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Autore: momo_    19/08/2010    1 recensioni
Una raccolta di varie storie che hanno in comune una cosa: il fatto di essere state scritte con l'anima. Ispirate dai miei sogni e da quelle piccole cose apparentemente inutili di cui il nostro Universo è pieno, e di cui solo il cuore più romantico riesce ad accorgersi. Ebbene, il mio è un cuore romantico. {Con la grande speranza di essere riuscita ad esprimere almeno una minima parte di quei bellissimi e vari sentimenti che regalano i film del grande maestro Miyasaki.}
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Faccio nascere questa storia circa un anno fa e decido di scriverla completamente in spagnolo così da poter impratichirmi con la lingua.
Nella traduzione del testo originale ho cercato di essere il più attenta possibile a dare le stesse sfumature ai sentimenti descritti.
Inutile dire che mi sono terribilmente affezionata alla mia piccola Aka, che in questa storia si presenta come una donna combattiva e sicura di sé.
Forse è anche per questo che credo di esserne invidiosa (…).
A me piace definire questa storia come un inno alla libertà. Spero che voi lettori possiate gradirla.

C'era una volta un regno diverso da tutti gli altri, comandato da un grosso e grasso generale che era salito al trono molti anni prima.
Il suo territorio si estendeva per chilometri e chilometri, arrivando a ricoprire quasi tutto il pianeta. Il luogo era circondato da insormontabili mura di pietra e completamente ricoperto di uno spesso strato di tempera grigia.
Il Signor Generale, così era conosciuto da tutti, aveva deciso di bandire dal suo regno tutti i colori e di costringere la popolazione ad una vita misera e triste, privandola di ogni libertà.
Così come imponeva il suo regolamento, era vietato camminare a testa troppo alta, parlare ad alta voce, accendere il fuoco e coltivare la zucca, poiché il grande sovrano ne era estremamente allergico.
Queste e un centinaio di altre leggi simili ed altrettanto bizzarre dovevano essere ripetute da tutti i cittadini nella piazza principale del regno, alle sette precise di ogni martedì mattina.
Ma la regola più importante, quella su cui si basava l'assolutismo del Signor Generale era una sola: “Chiunque verrà sorpreso ad esprimere le proprie emozioni sotto forma di Arte e chiunque verrà trovato in possesso di oggetti colorati, sarà punito con la morte.”
Gli abitanti di un mondo così malinconico, incominciarono a sentirsi sempre più tristi e disperati e decisero di insorgere.
La gente si chiuse in casa e prese a cantare allegramente, a battere sul tavolo le mani o suonare i propri campanelli; i più coraggiosi uscivano a disegnare per le strade del paese, altri ballavano sui balconi.
Poco dopo, la furia del generale si scatenò sulla città e tutte le idee rivoluzionarie vennero schiacciate dall'incredibile potenza del suo esercito. Egli decise ti tagliare le mani a tutti i cittadini, così da evitare un'altra eventuale ribellione.
Il prestigio del sovrano e la forza dei Cavalieri Grigi venne riconosciuta da tutti e la speranza degli uomini scomparve definitivamente dai loro cuori.
I voluminosi nuvoloni neri che ricoprivano costantemente il cielo, sembrava preannunciassero un tremendo acquazzone e qualche volta, i bambini uscivano di casa e di nascosto pregavano che cominciasse a piovere, e che la pioggia sciogliesse tutta quella tempera grigia che ricopriva il loro mondo.
Sfortunatamente, però, il Signor Generale era riuscito ad allontanare dal paese anche la pioggia, segnando per sempre il destino del triste regno grigio.
Ma la speranza e il desiderio, per quanto possano essere soppressi dalla malignità, non scompariranno mai del tutto. Il cuore degli uomini e delle donne più forti riprese a riaccendersi e a coltivare una piccola fiammella all'interno del petto.
Un giorno, una giovane donna di nome Aka, più ambiziosa e determinata di altre, decise di fare qualcosa per cambiare quella terribile situazione.
Si fece mandare, dal lontano Paese della Seta, delle stoffe speciali, particolarmente permeabili, che assorbivano facilmente anche la più piccola goccia d'acqua, rimanendo comunque asciutte all'interno.
Con il tessuto ricevuto si fece realizzare una dozzina di abiti di un bianco spento, caratterizzati da maniche di lunghezza smisurata, semplicemente decorati da un nastro di tela grigia legato alla vita. L'idea della giovane era semplice, ma in grado di rivoluzionare l'intero regno: Aka voleva colorare il mondo.
Con i soldi che era riuscita a racimolare dopo tanti anni di lavoro comprò un'ampia cantina sotterranea, nella quale cominciò a realizzare il suo sogno.
Per un popolo privo di mani, anche la più semplice delle azioni può sembrare la più difficoltosa, ma la determinazione della ragazza e il suo arguto ingegno bastarono a risolvere il problema.
Una fresca notte di marzo, sui muri di tutto il quartiere sbocciarono papaveri scarlatti dalle forme più svariate; ricoprivano il grigio fumo dei palazzi e trasformavano l'iniziale malinconia in arte passionale.
Al loro risveglio, i cittadini ne rimasero trasecolati. I loro volti cupi iniziarono a colorarsi, qualcuno addirittura sorrise, e i loro cuori presero a pompare sangue come mai avevano fatto prima di allora. Il Generale, adirato dallo sgradevole accaduto, fece perlustrare il quartiere e mise alla guardia di ogni porta uno spietato Cavaliere; grigi volantini minacciosi fecero il giro della città, intimidendo la maggior parte della popolazione. Il giorno dopo i dipinti vennero cancellati.
Nonostante gli avvertimenti del Signor Generale e nonostante la vigilanza sempre più stretta, Aka continuava ad uscire ogni notte e con le lunghe maniche tinte di porpora disegnava e pitturava e dava sfogo alle sue emozioni più profonde.
Presto la sua arte divenne famosa in tutto il regno, talmente famosa da indurre due giovani fratelli a cercare l'artefice di tutto quello splendore.
Durante una notte particolarmente afosa, Aka non si accorse di due paia di grandi occhi curiosi che la scrutavano da dietro l'angolo e che, con incredibile interesse, seguivano il movimento elegante e rapido delle maniche rosse.
Quel colore così vivo e luminoso riusciva ad ipnotizzarli e a far intenerire i loro cuori.
-Allora sei tu.- sussurrò la maggiore comparendo da dietro l'angolo.
Aka sentì la schiena irrigidirsi e le ossa sbriciolarsi sotto il peso della paura.
-Finalmente ti abbiamo trovata.-
Con sforzo immane fece un passo indietro e cercò di ritrovare la lucidità. Si guardò intorno in cerca di una via di fuga.
I due ragazzi si presentarono come Midori e Daidaiiro e riuscirono a conquistare la fiducia di Aka grazie alla sincerità dei loro occhi.
Da quel momento decisero di seguire i suoi insegnamenti, e al rosso vivo si aggiunsero un arancione e un verde brillante.
Ogni notte si alzavano e infilavano i loro abiti per poi ritrovarsi nella cantina di Aka, dove le pentole colme di colore erano state preparate durante il giorno. Intingevano quindi le maniche nella tempera, uscivano di soppiatto e dipingevano il mondo a loro piacimento.
In seguito un uomo di nome Kiiro e il suo vecchio padre, il signor Murasaki, decisero di entrare a far parte di quella che poi divenne una famosa organizzazione conosciuta come “Niji”.
Nuvole rosse, alberi verdi, raggi di sole che illuminano farfalle dalle ali violette. I muri della città si trasformavano ogni giorno in festanti quadri che avevano come soggetti delle bellezze così rare da non essere mai state viste nemmeno dal Signor Generale (che vantava di avere più esperienza di tutti).
Mizuiro e Ao, una coppia di novelli sposi, furono gli ultimi ad entrare a far parte del gruppo.
L'onnipotenza del grande sovrano venne messa in discussione più volte, le leggi che prima venivano reputate sacre cominciarono a contare sempre di meno; la popolazione stava insorgendo silenziosamente e mettendo quindi a repentaglio l'autorevolezza del monarca.
Per quanto cercasse di tenere sotto controllo la situazione, il tutto gli stava sfuggendo dalle mani come se fosse fumo.
Così un giorno il Generale decise di fare la sua mossa.
Quella notte nuvole grigie ricoprivano il nero del cielo e il silenzio circondava l'intero reame.
Aka e i suoi compagni si mossero nell'ombra facendo volteggiare le maniche colorate, la fioca luce della luna rischiarava le maschere bianche ed inespressive sui loro volti.
Non fecero nemmeno in tempo ad iniziare l'opera che una squadra di Cavalieri Grigi li accerchiò e, sguainando le spade taglienti, li costrinse alla resa.
Il giorno dopo, nella piazza principale, si raccolsero i sudditi di tutto il grande regno per assistere a quella che sarebbe stata la fine delle loro speranze: la morte dei sette membri Niji.
Sette patiboli erano stati posizionati ad esattamente sette metri di distanza ed ognuno era provvisto di una botola e di un cappio.

Il boia si avvicinò ai rivoluzionari che avevano già preso posizione. Con la loro schiena diritta ed il naso rivolto al cielo parevano fieri soldati devoti alla giustizia, legati dall'indissolubile nastro rosso del destino.
Aka sentì il cappio stringersi intorno alla gola e il pavimento scomparire sotto i suoi piccoli piedi. L'anima le uscì dal corpo sotto forma di un leggero sospiro.
Non le fu concesso nemmeno un ultimo desiderio.
Un velo di tristezza avvolse l'intero luogo.
Gli abiti e le maschere vennero bruciate assieme ai loro corpi e dei Niji non rimase che la polvere. Qualche giorno dopo, quando tutto sembrava essere tornato alla normalità, da quelle nere nuvole cominciò a scendere la pioggia.
Le leggere goccioline si trasformarono in un acquazzone terribile e il popolo, dapprima incredulo e meravigliato, uscì di casa e incominciò a ballare per le strade; la gente cantava a squarciagola muovendo le mani verso il cielo, gli occhi sognanti dei bambini guardavano la tempera grigia abbandonare il loro mondo e scomparire lontano.
Dopo qualche ora, un qualcosa di strano prese il posto della pioggia, qualcosa che nessuno aveva mai visto dal vivo, qualcosa di cui si era solo sentito parlare nelle leggende.
Lassù, alte nel cielo annebbiato dalle nuvole, risplendevano in tutta la loro bellezza le maniche dei sette Niji, regalando al mondo una luce vera.
Il Signor Generale e tutti i Cavalieri Grigi si sciolsero sotto la pioggia e il regno poté finalmente dirsi un regno felice.
  
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