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Autore: Yati    13/07/2010    1 recensioni
L'ultima scena del secondo disco, dopo la battaglia con Edea, dal punto di vista di Squall.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà Square-Enix, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro: nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

Nota dell'autrice: questa storia è ambientata alla fine del disco 2 - dopo la battaglia contro Edea e Seifer. Fondamentalmente è una semplice riproposizione della scena dal punto di vista di Squall

SHATTERED ILLUSIONS
scritta da Yati, tradotta da Alessia Heartilly

Squall cadde in ginocchio sul pavimento freddo dell'auditorium, notando a malapena gli altri che si avvicinavano lentamente a lui, aspettandosi che lui li guidasse, che fosse nuovamente il leader. Con la coda dell'occhio, vide Zell accasciato al suolo, senza conoscenza, o forse persino morto, e Quistis che barcollava leggermente, cercando di raddrizzarsi. L'ex insegnante sembrava scossa, la sua calma facciata esteriore scomparsa. Irvine stava nervosamente esaminando la stanza scarsamente illuminata, il fucile che gli tremava tra le mani, mentre Selphie stava cercando freneticamente di curare le ferite di tutti con la magia. A Squall sembrava che fosse lei l'unica a non essere completamente esausta. E Rinoa... dov'era? Era da qualche parte dietro di lui, fuori dal suo campo visivo, ma non osò voltarsi.

Edea era scomparsa con un grido di rabbia, e Seifer con lei. Squall fissò il posto dove c'era la strega prima, senza credere, a costo della vita, che questa fosse la fine. Ricordava la sua rabbia troppo bene, e lo sguardo assassino negli occhi azzurro ghiaccio di Seifer, uno sguardo che prometteva vendetta.

Cercò di usare il gunblade per rialzarsi, e la stanza sembrò sbandare improvvisamente. Non è il momento di svenire, pensò furiosamente, anche mentre l'oscurità scivolava nel suo campo visivo. Digrignò i denti e costrinse l'oscurità ad allontanarsi. C'era troppo in ballo. Troppo.

Da qualche parte dietro di lui, udì Selphie gridare, con la paura nella sua voce solitamente allegra. "Rinoa!" Sembrava sorpresa e spaventata. "Rinoa! Che stai facendo!" Cara vecchia Selphie. Prima la paura per gli altri, come al solito, mai per se stessa. Squall era solo parzialmente consapevole di Irvine che si allungava per afferrare il braccio di Rinoa, e la ragazza che lo strattonava via con una forza che non sembrava aver posseduto prima.

Vide, da qualche parte sulla destra, Quistis che piegava la testa, guardandosi intorno nell'auditorium, forse aspettandosi una nuova ondata di attacchi. Il suo sguardo passò sul podio in alto, e qualsiasi calma possedesse ancora si disintegrò. Alzò la mano destra a coprirsi la bocca, e fece un passo indietro, quasi scontrandosi con Selphie.

Selphie la aiutò a tenersi in equilibrio, e alzò anch'essa lo sguardo. I suoi occhi verdi si allargarono, e Squall la sentì dire, in una voce che non era proprio la sua, "Oh no. Hyne ci protegga."

Alzò gli occhi, e sulla balconata vide la Strega Edea in piedi; tranquilla, composta, e all'apparenza completamente disarmata. Squall lasciò andare un sospiro appena percettibile, sapendo che non c'era modo, nelle sue attuali condizioni, di combatterla e uscirne vivo. Lanciò uno sguardo a Zell, che sembrava stiracchiarsi, e Quistis che sembrava pallida e scossa. Selphie sembrava più solenne di quanto ricordasse di averla mai vista, e il viso di Irvine - mezzo nascosto dal cappello, come sempre - aveva un'espressione di rassegnazione... e dispiacere. Era, dopo tutto, quello che l'aveva ricordata più a lungo.

Squall sentì, più che vedere, Rinoa che faceva un passo accanto a lui, e guardandola, notò un'espressione sognante, quasi da trance sul suo viso. Cercò di allungarsi verso di lei, ma lei lo scostò, facendogli perdere l'equilibrio e cadere di nuovo in ginocchio.

Lo sguardo scuro di Edea scese su di loro, uno a uno. "Squall." Lui alzò lo sguardo, sorpreso dalla tristezza che sentiva nella sua voce. "Quistis. Selphie." Squall voleva voltarsi, voleva vedere le reazioni degli altri, ma la voce di Edea era ipnotizzante. Continuò a fissarla.

"Irvine. Zell." Conosceva tutti loro, si ricordava di ognuno di loro. Scosse lentamente la testa, e il gesto colpì Squall come qualcosa di molto... umano. Qualcosa che non si aspettava da una Strega.

Ma dalla Madre?

"Siete cresciuti così tanto... e diventati così forti..." C'era una sfumatura di malinconia nella sua voce, con una leggera sorpresa. Abbastanza stranamente, c'era anche una nota di orgoglio.

"Ho aspettato che arrivasse questo giorno." Sospirò, un suono calmo, frusciante. Sembrava rassegnata. "E ho anche temuto questo giorno." Lei lo guardò negli occhi per un momento, e Squall si trovò a fissarla, cercando di trovare, di ricordare, la donna che si era presa cura di lui da bambino.

"È un giorno felice?

O un giorno odioso?"

La voce di Edea era calma, serena. Come se stesse parlando a se stessa. I suoi occhi ora contenevano calore, facendola sembrare più umana che mai. Squall sentì le sue difese sbriciolarsi mentre l'immagine della strega onnipotente e malvagia si trasformava lentamente in una donna che solo recentemente aveva iniziato a ricordare.

Si fermò, e Squall lasciò andare il gunblade, sentendosi disorientato e confuso. L'arma cadde con un tonfo al suolo, eppure nessuno sembrava averlo notato. Rimase inginocchiato al suolo, una mano sul pavimento freddo dell'auditorium, costringendosi a non crollare, a non svenire per pura stanchezza e per le ferite.

Le parole successive di Edea penetrarono la sua nebbia di dolore, spaventandolo.

"Dov'è Ellione?" C'era un ordine nella voce, così come c'era una vera preoccupazione.

Perché vuoi Ellione?

"Ho protetto Ellione? È al sicuro? Ellione è al sicuro?"

Al sicuro? si chiese lui. Perché hai bisogno che sia al sicuro? Perché stai proteggendo Ellione?

Non capisco.

Vide nella sua mente la giovane donna, Ellione, che aveva conosciuto da bambino, e che eppure non riusciva a ricordare. Il ricordo di lei che si chinava verso di lui, alla biblioteca, e il suo sussurro calmo e tranquillo: "sei la mia sola speranza."

Ellione... Sorella... non capisco comunque.

I colori dell'auditorium sembrarono mescolarsi e sfumare e artigliò freneticamente per rimanere aggrappato alla coscienza, ma senza risultati. L'oscurità, benedetta a modo suo, lo consumò, e cadde al suolo. L'ultima cosa che vide fu Rinoa che si voltava leggermente verso di lui, i suoi bellissimi occhi stranamente vuoti, e l'ultima cosa che sentì fu il grido convulso di Selphie che echeggiò nell'auditorium, chiamandolo per nome.

"Squall!"

Pensò di sentire mani morbide che lo toccavano dolcemente, sussurrando parole calmanti e consolanti. Prima pensò alla Sorella, prima di rendersi conto di dove si trovava, e poi si chiese brevemente dove fosse Rinoa, e lottò per aprire gli occhi.

No... non era Rinoa, perché... eccola là. È molto bella, pensò, in un certo senso in maniera confusa, con la sua pelle lucente e le ciocche nocciola nei capelli neri - ed era stupito di poter pensare una cosa del genere in un momento del genere.

La guardò camminare verso Seifer, che era ancora a terra privo di sensi... Seifer, il suo acerrimo nemico... la guardò camminare fino a Seifer, e chinarsi accanto a lui, il suo vestito azzurro l'unico punto di luce nel buio.

Rinoa...

La guardò... mentre lei lo prendeva gentilmente tra le braccia, e si sistemava la sua testa in grembo, e avvicinava il viso al suo.

Rinoa... Seifer...

Ma che...

Sbattè le palpebre, e vide Seifer alzarsi, lasciando Rinoa in ginocchio per terra. A Squall sembrava che Rinoa lo stesse implorando per qualcosa, le braccia tese, ma Seifer si limitò a girarsi e andarsene. E all'improvviso, senza nessun preavviso, Rinoa si accasciò, rigida come una bambola, con la faccia a terra.

Che diavolo sta succedendo?

A malapena, vagamente, vide Quistis che correva da Rinoa, la preoccupazione evidente sui suoi lineamenti, e le sentì chiede, con urgenza, "Rinoa, stai bene?"

La scena sfumò, e si chiese se fosse un sogno.

Sentì la voce di Selphie, insolitamente dolce, che lo chiamava. "Squall, per favore. Devi svegliarti."

Lottò per svegliarsi, e sentì la voce di Quistis che diceva, con più insistenza, "alzati, Squall! Abbiamo bisogno di te!"

Udì Zell grugnire, e la parte di sé che ricordava ancora che lui era il leader, ancora responsabile di tutti loro, pensò bene. È vivo, e sentì Irvine, la voce roca, forse non usata per confortare, che diceva a Zell, "starai bene, amico."

Aprì gli occhi per vedere Rinoa accasciata davanti a lui, dove l'aveva vista con Seifer. Non è...

Giaceva ancora immobile, il viso nascosto dai capelli lunghi, e Quistis era inginocchiata accanto a lei, e la voltava dolcemente. Gli occhi di Squall si spostarono al podio al di sopra di loro... e vide che era vuoto.

Che è successo... non ha nemmeno lottato... come si è ferita?

Ricordava appena lei che andava da Seifer - e si chiese se fosse vero o un parto della sua immaginazione. Non riusciva più a separarli... sogno e realtà, bugie e verità. Cercò di tirarsi su a sedere, e Quistis si voltò verso di lui, gli occhi azzurri spalancati.

"Squall! Rinoa..."

Non aveva la forza di parlare.

Rinoa? Che c'è che non va in Rinoa?

Quistis aveva la testa della ragazza posata in grembo, più o meno nello stesso modo in cui Rinoa aveva tenuto quella di Seifer attimi prima. Le dita era posate sulla gola di Rinoa, e gli occhi di Quistis non erano più pieni di paura - ora contenevano disperazione e qualcosa che Squall non aveva mai visto in lei... panico crescente. Guardò Quistis che muoveva gentilmente le dita sulla guancia di Rinoa, sistemando una ciocca di capelli.

"Squall... Rinoa è... Squall..."

Non voleva sentire il resto. Chiuse gli occhi, lottando contro la disperazione che gli riempiva lentamente il cuore. Vide, nella sua mente, immagini di lei dalla prima volta che si erano incontrati -

Rinoa che gli sorrideva, gli occhi scuri luminosi e pieni di vita.

Il profilo di Rinoa, dolorosamente bellissimo mentre guardava la stella cadente.

La grazia di Rinoa mentre si muoveva sulla pista da ballo, in perfetta armonia con la musica... e con il battito del suo cuore.

Ecco cosa si ricava dall'affezionarsi, pensò amaramente. Aveva avuto ragione, per tutto il tempo. Aveva avuto ragione a fingere indifferenza, a comportarsi con durezza, come se non gli importasse. Ecco cosa si ricava dal lasciare che gli altri entrino nella nostra vita.

Poteva sentire il respiro irregolare e difficoltoso di Selphie dietro lui, ed era consapevole che Irvine e Zell arrancavano verso di loro. Non voleva aprire gli occhi.

Perché Rinoa? Come entrava Rinoa in tutto questo.

Tornò all'oscurità, e per una volta ne fu grato.

*****
Nota dell'autrice numero 2: so che la sequenza degli eventi non è esattamente quella del gioco... scusatemi di questo. E Selphie sembra OOC, per qualche ragione (ma ovviamente non sarebbe tutta "yay!" in un momento simile?), e Zell e Irvine non fanno assolutamente niente...
Cercherò di migliorare... è la mia prima fic... *evita un pomodoro*... hey... davvero, non è poi così male?

*****
Nota della traduttrice: grazie a Little_Rinoa per il beta reading! Ogni vostra recensione verrà tradotta e spedita all'autrice, e se ci saranno risposte ve le posterò :) Grazie e alla prossima!
Alessia Heartilly

   
 
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