[Dedicata
a Noemi,
perché
è una donna che più che respirare vive leggendo
yaoi sconci XD]
Avrei voluto
scrivere una shot da 517 parole in quanto
questa è la durata del brano di Liszt che suona Yuuya,
però sono altamente culopesa
e inoltre questa doveva essere breve, quindi progetto una serie di
tredici shot
slegate fra loro – missing moment per il pairing da inserire
a buffo fra i
cinque capitoli più extra e il poi, o il prima,
chissà... (Tredici da cinque
più uno più sette *_* Anche io sono brava in
matematica!?)
Baaah, che noia. Dovrei essere a fare esercizi da più di
un’ora, T_T, sono in
ritardo sul mio programma! (Ohporcamiseria, me ne sono appena accorta.
Questo
significa che leggo shoujo! OAO *buttata fuori*)
Buona lettura~
L'orgoglio
è una cosa cattiva. È l'orgoglio a farti
dolere il petto, ti accusa di aver azzardato troppo, di aver varcato la
linea
di confine da troppo tempo. "Non puoi essere perdonato, non
più, mai
più," una voce infima e suadente ti scuote da dentro e ti
getta nuovamente
nella disperazione.
Eppure qualcosa suggerisce che esiste un'altra via, un'altra
possibilità. Le
lacrime di Kiriya (Kazu~ non ti permette neppure di pensare a lui
chiamandolo
così!) e il suo calore contro la guancia, il sussurro che
acquista potenza e
volontà. «Ti amo, Yuuya».
Ti amo, Yuuya.
Anch'io, Yuuya.
Yuuya, Yuuya, Yuuya – non sei neppure sicuro che scherzi
tutte le volte che
minaccia di buttarti fuori o di non rivolgerti più la
parola, però ti chiama
Yuuya, e la sua voce non è mai sembrata così
dolce.
Ed è forse questo quello che pensi, quando ignori
– o non ti accorgi per nulla –
il gridolino strozzato appena fuori dalla porta socchiusa.
«C-che...
Che diavolo sta succedendo qui?»
(“Sa’,
Shimizu-sensei? Me lo sono chiesto anche io, molte volte... Quando
trova
la risposta non è che mi potrebbe venire a
chiamare?”)