Titolo originale: “The curious case of Arthur Penbunny” [link storia originale]
Autrice: Capricornucopia [link livejournal dell’autrice]
Traduttrice: Anle
Rating: Giallo, PG13
Pairing: Arthur/Merlin
Avvertimenti: slash, crack
Conteggio parole
(storia originale): 2552
Conteggio parole
(traduzione): 2734
Note
dell’autrice: L’incantesimo di Merlin è preso direttamente dal libro di
Richard Adams, La collina dei
conigli. Il titolo è adattato dal breve racconto/film “Il curioso caso di
Benjamin Button”. Postata originariamente qui per
EDIT: risposte dell’autrice alle recensioni a fondo pagina!
Il
curioso caso di Arthur Penbunny
“Uther Pendragon”, disse Nimueh, “Sta’ a
te. Scegli, ora, in questo giorno, se salvare la vita di tua moglie o maledire
tuo figlio per l’eternità”
Il
re fissò la maga con sguardo omicida. “Mostro”, sibilò, “Come osi? Mia
moglie è nella stanza accanto con il bambino e tu vuoi calpestare la nostra
felicità?”
Nimueh
assottigliò gli occhi. “Avevamo un patto, Uther. Io ho fatto la mia parte: tu
ora hai un erede. È tempo di pagare. Non sarò io a scegliere la moneta di
scambio, ma dovrai farlo di tua volontà”
“Mio figlio sarà il futuro re! E mia
moglie rimarrà al mio fianco mentre lui cresce. Questa è la mia risposta”,
replicò Uther con veemenza.
“Quindi scegli di maledirlo” disse
Nimueh. “Così sia”, proclamò.
“No!”
Uther urlò nel momento stesso in cui venne accecato da un fascio di luce. Sentì
Arthur cominciare a piangere nella stanza accanto. Il re raggelò sul posto,
incapace di verificare che la moglie e il figlio appena nato stessero bene, dal
momento che era ancora sotto il controllo di Nimueh. “Che cosa hai fatto?”
chiese invece.
“Solo
ciò che ho detto sarebbe accaduto. Ora tuo figlio è maledetto. Non posso dirti
in che modo soffrirà, ma sarà doloroso” disse Nimueh. “Forse cadrà in un sonno
eterno il giorno del suo sedicesimo compleanno e non si sveglierà mai più.
Oppure non sarà mai in grado di apprendere nessuna lingua degli uomini,”
continuò, sorridendo crudelmente. “O, magari, si trasformerà in un coniglio ogni
volta che sarà vicino al suo vero amore,” concluse, e si fermò, guardandolo
incerta come se non intendesse davvero dire una cosa del
genere.
Uther la guardò, ammutolito dal
terrore.
“Non preoccuparti”, seguitò Nimueh,
ricomponendosi. “Lascio te e la tua famiglia, Uther Pendragon. Possano le nostre
strade non incrociarsi mai più”. Con un
gesto teatrale e un’esplosione, scomparve in un vortice di
fumo.
“Maledetta,”
sibilò Uther. Poi, tentando di far funzionare di nuovo I propri arti, il re si
precipitò nella stanza dove Ygraine stava felicemente prendendosi cura di
Arthur.
Ygraine
alzò lo sguardo verso il marito e sorrise. “Non è perfetto?” disse. La gioia la rendeva ancora più splendida
di quanto Uther avrebbe mai potuto immaginare.
“Sì,”
rispose Uther. “Assolutamente perfetto”.
~
Arthur
non crebbe bene abbastanza da essere perfetto, ma era buono e forte e qualcosa
di meno simile ad un babbeo, perché Ygraine era lì, pronta a sgridarlo per la
metà del tempo e a coccolarlo per
la restante parte. Uther stette attento ad entrambi, ma tutti e due
rimasero in salute e piuttosto felici.
Se
Uther scoraggiava fortemente
Arthur dal creare legami con alcun tipo di donna di un certo rango, anzi,
scoraggiando anche qualsiasi tipo di
presentazione alle suddette signore (Morgana era un’ eccezione: lei e
Arthur bisticciavano come cani e gatti - anche se non in senso letterale, per il
sollievo di Uther), stava solo facendo la sua parte per assicurarsi che il
principe rimanesse un erede accessibile al trono, e non di certo qualcosa con
due lunghe orecchie e pelo. Vigilanza constante.
Arthur
era un ragazzo attivo, a cui piaceva sia duellare con la spade che cacciare.
Però, non aveva mai cacciato lepri o conigli, perché non gli piaceva il sapore.
Comunque, aveva altri gusti piuttosto spiccati. Per esempio, andava matto per le
carote. I vegetali in generale erano una parte importante della sua dieta.
Addirittura, quando era più piccolo, aveva fatto un sacco di capricci, perché
Uther aveva tentato di proibire le carote dal regno. Sfortunatamente, ogni
persona del regno aveva subito un terribile calo di vista e il re era stato
costretto a revocare il bando, per la gioia di Arthur.
Al
contrario, Uther sosteneva fermamente il bando sulla magia. C’era stato qualche attentato
occasionale alla vita di Uther, ma quelli erano di poca importanza. Di tanto in
tanto, invece, c’erano uno o due maghi che cercavano di uccidere Arthur, ma -
per ragioni a lui ignote - di solito finivano col ridacchiare e lanciargli
foglie di lattuga.
Eccetto
una volta, quando Uther invitò Lady Helen per cantare brevemente al banchetto
prima che Arthur venisse nominato Principe Ereditario, e tutti i piani del re di solidificare
il diritto di Arthur al trono – qualunque forma prendesse – risultarono
inutili.
“Mi
hai salvato la vita,” disse Arthur, guardando come incantato quel servo dalle
orecchie grandi, un sorriso ancora più grande, e i due occhi blu più lucenti che
il principe avesse mai visto - a parte nel suo stesso specchio. Tossì, e poi
chiarì con tono arrogante, “Comunque sono perfettamente in grado di badare a me
stesso,” .
“Ma
davvero?” replicò il suo salvatore, sollevando le sopracciglia. Protese poi un mano
verso il basso, per aiutare Arthur a rimettersi in piedi. “Ad ogni modo, il mio
nome è Merlin”.
“Merlin,”
ripeté Arthur. E sentì il proprio naso fremere su e giù, inspiegabilmente.
~
Ne
seguì che Merlin venne assegnato come servo personale di Arthur, dopo aver
salvato la vita del principe. Nessuno dei due era felice al pensiero. Merlin
protestò per l’aumento del carico di lavoro aggiunto a quello di essere già
l’apprendista di Gaius, e Arthur, d’altro canto, trovò sempre più difficile
trattenere il proprio naso dall’avere quegli strani tic ogni volta che Merlin
era nei paraggi.
Comunque
sia, Arthur decise di fare il proprio dovere e accompagnò Merlin in giro per il
castello. “Queste sono le cucine,” fece Arthur, entrando nella stanza affollata.
Tutti
I cuochi e le domestiche addette alla cucina si fermarono per inchinarsi di
fronte principe. Merlin sorrise nervosamente, gli occhi ridotti a due mezzelune.
“Salve,” salutò rivolto alla stanza, le orecchie che presero un colore un po’
più rosa.
“Vorrei
qualche carota,” esordì Arthur inaspettatamente. Merlin lo guardò di rimando con
fare interrogativo. “Mi è venuta una voglia improvvisa,” spiegò il principe.
“Puoi prenderne un po’ anche tu, se ti va,” aggiunse poi con freddezza, e
osservò come il sorriso di Merlin si fosse allargato sul suo
viso.
~
“Noto
un certo slancio nella tua camminata,” commentò Morgana quando lei e Arthur
presero a fare una passeggiata per il cortile.
“Sì,
be’, è la primavera: un ottimo allenamento per i cavalieri,” rispose Arthur. Non
menzionò il fatto che il suo sguardo non era rivolto ai cavalieri, bensì a
Merlin, che in quel momento stava prendendo l’acqua dalla pompa mentre
chiacchierava e rideva con Gwen, la serva di Morgana. Merlin li adocchiò e
sorrise, provocando ad Arthur una sorta di brivido. Il braccio di Arthur stava pronto ad
alzarsi per salutare di rimando, prima che il principe nascondesse
frettolosamente la mano dietro la schiena.
“No,
intendevo letteralmente,” replicò Morgana, sollevando un sopracciglio. “Perché
stai saltellando su e giù?”
~
Arthur
sospirò, svegliandosi in un accogliente cumulo di coperte. Qualche volta,
durante la notte, sembrava che scavasse a modo suo nelle lenzuola, a creare un
sorta di tana. Lui era convinto che i sogni su Merlin non c’entrassero
assolutamente nulla con questo.
“Il
sole è alto!” trillò Merlin, mentre si aggirava per la camera con un vassoio da
colazione e versava quasi metà dell’acqua della brocca per terra. “Ehm,”
cominciò Merlin, poggiando il vassoio sul tavolo. “Avete dormito bene,
sire?”.
“Sì” rispose Arthur, ma stare sotto le
coperte era troppo confortevole e difatti non diede alcun segno di volersi
alzare dal letto.
Merlin
sorrise e fece per sollevare Arthur. “Forza, allora”, disse, “Vi attende una
lunga giornata”.
Come
venne tirato su, Arthur inciampò leggermente e si ritrovò naso contro naso
tremolante con Merlin.
Merlin
sbatté le palpebre e si colorò di un rosa acceso. “Oh,” disse piano, e si fece
avanti per premere la propria bocca su quella di Arthur.
Ci fu un
poof! e improvvisamente Arthur trovò gli ambienti molto più grandi. Il
suo campo visivo era più ampio e il suo senso uditivo più acuto. Be’, era
diverso. Inoltre, stava molto di più al caldo adesso che era ricoperto da una
folta pelliccia. Non se ne curò granché, comunque, ma si rannicchiò fra le braccia di
Merlin e prese a scrutarlo con i suoi vispi occhietti
neri.
“Non credo che questo sarebbe dovuto
accadere,” notò Merlin.
~
Arthur
alzò obbediente una zampa mentre Gaius aggrottava la fronte e continuava ad
esaminarlo. “Ho mandato ad avvertire il re e la regina,” comunicò. “Dovrebbero
essere qui a momenti.”
“Cosa?”
urlò Merlin. “Mi faranno decapitare per aver usato la magia! E io non so neanche
che cosa ho fatto!”
Arthur
tentò di assumere uno sguardo torvo e minaccioso ma trovò la cosa difficile
nello stato in cui si trovava. Non aveva mai avuto idea che Merlin fosse un
mago. Comunque, ad essere onesto,
era abbastanza sicuro che Merlin non sapesse che dopo averlo baciato lui si
sarebbe trasformato in un coniglio, perciò si mise ad ascoltarli, pur
controvoglia.
Gaius
sospirò. “Non penso che sia del tutto colpa tua,” disse. “Farei meglio a
lasciare che sia il re a dare una spiegazione.”
Quasi
a farlo apposta, in quel momento la porta delle stanze di Arthur si
spalancò.
“Mio
figlio è cosa?” sbraitò Uther.
“Oh,
Arthur!” gridò Ygraine, e fece grandi passi fino al letto per prendere Arthur
fra le proprie braccia e accarezzargli le orecchie. “Cosa mai ti è
capitato?”
Ci
fu un altro improvviso poof! e Arthur si ritrovò di nuovo umano. E nudo.
“Madre!” urlò, scandalizzato, e strattonò le coperte su di
sé.
Ognuno
si fissava l’un l’altro finché Gaius si schiarì la voce. “Pare che la sua
trasformazione sia temporanea,” teorizzò.
Ygraine
accarezzò I capelli del figlio. “Ma come è possibile sia accaduta una cosa
simile?” chiese.
Gaius
guardò il re e alzò un sopracciglio.
“Arthur,
c’è qualcosa di cui ti devo parlare,” disse Uther. “Ad entrambi” specificò,
guardando poi anche la moglie.
~
“È
ridicolo,” fece Arthur, dieci minuti dopo. “Allora questo vorrebbe dire che
Merlin-“ si interruppe da
solo.
“Che
cosa?” chiese Merlin, confuso. “Perché mi state tutti
fissando?”
“Tu!”
disse Uther bruscamente. “Questa è solo colpa tua. Ho faticato anni per
tenere lontano Arthur dall’innamorarsi, e non farò mandare tutto all’aria da un
semplice contadino!”.
“Hai dimenticato, caro”, intervenne
Ygraine, la voce che attraversava tagliente la stanza, “che non solo sei
responsabile della maledizione e di non avermi informato della cosa, ma anche di
aver assegnato un nuovo servo ad Arthur. E, visto che è del tutto tua la colpa,
penso sia altrettanto giusto non rovinare a nostro figlio l’opportunità di
essere felice. Tanti si sono innamorati di uomini molto peggiori” disse,
pungente. Poi si alzò in
piedi e camminò fino a dove si trovava Merlin. Gli scoccò un bacio sulla
guancia, prima di rivolgersi al marito. “Andiamo, Uther”, disse. “Lasciamoli
soli. Noi dobbiamo discutere un paio di cose sulle maledizioni e sul giocare con
la vita degli altri” aggiunse, sorridendo in maniera
inquietante.
Uther
aprì un paio di volte la bocca, la richiuse, e poi la seguì fuori dalla stanza
senza fiatare.
“Forse, sire, con un po’ di esercizio, potreste continuare
le vostre pratiche amorose evitando di trasformarvi,” fece Gaius, “Siccome la
vostra situazione è temporanea, credo che abbia di più a che fare con il vostro
stato emozionale che con qualche altro fattore”.
Arthur
lo fissò. “Mi stai dicendo che potrei essere non condizionato dal
trasformarmi in un coniglio ogni volta che Merlin mi bacia?” chiese
poi.
“Esatto, sire. Precisamente”, continuò
Gaius. “Lascerò la cosa a voi. Condurrò alcune ricerche per vedere se c’è un
qualche altro modo per rompere la maledizione.” Guardò Merlin con intesa. “Se
qualcosa va storto, mandatemi a chiamare immediatamente” aggiunse, e lasciò la
stanza.
Arthur
si voltò verso Merlin. “Tu sei uno stregone,” disse.
“Be’, sì” rispose Merlin
nervosamente.
Arthur tirò un sospiro di sollievo. “Benone, allora.
Avanti.”
Merlin
lo scrutò guardingo. “Cosa volete che faccia esattamente?”
chiese.
“Datti
una mossa e baciami, idiota!”
~
Venti
baci e ventuno trasformazioni dopo, erano ancora lontani dal trovare una via di
mezzo felice.
“Forse dovremmo riprovare quando sei meno nervoso,” propose
Merlin.
“Io non sono nervoso, Merlin,” replicò Arthur
irritato.
Merlin prese a canticchiare, continuando ad accarezzargli i
capelli. “Ti piace proprio essere coccolato quando sei un coniglio, eh?”
“Chiudi il becco,” replicò Arthur. “Se
sei un mago così potente, perché non trovi un modo per rompere la maledizione?
Non mi piace l’idea di trasformarmi in un coniglio ogni volta che mi
baci.”
“Be’,
ne sarebbe comunque valsa la pena, no?”
“… Forse”
“Sempre che
riusciamo a spingerci più oltre di così,” cominciò Merlin.
“Lo spero davvero,” disse Arthur con
determinazione.
Merlin fece una smorfia. “E se ti trasformi in un
coniglio mentre…?”
Arthur
scosse la testa con fare confidenziale. “No, non accadrà. La storia non ha come
avvertimento bestiality, vedi?”
~
A
Merlin venne ordinato di stare lontano dal principe durante il giorno e gli
venne anche espressamente vietato di baciarlo a meno che non rimanessero loro
due soli. L’indiscrezione su Arthur
Pendragon e le sue trasformazioni in coniglio ogni volta che veniva baciato dal
suo vero amore non saltò mai fuori. Al contrario, le voci di corte dichiaravano
che Camelot, nelle prigioni sotterranee, tenesse rinchiuso un’abominevolmente
grande e misteriosa lepre che sputava fuoco. Si diceva anche blaterasse di
profezie e avvertimenti incomprensibili a quelli che avevano osato
cercarlo.
Girava
anche voce, però, che Nimueh stesse
affrettandosi a far ritorno a Camelot. La maga regolò accuratamente la sua
entrata nelle stanze di Arthur in modo tale che coincidesse con il rombo di un tuono. Molto
probabilmente, Arthur e Merlin, al loro decimo tentativo di pomiciamento
inoltrato, erano sobbalzati lontano come conigli impauriti – l’uno più
letteralmente dell’altro. Nimueh assottigliò gli occhi e osservò la propria
creazione. “Be’,” disse. “Suppongo sia questo il prezzo da pagare per una
vita.”
“Chi
sei?” domandò Merlin, elevandosi in tutta la sua altezza.
Nimueh sorrise.
“Sono colei che ha posto la maledizione su Arthur,” spiegò. “E tu,” fece poi,
scrutandolo da capo a piedi, “devi essere il suo vero amore. Dovrei
ringraziarti, allora. Ci sarebbero potuti volere anni prima che riuscissi a
vedere i frutti del mio lavoro, e allora Uther avrebbe anche potuto farlo
sposare con una principessa che non avrebbe mai amato.”
“Improbabile,”
borbottò Arthur, appena riassunse le proprie sembianze.
“Sei venuta a compiacerti, allora?”
chiese Merlin. I suoi occhi presero a brillare nell’oscurità. “Io
riuscirò a liberare Arthur da questa maledizione.”
“Mi piacerebbe vederti provare,”
sogghignò Nimueh, e sollevò una mano. “Ma prima che tu lo faccia, sappi che c’è
un prezzo: una vita per un’altra. Se rompi la maledizione, quella di Ygraine è
perduta”.
Arthur venne preso dal panico. “Aspetta!” urlò.
“Mi
basta pagare il prezzo con la tua, di vita, no?” replicò Merlin, e fu la sua
volta di alzare il braccio.
La
magia crepitava nell’aria. Nimueh inveì in preda alla rabbia, quando le loro
energie entrarono in collisione. Come sollevò l’altra mano, ringhiò una
maledizione e la diresse verso Arthur, che sedeva ancora nel
letto.
“No!” gridò Merlin. “Silflay hraka, u embleer
rah!"
Dalla
mano di Merlin un bagliore lucente colpì Nimueh, e lei si disintegrò subito sul
pavimento in una macchia nera.
Arthur
saltò velocemente giù dal letto e corse a controllare la
madre.
“Certo che sto bene, tesoro,” replicò
Ygraine, dando dei buffetti alle guance del principe. “Ringrazia Merlin da parte
mia, vuoi? E dovremmo anche organizzare un banchetto per festeggiare
l’annullamento della maledizione. In onore tuo, e di Merlin.” La regina soffermò
lo sguardo sullo stato quasi del tutto svestito di Arthur. “Restando in
argomento, non eri forse nel bel mezzo di qualcosa?” chiese
maliziosamente.
Arthur
corse indietro nelle sue stanze e trovò Merlin che smuoveva con un piede la
massa confusa che un tempo era Nimueh.
Fissò la macchia ancora fumante sul pavimento.
“Che diamine le hai detto?”
Merlin
distolse lo sguardo, in imbarazzo. “Io, ehm, le ho detto di andare al diavolo e
l’ho chiamata strega puzzolente” ammise.
“Oh.”
Arthur rimase un secondo in silenzio. “Be’, ti dovrai mettere a togliere queste
macchie,” disse.
“Giusto.
Ma prima faremmo meglio a controllare se la maledizione è stata veramente
spezzata,” propose Merlin.
Ne
venne fuori che la maledizione era stata spezzata per metà, visto che Arthur non
si trasformava più quando veniva baciato. Ma lui e Merlin finirono lo stesso a
scopare come conigli.
~Fine
Note
della traduttrice:
Premetto
col dire che c’è voluto un po’ per tradurre questa storia. Ho trovato difficoltà
in alcuni, soprattutto nel cercare di ottenere una buona resa in italiano: spero
che la lettura risulti piacevole e non troppo forzata. :3
Ad
esempio, nel descrivere quello strano tic al naso di Arthur, l’autrice utilizza
“twitch”, che indica il movimento su e giù del naso, proprio di un coniglio. Ma
in italiano non esiste un verbo simile, perciò ho dovuto optare per un
compromesso, scegliendo di fatto “fremere”.
Comunque
sia, ho adorato la storia e ancora di più ho trovato piacere nel tradurla,
perché semplicemente geniale. xD
Ma
senza l’aiuto di alcune persone, credo che la fanfic non avrebbe ottenuto la
stessa fluidità. Perciò ringrazio Tinebrella, Mika-mika, Kikka91 per consulti vari ed eventuali
– grazie davvero, gals. <3
E
Daidouji, in particolar modo, per
avermi fatto da beta e avermi sopportato per più di un’ora al telefono mentre
straparlavo e farneticavo e deliravo. x3
EDIT
25/07/10
Risposte
dell’autrice:
a
Bilancina92:
Mi
fa davvero piacere che ti abbia fatto ridere. Arthur che si trasforma in
coniglio è probabilmente la cosa più stupida e carina mai
concepita!
a Egle:
Arthur
è davvero determinato ad avvicinarsi a Merlin, sia da coniglio che non. Grazie
davvero per la tua gentile recensione!
a
Elyxyz:
Sono
davvero felice di sentire che ti sei divertita leggendo questa storia. Grazie
mille!
a
Oryenh:
Io
adoro Ygraine, e spero che lei fosse davvero parte del telefilm. Grazie per la
tua recensione!
Risposte
della traduttrice:
a
Bilancina92:
Concordo:
la storia è di per sé geniale, e Arthur che alza una zampa è delirante. xD
Grazie mille della recensione!
a Egle:
Come
faccio di solito quando pubblico delle traduzioni, tendo a lasciare
l’impaginazione della storia così com’è nell’originale (quindi stesso carattere,
interlinea, etc). :) Grazie per aver letto lo stesso e per il
commento!
a
Elyxyz:
Ahahah,
sì, la maledizione ha colpito anche l’editor hitml. Grazie per la nota, ho
corretto. :3
Grazie
di cuore per la recensione!
a
Oryenh:
Ygraine
è adorabile. *-* Grazie mille a te per aver letto e
commentato!