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Autore: Yoko_kun    17/08/2010    2 recensioni
L’idea di questa breve raccolta(3 capitoli totali) nasce dal pensiero che Inoue per parecchio tempo nella sua vita è stata sola. Quando ad esempio è morto suo fratello, o quando si ritrova prigioniera a Las Noces.
Così visto che avevo già per la testa un paio di idee su Inoue ho deciso di fare questa raccolta e riunire qui i tre lavori.
Il primo di questi sarà ambientato nel passato, cioè quando viveva da sola dopo la morte del fratello e prima di andare alle superiori e conoscere i suoi amici.[Credo sia da considerare un po’ nonsense questo lavoro]
Il secondo lavoro riguarderà il lasso di tempo che intercorre tra la fine della saga della Soul Society e il suo rapimento da parte degli arrancar, in cui la sua solitudine è minore ma è data dallo strano turbinio di emozioni che prova e che non riesce a calmare.[Ci sarà un piccolo accenno InouexMatsumoto]
Il restante lavoro sarà invece ambientato nel periodo di prigionia a Las Noces.
-1) Beautiful butterfly. { Stava disegnando farfalle.
Sembravano farfalle viste con gli occhi di un ubriaco, distorte nelle forme e nei colori, ma a lei non importava.
Perché a lei piacevano così, perché quelle erano le sue farfalle: nate dalla sua mente e volate fuori di lei grazie alle proprie mani.
Si sentiva sola, sperduta e stanca dentro quelle mura vecchie e pregne di ricordi.
Di ricordi dolci, come i sorrisi che nascono all’improvviso, ma anche di ricordi amari, come le lacrime.
Ma comunque di ricordi difficili da contenere e sopportare per una ragazzina di soli dodici anni.}

-2) Signorina Rangiku. { La signorina Rangiku non l’aveva giudicata, ma l’aveva accettata per quello che era, l’aveva accettata anche per quello che lei non accettava di sé. L’aveva accettata, accolta e curata.
Era stata il suo riparo in un giorno di pioggia.
Si sentiva sciocca e fuori luogo a pensare tutto ciò, e si sentiva ancor più sciocca e fuori luogo a sentire quale strano e profondo sentimento si animava a quei ricordi, mettendola in subbuglio.
Ma non aveva importanza, perché quel sentimento palpitava dentro il suo seno e non poteva uscire.
Nessuno l’avrebbe mai visto né notato, perché lei lo aveva rinchiuso dentro il suo vaso di Pandora.
E quel vaso non lo avrebbe mai aperto per paura che anche la speranza potesse fuggire dal suo abbondante petto, lasciandola sola e vuota.
“Signorina Rangiku per una volta posso osservare la vostra di schiena?” }

-3) 7 luglio. { Guardava oltre la finestra dal primo momento in cui aveva messo piede in quella stanza.
In un primo istante aveva osservato con occhi curiosi, ferma un passo prima della soglia della porta, la comoda prigione truccata perfettamente da stanza -a eccezione di quella piccola finestrella in cui il panorama si vedeva a righe- in cui sarebbe alloggiata.
Era stata curiosa e circospetta, l’aveva velocemente guardata tutta quasi temesse che ci fosse già un altro inquilino. Ma dopo un passo, quando finalmente era arrivata alle porte della fine della sua libertà, i suoi occhi di miele erano stati attirati da quell’unica fessura da cui si intravedeva la desolazione dell’eterna notte dell’Hueco Mundo.
Il panorama non era certo né ampio né questo granché eppure non aveva potuto fare a meno di sentire che il proprio sguardo era attirato magneticamente da quello spicchio di luna che sembrava ricambiare l’attenzione di ogni osservatore che posasse gli occhi addosso alla sua bianca superficie.}
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inoue Orihime
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I pray for your loneliness.


L’idea di questa breve raccolta(3 capitoli totali) nasce dal pensiero che Inoue per parecchio tempo nella sua vita è stata sola. Quando ad esempio è morto suo fratello, o quando si ritrova prigioniera a Las Noces.
Così visto che avevo già per la testa un paio di idee su Inoue ho deciso di fare questa raccolta e riunire qui i tre lavori.
Il primo di questi sarà ambientato nel passato, cioè quando viveva da sola dopo la morte del fratello e prima di andare alle superiori e conoscere i suoi amici.[Credo sia da considerare un po’ nonsense questo lavoro]
Il secondo lavoro riguarderà il lasso di tempo che intercorre tra la fine della saga della Soul Society e il suo rapimento da parte degli arrancar, in cui la sua solitudine è minore ma è data dallo strano turbinio di emozioni che prova e che non riesce a calmare.[Ci sarà un piccolo accenno InouexMatsumoto]
Il restante lavoro sarà invece ambientato nel periodo di prigionia a Las Noces.
Ma questo lo avete già saputo dall'introduzione per cui vi lascio alla lettura!


Beautiful butterfly.


Stava disegnando farfalle.
Sembravano farfalle viste con gli occhi di un ubriaco, distorte nelle forme e nei colori, ma a lei non importava.
Perché a lei piacevano così, perché quelle erano le sue farfalle: nate dalla sua mente e volate fuori di lei grazie alle proprie mani.
Si sentiva sola, sperduta e stanca dentro quelle mura vecchie e pregne di ricordi.
Di ricordi dolci, come i sorrisi che nascono all’improvviso, ma anche di ricordi amari, come le lacrime.
Ma comunque di ricordi difficili da contenere e sopportare per una ragazzina di soli dodici anni.
Aveva bisogno di distrarsi, di far uscire dalla sua testa tutti i pensieri che la riempivano, riversandoli su una marea di fogli bianchi che sporcava rappresentando in eguale misura i suoi fantasiosi sogni e i suoi distorti incubi. Spesso mischiandoli, spesso rendendoli un unico essere ambiguo e emblematico, spesso confondendoli tra loro.
Aveva bisogno che qualcosa la portasse via, lontano da quelle vecchie e stanche mura, lontano da quell’ambiente stantio, lontano dal ricordo della sua solitudine.
E quel qualcosa erano le ali, colorate di improbabili colori, di quelle farfalle.
E non importava se erano frutto di un’innaturale incrocio di incubi e sogni, bastava che sapessero volare, portandola via con sé.
Così continuava a disegnare farfalle, facendole sfuggire dalla sua mente e facendole reincarnare nei vari fogli bianchi che le capitavano sotto mano.
Avevano tutte forme e dimensioni diverse.
Alcune sembravano in procinto di sciogliersi, tanto era confuso il tratto che le delimitava, altre invece erano ben nitide, forse fin troppo.
E tutte avevano colori assurdi che unendosi in inappropriati miscugli riempivano e coloravano le loro ali.
Alcune farfalle erano nere con striature bianche, alcune erano bianche con delle linee nere, le restanti avevano una pioggia di tonalità che le differenziava e le rendeva uniche.
Una ad esempio era quasi completamente arancione, tranne che per due grosse macchie color nocciola e alcuni puntini neri.
Attorno a questa aveva disegnato altre tre farfalle, una era dipinta di nero, con delle lunghe linee bianche e delle sbavature di un colore che era un miscuglio tra il blu e il viola, quella affianco a questa era dipinta quasi completamente di blu e l’ultima era colorata di marrone chiaro, che in certi punti si scuriva e in altri si schiariva.
In un angolo dello stesso foglio, poi, ne aveva fatte altre due piccoline, una riempita da macchie viola e dorate che si contendevano lo spazio, e l’altra colorata di ocra con qualche linea di verde chiaro.
Un’altra invece, che occupava un po’ di posto in un altro foglio, era bianca ai lati mentre al centro il nero la riempiva, ostacolato solo da alcune tracce di verde scuro, che talvolta si fondeva con il colore più cupo.
Un’altra ancora aveva invece le ali quasi completamente dipinte di azzurro e talvolta apparivano, a sporcare quel cielo terso, delle macchie rosse.
Alcune macchie rosse spiccavano anche in un’altra farfallina, disegnata poco distante da quella azzurra, in cui però si mischiavano e amalgamavano, in una maniera che sembrava per assurdo ambigua, un giallo chiaro e spento e un nero intenso e cupo. Nel mezzo di quel vortice di colori di quella farfalla spiccavano delle sparute tracce di verde e fucsia.
Vicino a quella se ne trovava una dipinta di nero, con alcune tracce color nocciola che la facevano assomigliare a una faccina che sorrideva sicura.
Poi su un altro foglio ne aveva disegnata una che aveva colorato con impegno, con delle macchie color perla contornate da un arancione-rossiccio che riempiva il restante spazio, osteggiato solo da una lunga striatura rosa.
In fianco a quest’ultima era riuscita a disegnarne altre tre, una era quasi e completamente colorata di un nero stinto, la cui continuità era fratturata da delle linee tremolanti di bianco, e appresso questa ce ne era una quasi completamene dipinta di rosa.
Su in alto, in quello stesso foglio, invece spiccava una farfallina quasi completamente verde, in cui solo alcune linee grigie apparivano qua e là.
Nel foglio su cui stava lavorando ora, con quasi febbrile impegno, c’era invece una farfalla colorata a tratti sconnessi in cui a farla da padrone era il bianco, macchiato solo da alcune linee ondulate rosse e castane, e da due sottili macchie di quell’ultimo medesimo colore, che sembravano quasi un paio di raccapriccianti e inquietanti occhi.
Quella farfalla non le piaceva per nulla.
Le incuteva una strana sorta di inquietudine unita in egual misura a della paura. Un paura che la imbarazzava e la faceva sentire fuori luogo.
Per un attimo la tentazione di prendere quel foglio e bruciarlo la prese, ma poi si ci rinunciò. In fondo era solo una farfalla.
Per cui semplicemente, dopo alcuni attimi di silenziosa titubanza, aveva preso un altro foglio ed era ripartita a buttare su carta i suoi pensieri, sogni e paure, tutti tramutati in innocue farfalle. Così Orihime continuò a disegnare farfalle, sperando che un giorno potessero portarla lontano dalla sua solitudine.



Eccomi in fine con un lavoro dedicato a Inoue e immancabilmente un po’(parecchio) nonsense. Ho scelto di ambientare questo lavoro a quando Inoue ancora non conosce nessuno dei suoi futuri amici, e va ancora alle medie. Per cui è sola, senza il fratello e senza amici.
È doveroso, ora, spiegare come mi è venuta in mente l’idea per questo capitolo, ebbene: non lo so. -.-”
È assurdo ma semplicemente mi sono messa a pensare alla solitudine di Inoue e pensando ciò mi è venuta l’idea che forse per passare il tempo si tenesse impegnata disegnando.
Così quasi per caso mi è venuta l’idea delle farfalle(forse è un inconscio legame con le farfalle messaggere degli shinigami) e poi che ogni farfalla rappresentasse qualcuno nel suo futuro, qualcuno che da quella solitudine l’avrebbe strappata come lei desiderava.
Ovviamente credo che non tutti i collegamenti siano chiari quindi per chi avesse pazienza di leggere ecco a voi la spiegazione:
-Alcune farfalle erano nere con striature bianche, alcune erano bianche con delle linee nere→ generale riferimento a shinigami e arrancar(colori delle vesti)
-Una ad esempio era quasi completamente arancione, tranne che per due grosse macchie color nocciola e alcuni puntini neri→ovviamente parlo di Ichigo con riferimenti al colore di occhi e capelli, più il dettaglio del vestiario di shinigami
-una era dipinta di nero, con delle lunghe linee bianche e delle sbavature di un colore che era un miscuglio tra il blu e il viola→ questa è Rukia, con il collegamento al colore delle sue vesti di shinigami(+colore della sua spada), i suoi capelli e i suoi occhi.
-quella affianco era dipinta quasi completamente di blu→ Uryu(occhi&capelli)
- l’ultima era colorata di marrone chiaro, che in certi punti si scuriva e in altri si schiariva→Sado(occhi&capelli)
-una riempita da macchie viola e dorate → Yoruihi(occhi&capelli)
-l’altra colorata di ocra con qualche linea di verde chiaro.→ Kisuke Urahara(capelli&colore vestiti)
-era bianca ai lati mentre al centro il nero la riempiva, ostacolato solo da alcune tracce di verde scuro, che talvolta si fondeva con il colore più cupo.→Ulquiorra(capelli&occhi&vestiti)
-Un’altra ancora aveva invece le ali quasi completamente dipinte di azzurro e talvolta apparivano a sporcare quel cielo terso, delle macchie rosse.→Grimmjow(capelli&occhi e riferimento al sangue)
-Alcune macchie rosse spiccava in un’altra farfallina, in si mischiavano un giallo chiaro e spento e un nero intenso e cupo. Nel mezzo di quel vortice di colori delle sparute tracce di verde e fucsia.→Loly&Menoly(colori dei rispettivi occhi e capelli)
- una dipinta di nero, con alcune tracce color nocciola che la facevano assomigliare a una faccina che sorrideva sicura.→Tatsuki(capelli&occhi e la sensazione di sicurezza che Inoue ha affianco a lei)
- con delle macchie color perla contornate da un arancione-rossiccio che riempiva il restante spazio, osteggiato solo da una lunga striatura rosa.→ Matsumoto(capelli&occhi e colore sciarpa che indossa sempre)
- una era quasi e completamente colorata di un nero stinto la cui continuità era fratturata da delle linee tremolanti di bianco→Zaraki(capelli e riferimento alle cicatrici)
-una quasi completamene dipinta di rosa.→ Yachiru (colore capelli)
-una farfallina quasi completamente verde, in cui solo alcune linee grigie apparivano qua e là.→Nelien(capelli&occhi)
Nel - una farfalla colorata a tratti sconnessi in cui a farla da padrone era il bianco, macchiato solo da alcune linee ondulate rosse e castane, e due sottili macchie di quell’ultimo medesimo colore, che sembravano quasi un paio di raccapriccianti e inquietanti occhi.→ovviamente Aizen, con riferimenti a: i suoi occhi, i capelli, il colore delle sue vesti bianche e il bordo rosso di quest’ultime. Bene direi che ho detto tutto ciò che aveva da dire.

Al prossimo capitolo!
Kiss
  
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