"MIsaki... ti amo..."
"Baka... non dirlo!"
La voce di Misaki fu spezzata da un gemito. Il ragazzo chiuse gli occhi, gemendo, e strinse un lembo della camicia di Usagi-san con la mano. Misaki sentiva il suo ragazzo muoversi dentro di lui, provocandogli un piacere indicibile.
"U-sagi-san... Aaaah!" gemette Misaki, affondando il volto nel pelo di Suzuki-san, che assisteva indolente alla scena, adagiato sul letto di Usagi.
"Ti amo..." gli disse l'uomo ancora una volta, mentre si spingeva più contro il corpo dell'universitario, venendo. Misaki arrossì, mentre sentiva la lingua dello scrittore scivolare dolcemente lungo il suo petto, fino a raggiungere il pube. Misaki chiuse gli occhi.
"No... Usagi-san... ferm..."
Akihiko appoggiò la mano sulle labbra di Misaki, impedendogli di parlare, mentre gli leccava la base del suo membro. Misaki morse il palmo del suo "coniglio" che gemette per il dolore, ma che non smise di leccarlo.
"Usagi-san... smettila... sto per..." mormorò appena il ragazzo. Poi inarcò la schiena e finalmente la "molestia", come era solito chiamarla, finì. Akihiko appoggiò la testa sul petto nudo di Misaki.
"Ti amo, Misaki..." ripetè per la terza volta. Il più giovane sentì una lacrima bagnargli le ciglia, scorrere lungo la sua guancia e finire sulle sue labbra, immerse tra i capelli di Usagi.
Akihiko alzò lo sguardo su di lui e gli baciò le labbra dolcemente.
"Non piangere... so quello che provi per me, anche se non me lo dici..." sussurò. Poi si alzò a sedere e prese il pacchetto di Camel appoggiate al comodino. Ne accese una mentre il suo sguardo si spostava su Misaki, accoccolato contro Suzuki-san. Akihiko sorrise, prima di accarezzargli la testa, si alzò dal letto e uscì dalla camera. Scese al piano di sotto e decise di prepararsi un caffè. Sospirò appena. Mentre faceva l'amore con lui, aveva sentito qualcosa di diverso in Misaki, come se si stesse in qualche modo allontanando da lui. Akihiko non riusciva a spiegarselo. Eppure Takahiro non aveva più insistito con la storia di far tornare il ragazzo a vivere con lui, e nemmeno Hakiriko si era più fatto sentire. Usagi non capiva. Che c'entrasse in qualche modo Aikawa-san? O quell'imbecille che si ritrovava come capo redattore, Isawa-san? O forse...?
In quel momento suonò il telefono. Akihiko si voltò verso l'apparecchio, poi sollevò lo sguardo verso l'ingresso della propria camera e sospirò. Si avvicinò al telefono e sollevò la cornetta.
"Pronto? Sono Usami." disse appena.
"Ah! Usami-sensei, sono Sumi. Posso parlare con Misaki?" chiese la voce all'altro capo del telefono. Usagi aggrottò la fronte mentre tirava una boccata dalla sigaretta. In un certo senso, quella chiamata confermava i suoi maggiori sospetti.
"In questo momento sta dormendo..." rispose, mentre sollevava ancora lo sguardo verso la propria camera. Senza aspettare una risposta, mise giù, fumando nervosamente.
Non poteva sopportarlo. Aveva già rischiato di perdere Misaki per colpa di quel ragazzo.
Non voleva che succedesse di nuovo. Ricordava fin troppo bene quanto era stato male.
Sospirò poi spense la sigaretta nel portacenere e tornò di sopra. Misaki era ancora accoccolato contro il pupazzo. Akihiko si sentì stringere il cuore a vederlo così indifeso. Si stese al suo fianco, cingendolo con le braccia e appoggiando il petto nudo contro la schiena del ragazzo. Lo sentiva tremare e ansimare.
"Misaki, stai bene?" domandò, teso. Lo vide annuire, senza smettere di tremare. Akihiko lo strinse ancora di più contro il suo petto, mentre gli appoggiava la mano sulla guancia.
"Sei bollente... mi sa che hai la febbre..." mormorò nel suo orecchio, coprendolo con il piumone, per farlo rimanere al caldo. Poi gli prese il volto tra le mani e lo fece voltare completamente verso di lui, per stringerlo di nuovo contro il suo petto. Chiuse gli occhi e lo coccolò dolcemente, mormorando di tanto in tanto il suo amore per lui. Misaki continuò ad ansimare contro il suo petto nudo.
"Usagi-san, non mi lascerai mai, vero?" domandò nel delirio della febbre. Akihiko sorrise.
"Certo che no, baka... come potrei abbandonare la persona che amo?" rispose. Sentì il sorriso di Misaki contro il suo petto.
"Hai ragione..." sussurrò, prima di venire scosso dall'ennesimo brivido.
"Ho freddo." aggiunse poco dopo. Akihiko lo strinse ancora di più, cullandolo appena.
"Cerca di dormire, Misaki." mormorò il coniglio. L'altro annuì, chiudendo gli occhi. Usagi sorrise, quando sentì il respiro tranquillo del ragazzo nel sonno. Lo strinse ancora di più e sorrise. No, era stata solo una sua impressione.
Misaki non l'avrebbe mai abbandonato.