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Autore: purepura    18/08/2010    0 recensioni
Ma Laura non aveva compreso.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Honesty

    ‹‹Sii sincera santo Dio! Almeno con me!››
    ‹‹Perché? Chi ti credi di essere esattamente?››
    ‹‹Santo cielo, Laura! Smettila! Non sei nella posizione più opportuna per…››
    ‹‹Ero ubriaca, soddisfatta? Non guidavo, ma ero completamente andata. Non ricordo nulla››
    ‹‹Bugiarda!››
    ‹‹Pensala come ti pare. D’altronde non posso costringerti a credermi››
    ‹‹No, non puoi. E non lo farò››
    ‹‹La colpa non è mia!››
    ‹‹Tu avresti dovuto evitarlo! Ti avevo chiesto di fare attenzione, di tenere sott’occhio Alessio. Non l’hai fatto, forse avevi trovato qualcosa di più interessante, non è così? Ringrazio il cielo che tu non sia mia figlia: per lo meno non posso rimproverarmi anche sui geni››
    ‹‹Lascia stare mia madre, ti conviene›› ringhia.
    Scuote la testa e la guarda con compassione.
    ‹‹Tu stai bene, sei illesa, ma Alessio…››
    ‹‹Non è colpa mia›› insiste, rigida. ‹‹Eravamo entrambi sbronzi, non potevo certo andare a pensare che nessuno dei due avrebbe dovuto guidare››
    ‹‹Un’irresponsabile diciannovenne di merda, ecco cosa sei! Aveva solo diciotto anni, solo diciotto anni. Era un bambino. Un bambino! E ora non c’è più, perché tu…››
    ‹‹Non è stata colpa mia!›› geme. ‹‹Non lo è stata! Nadia, ti giuro, ti giuro che non avrei mai voluto…›› la sua voce si spezza. Piange, trema e geme, accasciandosi al suolo come qualche ore prima aveva fatto la אמא, non vista.
    ‹‹Non avrai mai più la mia fiducia, mai!››
    Scorrettamente, Laura pensa che in effetti della fiducia di Nadia non se n’era mai fatta niente. Era piccolissima quando il padre si era risposato, e ancora piccolissima quando era arrivato Alessio, piccolo e gracile sin da subito. Lei aveva solo un anno e mezzo.
    Non ricordava granché di quel giorno, né degli anni immediatamente successivi. Non ricordava nemmeno i pizzichi che di sicuro devono esserci stati, come Alessio le raccontava scherzosamente.
    Non ci si poteva mai arrabbiare con lui, tanto era dolce. Ma era anche astuto, certe volte. Sapeva inventare scuse credibilissime, mai nessuno aveva sospettato che sgattaiolasse fuori a tarda notte.
    Nessuno tranne lei, Laura, che una sera lo sorprese di ritorno, furtivo, le scarpe al collo e alito da sigarette. Allora, come una normale sorella che si rispetti, aveva pattuito – in cambio di un ricatto a vita – che lui le avrebbe passato le sigarette ogni qualvolta lei gliele avesse chieste, e in cambio lei avrebbe tenuto la sua bella boccuccia chiusa.
    Ma quella sera, quell’afosa sera d’estate, nessuno dei due aveva resistito nel restare a ciondolare in casa.
    Nadia aveva notato da qualche tempo il comportamento strano di suo figlio, cosa che Laura aveva chiarito da un pezzo col suddetto figliolo dalla vita irreprensibile che appena oltrepassata la soglia di casa, appena in strada, diventava ciò che Laura aveva sempre ammirato: non più il ragazzino timido e balbuziente che si sforzava di continuare a essere sotto gli occhi della madre, ma sicuro, bello e garbato.
    Era diverso da lei, a tratti sempre chiusa e riservata. Sapeva trattare con tutti, belli e buoni; sempre con la risposta pronta, riusciva ad averla vinta, a convincere qualcuno delle sue idee. Era persuasivo.
    E anche quella sera, quell’afosa sera d’estate, persuase lei, struccata e per certi versi di malavoglia, a infilarsi qualche cosa e a seguirlo.
    ‹‹Avanti!›› aveva detto. ‹‹Guiderò io, non devi neanche fare questo sforzo››
    Come rinunciare a una così ghiotta offerta?
    Ma prima di uscire, Nadia l’aveva presa da parte. Preoccupata, aveva espresso il desiderio che la figliastra tenesse sotto controllo il figlio, così da evitare guai di alcun tipo.
    Che poi, ancora in quel momento non riusciva a comprendere che cosa intendesse per sotto controllo. Lei aveva i suoi amici e Alessio i propri. Che cosa avrebbe dovuto fare? Stargli col fiato sul collo tutto il tempo?
    Se lei era una di quelle madri che non riusciva a parlare con suo figlio, non erano problemi di Laura. Laura conosceva Alessio, sapeva che cosa lo tormentasse. Ma non per questo stava in ansia: era già abbastanza grande, il ragazzo, per prendersi le sue responsabilità.
    Nadia aveva affidato per certi versi il figlio a Laura. Contava di rivederlo a casa tutto intero e possibilmente sobrio, perché c’era Laura.
    Ma Laura non aveva compreso.
    Ora, gli occhi ambrati sono umidi, e i lunghi capelli rossi le scendono scompostamente lungo i lati del viso.
    Le piccole porte della stanza si spalancano piano, ed entra suo padre. Anche lui sconvolto, remoto, prosciugato, si siede su di una delle sedie pieghevoli, non lontano dalla figlia.
    Lei non alza il capo, non vuole vederlo. Non vorrà vederlo mai più.
    Sente Nadia parlare, ma non comprende cosa stia dicendo. Non le importa. Non più.

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Questa One-Shot non si ispira a fatti veramente accaduti, ma è solo frutto della mia immaginazione!
Non so, non so assolutamente che cosa sia. E in effetti non ha nemmeno una trama ben costruita, a prova del fatto che era solo una delirante e tragica descrizione di un momento.
אמא significa mamma in ebraico, ma non so assolutamente come si legge. Se qualcuno di voi sa come illuminarmi, è ben accetto xD Provo a fare tanto la colta, ma alla fine sono quella che ne sa di meno e faccio sempre la figura dell’ignorante! ^^
Forse (anzi, niente forse e più sicuramente) vi sembrerà strano il modo di reagire da parte della protagonista – che è Laura, spero si sia capito, anche se è in terza persona: mi devo esercitare a scrivere in questo modo per una prossima Long xD – di fronte a una tragedia del genere, e difatti io volevo soffermarmi sul prima, sul rapporto sereno, sulla parvenza di normalità, e non sul dolore che viene dopo. E di certo non volevo incoraggiare il bere prima di guidare, il bere senza controllo…
Perciò, mi sento in dovere di farvi anche la paternale:
Non bevete prima di guidare, e soprattutto cercate di capire i vostri limiti e di avere un minimo di buon senso. Non abusate di questa roba mai!
Detto anche questo, vi faccio ciao ciao con la manina. *-*

  
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