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Autore: alister_    29/07/2010    4 recensioni
E alla fine, si rincontrano, vittima e carnefice.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aeris Gainsborough, Sephiroth
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: FFVII
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E' una lenta e profonda discesa. Inizia con con un tonfo, trascina verso il basso, gių, gių, sempre pių gių... E alla fine...


Si ferma.


Un mare infinito d'indefinito colore e consistenza. Acqua, forse, acqua che non bagna, nč fredda nč calda, nč azzurra nč blu.  


Due figure stanno dritte una di fronte all'altra, in piedi, eppure non toccano terra: fluttuano, galleggiano, immobili, divise da due metri d'intangibile acqua verdastra, uomo e una donna.


L'uomo č appena arrivato, scivolando gių lentamente e sinuosamente: alto, imponente, capelli lunghi e argentei, fisico statuario, occhi freddi.


La donna lo stava aspettando, immobile: esile, eterea, una chioma castana che si spande nei flutti, uno sguardo impenetrabile.


Si fissano, faccia a faccia, in silenzio.


Lei apre bocca: -E' finita-.


Lui non ribatte, non si accende, non si arrabbia. La fissa, e immagini lontane si sostituiscono alla sua faccia colorata d'acquamarina.


Lama che affonda, sangue che scende, corpo che cade, occhi sgranati e poi chiusi per sempre: morte.


-Mi dispiace-.


Questa volta č lei a non ribattere. Resta in silenzio, torva, inarca un sopracciglio e distoglie lo sguardo.


-Mi odi?- prosegue lui.


Lei sorride, amaramente.


-Non dovrei?- Rialza il capo, lo crocifigge con lo sguardo. -Tu hai distrutto la mia vita-.


Lui resta zitto, aspetta che continui. Cerca di sostenere l'accusa che gli muove semplicemente guardandolo, cerca di resistere, di non abbassare la testa, di non fare il vigliacco.


-Dovrei odiarti per questo. Io non volevo morire quel giorno-.


-Mi dispiace-, ripete lui, guardandola negli occhi: occhi chiari che annegano in altri occhi chiari, del colore dell'acqua che li circonda. Forse scaturisce tutto da lė, dai suoi occhi verdi.


-Lo so. Sei di nuovo tu, ora-.


Le sue spalle nude s'incurvano, sotto un peso invisibile.


-Ho sbagliato-, sussurra, -e ho fallito. Che cosa posso fare?-


Lei scuote il capo leggermente, con noncuranza. Si avvicina di un passo, senza neppure muovere le gambe velate dall'abito leggero, e stende il braccio in avanti: le dita sottili della sua mano sfiorano il petto dell'uomo, e lui puō notare le piccole unghie chiare e rotonde, tanto simili a quelle di una bambina, cosė umane e diverse da quegli strani occhi.


L'avevano sempre inquietato, quegli occhi: troppo saggi, troppo sereni, troppo severi... Lo fissavano senza timore, mentre tutti gli altri allontanavano lo sguardo spaventati; gli tenevano testa, proprio quando nessuno riusciva ad opporglisi veramente. Per questo li aveva chiusi per sempre.


Elimina l'ostacolo: questo si era detto, questo aveva fatto. Ma gli eventi erano precipitati ancora di pių, un tunnel senza fondo, una caduta senza risalita: quell'uccisione tanto semplice era stata la molla che aveva innescato la sua sconfitta. Non solo per Holy, ma per quegli sguardi... I rammolliti che prima lo temevano ora lo guardavano con ardore, con audacia, con rabbia... Strife si era trasformato da sua marionetta a suo carnefice... E tutto era andato a rotoli. Il suo petto, nudo, č ancora sporco del sangue di quell'ultimo furibondo assalto di Strife.


-Ti ha vendicata, alla fine-.


Lei inclina il capo.


-Non ha molta importanza. Che ti abbia fermato per vendicare la mia morte o per salvare il Pianeta, l'importante č che l'abbia fatto-.


Lui tiene lo sguardo fisso davanti a sč, riflette.


-Sembra tutto cosė inutile, adesso. Perchč lo stavo facendo? Perchč ho rovinato tutto? Perchč ti ho uccisa?-


Lei sorride amaramente un'altra volta, lui prosegue: -Nulla ha senso, ora. Mi sembrano tutti ricordi lontanissimi e incomprensibili... Tsk... La mia vita... era cosė perfetta. Gloria, rispetto, ammirazione: avevo tutto ciō che un uomo potesse desiderare...-


Immagini del suo passato si disegnano chiaramente davanti a lui: la sua sfilata trionfale alla parata annuale di Junon, gli sguardi ammirati dei suoi sottoposti, Zack Fair che gli chiede consigli ascoltando attentamente le sue risposte... E poi, d'improvviso, l'arrivo a Nibelheim, i dubbi che, dopo tanto tempo, trovano conferma, il cambiamento, la follia...


-Distruzione. Ecco che cosa č successo alla mia bella vita. Tutto si č distrutto ed č precipitato, cambiando irrimediabilmente. D'improvviso non esistevo pių, ero un'altra persona... Non pių l'eroe, ma il terribile nemico... Pazzo, con un piano altrettanto folle...-


Sorride scuotendo il capo, al ricordo della sua stessa risata intrisa di pazzia.


-E ora...-


Lascia cadere la frase: non sa cosa dire, non sa cosa aspettarsi. Semplicemente non sa.


-Ora č finita. La tua lotta, la tua ricerca, la tua disperazione, la tua angoscia... E' tutto finito-.


Sephiroth annuisce, in silenzio, come un bambino rincuorato dalla mamma: quella strana creatura davanti a lui gli appare d'improvviso stranamente gentile e generosa di conforto. Il suo dito esile scivola sul suo torace, seguendo gli strano intrecci disegnati dal sangue, e portando con sč uno strano alone acquamarina: alla fine, č pulito.


Lei sorride, compiaciuta della sua opera. In questo momento non fa pių paura, anzi č bella, bella come un angelo, e Sephiroth, guardandola, si ritrova a capire Zack e Strife e a condividerne i pensieri.


-Grazie-, mormora. Il sorriso le si allarga, illuminandole il viso: che strana creatura. -E ora?-


-Coraggio, vieni-.


Gli tende la mano, e Sephiroth l'afferra: č salda, sicura, ben pių ferma della sua sua. Lei si volta, ed č un frusciare di vesti chiare e capelli scuri. I suoi occhi scintillano smeraldini nell'acqua chiara, mentre si muove e lo trascina con sč. Lucciole verdi si muovono da ogni parte, accerchiandoli.


Sephiroth si lascia guidare, voltando il viso bello da una parte all'altro, meravigliato come un bambino di fronte ai fuochi artificiali di Gold Saucer. Aeris sorride: all'inzio fanno tutti cosė, dai pių giovani ai pių vecchi, dai pių ingenui ai pų scettici.


Accelera il passo: la strada č lunga.


-Benvenuto nella Terra Promessa, Sephiroth-.


   
 
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