L’evoluzione dei Daleks
Capitolo 1
La vera New York
Rose era ferma nei corridoi del Tardis, non sapeva che
cosa fare, pochi passi ancora e sarebbe entrata nella sala della console, dove
sicuramente c’erano Martha e il Dottore. E lei, dopo il “quasi bacio” con il
Dottore, non riusciva ad affrontarlo. Troppo spaventata di ciò che lui le
potrebbe dire, o peggio di fare finta di niente, come era il suo solito. Troppe
volte aveva sperato, troppe volte si era ritrovata a piangere in silenzio da
sola, nel suo letto.
Sapeva che non poteva rimanere a lungo ferma lì, prima o
poi il Dottore avrebbe mandato Martha a cercarla, quindi sospirò facendosi
forza, per poi entrare nella sala, cercando di evitare lo sguardo del Dottore,
si mise seduta accanto a Martha, mentre lui era alla console.
“Dove sei stata?” chiese Martha quando si avvicinò.
“Oh … avevo delle cose da sistemare.” Le rispose
sorridendo, poi si voltò verso il Dottore, evitando accuratamente di guardarlo
negli occhi.
“Un altro viaggio insieme? Un'altra deviazione prima di
ritornare?” gli chiese sorridendogli.
“Oh dai, l’ultimo non è stato proprio divertente.”
Rispose Martha, con gli occhi imploranti.
“Credo che si possa fare.” Rispose il Dottore.
La guardava di sotterfugio, mentre muoveva i controlli della
console, non era pentito di quel suo “quasi bacio”, anzi avrebbe preferito che
Martha non li avesse interrotti. Vedeva che lei, comunque stava cercando di
evitare il suo sguardo, forse voleva tirarsi indietro, per qualche motivo che
lui non aveva capito, o forse (e lui lo sperava) era solo la presenza di Martha
a metterla in difficoltà.
Il Tardis si fermò, e Martha eccitata da una nuova
avventura, corse aprendo per prima le porte del Tardis. Rose finalmente alzò lo
sguardo sul Dottore e gli sorrise, seguendo Martha subito dopo.
“Dove siamo?” chiese la ragazza guardandosi attorno.
“Annusate la brezza dell’Atlantico. Bella, fresca,
splendida.” Disse il Dottore divertito, mentre si guardava attorno
soddisfatto. Si voltò e guardò in alto
seguito da Rose, su di loro l’imponente statua della Libertà.
“Martha, Rose, vi posso presentare la mia vecchia amica.”
Solo allora Martha la vide e ne rimase sorpresa.
“Quella … quella è la Statua della Libertà.” Disse
entusiasta.
“E’ quella originale, vero?” chiese invece Rose.
“La sola e unica.” Le sorrise il Dottore, facendole
l’occhiolino, prendendole la mano, Rose arrossì e abbassò lo sguardo ripensando
al loro quasi “bacio”.
“Ce ne sono altre?” chiese Martha sorpresa.
“Non proprio.” Rispose Rose.
“Porta d’accesso al nuovo mondo.” Aggiunse il Dottore.
“Datemi gli affaticati, i poveri e le masse disordinate
che anela di respirare libere.”continuò.
“E’ davvero eccezionale.” Continuò Martha completamente
rapita da quella figura.
“Ho sempre voluto andare a New York. Intendo quella vera
non la Nuova, Nuova, Nuova New York.” Specificò, mentre il Dottore si voltò a
guardare il profilo della città.
“Di certo qui non rischi di rimanere bloccata su un
autostrada con enormi granchi pronti a divorarti.” Scherzò Rose raggiungendo il
Dottore.
“Meno male che l’hanno ribattezzata.” Iniziò a spiegare,
mentre anche Martha li raggiungeva.
“Era New Amsterdam all’origine, difficile da dire e anche
poco musicale. New Amsterdam … ah no.” Continuò ancora tra le risate delle due.
“In che anno siamo?” chiese Rose aggrappandosi con molta
naturalezza al braccio del Dottore.
“Guarda, l’Empire State Building, non è ancora finito.”
Aggiunse Martha.
“Lavori in corso. Ci sono ancora un paio di cosette da
fare. Se conosco la storia, dovremmo essere….” iniziò a spiegare, ma Martha lo
anticipò.
“Primo Novembre 1930.” Disse con lo stupore degli altri
due, che si voltarono per vederla con in mano un giornale.
“Ah così non vale, anche io sarei brava.” Si lamentò
divertita Rose, mentre il Dottore sembrò interessato all’articolo in prima
pagina.
“E’ quasi ottantanni fa?”
continuò Martha, mentre anche Rose si interessò dell’articolo.
“Qualcosa non va?” gli chiese.
“Ancora non lo so.” Le rispose.
“Allora, da dove vogliamo iniziare?” chiese Martha, che
solo allora si accorse che i due non l’avevano ascoltata.
“Credo che la nostra deviazione, sarà un po’ più lunga.”
Le rispose mostrandole il giornale.
Rose, il Dottore e Martha seguirono Solomon, verso gli
altri centro, dove al centro c’era un uomo elegante, Diagoras, come lo aveva
chiamato il ragazzo che li aveva avvertiti,
con lui altri due tizi, dalla faccia poco raccomandabili.
“Mi servono uomini, dei volontari. Ho un lavoretto per
voi, sembra proprio che abbiate bisogno di soldi.” Disse con una certa
arroganza.
“Ma guarda che simpatico il nostro amico.” Disse Rose a
bassa voce, infastidita da quel tipo, il Dottore sorrise.
“Quanti soldi?” chiese il ragazzo.
“Un dollaro al giorno.” Rispose con la disapprovazione
dei presenti.
“Di che lavoro si tratta?” chiese invece Solomon.
“Fare una passeggiata nelle fogne. E’ crollata una
galleria e ha bisogno di essere sistemata. Qualcuno è interessato?” Spiegò, ma
le persone non sembravano convinte.
“Un dollaro al giorno è una paga da schiavi.” Sottolineò
Rose, attirando su di se l’attenzione dell’uomo.
“Rose, lascia stare.” Sussurrò il Dottore.
“Inoltre, chi lavora per lei spesso non torna più.” continuò
Solomon.
“Gli incidenti capitano.” Si giustificò Diagoras.
“Cosa intende per incidenti?” chiese il Dottore.
“Se non vi serve il lavoro posso andarmene.” Invece
rispose tagliando il discorso. Il Dottore alzò la mano.
“Adesso basta con le domande.” Disse infastidito.
“Oh, no, no, no, no, mi offro volontario.” Disse il Dottore,
Rose lo guardò divertita e alzò la mano anche lei.
“Le fogne mancavano in effetti.” Scherzò la ragazza,
Martha li guardò sorpresa, ma anche lei segui l’esempio degli altri due.
“Questa me la pagate.” Disse, mentre il Dottore tornò a
intrecciare le dita con quelle di Rose.
“Oh sarà davvero divertente.” Disse sorridendo maniacalmente alla bionda.
“Qualcun’altro?” chiese ancora Diagoras. E il giovane
ragazzo, seguito da Solomon alzarono la mano.
Fine
Capitolo I
Revisione Agosto
2011