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Autore: Pervinca22    15/07/2010    3 recensioni
«Bentornato» la voce dell'Uchiha era gelida, ma questo era il massimo che riusciva a fare. Kisame c'era abituato, sapeva che in fondo quello poteva essere paragonato ad un caloroso "Bentornato" che una mamma dà al figlio tornato dal primo giorno di scuola. Sorrise stancamente.
«Yumi?»
 chiese con un briciolo di paura.
«Non ti preoccupare, sta dormendo.»
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Kisame Hoshigaki, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi appatengono al mondo di Naruto ideato da Masashi Kishimoto.Questa fanfiction non è stata scritta a scopo di lucro.
Nota: Questa storia l'ho iniziata a scrivere circa un mese fa ma a causa vacanze e poco tempo disponibile sono pronti solo i due capitoli iniziali, l'apenultimo e una delle cinque shot che seguiranno la fanfiction. Capirete meglio lo scopo delle one-shot mentre andrà avanti la storia.Spero che il primo capitolo sia di vostro gradimento, si accettano tutte le recensioni, belle o brutte e ringrazio in anticipo chi farà critiche costruttive e seguirà quest'altra mia nuova storiella.Un bacio alla mia beta, alla Shark (mi dispiace ma non apriva il file xD) e alle 2 o 3 persone a cui ho rotto le scatole facendogliela leggere in anticipo.Aggiornerò una volta a settimana, potete lanciarmi pomodori se non mantengo questa promessa! Ho litigato con l'HTML quindi caratteri giganti come sempre xD

Tre, due, uno: si parte!

«Yu-chan, sbrigati o faremo tardi!»
Lo odiava, non ci andava daccordo, non lo sopportava e questo Itachi lo sapeva benissimo.
Ma aveva scelto comunque di mandare anche lui in missione con lei. Troppo pericoloso per una bambina.
Quando gli andava comodo lei era grande, perchè sua allieva. Rimaneva la sua allieva anche se andava in missione da sola, no?
Deidara continuava ad intimarle di correre, ma lei non ci badava e pregava perchè qualche Kami potesse fulminarlo all'istante.
Continuava la sua lenta camminata maledicendo il suo sensei mentalmente, questa gliela pagava, ooh sì, eccome se gliela pagava!
Per non parlare pure dell'incarico che le aveva affidato: andare fino al villaggio del suono a consegnare un rotolo, uno stupidissimo rotolo!
Ma a lei andava bene, finchè non le annunciò che l'avrebbe accompagnata Deidara, per sicurezza, le voci che giravano dicevano che c'erano varie spie.
Come se non bastasse le aveva proibito di comportarsi male col biondino, perchè era più grande di lei.
Si rifiutò categoricamente di andarci con Deidara, ma a volte Itachi faceva davvero paura.
Nonostante i continui lamenti del suo "sempai" si limitava a sbuffare e continuare a camminare, finchè, esausta, i suoi nervi crollarono.
«E' colpa tua se siamo in ritardo, prenditi le tue colpe, biondina» la voce atona, anche se nascondeva una nota di sarcasmo.
Deidara sbuffò per l'offesa appena ricevuta e con un salto si ritrovò dietro la mora. Yuki si fermò, non capiva cosa voleva quel rompiscatole.
Prima che potesse formulare qualche ipotesi attendibile il biondo la prese in braccio ed iniziò a sfrecciare di ramo in ramo.
«Cretino! Mettimi subito giù!» gli gridò con tutto il fiato che aveva in gola e continuò a dibattersi cercando di liberarsi.
«Quando arriviamo» Deidara le rispose accenando un ghigno, la ragazza non la prese bene e considerò il fatto di disobbedire agli ordini del suo sensei.
Si morse il pollice facendo fuoriuscire del sangue ma prima che potesse eseguire qualsiasi formula o sigillo il biondo atterrò davanti al covo, dove Itachi li aspettava.
Mise giù Yuki e cominciò a ridere. «Mi dispiace ma i tuoi stupidi animaletti mi sbraneranno un'altra volta.» detto ciò saltò su un ramo e si allontanò.
«Hai fatto tardi» Itachi parlò, guardandola male, forse non per il ritardo in sè, ma per il fatto di non averlo ascoltato.
La ragazza si girò verso di lui. «Colpa di quel cretino che mi hai rifilato.» iniziò a camminare verso l'entrata della casa.
«Modera i termini, signorina»
Yuki aprì la porta senza neanche ascoltarlo e si diresse in camera sua.
Amava stare da sola, ma gradiva anche la "compagnia" che le offriva Itachi, o si allenavano o prendevano un the insieme, in silenzio.
Amava anche quel silenzio, alle volte riusciva ad ottenerlo anche con Kisame, anche se lui era di più una specie di confidente, una specie..di amico del cuore.
Era bello se ci fosse stato lui in quel momento, a bussare alla porta. Gli avrebbe detto tutte le cose che la opprimevano in quel periodo, e lui l'avrebbe ascoltata.
Invece a bussare era Itachi molto probabilmente per il rapporto. Dal suo tascapane, dove nascondeva quei pochi shuriken, giusto per sicurezza, tirò fuori un rotolo.
Aprì la porta e lo lanciò contro il suo sensei, che lo prese al volo. «Hai scritto anche la parte che volevi far sbranare Deidara?» senza dubbio, la parola "disobbedire" non esisteva nel suo vocabolario e che la sua allieva lo avesse fatto lo mandava in bestia, anche se naturalmente non lo dava a vedere.
«Senti, non ho avuto neanche il tempo di comporre il primo sigillo. Aveva rotto le scatole tutto il viaggio e per paura di arrivare in ritardo -tra l'altro da lui causato- mi ci ha trascinata a forza.» Yuki lo disse alzando il tono, con i pugni stretti mentre fissava negli occhi Itachi. Senza dare il tempo di replicare al suo sensei tornò all'attacco.
«E mi puoi dire dove diavolo avete mandato Kisame in missione?!» questo l'aveva urlato, mentre gli occhi si appannavano. Abbassò lo sguardo per non mostrare la sua debolezza -momentanea-. Kisame era partito da ormai due settimane, sarebbe tornato a breve, ma gli mancava lo zio Kisame.
Itachi sapeva anche del loro rapporto stretto, ma non lo aveva mai considerato importante, superfluo, più che altro.
Sorrise divertito e scompigliò i capelli alla ragazza, che teneva ancora lo sguardo puntato sul pavimento, incapace di alzarlo. Strizzò gli occhi per cercare di ritrovare la lucidità. Lo sforzo fu vano, cadderò copiose lacrime sul legno scricchiolante. Itachi le mise una mano dietro la schiena e avvicinò la sua testa sul proprio petto.
Le accarezzò i capelli neri e lei, sembrò calmarsi.
L'Uchiha sorrise e l'accompagnò sul letto. Sciolse l'abbraccio e iniziò a slegarle le bende strette sui polsi e sugli avambracci. Le posò sul comodino e tornò a guardare il viso della ragazza che fissava con insistenza la finestra. Fuori iniziava a fare buio, il tramonto sarebbe finito da un momento all'altro e la notte sarebbe scesa velocemente.
Sospirò, si alzò e girandosi iniziò a camminare verso la porta. Fu fermato da un leggero sussurro di Yumi. «Grazie» detto veloce, impercettibile, un soffio che le costava tantissimo. Era da sempre stata una persona orgogliosa, quel "Grazie" faceva crollare ogni sua difesa agli occhi di Itachi, ma sapeva che glielo doveva. Quel Grazie glielo doveva da una vita.
Si addormentò ripensando al suo sensei, dove l'aveva incontrato? Lui c'era sempre stato, non ricordava nulla, nessun posto dove lui non c'era. Era sempre lì.
Itachi scese in cucina e si sedette al tavolo. Chiuse gli occhi "Cinque, quattro, tre.."  il flusso di chakra si avvicinava. "Due..." a momenti avrebbe fatto la sua apparizione. "Uno" l'Uchiha sorrise quando in quell'istante la porta del covo si aprì. Kisame fece la sua comparsa, troppo poco trionfale per uno come lui. Ma la missione era stata dura. La stanchezza invadeva ogni singola cellula del suo corpo mezzo pesce mezzo umano.
«Bentornato» la voce dell'Uchiha era gelida, ma questo era il massimo che riusciva a fare. Kisame c'era abituato, sapeva che in fondo quello poteva essere paragonato ad un caloroso "Bentornato" che una mamma dà al figlio tornato dal primo giorno di scuola. Sorrise stancamente. «Yuki?» chiese con un briciolo di paura. «Non ti preoccupare, sta dormendo.»
Il compagno dell'Uchiha appoggiò la sua fidata Samehada al muro e si sedette su una sedia davanti a Itachi. Si sentiva stranamente più sollevato. Non avrebbe retto ad un'interrogatorio della ragazza. Sapeva benissimo che il giorno dopo sarebbe arrivato comunque ma almeno aveva l'occasione di riposare un pò e rimettere in sesto la mente per poter affrontare senza troppi rischi il terzo grado di Yuki. «Sai cosa ti aspetta, vero?» chiese ad un tratto Itachi scrutandolo.
«Ne ho una vaga idea...» rispose accennando un sorrisetto «...Avanti, cos'è successo?» forse per i suoi istinti, riusciva sempre a captare qualcosa che non andava.
«Lo scoprirai domani...Sei o non sei il suo migliore amico?» accennò un ghigno sarcastico. Si alzò e salì le scale. Kisame aspettò ancora un pò e lo seguì, andando a dormire.


  
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