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Autore: KeepSmilingForMichael    22/07/2010    5 recensioni
-Io sono qui per te, non dimenticartelo mai.- Lo disse come se Stella avesse potuto dimenticare tutto quello che lui aveva fatto per lei in quel breve periodo di tempo, da quando si erano conosciuti. Le prese il viso tra le mani e si avvicinò pericolosamente ad esso. Lei sapeva cosa stava per succedere e lo voleva con tutto il cuore. Chiuse gli occhi. Sussurrò le parole con una velocità impressionante, le mancava il respiro -Non lo dimenticherò, ricciolino.-
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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part 2
Capitolo II

Thanks, Man


Erano giorni che non poteva fare a meno di pensare a lei. Gli sembrava piuttosto strano che gli succedesse una cosa del genere. Lui, un ultra quarantenne Michael Jackson, che non poteva fare un passo fuori da casa sua senza essere accompagnato perchè sarebbe stato letteralemtne calpestato dalle orde di persone che lo amavano e quelle che lo disprezzavano e basta; e lei una ragazza completamente sconosciuta a lui e al mondo, che aveva visto per la prima volta nella sua vita in un viale e che non dimostrava più di venticinque anni.

Se ne stava lì, sdraiato sul letto a immaginare in che modo avrebbe potuto ritrovarla, come avrebbe potuto avvicinarla senza farsi scoprire.

Bramava di sentire la voce della ragazza pronunciare il suo nome. E nel suo petto si apriva una voragine profonda e dolente come fuoco se solo pensava alla bellezza di quel viso tanto giovane e desideroso di cambiare vita.

E si chiedeva perchè, dovesse fare così male. Perchè, lei fosse capace di fargli quell'effetto senza neanche che lui la conoscesse.

-
Posso entrare Michael??- era la voce di Debbie, che interruppe fragorosamente tutti i suoi pensieri.

L'aveva sposata tre anni prima, perchè voleva dei figli. Gli disse che lo avrebbe accontentato, per fargli un regalo. Lui la trovava la cosa più dolce del mondo da parte sua, ma i giornalisti hanno cominciato a scrivere un infinità di bugie sul loro conto, per esempio che lei era il giocattolino personale di Michael Jackson e che lui la usava per i suoi scopi personali e prima o poi l'avrebbe lasciata sola perchè ormai lo aveva accontentato e quindi lui non aveva più bisogno di lei. Era tutta, solo
spazzatura, diceva lui a tutti i curiosi che gli chiedevano informazioni per riportarle ai giornali, ogni volta modificate secondo le loro preferenze.

Da tempo però, non andavano più d'accordo e, di comune accordo, avevano deciso di divorziare. L'affidamento dei figli, Prince e Paris, ovviamente era a carico esclusivamente di Michael.

-
Certo, accomodati pure.- la invitò lui mettendosi a sedere sul letto.

Non avrebbe mai potuto trattarla male, anche se non la amava più. Erano amici da tanti anni e si era deciso di conservare questa amicizia in ogni caso, e se il matrimonio l'avesse complicata, lo avrebbero lasciato da parte.

-
A che pensavi??-

Lei, la solita curiosa un pò impicciona. Michael soffocò una risatina e scossò lievemente la testa. Non sarebbe mai cambiata.

-
A niente in particolare.-

Lui, il solito riservato. Mentì spudoratamente, ma non poteva permettere che lei lo venisse a sapere. Lo avrebbe preso in giro a vita.

-
Bugiardo. Eri talmente assorto. Si capisce lontano un miglio che hai qualcosa per la testa o...Forse qualcuno. C'entra per caso una ragazza??-

La cosa bella è che nessuno dei due era geloso dell'altro e la separazione non gravava nè a Michael nè a Debbie, perchè l'amicizia era più importante.

-
Ma che dici?!?! E poi non sono affari tuoi.- la rimproverò, ma senza severità o rabbia, perchè non ne sarebbe mai stato capace.

Però arrossì inevitabilemnte e questo, nonostante lui avesse smentito le sue parole, non contribuì a soffocare i sospetti di Debbie.

-
Sarà, ma non mi convinci. Comunque volevo salutarti. Tra poco torno a casa.-

Era dispiaciuta di andarsene, perchè voleva molto bene al suo amico, ma era consapevole di non poter rimanere lì.

-
Ciao Debbie. Torna quando vuoi. Sei sempre la benvenuta.-

La salutò con un caloroso abbraccio. Non l'avrebbe rivista per molto tempo. Il minimo che poteva fare era salutarla a dovere.

-
Lo farò.-

Quando lei fu fuori dalla porta, lui si svestì e si fece una doccia bollente. Doveva distrarsi da quel pensiero fisso che lo tormentava da giorni ormai.

Sia per fare quello, sia per curiosità, quella sera sarebbe dovuto andare in un locale perchè aveva sentito che c'era un' ottima cantante e se fosse stata davvero brava come le voci dicevano, le avrebbe proposto di fare da corista per Invincible. Quello era il titolo del suo nuovo album che sarebbe dovuto uscire dopo poco tempo.

Si vestì in fretta e semplicemente. Certo, aveva un travistimento, con tanto di cappello, sciarpa, parrucca e occhiali da sole per non farsi riconoscere, ma se sotto avesse indossato vestiti vistosi, il tutto non sarebbe servito a nulla.

Indossò un semplice paio di Jeans e una maglietta con un disegno di Peter Pan.
Per una volta, tradì i suoi famosi mocassini con un paio di semplici scarpe da ginnastica.

Adorava Peter Pan. In lui poteva identificarsi completamente.
Perchè lui non aveva regole. Lui non voleva crescere e amava i bambini con tutto il cuore. La stessa cosa valeva per Michael.

A cosa serve crescere se l'infanzia è così bella??

Si chiedeva in continuazione questa cosa, ma era consapevole di non aver avuto un'infanzia. Questo lo rendeva molto triste e spesso versava lacrime amare su quell'arogmento. Ma non poteva farci niente. Se avesse avuto una macchina del tempo, sicuramente sarebbe tornato indietro nel suo passato e avrebbe cambiato la sua infanzia. Per sua sfortuna però, non la possedeva e non era neanche sicuro che esistesse. Così, intanto che aspettava che la inventassero, si ricreò da solo la sua infanzia e il suo mondo delle favole, anche se era già adulto.

Dopodichè, uscì, accompagnato dalla sua guardia del corpo.

-
Mike, sei sicuro che ne valga la pena??- Dave non era affatto convinto.

Erano giorni che ripeteva al cantante che secondo lui non era una buona idea frequentare
certi luoghi.

-
Dave, io non lo so se ne varrà la pena, ma devo tentare no??- era abbastanza scocciato nel dire quelle parole. Ogni volta che ne parlavano, la reazione della sua guardia del corpo era sempre la stessa.

-
Si ma è un locale di spogliarelliste!!- gli fece notare ancora una volta l'uomo in giacca e cravatta, piuttosto riluttante su quell'argomento.

Michael capiva che Dave diceva quelle cose solo per proteggerlo, per tenerlo fuori dai guai e per evitargli delle pressioni e dello stress, ma qualche volta doveva lasciarsi andare.

-
Mi fa piacere che ti preoccupi per me, ma non ne hai motivo. Il turno delle spogliarelliste và dall'una in poi. Noi andremo lì adesso e torneremo per le undici al massimo. Che c'è che non và??-

La faceva sempre troppo facile, magari avrebbe dovuto preoccuparsi di più per la sua immagine, già in parte frantumata dalle bugie dei tabloid.

-
Sei troppo ingenuo Mike...- ormai Dave si arrese. Non c'era assolutamente modo di fargli cambiare idea. Quando Michael Jackson si mette in testa una cosa, non l'abbandona finchè non l'ha raggiunta.

Michael soffocò una risatina, a metà tra il divertito e l'esasperato. Possibile che le persone intorno a lui si preoccupassero della sua posizione più di lui stesso??
Pensò che ormai era un uomo adulto e poteva prendere le sue decisioni, senza l'aiuto di nessuno.
Solo per quanto riguardava il lavoro era così, però...

-
Andiamo??- lo incitò ancora il cantante. Anche se a malincuore, Dave fu costretto ad accettare. Però disse che non voleva nessuna responsabilità se fosse successo qualcosa.

*******

Stella si stava preparando. Sarebbe andata in scena dopo poco meno di mezzora. Quella sera non avrebbe cantato molto, solo tre canzoni, perchè dopo di lei si susseguivando ballerini di break dance, numeri jazz e comici.

Si sentì sollevata nel notare, anche se per l'ennesima volta, che non era costretta ad indossare vestiti
indecenti e non doveva truccarsi da puttana, come voleva sua madre.

Non doveva truccarsi affatto. Non le piaceva per niente farlo  e si sentiva a disagio a farsi vedere conciata come una battona qualunque. Perchè non lo era.
Tecnicamente sì, ma non per sua volontà.

Perchè quello che lei voleva, lo stava facendo in quel momento.

I camerini enormi da star, gli specchi contornati da brillantini, i riflettori puntati su di lei, l'applauso del pubblico. Erano tutte cose che adorava.
Putroppo però, si trovava ancora nel mondo delle persone normali, a fantasticarci sopra.

Sapeva però, che se avesse avuto l'opportunità di diventare una cantante famosa, non lo avrebbe fatto nè per la fama, nè per i soldi. Solo perchè a lei piaceva farlo.

-
Stella muoviti. Tra pochi minuti tocca a te.- era la voce di Carly, la propietaria del locale.

Era una persona dolce e affabile, non molto socievole e piuttosto timida, ma Stella le voleva bene e Carly voleva bene a Stella.


-Arrivo.- terminò di sistemarsi i capelli e in fratta si mise la sua collanina portafortuna.

Una venticinquenne non dovrebbe più fare queste cose, si ripeteva, ma la portava con sè ugualmente, ogni volta. Era una pietra abbastanza grande, ma non si notava quando era insieme a tutto il resto. Aggrappata ad essa, c'era una fatina che aveva il vestito dello stesso colore della pietra, il preferito di Stella: azzurro.

Si alzò in fretta dalla comoda sedia, su cui si era adagiata per preparasi e salì sul palco, dopo che Carly la ebbe presentata.

Sistemò il microfono e si guardò intorno. C'erano più persone dell'ultima volta, il chè le provocava una forte sensazione di dolore allo stomaco.

La persona che la incuriosì di più, fu un uomo seduto infondo alla sala. Non riusciva a vederne la faccia perchè era coperta da una grossa sciarpa color nocciola e da pesanti occhiali da sole con le lenti scure e piuttosto grandi per il suo viso. I suoi capelli erano biondi, ma intuì dall'attaccature che era una parrucca.

Persò che se fosse stato uno che non voleva farsi notare, stava facendo di tutto tranne che quello.

Poi partirono le note della prima canzone
Cinderella, di Lionel Richie.

Segiurono
Material Girl, di Madonna e Ben di Michael Jackson.

*******

La riconobbe appena la vide. Non avrebbe mai potuto dimenticare quel viso. Era senza dubbio lei la ragazza che aveva visto quella sera e che non era più uscita dai suoi pensieri.

Ora poteva parlarle, poteva conoscerla.


Quella sera, bramava di sentire la sua voce ed ecco fatto. Quella dolcissima melodia che ti rapiva al primo acolto. Quella voce d'angelo che ti entra direttamente nel sangue e rimane lì per il resto dei tuoi giorni. La voce della ragazza
speciale.

Lui se ne era reso conto fin dal primo momento che lei era diversa, speciale.

Si ritenne fortunato ad indossare quella sciarpa e quegli occhiali, perchè lei non vide l'espressione da perfetto idiota che da diversi minuti albergava sul suo viso, incantato dalla sua bellezza e dalla sua voce.

Sarebbe stata lei la corista per Invincible, aveva già deciso.

Si alzò per andarglielo a comunicare, ma si fermò a metà strada e pensò che lui non sapeva niente di lei. Avrebbe dovuto chiedere informazioni.

Così, si diresse dalla signora che l'aveva presentata poco prima e gli chiese il suo nome e dove era in quel momento.

Seppe che si chiamava Stella Diaz e che il suo camerino era vicino al bagno delle donne.

Andò dove la donna gli aveva indicato, ma si fermò prima di entrare, perchè sentì delle voci, così, visto che la porta era socchiusa, decise di vedere cosa stava accandendo.

*******

-Che ci fai qui schifosa puttanella??- Finn urlò pieno di rabbia. Digrignava i denti in una maniera davvero spaventosa.

Stella sapeva che le avrebbe fatto male. Molto male.

-
Finn, i-io...- cercò di balbettare qualcosa ma era troppo spaventata.

Intanto indietreggiò, fino ad inciamparsi nella sedia del suo camerino, che la fece cadere a terra. Si rialzò subito, tremando.

Lui si avvicinò a lei con una mossa repentina, la prese per i capelli e le diede un pugno in piena faccia.

Lei cadde a terra, ma stavoltà non si rialzò.

Una riga di sangue le colava dal naso, fino ad entrare in bocca. Ma lei non se ne accorgeva, perchè era troppo terrorizzata.

Michael non poteva più stare lì senza fare niente.

-
Lasciala stare adesso, vattene.- minacciò Finn e anche se il suo viso era coperto dal travestimento, si capiva che aveva un'espressione infuriata.

-
Chi sei tu??- gli chiese Finn. Ora era lui che cominciava a tremare. Fu colpito da quell'uomo, soprattutto dalle sue spalle. Un armadio a sei ante, si può dire.

E visto che non riusciva a vedere il suo corpo, decise che era meglio evitare.

-
Vattene ho detto!!- Non era mai stato così serio, così arrabbiato.

Ma non poteva tollerare quello che stava facendo a quella ragazza. E lui odiava le inguistizie.

Finn obbedì e se ne andò con la coda tra le gambe, spaventato anche lui quanto la ragazza.

-
C-chi sei tu...??- balbettò debolmente la ragazza.

Non era roba da tutti i giorni che un uomo completamente sconosciuto ti salvasse da un altro uomo che sta per picchiarti.

Quando si alzò e lo guardò bene, si accorse che era lo sconosciuto misterioso che l'aveva tanto incuriosita poco tempo prima.

Si chiese come mai era lì, ad origliare nel suo camerino. Cosa voleva da lei??

-
Ora non posso dirtelo, ma dimmi quando posso rivederti.- La sua domanda non era solo per svelarle l'identità. L'aveva fatta anche perchè lui doveva rivederla.

Da quel momento giurò a se stesso che lui l'avrebbe protetta, l'avrebbe portata via da tutti quelli che volevano farle del male. Lui l'avrebbe salvata.

-
Domani...- rispose ancora un pò insicura. Non si fidava del tutto di quell'uomo, ma lui l'aveva salvata. Era il minimo che potesse fare concedergli quello che lui le aveva chiesto. E poi era curiosa di sapere che c'era dietro quei Ray-Ban scuri, che facevano tanto da Agente Segreto della CIA.

-
Allora domani vieni a questo indirizzo alle quattro del pomeriggio.-

Scrisse su un foglietto l'indirizzo di casa sua, di Neverland.

Poi mentre stava per uscire, lei gli mise una mano sulla spalla e lo fermò.

-
Grazie.- sussurrò piano.

Ora aveva un debito con lui.

Michael, da sotto tutta quella stoffa, accennò un sorriso contento. Ma sicuramente lei non lo aveva visto.








Angolo Dell'autrice

Ciao ragazzi!! Finalmente sono riuscita a postare il secondo capitolo. Sono sorpresa e soddisfatta di me stessa, perchè questo capitolo mi sembra venuto bene. Ma il mio giudizio non conta. Siete voi a giudicare e spero che recensirete in tanti per dirmi cosa ne pensate.

Scusatemi!! Lo so che la foto nel capitolo precedente non si vede, mi dispiace. Se avete dei consigli da darmi per fare in modo che si veda, io li accetto volentieri.

Comunque, ora passiamo ai ringraziamenti e alle risposte alle recensioni.

Innanzitutto ringrazio TUUUUUUUUUUUUUUTTI  quelli che hanno letto la storia.


LALLAMJ: allora, prima di tutto tu non ti dilunghi per niente, perchè mi piace quello che scrivi. Io sto dalla tua parte, ed è per questo che ho deciso di scrivere questa FF. Le donne vanno rispettate tutte. Qualsiasi sia il loro paese di provenienza, il loro colore della pelle e quant altro.
Hai visto però che l'ha salvata!! hihi!! un eroe luiiiiiiii!!! come te lo immagini Mike stile 007!! a me fa troppo ridere!!hihihi!!
Grazie ancora per la tua recensione teso. Ti voglio bene!!!

96OPAL: Marta, carissima!! Ti ringrazio per i complimenti fatti al primo capitolo della mia storia.Sono felice che ti piaccia e come vedi, l'ho continuata. Non ti preoccupare se non hai potuto recensire gli ultimi capitoli della storia di Ally e Mike, non importa.L'importante è che ti sia piaciuta. Comunque, tornando a questa storia, hai proprio ragione riguardo ai genitori di Stella...Soprattuttto per quanto riguarda sua madre. Lei davvero una bastarda...(scusate) poverina la nostra ragazza.
Rispondo subito alla tua domanda. Stella ha venticinque anni.
Grazie ancora della tua recensione. Spero che ti piaccia anche questo capitolo.Ciao, ti voglio bene!!

BLANKET_LOVE:ciao!!! che bello, una nuova lettrice!!! evviva^^!!
ok, adesso basta. Sono felice, che ti piacci la mia FF. Siamo nel 1999, un anno che non è molto famoso nella vita di Michael, apparte per il suo divorzio con Debbie.
Grazie mille per la tua recensione. Ti voglio bene!!

ELVIRAJ:elvy ciaooooooo!!! anche se non hai recensito ancora questa FF (e lo farai sennò ti uccidoo!!! n d me) (okok, non voglio morire n d te impaurita) (sto scherzando nn ti preoccupare n d me) rispondo alla recensione della storia con Ally, visto che hai tirato in ballo anche questa. Sono felice che ti sia piaciuta, sia questa che quell'altra. Hai porprio ragione riguardo alla favola di Mike...non meritava di finire così...
Vabbè ma non pensiamoci sennò mi viene da piangere e non è il caso visto che sono stata male anche ieri per lo stesso motivo...
Insisto sul fatto che IOOOOOOOOOO DEVO RINGRAZIRTI, QUINDI SMETTI DI FARLO TU!! ti voglio bene, spero che ti piaccia anche questa storia^^.




E adesso ringrazio di nuovo tutti quanti e vi auguro buona fortuna a leggere le mie storie...

It's all for love.

Marty


 




















 














  
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