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Autore: beat    13/07/2010    3 recensioni
Non si voltò, Sesshomaru.
Non si voltò a seguire lo sguardo della Madre, perso lontano.
Non si voltò quando sentì un brivido lungo la
nuca.
Non si voltò quando l'ultima eco di un ululato si perse
nella notte immobile.
Rimase fermo dov'era, i piedi ben piantati a terra e lo sguardo rivolto
al bianco palazzo di fronte a lui.

[Sesta classificata al secondo turno del "Tears Arena Contest" indetto da Red Diablo]
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sesshoumaru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.

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Titolo: Irraggiungibile
Genere: Generale, Malinconico, Introspettivo
Rating: Verde
Personaggi: Sesshomaru, Madre di Sesshomaru
Avvertimenti: One-shot; Missing moment
Introduzione
Non si voltò, Sesshomaru.
Non si voltò a seguire lo sguardo della Madre, perso lontano.
Non si voltò quando sentì un brivido lungo la nuca.
Non si voltò quando l'ultima eco di un ululato si perse nella notte immobile.
Rimase fermo dov'era, i piedi ben piantati a terra e lo sguardo rivolto al bianco palazzo di fronte a lui.

Note dell'Autore:  Comincio con il dire che il nome del palazzo me lo sono inventato io. Come pure il background per il Clan Inu. Non rammento se ci fossero stati effettivamente degli accenni nel manga sull'argomento; nel caso, considerate le mie delle licenze poetiche.
Poi volevo specificare che questa fic è ambientata il giorno della nascita di Inuyasha, ovvero il giorno della morte del Padre. L'ambientazione temporale fa riferimento al terzo OAV “Inuyasha – La spada del dominatore del mondo”. In ogni caso, mi sono permessa di lasciare questo link: i primissimi minuti del video sono quelli a cui mi sono ispirata per questa storia.
Purtroppo devo anche aggiungere che ho dovuto rimaneggiare un pochino la citazione, visto che nella mia storia faccio riferimento a scale in salita, invece che in discesa. Spero che la cosa non sia così grave! XD
In ogni caso, buona lettura!


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Irraggiungibile



Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e adesso che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Eugenio Montale




Erano infiniti gli scalini che portavano al palazzo del Cane Bianco.
Innumerevoli gradini che separavano la Grande Famiglia dal resto del mondo.
I demoni inferiori non dovevano nemmeno pensare di potervisi avvicinare. La feccia poteva solo sperare di restare un altro giorno a sguazzare nel fango.
Sesshomaru salì i gradini, uno ad uno, dal primo all'ultimo.
Era un onore quello di poter posare i piedi su quegli immacolati gradini bianchi. Era dalla notte dei tempi che il palazzo esisteva, e da altrettanto che il clan Inu governava su  quelle terre. Erano nati per intraprendere la via del dominio e Sesshomaru aveva intenzione di percorrere quella strada fino alla fine. Ogni singolo gradino.

Quella notte la luna era talmente vicina alla terra che sembrava di poterla sfiorare con la punta delle dita. La brezza notturna disegnava delicate volute con i fiocchi di neve che imperterriti continuavano a cadere dal cielo.
Continuò a salire le scale, Sesshomaru, guardando fisso davanti a sé.
Non si voltò, sentendo l'aria farsi sempre più insistete e gelida.
Non si voltò, vedendo l'ombra allungarsi ai suoi piedi e la luce scemare.
Non si voltò, percependo che l'eclissi stava velocemente nascondendo la luna.
Non si voltò.
Continuò a salire i gradini, uno dopo l'altro.
Fino all'ultimo.

“Sei tornato, Sesshomaru.”
Il giovane demone si voltò verso la donna comodamente seduta su di un largo scranno.
Il viso alabastrino non mostrava alcuna espressione, se non la studiata noia che soleva vestire sempre.
Sesshomaru la salutò, con un rispettoso cenno del capo.
La donna voltò il viso verso l'alto, alla ricerca della luna ormai oscurata.
“Quale evento raro. Un'eclisse di luna in pieno inverno!”
“Madre…”
“Non lo trovi anche tu un evento degno di nota?”

Non si voltò, Sesshomaru.
Non si voltò a seguire lo sguardo della Madre, perso lontano.
Non si voltò quando sentì un brivido lungo la nuca.
Non si voltò quando l'ultima eco di un ululato si perse nella notte immobile.
Rimase fermo dov'era, i piedi ben piantati a terra e lo sguardo rivolto al bianco palazzo di fronte a lui.

“A quanto pare è finita” esalò con un sussurro la donna, posando con gesti misurati il ventaglio ripiegato. Il suo volto di marmo continuava a non mostrare alcuna emozione.
“Non ne siete rammaricata?” domandò il giovane demone con un impercettibile fremito nella voce.
Alla domanda la donna distolse lo sguardo per un momento, un lieve sorriso sulle labbra sottili: un'altra delle sue espressioni di contegno e studiata dissimulazione.
“Che domanda sciocca, figlio mio. Sai bene che la cosa non mi tange in modo alcuno.”
“Nemmeno il futuro del nostro regno vi importa?”
“Ovvio che quello mi interessa. Ma di problemi non ne vedo, Sesshomaru caro. Manterrò io il comando fino alla tua maggiore età. Non ho forse fatto così negli ultimi anni?”
Sesshomaru non rispose, si limitò a incrociare lo sguardo dorato con quegli occhi affilati così simili ai suoi.
“E tu, figlio mio?”
“Io cosa, Madre?”
“Tu ne sei rammaricato?”
Sesshomaru non lasciò che alcuna espressione solcasse il suo viso. Si limitò a scuotere la testa, voltandosi in un unico movimento fluente. I capelli argentei brillarono alla luce della luna che stava timidamente ricomparendo nella notte buia.
“Sciocchezze!” commentò deciso, per poi avviarsi all'interno del palazzo.
La Madre non commentò nulla, si limitò a nascondere il sorriso divertito dietro al ventaglio. Sesshomaru poteva fare l'impassibile quanto voleva, ma era da lei che aveva appreso – seppur involontariamente – l'arte di nascondere le emozioni dietro una facciata di noncuranza. Non le fu difficile comprendere dunque i sentimenti del figlio.

E mentre lo vedeva sparire all'interno del grande palazzo, la schiena impeccabilmente diritta e i lunghi capelli sciolti lungo le spalle, non poté non compiangerlo dentro al suo cuore per come avrebbe passato il resto della sua vita.
Tentando disperatamente di afferrare qualche cosa che ormai era diventato irrimediabilmente irraggiungibile.
Tutta l'infanzia passata ad accompagnare il padre, seguendolo fedelmente, passo passo, a sempre meno gradini di distanza lungo le scale che portano al potere.
E ora non c'era più una schiena da raggiungere.
Valeva ancora la pena continuare a salire quei gradini?





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Angolo dell'Autrice:

 
Questa storia si è classificata sesta al secondo girone del Tears Arena Contest indetto da Red Diablo.
Girone miracolosamente superato.


Questa fic non ha contribuito in particolar misura alla mia vittoria, ma tra le tre che ho scritto era quella che mi piaceva di più. Merito di Sesshomaru, non c'è molto da dire su questo! XD
In ogni caso, non ho corretto nulla a livello grammaticale, così il giudizio è quello della storia inviata.


***
Giudizio di Red:

Irraggiungibile:
Grammatica: 9,7/10 punti
Stile: 8/10 punti
Originalità: 8/10 punti
Trama e suo svolgimento: 8/10 punti
IC personaggi: 8,2/10 punti
Attinenza al tema dato: 8,2/10 punti
Gradimento personale: 1,8/5 punti

Totale: 51,9/65 punti

A parte qualche lieve imprecisione grammaticale (“Non si voltò quando sentì un brivido lungo la nuca.
Non si voltò quando l'ultima eco di un ululato si perse nella notte immobile.”; ho notato che, nella sequenza analoga, avevi inserito la virgola dopo il verbo, mentre qui non l’hai fatto. Non è solo questo, ma sarebbe meglio separare una proposizione temporale con un segno di interpunzione. Altro appunto: “I demoni inferiori non dovevano nemmeno pensare di potervisi avvicinare. La feccia poteva solo sperare di restare un altro giorno a sguazzare nel fango.”; tra le due frasi avrei inserito i due punti, in quanto la seconda frase è la spiegazione della prima) e la ripetizione eccessiva di “gradini” non ho nulla da segnalarti.
Nulla da ridire sullo stile, semplice, netto e pulito, in grado di sciorinare con leggerezza una trama che, benché non originalissima, è forte di un’attinenza alla trama molto buona con il continuo riferirsi agli scalini, alla salita e al distacco tra chi si trova in cima alla gradinata e chi non può nemmeno sperare di poggiare il proprio piede sulle pietre dei dominatori.
La cosa che più mi è piaciuta della tua fic è la trattazione dei personaggi: l’introspezione non è onnipresente, tuttavia è maneggiata con abilità: personalmente ho adorato come la donna rimanga sempre inavvicinabile, perfino con il figlio, così come si addice al suo rango elevato, e come Sesshomaru appaia sempre consapevole, ma mai coinvolto in quello che accade accanto a lui, preludio del suo carattere maturo.
***


Fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche.

Grazie a chi vorrà recensire e a quanti leggeranno e basta!

Beat


   
 
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