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Autore: anzy    23/07/2010    3 recensioni
Questo è il seguito di "Ritorno al passato", in cui vedremo il ritorno di amici e di....leggete e scoprirete!!!
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cap34 Capitolo Trentatre – Triste vittoria
 
Uno spesso strato di polvere aleggiava nell’aria, rendendo impossibile distinguere ciò che ci si poteva trovare di fronte, ma la cosa più opprimente era il silenzio: il nulla sembrava aver avvolto tutto ciò che si trovava a Olimpia qualche minuto prima, e inghiottito chiunque si fosse trovato nei paraggi.
Eowyn fissava il cielo, o almeno quello che lei credeva fosse il cielo: riusciva a distinguere con facilità la miriade di particelle che riempiva l’aria e rendeva difficile anche il più debole respiro. Tutto di fronte a lei aveva assunto un colore grigiastro, come una nebbia appartenente alle antiche e desolate lande delle leggende celtiche, ma quella era la realtà e non la fantasia anche se, se esistevano gli Dei dell’antica Grecia, era pur vero che potesse esistere tutto il resto…

 
Si sentiva debole e sapeva di essere ferita gravemente, anche se sul suo corpo non ve ne era alcuna traccia. Probabilmente si trattava di un’emorragia interna che presto le avrebbe tolto anche la minima traccia di lucidità che le fosse rimasta, ma prima voleva accertarsi che tutti stessero bene, soprattutto lui!
Si voltò verso destra: Samia giaceva a terra, apparentemente illesa anche se incosciente; le aveva fatto scudo con il suo corpo, quando tutto aveva iniziato a crollare loro addosso, proteggendola per evitare che rimanesse ferita o peggio. Eowyn era ancora in grado di percepire il cosmo di Afrodite, per cui si rasserenò al fatto che la sua amica stesse bene e che presto si sarebbe ripresa, ma lei non avrebbe più potuto salutarla…S’intristì al pensiero, ma questo era il suo destino: tornare a ricoprire il suo ruolo mitologico e lasciare che il tempo aiutasse le persone che l’avevano conosciuta a dimenticare, dimenticare chi e cosa era stata.

 
Un rumore a pochi passi di distanza la distrasse dai suoi tristi pensieri; si concentrò per ciò che poté per riconoscere il cosmo di chi le stava di fronte, ma la poca energia che le era rimasta glielo impedì. La “nebbia” si dissipò un poco, ed Eowyn vide una sagoma tirarsi su a sedere, appoggiare una mano a terra per sostenersi e portare l’altra alla testa, reprimendo un gemito di dolore. Immediatamente pensò che l’unico in grado di rialzarsi dopo un simile scontro non poteva che essere Ares, ma era anche certa di averlo visto scomparire sotto il micidiale colpo che lo aveva colpito in pieno petto. La figura riuscì a mettersi in ginocchio e poi in piedi: il cuore di Eowyn iniziò a battere più forte, riconoscendo colui a cui si era donato, l’uomo che l’aveva riportato alla vita e che era riuscito a strapparla dalla sua agonia, o quasi almeno!
Milo non indossava più il mantello, già stracciato in più punti durante lo scontro, e la sua armatura era par la maggior parte un’unica crepa, ma era vivo! E la stava cercando…un rivoletto di sangue gli colava dalla tempia, ma la ferita non sembrava grave, mentre il taglio sulla gamba necessitava di cure immediate.
Eowyn avrebbe voluto chiamarlo e poi alzarsi, ma al minimo cenno di movimento gemette di dolore, attirando nonostante tutto l’attenzione del Cavaliere.

 
Quando gli occhi di Milo si posarono sulla sua figura e incrociarono il suo sguardo e il debole sorriso, in essi Eowyn poté leggere un immediato sollievo, ma anche una subitanea preoccupazioni per le sue condizioni.
Zoppicando vistosamente le si fece incontro e le s’inginocchiò di fianco, prendendole la mano e portandosela alle labbra; lo sforzo di Eowyn per parlare fu evidente, ma la Messaggera riuscì ugualmente a rivolgergli la parola.

 
“Stai bene?” gli chiese. Al suo cenno di assenso continuò “Samia ha bisogno di essere condotta al Santuario! Cerca Kiki per favore…” Milo volse lo sguardo all’amica ancora priva di sensi, per poi riportarlo sulla sua donna.
“Anche tu hai bisogno di cure…” le disse.
“Per me non c’è più tempo” gli rispose.
 
“Non dire sciocchezze, tornerai più in forma di prima!”
 
“Milo ascoltami…”
 
“Eowyn…”
 
“Ti prego, è importante che tu capisca”
 
“Cosa devo capire?” le chiese allarmandosi. Una lacrima bagnò la guancia di Eowyn, ma nessuno dei due tentò di fermarla.
 
“Milo, ho giurato a Zeus che io e te non ci saremo amati…mai!”
 
“Lo so, ero presente…”
 
“Lasciami finire ti prego!” il tono di voce si fece disperato e Milo ammutolì “Sul mio corpo non si vedono ferite, ma in realtà le forze mi stanno lentamente abbandonando e tra pochi minuti io non sarò più qui con te, e non potrò essere riportata indietro come succede per voi Cavalieri. Zeus mi sta richiamando a sé, ma starò bene una volta giunta lànon ti devi preoccupare”
 
“Come puoi dire una cosa simile? Mi stai dicendo che morirai, qui e tra pochi minuti…” Milo aveva assunto un’espressione furente, simile a quella usata poco prima quando aveva preparato il colpo finale insieme a Camus e Shaka.
 
“Almeno non soffrirò più, e tu potrai riprendere la tua vita e incontrare una ragazza che sappia amarti per l’uomo meraviglioso che sei!”
 
“Smettila di dire queste stronzate!” le urlò contro, riprendendo a espandere il suo cosmo. Una mano si posò sulla sua spalla, cogliendolo impreparato e con le difese abbassate. Milo si voltò pronto a combattere ancora, ma si calmò quando riconobbe Camus e Saga, seri e concentrati sulle parole che avevano appena udito da Eowyn.
Camus spostò per qualche secondo lo sguardo da Eowyn a Samia, per poi riposarlo sul viso della Messaggera che ne approfittò per avanzare una richiesta.

 
“Camus, occupati tu di Samia per cortesia, ha bisogno di pace e tranquillità”
 
“Non è necessario!” Shaka intervenne nella discussione e si avvicinò ai compagni “ me ne occupo io…” prese Samia tra le braccia e si allontanò, ma prima riservò a Eowyn uno sguardo carico di gratitudine per aver salvato la vita della sua amata.
 
Milo tentò di imitare Shaka, prendendo Eowyn tra le braccia, ma la smorfia di dolore che ne seguì lo costrinse a desistere dal suo intento di aiutarla.
 
“Milo te l’ho detto non puoi fare nulla per me…io…è finita!” Milo la osservò senza replicare, poi volse lo sguardo verso i due compagni che erano rimasti con lui. Con rabbia lasciò la mano di Eowyn e si allontanò, seguito prontamente da Camus.
 
Saga ne approfittò per prendere il posto di Milo al fianco della Messaggera; la fissò con sguardo serio, ma esprimendo tutto il dolore per l’imminente perdita.
 
“E così ci stai lasciando…” le disse “…non avrei mai pensato che fossi tu a rimetterci in tutto questa storia!”
 
“Invece era proprio quello che doveva succedere: ho concluso la mia missione tra di voi e torno da dove sono venuta!”
 
“Questa è la divina Messaggera che parla non Eowyn, la ragazza che ha rubato più di un cuore con il suo carattere timido e battagliero allo stesso tempo, che ha rubato il mio di cuore…”
 
“Ti stai dichiarando Cavaliere?” gli chiese sorridendo.
 
“Sia chiaro: questa è una cosa che rimarrà tra di noi!”
 
“Per forza: sto morendo Saga!” a confermare queste parole Eowyn chiuse gli occhi per affrontare il dolore che la stava devastando. Saga avvertì che il momento era giunto e richiamò Milo vicino a lei. Milo ed Eowyn rimasero soli per gli ultimi istanti che restavano loro.
Con uno sforzo sovrumano Eowyn si spostò di poco e riuscì ad aiutare Milo a stringerla tra le braccia; il viso della Messaggera venne a contatto con il petto del Cavaliere di Scorpio. Il cuore di Milo era un treno in corsa...
 
“Milo” lo chiamò piano.
 
“Dimmi” le rispose altrettanto a bassa voce.
 
“Vivi…vivi per me, nel mio ricordo”
 
“Stai vaneggiando”
 
“Mai stata così seria te lo posso assicurare…”
 
“Vuoi sempre avere ragione eh? Anche in un momento come questo…”
 
“Devi sapere…che mi sono innamorata …di te…” gli disse in un soffio, chiudendo gli occhi per non riaprirli mai più. Milo avvertì il momento esatto in cui il cuore di Eowyn smise di battere, il momento in cui il proprio iniziò a sanguinare per la perdita subita. Odiò la vita che conduceva, che per l’ennesima volta gli aveva strappato una persona cara; odiò l’essere Cavaliere, perché la giustizia non aveva realmente trionfato nemmeno questa volta! L’aver sconfitto Ares e i suo sgherri non aveva che portato all’ennesimo dolore.
Come avrebbe fatto a sopportare tutto senza di lei? Come avrebbe continuato a vivere, accontentando la sua richiesta?
 
“Continuando come hai sempre fatto!” la voce di Mur lo distrasse dai suoi pensieri. Milo aveva avvertito la sua presenza alle spalle, ma non aveva accennato a rivolgergli la parola.
 
“Hai ragione Mur: andrò ovviamente avanti, non mi tirerò di certo indietro dai miei doveri, ma il vecchio Milo non esisterà più! Il vecchio Milo è morto con Eowyn…” abbassò lo sguardo sulla ragazza che sembrava dormire pacata e sorrise al pensiero di lei con indosso una lunga e leggera veste dalle tinte chiare, al fianco del padre degli Dei che lui si figurava come un uomo canuto, ma non per questo poco attraente. Eowyn fiera del ruolo di Messaggera…magari qualche volta avrebbe fatto visita al Santuario…
 
“No, Cavaliere di Scorpio: la Messaggera non tornerà al Grande Tempio di Grecia mai più! Avete infranto una delle leggi fondamentali del culto della Dea Athena, utilizzando il colpo proibito da lei stessa non una, ma ben due volte! La Terra dovrà affrontare molte insidie in futuro, e la pace dipenderà sempre da voi, per questo motivo non posso richiamare indietro i Cavalieri cui ho dato un’ulteriore possibilità di riscattarsi. Nonostante tutto meritate una punizione: la Messaggera aveva messo radice nei vostri cuori, soprattutto nel tuo, per questo motivo l’ho richiamata al mio fianco, il posto che ha occupato per secoli! Il suo ricordo albergherà per sempre in voi, come monito a non contravvenire mai più una legge fondamentale come il divieto di effettuare l'Athena Exlamation…Addio Cavalieri di Athena, o meglio arrivederci!” la voce di Zeus aveva raggiunto tutti i presenti, ma anche coloro che si trovavano ad Atene avevano ascoltato le sue parole di rimprovero e la conseguenza delle azioni intraprese dai compagni. Nessuno poteva recriminare su ciò che era successo, ma non potevano nemmeno negare il fatto che Eowyn ormai era entrata a far parte della “famiglia” e che la sua perdita avrebbe lasciato un’altra cicatrice che non si sarebbe rimarginata troppo presto.
 
Alle parole di Zeus seguì una luce abbagliante che avvolse il corpo di Eowyn; quando il bagliore si affievolì, Milo si ritrovò con le braccia vuote! Il corpo della ragazza era scomparso, lasciandolo disperatamente solo. Con lentezza si alzò da terra e raggiunse Saga e Camus che erano rimasti a osservare la scena da lontano senza fiatare. I tre ripresero il cammino verso il Santuario di Atene, dove la loro vita avrebbe ripreso a scorrere da dove era stata interrotta.
 
 
 
 
 
Le notti e i giorni si alternavano senza variazioni di sorta: allenamenti, allenamenti e ancora allenamenti, soprattutto per alcuni dei Cavalieri che di fare altro non ne volevano proprio sapere. Milo in primis non aveva alcun interesse se non quello di dimenticare la morsa che gli attanagliava il petto, la solitudine che aveva preso possesso della sua mente e che faticava a sradicare.
C’era una persona, però, che aveva cambiato radicalmente le proprie abitudini: Saga si allenava come tutti gli altri ma, se prima non aveva mai fatto più di tanto caso ad altre distrazioni quali il sesso, ora sembrava che questa occupazione fosse diventata indispensabile. Il titolo di latin lover del Santuario era passato poco alla volta da Milo a lui: era pur vero che il suo fascino non era da meno di quello del Cavaliere di Scorpio, ma le Sacerdotesse e le allieve di queste ultime sembravano attratte dall’ombrosità che lo caratterizzava. Una notte, due al massimo e via, avanti la prossima che avrebbe catturato la sua attenzione…
 
 
Saga aveva appena finito l’allenamento con Shaka, quando venne raggiunto da Kanon che gli si sedette di fianco su una delle scalinate dell’arena dei combattimenti. Era completamente sudato, ma anche così attirava l’attenzione di qualsiasi donna si trovasse nei paraggi.
 
“Ti consiglio una doccia fratello…puzzi!” Saga lo degnò solo di uno sguardo ironico.
 
“Cosa ti porta qui, Kanon?”
 
“Deve per forza volere qualcosa?”
 
“Sì”
 
“E va bene, lo ammetto! Sono preoccupato per te!”
 
“Tu? Preoccupato per me?”
 
“Esatto: sei cambiato, non fai che allenarti e concupire tutte le donne del Santuario”
 
“E cosa c’è di male in un po’ di sano sesso?”
 
“Un po’? Ma se ogni notte cambi compagna di avventura!”
 
“Dì un po’, sei diventato bacchettone?”
 
“Sono serissimo, Saga! Da quando Eowyn ci ha lasciati è come se tu avessi perso qualcosa, come se fossi andato con lei!”
 
“Ma di che cosa stai parlando, si può sapere?” gli chiese adirato, fissandolo serio.
 
“Siamo gemelli, Saga. Dimentichi forse che io posso percepire i tuoi stati d’animo? Per non parlare, poi, del fatto che so esattamente cosa provavi, o forse provi ancora, per la Messaggera. Tu ti sei innamorato di lei senza poterci fare nulla, e adesso non puoi dimenticare. Oppure non vuoi? Abbiamo utilizzato due colpi proibiti, ma quello che abbiamo creato io, te e Micene lo hai proposto tu e ti senti in colpa adesso…”
 
“Tu vaneggi, fratello!” Saga si alzò di scatto e gli voltò le spalle. La sua espressione era dura “Non pensare a me come a un rammollito dal cuore tenero! Ricordi chi sono? Sono colui che voleva Athena morta…”
 
“Te lo ripeto Saga: sei diverso in tutti i sensi…” Saga decise di non voler più ascoltare nulla e si allontanò, lasciando Kanon a sorridere per aver fatto pieno centro.
 
 
Samia entrò nell’Ottava Casa senza chiedere il permesso, attraversò l’atrio e si diresse verso l’appartamento privato; ormai era sua abitudine andare a controllare lo stato d’animo di Milo, fermarsi a chiacchierare con lui di qualsiasi cosa. Quel giorno erano esattamente cinque mesi che la battaglia contro Ares era terminata, una triste vittoria conquistata con il sacrificio di una persona a loro molto intima.
Samia ricordava costantemente ogni particolare della battaglia, da quando lei era giunta nell’ Heraion e vi aveva trovato Milo e Ares che si fronteggiavano con sguardi cupi. Eowyn era incatenata al muro e sembrava soffrire. Osservando meglio, Samia si era poi resa conto che le catene che le imprigionavano i polsi emanavano un forte calore e che la ragazza stava sudando copiosamente.
La scena la lasciava senza fiato ogni volta che vi ripensava…
 
“Samia…” la chiamò Milo distraendola dai suoi pensieri.
 
“Ciao Milo” lo salutò sospirando e sedendosi sul divano.
 
“Sei stanca?”
 
“Solo affaticata…la futura Dea scalcia un po’” Milo sorrise, ma si fece subito serio.
 
“Lo sai che giorno è oggi vero?" Le chiese.
 
“E perché sarei qui altrimenti?”
 
“Perché non puoi fare a meno di me?” le suggerì ironico.
 
“Simpatico! No, lo sai che solo insieme a te sono in grado di pensare a lei come se fosse ancora qui. E ricordare mi fa bene, come fa bene anche a te. Mi aiuta a far diminuire il senso di colpa, anche se non scomparirà mai del tutto”
 
“Te l’ho già detto tante volte: tu non hai colpe!”
 
“Ah no? Se non fossi stata così testarda da voler venire a tutti i costi a Olimpia, Ares non avrebbe tentato di prendermi di nuovo e tu, Camus e Shaka non avreste dovuto decidere di abbatterlo con l’Athena Exlamation! Ricordo perfettamente lo shock che ho provato vedendovi assumere la posizione per preparare il colpo. Il boato che ne è conseguito, la luce abbagliante e il Tempio che ha preso a tremare…” Samia represse un brivido.
 
“Siamo noi a doverci sentire in colpa, lo sai! Non mi ero reso conto che Eowyn si era liberata, anche se a fatica, e l’ultimo sforzo l’ha fatto per mettere in salvo te dalla nostra pazzia! Mi chiedo se arriverà mai il giorno in cui non ci sentiremo più così, ma ne dubito”
 
“Promettiamoci di uscire da questa situazione; non dico di dimenticarla, ma di riuscire ad andare avanti..insieme! Cosa ne dici?”
 
“A me sta bene” le rispose alzando le spalle, ma dentro di sé sapeva che avrebbe tenuto il ricordo di Eowyn per sempre….

Continua…



Ecco qua il penultimo capitolo...adesso sono pronta a ricevere gli insulti più svariati: ho fatto morire la protagonista!!!!!!!!!!!!! So che speravate di vedere un happy end come al solito, ma questo non lo è...solo che ho scritto che è il penultimo capitolo, e chi lo sa cosa succederà nel prossimo??? Siete curiosi? e non vi resta che leggere!!!
Forse vi aspettavate anche un resoconto dettagliato della battaglia, ama mi ero stancata di quell'andamento e ho deciso di lasciarvelo intuire a pezzi, mentre i protagonisti ricordano o ne parlano, cosa ne dite? Mi raccomando fatemi sapere OK???


winnie343: nemmeno questa volta hai dovuto attendere troppo visto? Scorpio ha dovuto affrontare niente popò di meno che la morte di Eowyn...te lo saresti mai aspettata? Mi fa sempre piacere leggere  i tuoi commenti grazie bacioooooooooo

sesshy94: ops le minacce non sono servite...la storia non si sta concludendo benissimo!!!! Spero ti sia piaciuto lo stesso il capitolo fammi sapere kisssssssssssss

Ai91: Eowyn  è morta e tu mi starai maledicendo alla grande, ma ormai mi conosci no? Detto questo detto tutto!!! Ciao belllaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
   
 
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