Petali

Petali, petali di seta.
Vellutati frammenti di morte.
Vi adagiate con grazia alla carta bianca, colmata di lettere, ripiena di parole, traboccante d’emozioni.
Lettera d’addio, di un ultimo saluto mai udito.
Di un segreto mai confessato.
Di sentenze mai espresse.
Di cenni mai pronunciati.
Di voci crollate sul nascere.
Petali velati di sonno eterno, tranquilla veglia in ciò che suona sconosciuto, mai visto.
Morbidi petali di pece riversati dalla corona della rosa nera che dispiega tra le ombre l’essenza lugubre delle sue passioni.
Rosa nera, che mai decade, neanche spinta dall’avanzare del tetro manto delle tenebre.
Petali a lungo giaciuti nel calmo tepore avvolgente degli Inferi.
Risuona come una dolce tentazione, ribellarsi alle lusinghe di Lucifero.
Già nel Vespro siete rinati.
Una nuova vita che non vi è mai stata concessa.
Godetevi l’atto del Riposo, il soave ozio che lentamente vi sazia.
Petali freddi come il ghiaccio.
Spine appuntite come steli d’acciaio.
Vi sfioro lentamente.
Distacco il tocco delle dita, come avessi appena tastato la cenere secca di un fuoco iroso che dorme da millenni orsono.
Funesti richiami mi giungono all’orecchio.
E vi vedo decadere.
Spezzate le vostre membra.
Come pioggia cascate, piccoli petali dai riflessi di diamante.
Sparite nel nulla dopo esservi tinti di polvere pallida.
Ho visto il vostro colore originale: pareva un rintocco di sangue gelido.
Petali, petali di seta.
Avete attentato a mille vite.
Questa notte avete mietuto le vostre ultime vittime sacrificali.
Quest’ultima notte.
Il fulgore della tenue luce vi rischiara.