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Autore: LaFede    18/07/2010    1 recensioni
Era una calda giornata d’estate e una giovane ragazza sulla ventina era accoccolata sul divano rosso fuoco del salotto in stile barocco della sua casa: il suo nome era Rachel Wilson. Dormiva, ma non era un sonno tranquillo, sognava per l’ennesima volta la morte della sua famiglia
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non erano passate più di 5 ore dalla strana serata che li aveva coinvolti, ma in quel momento la sveglia suonò, interrompendo i sogni e ricordando ai ragazzi che la vita reale era lì ad aspettarli.

I tre amici si ritrovarono in cucina tutti insieme, con una tazza di caffè in mano.

E: Allora.. Avete dormito bene?

S: Si grazie, anche se il divano è un po’ scomodo

R: come se avessi dormito sul divano..

Elena e Stefan diventarono rossi di colpo, quella notte lui non era riuscito a dormire sul divano e di soppiatto era entrato in camera di Elena. La ragazza, per conto suo, non gli disse nulla e dormirono insieme.

E: Ok, ok.. Dai dobbiamo andare a scuola!

E con queste parole la cucina diventò un luogo deserto e tutti si diressero verso la scuola.

Si sentiva un certo imbarazzo nell’automobile lungo il tragitto, Elena era seduta sul sedile posteriore e guardava nervosa il paesaggio al di là del finestrino, Stefan era sul sedile anteriore e guardava torvo Rachel, che stava al posto di guida.

Il vampiro si sentiva in colpa, tremendamente in colpa, non aveva ancora chiari i suoi sentimenti e aveva paura di rovinare tutto, in quell’istante però, mentre Elena scendeva dall’auto e si allontanava verso la scuola, Rachel trattenne Stefan per un braccio.

R: sono felice, davvero felice, non devi preoccuparti

S: davvero? Pensavo ti saresti arrabbiata

R: Per niente! Anzi.. Devi fare sul serio però, ricorda che è un’umana.

E fu un attimo, in quel momento il vampiro capì che l’amore verso Rachel era solo una scusa, aveva incassato il colpo della sconfitta e non aveva più paura di esporsi ad altre donne.

Si allungò e le diede un bacio sulla guancia.

R: dai su, andiamo!

La giornata scolastica andò avanti senza particolari problemi, le solite A prese da Elena e le scarse B+ accumulate da Rachel.

Grande scalpore ci fu all’ora di pranzo, quando Elena e Stefan entrarono nella mensa mano nella mano. Si avvicinarono al tavolo di Rachel e i loro amici, guardandosi teneramente.

R: No ma, parliamone!

E: cosa c’è?

R: dai ma vi conoscente da pochi giorni! Non è possibile!

S: me l’hai detto te di fare sul serio!

Rachel li guardò con un sorriso, aveva ragione e non poteva andare meglio di così.

Nei mesi a seguire i due innamorati stavano diventando la coppia più “in” della scuola, surclassando la ex capolista Caroline/Matt.

Caroline e Matt facevano coppia da oltre 2 anni, erano perfetti insieme e tutti, da quando si erano fidanzati, avevano iniziato a credere nell’amore vero. Ormai facevano parte dei pettegolezzi più succosi del liceo e molte scommesse giravano attorno alla loro rottura o al loro matrimonio.

Rachel li stimava perché superavano sempre a testa alta ogni problema ed erano rimasti sempre insieme. Sorrise ripensando a come Caroline aveva affrontato un Matt ubriaco fradicio che si dichiarava ad una sconosciuta.

Un Sabato pomeriggio, mentre Rachel, Elena e Caroline facevano dello shopping selvaggio si soffermarono davanti ad una vetrina, ma non stavano osservando le meravigliose scarpe all’interno del negozio. Stavano leggendo attentamente il volantino che era appeso in un angolo: c’era un ballo a Mystic Falls, quella sera.

C: Ragazza, ci dobbiamo troppo andare! C’è anche l’elezione di re e regina del ballo, magari io e Matt riusciamo a vincerne un altro!

R: si, come se ci fossero dei dubbi! Da quando vi siete messi insieme avete vinto tutti i titoli!

E: magari quest’anno vinciamo io e Stefan

C: sarà guerra aperta! E tu Rachel, con chi andrai?

R: Non lo so, probabilmente non verrò

E: che ne dici di portarci Damon?

R: ma cosa dici? Sei impazzita per caso?

C: chi è Damon?

E: il fratello di Stefan, sexy e.. Single!

C: Beh, dobbiamo vedere QUANTO sexy.. Ma portalo, almeno me lo presenti!

Rachel la guardò seria, voleva mettere fine alla discussione ed era chiaro che non l’avrebbe mai fatto. Ovviamente al nome “Damon” i ricordi ricominciarono a scorrere nella testa della ragazza, erano loro, una volta, il re e la reginetta di tutti i balli.

Tornando verso casa Elena avisò l’amica che Stefan sarebbe stato a casa loro, così Rachel decise di lasciare un po’ di intimità ai due piccioncini e di andare a caccia.

Era nel bosco non lontano dalla città, vide un uomo che stava scavando una buca nel terreno, proprio vicino al cimitero dove erano sepolti i suoi genitori.

Di fronte a lui c’era una donna, legata ed imbavagliata, ma ormai morta.

Rachel si rassegnò alla fame ed uccise il killer, calmando la sua sete con il suo sangue.

Aveva ancora fame, un incontrollabile fame, si avventò sulla ragazza ma si accorse che c’era già qualcuno che si stava sfamando di lei.

D: grazie, mi ci voleva proprio.

Ed era lì, che si puliva il sangue dalle labbra, in piedi di fronte a lei, l’uomo che aveva amato, che voleva uccidere, ma che allo stesso tempo trovava bello da morire.

R: ti ho forse dato il permesso di mangiarti la mia preda?

D: non essere ridicola, era già morta, non era una tua preda

R: si dà il caso che l’abbia trovata io!

D: ma non l’hai uccisa, quindi… In ogni caso è troppo tardi per reclamare!

La ragazza sentiva la rabbia salirgli addosso come un fuoco, era intenzionata ad ucciderlo, in quel preciso momento. Ma successe una cosa che lei non aveva programmato: il vampiro si avvicinò a lei troppo velocemente perché la donna potesse fare qualcosa.

Erano talmente vicini che la mente e il cuore tornarono indietro di 140 anni, quando loro due stavano insieme e potevano fare tutto quello che volevano senza pregiudizi o vergogna.

I loro cuori battevano all’impazzata, ma il primo a parlare fu lui.

D: lo so che vuoi uccidermi, me lo meriterei, ma io posso aiutarti.. E proprio non mi va di essere ucciso da te.

R: Tu hai portato solo male nella mia vita

D: Io non direi.

Il vampiro colmò il piccolo spazio che c’era tra le loro labbra e la baciò delicatamente, come quando lei era umana e doveva far attenzione alla sua natura.

A poco a poco però il bacio divenne sempre più passionale, non riuscivano a fermarsi; lui sapeva che quella volta non doveva far attenzione a nulla e lei si accorse troppo tardi che la rabbia si era tramutata in eccitazione.

D: Ti amo.. Ancora..

R: Anche io..

Oltre alla lingua, solo questo era uscito dalle loro bocche, non sapevano se era la realtà o se erano solo parole di circostanza, non sapevano se un giorno sarebbero riusciti ad ammettere quello che avevano detto, l’unica cosa certa, in quel momento, era che loro due erano lì, insieme, come prima.
  
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