese delle meraviglie, parlando con figure inesistenti ma era felice. Era ciò che contava.
Non riusciva a dimenticare il suo lato umano, purtroppo era quella la sua condanna, non riusciva a far un taglio netto col passato, quello che l’aveva incatenata agli ordini dei Volturi che leI detestava con tutta se stessa.
« Spero che stiano bene, tutti quanti. » Non era un tono speranzoso quello ma una vera e propria minaccia. Jane la ignorò mentre Demetri cercava di calmare le acque ma ad Helena poco importava, non si fidava di lui come di nessuno là dentro.
« Hai fatto bene il tuo lavoro, i Volturi mantengono le loro promesse. » Esultò pochi secondi prima di arrivare nel grande salone fiocamente illuminato da qualche candela, dove presiedevano i tre vampiri dell’ordine più temuti della loro razza.
« Sono lieto del vostro ritorno, e di rivederti mia cara Helena. » Come sempre Aro accoglieva i suoi ospiti con un certo garbo mentre allungava il passo con frenesia. Dall’alto della sala Caius sembrava nervoso, in attesa di qualche notizia che probabilmente avrebbe turbato la sua quiete interiore o magari rasserenata.
« Ho esattamente ciò che vi serve.» E loro avevano ciò che voleva lei.
« Ne sono sicura, ma prima voglio sapere un po’ com’è stato questo viaggio. Jane… » Richiamò la piccola testolina bionda a cui Helena rivolse uno sguardo così tetro da rendere quel suo bellissimo volto un’oscura ombra malefica e terrificante.
Jane porse la sua mano e Aro l’avvolse con la sua delicatamente.
Venne a conoscenza di tutto quello che c’era da sapere riguardo allo scontro dei Cullen con i neonati, di Victoria, della piccola Bree e del fatto che Bella fosse ancora umana.
« Oh beh, sapevo che si sarebbero preso del tempo ma non temere, Bella diventerà una vampira, una splendida vampira e i Volturi diventeranno ancora più potenti. Faremo proprio dei bei acquisti. » Sorrideva come un abile calcolatore dispotico mentre i suoi pensieri vagavano su pericolosi sentieri di cui era meglio rimanerne all’oscuro.
« Ora veniamo a te cara. » Disse Aro rivolgendosi ad Helena quasi con boriosità, l’idea di quei lupi mannari da eliminare non lo allettava quanto quello di annettere al suo potere nuovi formidabili vampiri. Era solo un piccolo sfizio che il fratello voleva togliersi, tutto qui.
Helena tentennò un attimo prima di avvicinarsi. Fu invasa da un tremendo senso di colpa che non riuscì a tener a freno. Pensò all’innocenza di Sam, alla sua Emily con cui presto avrebbe condiviso una famiglia. Ripensò al dolore di Bella nel veder morire Jacob, ripensò al piccolo Seth, ad Embry, Quil.. ripensò a tutti, e a Paul.
Non era la morte la cosa peggiore che potesse colpire l’uomo, non era neanche la sofferenza ma era l’amore. Era una bestia tremenda che condizionava ogni gesto, ogni pensiero, ogni sentimento. Avvolgeva tutto intorno a sé, aveva una presa così infallibile che pochi riuscivano a tirarsi indietro da lei. Era potente, era la cosa più sublime che avesse mai visto.
E ora le si poneva di fronte come una scelta. L’aveva detto, doveva semplicemente esser spietata, letale, una fottuta bestia sanguinaria senza regole, senza sentimenti, e invece no. Il suo lato umano continuava a persistere e a battersi per venire fuori. Nonostante quel suo corpo freddo e morto, la sua anima palpitava, si struggeva per l’amore verso la vita pura.
I Volturi avevano imprigionato i figli di sua sorella, l’ultima famiglia che l’era rimasta, e adesso erano lì, nelle secrete del castello, impauriti non riuscendo a capire cosa li avesse trattenuti lì. Helena avrebbe dovuto tagliare i ponti con la sua ‘vita’ ma non c’era riuscita, ed Aro aveva immediatamente appreso quale fosse il suo punto debole. Gliel’aveva ritorto contro con la minaccia e adesso era lì, a pagarne il prezzo.
Chi avrebbe dovuto scegliere? L’amore verso la sua famiglia e la morte dei Quileute, o Paul.. lui era la causa primaria di tutto. Doveva convincersi di non aver mai provato nulla, si odiava per essersi trattenuta così tanto in mezzo a quella grande famiglia. Ma in entrambi i casi si trattava di vita innocenti.
Doveva scegliere e non era pronta.
« Suvvia Helena, non vorrei farli aspettare ancora. » Sapeva bene a cosa, o meglio, a chi Aro alludesse. Si fece avanti non mostrando alcun segno di indecisione e porse la sua mano con disinvoltura. Il suo potere era forte, molto più di quanto si potesse pensare, e questa era l’unica cosa che poteva giocare a suo vantaggio.
Nel momento in cui Aro si addentrò nei suoi pensieri cercò di proiettare nella sua mente una serie di immagini che potessero occultare parte di ciò che aveva appresso.
Ne diminuì il numero, eliminò il fatto che potevano trasformarsi quanto lo volevano, senza il bisogno della Luna piena, cercò di tener fuori figure innocenti come Kim, Billy ed Emily ma non riuscì purtroppo a regolare il discorso dell’Imprinting che affascinò molto una mente perversa come quella di Aro.
« Interessante. Pensavo fossero creature primitive e invece sono più umani di quanto pensassi. Non saranno un problema Caius, potremmo liberarcene in fretta. Mi dispiace solo che dovremmo in qualche modo intaccare il loro legame con i Cullen ma pazienza, Carlisle capirà. »
Caius sembrava sollevato alle parole del fratello che si soffermò ancora una volta su Helena, osservando il suo sguardo. Nonostante si sforzasse di tenere un’espressione incolore dentro stava scoppiando, ma non poteva mostrarglielo, non poteva esser debole anche dinanzi a lui, il nemico.
« Quindi per riprodursi hanno questa sorta di colpo di fulmine? Che creature particolari! Magari potrei tenerne qualcuna qua dentro e studiarla. »
« Aro quelle creature non si fanno addomesticare, bisogna eliminarle tutte quante. » Ribadì sgomento alle parole del fratello che vedeva interesse per ogni creatura particolare.
« Può darsi, beh, potete ritirarvi. Demetri puoi accompagnare Helena. »
Aro rivolse le spalle ai presenti che rivolsero solo un inutile inchino prima di dileguarsi. Helena seguì Demetri lungo i corridoi che portavano ai sotterranei, popolato da un fetido odore e dalla presenza ossessiva della morte come ogni cosa là dentro.
« Quindi ti sei trovata bene in mezzo a quel covo di cani? » Chiese Demetri in tono pungente come se fosse esattamente impossibile vivere in una condizione agiata in mezzo ai Licantropi, che Aro credeva fossero figli della Luna grazie alle omissioni fatta da Helena.
« Il fetore non era tanto diverso da quello che c’è qui. » Contraccambiò con sarcasmo ma prima che potesse dir altro si ritrovò con le spalle al muro. Si sentì un piccolo rumore come se del metallo fosse stato sbattuto contro la parente, poi il silenzio.
« Non dovresti essere cosi restia a star qui, so quanto ti affascina il potere, la supremazia. »
« Il potere già, ma tu no. » Lo spinse via con una violenza che causò un altro rumore assordante che rimbombò nel corridoio vuoto. Si sentì una risata diabolica, Demetri adorava quel genere di giochi, e adorava lei.
« Helena.. » La chiamò con tuono suadente mentre lei camminava imperterrita non prestandogli ascolto.
« Helena potresti essere la migliore se solo lo volessi, ovviamente con me al tuo fianco. » Ribeccò spingendosi più avanti per bloccarle il cammino.
« Lo so che mi resisti solo per puro orgoglio femminile ma questo non ti porterà da nessuna parte. Tanto alla fine lo sai chi vince. » Nonostante lui le si stesse avvicinando Helena non si movette di un singolo passo. Restò ferma al centro di quel nulla mentre pensava che prima o poi quel segugio sarebbe morto tra le sue stesse mani, ma per il momento no, le serviva e lei doveva giocare tutte le sue carte in tavola per essere finalmente libera.
« Può anche darsi ma non è ancora arrivato il momento della resa. » Le sue labbra s’incurvarono in un sorriso divertito mentre sfuggiva dagli occhi del vampiro che già bramavano di farla sua.
Come segugio Demetri era senz’altro il migliore. Helena non aveva mai visto nessuno raggiungere e scovare in così poco tempo parecchi vampiri. Era un potere formidabile ma doveva in qualche modo sovrastarlo e l’unico modo che aveva era quello di sedurlo fino ad imporgli quello che voleva lei.
Anche se avessero liberato la sua famiglia nulla negava che avrebbero potuto ritrovarla e piegarla nuovamente e lei questo non lo voleva. Bisognava metter fuori gioco Demetri e non era facile.
« Trovata. » Sussurrò alle sue spalle il vampiro dopo averla scovata neanche in un mezzo secondo.
« Sei tremendo. » Asserì mostrandosi sconfitta.
« Lo so. » Passò le gelide dita fra quei lungi capelli che si perdevano nell’oscurità, cogliendone pura seta. Poi scivolarono lungo la scapola scoprendo la spalla dalla vesta per posarvi quelle labbra marmoree. Helena percepì la netta differenza di quando era Paul ad avvolgerla con i suoi baci, sentiva quel calore che la faceva finalmente sentire umana come desiderava ma ormai quello era un ricordo lontano, lei era un vampiro, lei l’aveva tradito e lui era nato per ucciderla. Non potevano amarsi, la loro natura li avrebbe comunque uccisi. Forse sarebbe stata davvero bene con Demetri se solo i tempi e i posti non fossero stati questi. Ma quella che muoveva il vampiro era pura passione, non era amore, non poteva esserci in chi aveva avuto l’anima avvolta dal male.
La fece voltare e ricoprì la distanza con le sue labbra. Si ritrovò ancora una volta con le spalle aderenti a quel muro di pietra, mentre Demetri s’insediava fra le sue gambe per far combaciare perfettamente il suo corpo con quello della vampira.
« Mi devi promettere una cosa. » Sussurrò all’altezza delle sue orecchie con voce vellutata e allettante.
« Una volta liberi tu non cercherai più la mia famiglia. Resterò con te, per sempre. » E quello suonava come un giuramento di morte eterno, escludendo il fatto che lei era già morta una volta.
« Tutto quello che vuoi. » Concluse Demetri avvolgendola con l’ombra della sua passione.




Ed era ritornato il sole, ancora una volta. Paul.
SONG: Placebo - Running Up That Hill

Era scomparso tutto del suo odore, non c’era più niente di lei in quel posto come se qualcosa avesse risucchiato via ogni cosa di lei e persino la sua esistenza. E questo lo spaventava da morire, non riusciva a capirci un cazzo di quello che stava accadendo. Un attimo prima era eccitatissimo per aver fatto a pezzi succhiasangue a volontà e l’attimo dopo tutto si era nuovamente oscurato.
Jacob per fortuna non aveva nulla di grave, con l’ossatura che si trovava e le prodezze da lupo sarebbe guarito in men che non si dica ma egoisticamente non gli importava, cercava lei, Nina ma non riusciva più a trovarla.
Fu quel giorno, quando Sam richiamò l’intero branco ancora una volta che le cose si schiarirono.
C’era luce, filtrava ovunque nella foresta. Correvano rapidi, lui più che mai per capire cosa di estremamente importante doveva comunicare il capobranco.
Era nervoso, come al solito ma non c’era da stupirsi cazzo, era Paul, ed era da lui.
Non era decisamente tipico invece il preoccuparsi, il lagnarsi come un pezzente ed essere confuso, terribilmente confuso. Sentiva che qualcosa si era spezzato e che ne sarebbe rimasto fregato.
« Ti ha rammollito totalmente » Sentì quella voce fastidiosa penetrare nella sua mente e ringhiò ferocemente, non si poteva ferire il suo orgoglio, specie se era Leah a farlo.
« Magari! Sempre meglio che rimanere una zitella acida. » Colpiva affondo lui, e faceva male, ma quando si toccava qualcosa che gli stava a cuore puntava i suoi aghi come un porcospino.
« Smettetela, è importante! » Sam li richiamò e Paul cercò di controllarsi perché se c’era una cosa che odiava fare era quella di disubbidirgli perchè nutriva nei suoi confronti un enorme rispetto come mai per nessun uomo aveva mai avuto.
I lupi si disposero a cerchio, mancava solo Jacob ma lui aveva ancora qualche giorno di riposo.
« Il dottor Cullen mi ha appena comunicato una spiacevole notizia. Siamo stati spiati. » Sam raccontò di ciò che il vampiro gli aveva comunicato, riguardo all’ordine dei Volturi che aveva intenzione di sterminare i lupi mannari come da codice per la sicurezza della loro civiltà. Avevano mandato una spia fra di loro per documentarsi meglio e purtroppo questa era riuscita ad eseguire il suo compito alla perfezione. Dovevano prepararsi per un attacco ormai imminente.
« Spie? Ma di che diamine si sta parlando? Sono loro, i Cullen. »
Inveì Paul ma Seth era di tutt’altro avviso.
« Si, e per galanteria ci hanno avvisato. »
« Appunto. Ha ragione Seth, i Cullen non c’entrano nulla. E’ stata Nina. »
Dopo le parole di Sam cadde nella radura un improvviso silenzio violento, di qualche secondo. Poi tutto fu avvolto dall’orrore, dallo stupore e dall’incredulità.
« Che diamine stai insinuando? E’ impossibile. Nina è.. »
« una vampira. Una potente vampira. » Sam concluse l’espressione di Paul, serrando così i dubbi dei presenti.
« Avete già visto le tante abilità che i Freddi hanno, beh in realtà Nina è un potente vampiro di nome Helena che è stata mandata dai Volturi per ottenere informazioni sul nostro conto. Non ho ben capito le caratteristiche del suo potere ma a quanto pare sa creare grandi effetti e giochi di illusioni. Si è mostrata come un’umana quando in realtà non lo era, si è finta tale dandoci un’illusione di ciò che voleva. E siamo stati fregati. » Il tono di Sam era amaro, si sentivo anche lui tradito come tutto il resto ma Paul…. Ciò che gli stava frullando per la testa non era facilmente interpretabile. L’unica cosa che i lupi poterono sentire fu quel moto improvviso d’ira che li stava devastando come se una forza incontrollabile e furiosa volesse schiacciarli violentemente.
Sembrò impazzito. Quando collegò tutti i tasselli di un puzzle a cui mancavano pezzi, la sua mente si scollegò dal resto del corpo e si lasciò trasportare dalla follia.
Cominciò a ringhiare nervosamente e con un ululato terrificante squarciò la foresta. Embry e Sam provarono a fermarlo ma questo li assalì mordendo una gamba del lupo col manto marrone e spinse con violenza quello nero, riuscendo a scappare senza esser inseguito dopo il richiamo di Sam. Corse, corse perdendo la cognizione del tempo. Percorso l’intera penisola più e più volte volendo ammazzare il tempo e i suoi pensieri.
Non era possibile, non poteva essere vero niente di quello che aveva sentito.
La sua Nina c’era, esisteva, e l’aveva amato.
Non c’era stato alcun vampiro, niente di quel genere avrebbe potuto solo osare sfiorarlo. Si sentiva tradito, ferito nell’orgoglio e nell’anima. Avrebbe volentieri sterminato ogni vampiro che trovava solo per convincersi che era impossibile, che non poteva esser stato preso in giro così. Sapeva riconoscere il nemico, sapeva come ucciderlo, non poteva amarlo.
Con l’odio, il dolore e la rabbia che covava dentro avrebbe distrutto qualsiasi cosa, e forse anche se stesso. Paul era rimasta violentemente colpito da quella verità. Come se una pioggia di vetro l’avesse appena colpito ma non poteva morire, non poteva farlo, lui avrebbe continuato a vivere solo per convincersi che non c’era stato niente, che non aveva mai amato e che lui era un licantropo, un cane rognoso si, ma disposto a massacrare ogni singolo succhiasangue che gli si fosse mostrato dinnanzi.
La sua clemenza era ormai morta come la sua anima. Adesso voleva solo vendetta.
Eppure Il sole continuava a brillare alto nel cielo mentre il suo cuore moriva nella necessità di reprimere ogni ricordo.



Spazio_VioletDAY
Oggi ho poca da dire tranne per il fatto che finalmente mi son liberate delle prove scritte per la maturità. Il compito di matematica e la terza prova son andati meglio del tema, chi l'avrebbe mai detto? Ci è toccato quella d'italiano come un'incarnazione della perfidia pura. Ho fatto il tema sulla musica, ho cercato di esser originale e chiara ma bisogna ancora capire i suoi metodi di valutazione. ç_ç
Grazie ancora a
vannagio daniciao fayeforyou per l'in Bocca al lupo *-* e per i commenti. Non posso anticiparvi nulla sulla relazione di Paul e Nina/Helena, dovete avere pazienza e seguire la fiction U.U. Comuqnue si. BD Quella col potere simile non poteva far nulla ma per la mia scrittura HELENA PUO' XDDDD. mi avvalgo sempre del diritto che Jasper può influenzare la sua psiche e gli altri no e non è giusto ç_ç.
Mi è dispiaciuto tanto per Paul. Nella mia mente ho già un bel finale, un pò drammatico ma comunque bello. spero di aggiornare presto anche perchè adesso mi devo preparare per l'orale e ho finitoooooo!

   
 
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