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Autore: Akrois    27/07/2010    7 recensioni
Guarda il petto piatto sotto il maglione grigio sorcio (c’è chi dice che è grigio Fumo di Londra, ma lei insiste che è un grigio sorcio) e sospira – Tu hai un bel seno, Marianne.- dice senza alzare lo sguardo verso di lei.
-Moi?- Marianne le tiene forte una mano e corre nel buio – Grazie cara Vicky, ma non credo sia il momento adatto per i complimenti.- dice sorridendo con quelle labbra scarlatte che sembrano rubate alle rose.
[Fem!Inghilterra (Victoria Kirkland), Fem!FRancia (Marianne Bonnefoy)]
Genere: Introspettivo, Storico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Farfalle nella metropolitana.

 

 

 

 

 

 

Ah, quant’è bella Marianne. È certamente la ragazza più bella di tutta Londra, anzi, dell’Inghilterra tutta! Poi, Marianne è l’unica ragazza che conosce che è bella anche con la divisa della scuola. Forse è anche merito della scuola, un istituto creato da immigrati francesi per i figli di altri immigrati francesi che ha come fine quello di non far omologare troppo i loro preziosi figli con quegli incivili degli inglesi; che fa girare le sue studentesse con delle gonne lisce al ginocchio e delle camicette con le maniche a sbuffo di un blu così bello da sembrare rubato al cielo, coperte (quale scempio!) da giacchette del medesimo colore e fornisce pure dei graziosi baschi in tinta, baschi che solo le ragazze di quell’istituto sanno indossare senza sembrare ridicole.

Poi ha quegli occhi enormi del colore del cielo e quei capelli appena mossi color del grano e la pelle come porcellana e quel seno splendido che preme contro la camicetta e che tutti i maschi guardano e Marianne è semplicemente la più bella.

Guarda il petto piatto sotto il maglione grigio sorcio (c’è chi dice che è grigio Fumo di Londra, ma lei insiste che è un grigio sorcio) e sospira – Tu hai un bel seno, Marianne.- dice senza alzare lo sguardo verso di lei.

-Moi?- Marianne le tiene forte una mano e corre nel buio – Grazie cara Vicky, ma non credo sia il momento adatto per i complimenti.- dice sorridendo con quelle labbra scarlatte che sembrano rubate alle rose.

Poi magari Marianne non è poi tutta questa bellezza ed è lei che la idealizza troppo. Tipo, adesso non ha gli occhiali e la sua vista fa schifo, quindi tecnicamente non dovrebbe riuscire a vedere il brillare dei braccialetti d’oro di Marianne, il frusciare della gonna blu attorno alle sue gambe, il movimento elegante della caviglia che si piega sotto lo stivaletto nero. Eppure tutti quei particolari sono fervidamente impressi nella sua mente. Potrebbe vederli anche se perdesse gli occhi.

- Tu sei bella, Marianne.- dice col fiato corto correndole dietro, le vecchie scarpe troppo maschili che solevano schizzi di fango – Tu sei bellissima.- ripete con le lacrime che pizzicano gli occhi.

- Anche tu lo sei, Vicky- dice Marianne tirandola verso le scale e correndo mentre con una mano si tiene il basco sulla testa – te lo assicuro.

- Non è vero.- sbotta Victoria – Io non sono bella. Non lo sono.

- Sei solo una crisalide.- grida Marianne cercando di sovrastare il rumore della folla che si riversa nella metropolitana – Presto diventerai una farfalla, Vicky.- la tira verso un angolo e la porta contro un muro, poggiando ansante la testa sulla sua spalla – Diventerai una farfalla più bella di me.

Gli passa le mani bianche e lisce fra i capelli stopposi color paglia e sorride davanti a quelle orribili sopracciglia troppo folte e alle labbra fatte apposta per il broncio. L’abbraccia quando il sibilo di una bomba si fa sentire poco lontano – Presto quando?

- Adesso.- sussurra Marianne– Puoi diventare una farfalla adesso.

Victoria non vede il suo volto e non capisce bene. Solleva le mani e le tiene a cinque centimetri dalla sua schiena, nell’imitazione pessima di un abbraccio – Come?- domanda fissando il muro davanti a lei, ignorando la folla urlante – Come faccio a diventare una farfalla?

- Oh, è più semplice di quanto pensi, Victoria.- sussurra fra i singhiozzi. Un sibilo le perfora le orecchie e sembra così vicino, così vicino – Basta che tu non pianga. –.

Sente le mani di Marianne afferrarla per i vestiti e sbatterla fuori, sulle scale – Cours!

Victoria conosce circa venti parole in francese, ma non sta troppo a farsi domande e corre come se avesse il diavolo alle calcagna o magari come se dovesse fuggire dalle lacrima di Marianne.

Marianne la guarda e sorride.

Victoria cade e dopo è tutto buio.

 

 

 

Marianne è la ragazza più bella di Londra.

Victoria ne è convinta anche mentre scava con le mani fra le macerie sotto l’orribile pioggia di Londra.

Marianne ha i capelli color del grano e gli occhi color del cielo e la pelle di porcellana e Dio l’abbia in gloria perché lei è la ragazza più bella di Londra, anzi, dell’Inghilterra tutta!

Impreca e piange buttando i sassi qua e là, grida il nome di Marianne e poi impreca di nuovo.

Marianne non poteva essere sotto quelle macerie, perché Marianne era una farfalla e di sicuro era volata via con un saltello aggraziato prima che la bomba si schiantasse sopra di loro, poco dopo averla lanciata fuori della metropolitana. Sì, Marianne era volata via, non come un angelo perché lei non era un angelo, lei era dannatamente terrena e sarebbe ritornata subito alla terra dopo essersi fatta un voletto sopra Londra.

S’immaginava di vedersela apparire alle spalle, la divisa perfetta senza neanche un granello di polvere a macchiarla, gli stivaletti neri lucidi, i braccialetti d’oro luccicanti sotto un raggio di sole fatto apposta per illuminarli e il basco perfettamente in posizione. L’immaginava poggiarsi le mani delicate sui fianchi e sorriderle schiudendo quelle labbra di rose rosse e dire “- Sembri un mostro di fango, Vicky!-“ e ridere di lei, per poi prenderle una mano e portarla via, verso un mondo che avrebbe brillato più di qualunque altro solo perché c’era lei al suo fianco.

Le facevano male le mani, ma non importava, altri uomini ed altre donne aiutavano a scavare, ma non li vedeva.

Adesso avrebbe alzato un sasso e avrebbe scoperto che Marianne non era lì e allora avrebbe voluto dire che aveva ragione, sì, che Marianne era volata via perché lei era una farfalla!

Marianne era una farfalla e le avrebbe insegnato il vero segreto per diventare una farfalla a sua volta!

Ridacchiò sotto la pioggia, sollevando un sasso e poi un altro ed un altro ancora. Qualcuno cominciò ad aiutarla.

Si accorse di star urlando il nome di Marianne solo quando sentì la gola fare male. Piano piano trovò un piede scalzo e una calza color carne bucata. Poi un secondo piede che calzava uno stivaletto nero.

Due ginocchia splendide e una gonna blu strappata. Un polso ornato da braccialetti d’oro. Il busto avvolto nella giacchetta blu strappata.

Gridò più forte scavando come una pazza (come una talpa?), togliendo gli ultimi sassi dal suo corpo.

Marianne sorrideva ad occhi chiusi, il viso coperto di polvere grigia che veniva lavato dalla pioggia londinese.

L’afferrò per le spalle e la scosse gridando. Marianne non poteva essere morta, oh nonononononononononono! Marianne era volata via prima dell’esplosione, insomma, Marianne non avrebbe mai potuto sopportare di essere così sporca e lacera! Sarebbe stato un insulto alla sua eleganza francese!

Oh, ma Marianne aveva ancora in testa il basco.

E sorrideva. Oh, quanto era bello il suo sorriso.

Victoria si caricò non senza fatica il corpo fra le braccia (era triste sapere di essere troppo debole persino per portarla via da quell’inferno) e sorrise baciandole la guancia sporca.

Marianne era una crisalide, proprio come lei. Solo che Marianne era diventata una farfalla in quel momento, nella metropolitana, mentre la spingeva fuori e sorrideva.

Infatti quello non era altro che un involucro, una forma di passaggio verso la sua vita di farfalla.

Victoria la poggiò delicatamente sul lenzuolo bianco e sorrise baciandola sulle labbra, voltandole le spalle nel sole che timidamente spuntava su Londra.

Avrebbe atteso che Marianne si stufasse di volare sul mondo e tornasse a Londra, più bella e splendente di prima. E poi le avrebbe spiegato come si fa a diventare farfalle, sì.

 

 

 

 

A.Corner____

Orribile ed atroce storia. Orribile. Orribile. Orribile. Orribile. La odio. La odio. La odio. La odio.

È venuta male (ç.ç)

Ah, una piccola spiegazione: durante i bombardamenti su Londra della Seconda Guerra Mondiale la gente aveva la strana fissa che imbucandosi nelle metropolitane si sarebbe salvata.

Errore Madornale.

Infatti nelle metropolitane stipate non si avevano vie di fuga per i tedeschi era come sparare in una gabbia piena di conigli.

Ho sono e sono acida, sì.

Devo dormire (ç.ç) buonanotte ç.ç/

 

 

 

 

 

 

 

 

EDIT:

 

 

Partiamo col dire che ringrazio Kiretta e Sokew86. Grazie. Commenti così sono quelli che… quelli che… diciamo che fanno la mia giornata, anche se ormai è sera.

Parliamo d’altro. Poiché a pubblica accusa corrisponde pubblica difesa ecco qua una serena difesa pubblica.

Dessalvi è stato un errore mio, l’ho riconosciuto, ho chiesto scusa, ho provveduto.

Non è bastato?

Devo mandare un cesto di frutta in segno di scusa? Dei palloncini con scritto “scusami”? Dimmelo che mi organizzo. Perché questa sembra davvero una ripicca,un puntarmi il dito contro perché “l’ha fatto una volta, perché non dovrebbe farlo una seconda?!”.

Victoria non è un nome spuntato oggi. È un nome che è spuntato nella storia d’Inghilterra e del mondo più volte.

Cito da WikipediaVictoria, in italiano Vittoria, è il nome di numerosi toponimi nel mondo intero. Nei Paesi del Commonwealth e, più in generale, in quelli dell'ex impero britannico, tali toponimi sono dedicati alla regina Vittoria, che regnò sul Regno Unito e sull'Impero dal 1837 al 1901.” Vedi? Non è nuovo, non è insolito, non è astruso e non te lo sei inventato tu.

Dessalvi l’ho cambiato. Ma per Victoria non alzerò un dito, mi dispiace. Victoria è e Victoria resta.

Ah, comunque no, non mi arrabbierei. Non me ne fregherebbe nulla, in realtà. Non sono nomi miei, non li inventati io. Mi potrei irritare, ma non arriverò a pestare i piedi su un sito dicendo che l’autore deve cambiare il nome. Non leggerei la storia e passerei amabilmente oltre. Magari prima di dormire scomoderei il mio medico per farmi dare del valium.

 

Buona serata.

Akrois.

 

 

 

P.s: se vuoi continuare la discussione ti prego di farlo in forma privata.

 

 

 

 

A parte questo sono un filino stufa di dovermi arrabbiare ogni volta che inserisco un nuovo nome, che cavolo.

Non mi sembra di plagiare nessuno. Non l’ho mai fatto, mi pare.

Quindi gentilmente, basta. Al prossimo che si lamenta di un nome o un cognome mi limiterò a segnalare la recensione e andare avanti con la mia vita.

Mica posso farmi venire il fegato amaro per un nome, dannazione.

 

 

 

Sokew86: grazie per l’idea. Mi sa che qualcosa ci tirerò fuori (+_+/)

 

   
 
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