‘‘Non c’è nulla che desideri di più al mondo, di un tuo sorriso’’.

Quelle parole mi rimbombano ancora in testa.

Troppo belle per essere dimenticate.

Troppo importanti per essere disperse.

Rinchiuso in un corpo che non era il mio, urlavo.

Gridavo nell’oscurità del corpo del mio io originale.

Urlavo il tuo nome.

Ma tu non potevi udirmi.

Urlai ancora disperatamente, ma la voce sul punto di uscire, si spezzava in gola, facendomela bruciare terribilmente.

Le guance erano arrossate e pulsavano terribilmente.

Faceva male.

Troppo male.

Gli occhi erano rossi, ed il loro colore andava sfocandosi per via delle lacrime, che scendevano copiose per le mie guance, facendole rodere ancora di più.

Urlai nuovamente.

Nulla.

Continuavi a fissare Sora con aria beffarda di chi la sa lunga.

Come eri bello. Eri rimasto quello di sempre.

Alto dai capelli scarlatti, con quegli occhi di smeraldo che laceravano l’anima di chi li contemplava.

La mia in particolare.

Sentii nuovamente le guance pulsare e gli occhi tornarono lucidi.

Le lacrime spuntarono di nuovo, non si decidevano ancora a scendere, ma luccicavano come stelle in prigione.

La voce, la mia voce era completamente svanita.

Mi ero sforzato troppo. Che stupido.

Ma, non ostante il bruciore, mormorai ancora una volta quel nome dalle lettere sottili.

Axel.

Sgranasti gli occhi.

Il tuo sorriso si trasformò in una smorfia di sorpresa mescolata a dolore.

Presi per un braccio Sora e lo sbattesti al muro.

Lo baciasti.

Anzi no.

Non baciasti lui. Baciasti me.

Quel bacio era per me.

Mi accasciai atterra in lacrime, imprecando contro quel maledetto dio che ci aveva fatto tutto questo.

Sentii le tue mani sul suo viso.

Lo baciasti ancora.

Mi baciasti ancora.

Poi ti scostasti lasciando Sora di stucco.

Sorridesti nuovamente.

Un sorriso falso, un sorriso che nascondeva un dolore immenso.

Ci sono lacrime che dal cuore non arrivano agli occhi.

Le tue per esempio.

Ti vidi morire consumato su di un pavimento.

Mi dedicasti gli ultimi attimi della tua vita.

‘Axel… che cosa stavi cercando di fare?’

‘ Volevo vedere Roxas. Era l’unico che mi piacesse. Mi faceva sentire come se avessi un cuore.’

Moristi con il sorriso sulle labbra.

Moristi con lo sguardo in quello di Sora.

Con lo sguardo puntato nei miei occhi.

Che gesto egoista.

Nel momento in cui cessasti di vivere, io morii.

La mia anima morì.

La mia mente morì.

Tutto ciò che possedevo, mi è stato portato via.

Dopo tutto si muore perché è la solitudine che ci uccide.

Non essere importanti per niente e nessuno è devastante.

Dinnanzi a dio mi stringo a te.

Sentendomi stringere a mia volta.

Dio, ci ha donato una vita piena di dolore e angoscia.

Due peccatori come noi, meritano l’inferno.

Ma non m’importa.

Non esiste un’ altra vita.

E ciò che mi rimane di questa, voglio consumarlo, stretto a te.

Continua a stringermi tra le braccia piccolo mio.

Non mollare mai la presa.

Stringimi.

Così, non mi perderò mai più.

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Okay niente commenti stupidi. Questa mi è costata molti fazzoletti. Spero vi sia piaciuta ^^