I miss you.
Stirai le
braccia verso
l’alto, le dita intrecciate,facendo schioccare ogni osso.
Mi lasciai ricadere sul
poggia schiena della sedia,guardando ansioso il computer davanti a me.
Non sapevo dire con certezza
da quanto tempo mi trovavo li,a fissare quello stramaledetto
schermo,aspettando
che quel dannatissimo balloon facesse la sua comparsa.
Susan era in camera da letto
a guardare un qualche film comico.
Era da circa un quarto d’ora
che non la sentivo più ridere.
Forse si era addormentata. Forse.
Contarle non sarebbe stata
una brutta idea. Tanto di sicuro avrei aspettato ancora un’eternità!
In basso a destra,l’icona di
Skype segnalava un nuovo messaggio.
Era Jude.
-
Ciao…pensavo
non
saresti più venuto!
-
Sai
com’è,sono
le tre del pomeriggio…ed ho i bambini con me
-
Non
sono una
scusa accettabile *linguaccia*
-
Però
il fatto
che abbiamo otto ore di differenza si *smile*
-
Hai
intenzione
di rinfacciarmi il fuso orario tutte le volte che ci sentiamo?
-
E
tu hai
intenzione di farmi la predica ancora a lungo?
-
Si
-
*faccina
imbronciata*
-
Iris
e Rudy?
Bene
-
Rafferty
non è
con voi?
-
No.
Aveva altri
impegni.
-
Caotica!
Ci
siamo occupati tutto il giorno dei film che devo girare!
-
Beh
sei l’attore
più richiesto! *occhiolino*
-
Eheh
sono il migliore!
-
Modesto
è il tuo
secondo nome…*icsdì*
-
Certamente!....
-
*panda
che ride*
-
Vale
anche per
me
Ed ora non sapevo più cosa
scrivergli.
Anche quando parlavamo al
telefono arrivava un momento in cui sembrava non conoscessi più parole.
Ed era
solo lui a parlare.
Sarei stato ore ed ore ad
ascoltarlo.
Ma quel mio mutismo –
incomprensibile aggiungerei – mi aveva sempre reso inquieto di fronte
al suo
infinito raccontare.
Fra tutte le cose che avrei
voluto fargli sapere,solo una sopravviveva nella mia memoria.
-
Ci
sono.
-
Mi
manchi.
« Robert? »
Chiusi immediatamente la conversazione
e con noncuranza – o almeno speravo fosse così - mi
voltai verso la porta.
Susan era appoggiata allo
stipite,con sguardo assonnato.
« Stavo controllando una
cosa. Tra cinque minuti arrivo,tesoro. Tu intanto vai a letto »
« Okay. Ti aspetto »
Il cuore non sembrava
intenzionato a rallentare e il pensiero che mia moglie potesse vedere
cosa
avevo scritto a Jude non lo aiutò nell’intento.
Rabbrividii.
Cancellai subito dalla mente
ogni più piccolo segno di delusione e digitai:
-
Scusami,ma
ora
devo andare…Susan mi sta aspettando.
Ci
sentiamo presto Judesie.
Beh,infondo
era coi suoi figli. Magari si era allontanato dal PC e non aveva ancora
letto
nulla di cosa gli avevo scritto.
E
se c’ era qualcun altro con lui?
Quarantacinque anni –
sposato per giunta! - ed ero geloso di un uomo
di trentasette che abitava in Inghilterra.
Non solo patetico: super patetico!
Dopo qualche
tentennamento,decisi di andarlo a prendere,anche se per me aveva quasi
la
valenza di un soprammobile.
A metà strada mi accorsi che
una piccola bustina lampeggiava insistentemente,per segnalarmi un
messaggio.
Andai a letto,sperando
intensamente di sognarlo.
Di sognarlo
anche stanotte.