Se cercate Fluff, sull’enciclopedia trovate ‘sta robaccia. Non è né interessante né originale (in effetti la definizione corretta è: stupida), ma volevo giocare con l’html, quindi pubblico (Mayumi_san, esimia, riponi il machete xD) Ah, anche questa roba può essere tranquillamente catalogata come ambientata in un UAMPICNEHESR*, futuro felice ed irrealizzabile in cui la fangirl che è in me sguazza nei momenti di pigrizia. Non metto ooc tra gli avvertimenti semplicemente perché non è intenzionale, ma dovuto solo alla mia incapacità. Arrivati in fondo, se siete vivi, in omaggio per voi un flacone di insulina =__=.
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Di pigrizia, caffè e magnanime concessioni
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Non fa caldo.
Cioè, fa
caldo. Insomma, sono le quattro del pomeriggio e
fuori saranno trentacinque gradi all’ombra, come testimoniano
le piante in giardino, che hanno assunto il colorito fiacco delle
verdure cotte al vapore.
Eppure, sarà che c’è la finestra
aperta, sarà che di aperta c’è pure la
porta, sarà che son forniti di tende ed il sole filtra solo
in parte, colorando d’arancio l’interno,
sarà che boh, non ha voglia di spostarsi neanche se dovesse
scoppiare un conflitto mondiale, Sasuke sta bene.
Sta bene dove sta, lì, sul letto.
Con i capelli biondi di Naruto a fargli il solletico sotto al naso ogni
volta che si azzarda a respirare.
Non è che abbiano propriamente un buon odore. E non
c’è neanche da stupirsene più di tanto,
ché col caldo degli ultimi giorni ti alzi la mattina sudato
e continui a sudare persino mentre ti lavi.
Ma vabbé. Probabilmente neanche i suoi, di capelli hanno
chissà quale buon odore.
Beh, di sicuro hanno un odore migliore di quelli di Naruto.
Sasuke vorrebbe dire che è per merito dei suoi stessi
capelli – gli Uchiha non puzzano. Mai. – ma
c’è da ammettere che mentre lui non mette piede
fuori di casa da quando è andato a fare la spesa
l’ultima volta, e neanche ricorda quando è stato,
Naruto s’è fatto due settimane di missione
diplomatica a Suna e lì non è che il clima sia
propriamente gradevole. E a quanto pare hanno anche problemi
idrici.
E
infatti c’è ancora della sabbia nelle sue mutande,
come il jinchuuriki si è premurato di fargli sapere a
colazione, con un proclama ad alta voce, presentandosi in cucina privo
del suddetto indumento.
Comunque.
I capelli stanno lì, ed è una sensazione non
spiacevole, in un certo senso.
E poi, sotto ai capelli, c’è tutto il
resto.
Cioè, tutto il resto del corpo di Naruto, che è
caldo e pure abbastanza ingombrante.
Però c’è, e Sasuke non può
neanche mettersi a dire che la presenza gli risulti sgradita.
Sarebbe ridicolo,
arrivati a questo punto.
Nel sonno, Naruto grugnisce qualcosa che ricorda vagamente la parola
« ramen », il che potrebbe anche suscitare in
Sasuke una reazione simile alla gelosia, se l’Uchiha non
possedesse l’incrollabile consapevolezza che, con una
combinazione di mosse strategiche – sguardo truce,
espressione di sostenuto distacco e sì, nei casi
più gravi casuale, assolutamente casuale nudità -
Naruto sia comunque disposto ad abbandonare a se stesse porzioni intere
di ramen fumante per dedicarsi ad attività più
proficue.
Quindi Sasuke si accontenta di sbuffare un poco, giusto per
sottolineare il suo fastidio, e tenta di allungare il braccio destro,
che gli si è addormentato sotto il peso della testa.
Naruto pare non gradire quel movimento inconsulto ed emette un altro
suono a metà tra una protesta ed un grugnito, e si avvinghia
a lui.
Ha questa brutta abitudine di appiccicarglisi addosso, neanche temesse
di vederselo sgusciare via dalle braccia.
Ed è una cosa irritante. Davvero fastidiosa. Una seccatura.
Lo è proprio.
E come se non bastasse alle volte capita che Sasuke si distragga,
dimenticando per un attimo la
stupidità intrinseca del dobe, il suo essere ciarliero,
chiassoso, vivace, entusiasta, bizzoso e drammaticamente idiota, e si
ritrovi chissà come a formulare pensieri tanto melensi e
patetici che il suo cervello
rifiuta di fermarsi per concepirli a
pieno.
L’unico parziale sollievo - il suo onore non avrebbe retto,
altrimenti - è che fortunatamente vanno bene solo per quanto
riguarda Naruto.
Cioè, per dire, non è che vada
in giro ad abbracciar la gente, lui.
Ecco, al massimo a Sakura
è consentito un po’ di contatto umano ogni tanto,
ma giusto perché glielo deve in un certo senso.
Non è che stia lì a cercar coccole - che parola
stupida – o che.
E’ una concessione che fa a
Naruto, tutto qui.
Giusto per non essere costretto a subire sciocche lamentele.
Oltretutto, anche adesso non è che stia propriamente comodo,
con la maglietta incollata addosso per il caldo, la schiena
pericolosamente fuori dal letto – che è piccolo,
troppo, per loro due assieme – e con la vaga consapevolezza
che probabilmente, se Naruto allentasse la presa, lui si troverebbe col
fondoschiena sul pavimento, rotolando tra il letto e la finestra e
sbattendo indegnamente contro il comodino.
Ma non
c’è pericolo, perché gli sta incollato
con un’ostinazione che Sasuke non riesce a non trovare un
tantino maniacale, soprattutto in considerazione del fatto che ancora
incosciente.
E sarebbe meglio se continuasse così, solo che il braccio di
Sasuke si è proprio addormentato, e formicola.
Allora l’Uchiha tenta una complicata manovra, spostando la
testa e allungando il gomito. Il polso, con la mano addormentata ed
insensibile, appesa come carne morta ai tendini, va a cozzare contro la
testiera del letto con un colpo secco.
« Merda. » impreca Sasuke.
« Mgh. » grugnisce Naruto.
Poi sbadiglia rumorosamente e stira i muscoli.
Sasuke riesce a rimanere sopra il letto solo grazie ad un titanico
sforzo di reni ed inumana volontà e, quando il compagno si
è finalmente riassestato e si stropiccia gli occhi, si
riconquista a forza un altro brandello di materasso, sufficientemente
vasto da impedire al suo corpo di impattare a suolo, a meno di gesti
inconsulti dell’altro.
« Che caldo. » esordisce Naruto, la bocca
impastata.
Sasuke brontola un assenso, spostandosi a pancia sotto e prodigandosi
per riuscire a far penzolare giù il braccio destro, nel
tentativo di riattivare la circolazione.
« Che fai? » gli chiede Naruto, notando tutte
quelle complicate manovre. « Sei strano forte tu, eh teme.
» ridacchia, con un’espressione perplessa, neanche
stesse osservando una strana creatura dallo spazio.
Ha lo sguardo
appannato ed i capelli arruffati.
« Guardati, prima di giudicare gli altri. » ribatte
Sasuke, velenoso, continuando a far oscillare l’avambraccio
come un pendolo.
Naruto ride.
« Sì lo so. Sono bello come il sole. »
afferma, insensato. Poi si stiracchia e tenta di grattarsi la pancia da
sopra la stoffa sudaticcia.
« Ci vorrebbe del caffè. » sentenzia
subito dopo, come colto da un’illuminazione.
« Beh, fallo. »
Naruto brontola e si gira su un fianco, lentamente.
« E dai… io sono stanco. » gli borbotta
in un orecchio.
« E io ho caldo. Levami quel braccio di dosso.
»
« Dai, teme. »
« Crepa. »
« Sì, lo dici sempre, ma mi pare
d’essere ancora vivo e vegeto, no? » dice, con
un’aria da spaccone che c’entra molto poco.
Poi avvicina il volto a quello di Sasuke, costringendolo ad una
contorsione della cervicale non propriamente piacevole.
« Non provarci, ti puzza l’alito. »
sentenzia l’Uchiha, sdegnoso, schivando un bacio. Le
labbra di Naruto vanno ad affondare nei suoi capelli.
Lui sputacchia, contrariato.
« Che palle che sei. » brontola. « Alle
volte mi chiedo perché mai permetto a te di stare sopra,
visto che sei tu,
la principessina ritrosa. »
« Questo perché tu, dobe, non
“permetti” niente a nessuno. Tutto quello che
facciamo, deriva da una mia magnanima concessione. » spiega
Sasuke, noncurante, grattandosi il polpaccio con l’alluce.
« Il tutto perché, te lo concedo, la tua
ostinazione nello starmi appresso per tutti questi anni ha suscitato un
po’ della mia compassione. » conclude, in uno
sbadiglio.
Naruto resta in silenzio.
Sasuke lo osserva con la coda dell’occhio, mentre quello si
puntella sui gomiti e guarda gli spicchi di luce sul muro, con
espressione vagamente imbronciata.
« Beh, che c’è? » brontola
lui, tirando su il braccio. Formicola ancora, ma almeno non sembra
più un pezzo di carne morta che penzola dalla spalla.
« Ho deciso: faccio sciopero. » sentenzia Naruto,
scrollando le spalle e rimettendosi giù con
naturalezza.
Sasuke solleva di poco lo sguardo.
« Eh? »
« Lo sciopero, teme. Lo sciopero del sesso. E poi vediamo chi
concede cosa a chi. »
« Dobe.
» avverte Sasuke, cupo.
« Beh, che vuoi? Fatti perdonare e poi vediamo. »
prosegue l’altro, in un tono sostenuto che stona parecchio
con l’espressione beata che esibisce, neanche avesse vinto
chissà quale duello.
« Io non ho niente
di cui farmi perdonare. »
Naruto spalanca gli occhi, sdegnato, e gli assesta uno scappellotto che
fa sprofondare Sasuke col naso nel materasso.
Il calcio di risposta fa piegare in due il jinchuuriki e Sasuke, che si
è appena convinto di avergli fatto male sul serio, si tira
su, avvicinandosi gattoni.
« Mpf. Mammoletta. » sentenzia con
superiorità, davanti alla smorfia dolorante del
compagno.
« Fanculo!»
Sasuke non fa in tempo a schivare la manata e crolla giù,
con metà lenzuolo al seguito.
Quando riapre gli occhi, dolorante, la stupida faccia di Naruto sporge
dal bordo del letto. Ha una luce divertita nello sguardo ed
è evidente che stia lottando con se stesso per trattenere
una risata.
« Che ne dici di fare questo benedetto caffè,
visto che ormai sei sceso dal letto? » propone,
gongolando.
« Io, capriccio o non capriccio, t’avrei dovuto
ammazzare anni fa. » sibila Sasuke in risposta, mentre cerca
di liberarsi del lenzuolo senza cozzare contro il mobilio.
Ovviamente
non ci riesce e dà una capocciata al comodino. Naruto
scoppia a ridere di gusto.
« Per me con molto zucchero! » si prende persino la
briga di urlargli, mentre Sasuke ha già cominciato a
scendere le scale, imprecando.
E l’Uchiha si chiede dove siano finiti i bei vecchi tempi,
quando, a dodici anni, era sempre lui a stare un passo avanti
all’altro.
Adesso gli tocca preparargli il caffè.
E, quel che è peggio, la cosa tutto sommato non riesce
neanche ad indignarlo più di tanto.
Comunque, lo zucchero se lo scorda.
spazio
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Nda
*Utopico Allegro Mondo Perfetto In Cui Naruto E’ Hokage E
Sasuke Ride, quindi irrealizzabile e presente solo nelle menti contorte
delle sciocche fanghérl (non fangirl. Fangirl è
troppo poco, si conservano ancora i due neuroni di partenza) come me.
La solita solfa, insomma u__u.
Non sono presenti
definizioni spazio temporali all’interno di
questa cosa, sì.
Perché Sasuke è qui?
E il villaggio? E che giorno è? Ma quanti anni hanno?
Ebbene, non ne ho idea.
Sono in vacanza, fa caldo e mi piace scrivere (soprattutto
inconcludenti stupidaggini prive di trama, senso ed utilità,
con personaggi disgustosamente ooc e dialoghi ai limiti
dell’insulsaggine): mi sembrano ragioni più che
sufficienti per il parto di una cosa informe come questa. Mpf,
sì. Le mie sono braccia sottratte all’agricoltura
<__<’.