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Autore: Gweiddi at Ecate    21/08/2010    5 recensioni
"Damon era convinto che quella Katherine fosse sua, perché a nessun’altro era stato concesso di godere della presenza autentica di Katherine, non a Pearl che la conosceva solo come amica e non come donna, non a Stefan che lei si divertiva ad ammaliare e trattare come un giocattolo."
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Katherine Pierce | Coppie: Damon/Katherine
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Libiamo ne' lieti calici






Damon amava ballare il valzer.

In parte credeva che questa passione fosse dovuta alla chiara disapprovazione di suo padre di fronte ad un ballo in cui i danzatori stavano così vicini e languidi, ma nei pochi momenti in cui si permetteva di analizzare meglio quello che sentiva, scopriva di soffrire per gli sguardi insofferenti di Giuseppe Salvatore nei suoi confronti, e il valzer era un ballo afrodisiaco perché gli iniettava nelle vene un’emozione profonda ad ogni passo.
Il valzer era passionale, ma pacato, nobile, e l’erotismo era un segreto che potevano conoscere solo i partner quando si guardavano negli occhi. Era affascinante, gli dava un senso di complicità potente ed in qualche modo tenero.
Così, gli parve di leggere dell’affetto negli occhi di Katherine, mentre ballava con lei nel giardino sul retro della casa, seguendo una musica che poteva sentire solo lui. La guidava nei passi stringendola a sé, e tuttavia gli sembrava che fosse lei ad avere davvero il comando in quella situazione.

Buffo.

Katherine rideva divertita e sospirava al suo orecchio, e la cosa gli dava i brividi.
Un passo, e la giovane donna si spinse più vicina a Damon, cogliendo l’occasione per strusciarsi sul suo corpo. Con rammarico, Damon seppe di essere arrossito e pregò inutilmente che lei non l’avesse notato.
«Signor Salvatore!» lo riprese lei in tono di scherno, ridacchiando un poco nascosta sul suo collo.
Non che Damon non fosse uso stare vicino alle donne anche in modi molto più intimi di quello, ma rimaneva stupito da come Katherine sapesse perfettamente come giostrarsi tra la gente. Con lui si lasciava andare a gesti che avrebbero fatto impallidire qualsiasi persona perbene, eppure davanti a suo padre o qualsiasi altra persona era una perfetta lady altera e timorata di Dio. Quella doppia faccia lo scombussolava, e al tempo stesso lo ammaliava. Si sentiva lusingato, perché a lui era permesso vedere la vera Katherine, quella bizzosa e volitiva, maliziosa fino al limite del lussurioso ed arrogante.
Damon era convinto che quella Katherine fosse sua, perché a nessun’altro era stato concesso di godere della presenza autentica di Katherine. Non a Pearl, che la conosceva solo come amica e non come donna, non a Stefan, che lei si divertiva ad ammaliare e trattare come un giocattolo.
A volte pensava che Katherine godesse nel sapere quanto lui soffrisse per le attenzioni che riservava a suo fratello, ma non per questo riusciva a prendersela. Anche quel sadismo capriccioso era parte della donna che amava.

«Katherine.»
Abbassò la testa per sussurrarle all’orecchio e smise di ballare. Katherine mugolò in assenso e sciolse le braccia dal suo corpo, alzando il mento per guardarlo con il suo solito sorriso sfrontato.
Damon rimase come sempre incantato di fronte alla sua bellezza, e sorrise di rimando.
Ogni tanto si chiedeva dove diamine finissero il suo nerbo e il suo carattere quand’era con lei. In un modo o nell’altro finiva sempre per sembrare un bambino sciocco.

Le carezzò una guancia delicatamente, sentendo la pelle leggermente tiepida sotto le dita.
Era stupenda, così elegante in ogni tratto, eppure ferina negli sguardi, nei sorrisi, nei movimenti. Chissà se era stata la sua natura a renderla così segretamente selvaggia o se invece era nata in quel modo.
Katherine era una predatrice. Forse una tigre, o una pantera: un animale raffinato, incantatore e letale.

E lui cos’era? Il suo compagno o la preda?

La baciò, passando gelosamente le mani tra i capelli morbidi della donna, attirandola a sé.
Katherine non rispose subito, aspettò di fargli credere di non volerlo baciare, attese che lui allentasse la stretta confuso, per poi ridere e stringerlo, facendo incontrare le loro labbra.
Non era l’umiliarlo il vero divertimento: era l’arrendevolezza con cui lui le concedeva sempre di fare la bambina viziata.
Damon aveva un buon sapore, forte, di uomo, e anche se obbiettivamente era Stefan il miglior baciatore, Damon restava quello che sapeva farla rabbrividire e fremere anche solo con un abbraccio. O con un valzer ballato per gioco.
Alzò una gamba per passarla attorno al fianco di Damon, ma la stoffa ingombrante della gonna rendeva tutto molto difficile anche per lui, che passava freneticamente la mano oltre gli orli, fino a toccare un scorcio di pelle nuda e liscia. La accarezzò con leggerezza, a dispetto del desiderio vorace, e si staccò da lei per chinare il capo e baciarle il collo.
Katherine si allungò il più possibile per esporsi alle labbra di Damon.
«Tuo padre e Stefan non saranno di ritorno prima di domani, vero?»
Damon rispose con la bocca ancora premuta sulla sua gola «Precisamente. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo.»
Katherine rise ancora e gli passò le braccia attorno al collo. Damon si separò da lei un istante, poi fece passare un braccio sotto le gambe della ragazza e la prese in braccio.
Katherine sollevò le sopracciglia piacevolmente stupita.
«Che gentiluomo. Ma la situazione potrebbe sembrare equivoca.» aggiunse quando Damon la portò dentro casa, sempre tenendola tra le braccia.

Lui sorrise e parve padrone della situazione «Ho intenzione di passare l’eternità con te, abituati ad avere un marito non autorizzato.»
Per un attimo Katherine sentì un brivido di disagio correrle lungo la schiena, ma lo ignorò stringendosi di più a lui.
«Sono una donna molto, molto fortunata.»
Fece forza sugli addominali per alzare il busto e baciarlo.
«Così non arriveremo mai alla camera da letto.» la informò scherzoso.
«Perché limitarsi al letto?»









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Allora, cominciamo con il titolo: Libiamo ne' lieti calici è un valzer tratto dalla Traviata di Verdi che a me piace moltissimo, e WikiWiki mi dice che è del 1853 quindi la mia beata ignoranza mi fa supporre che il mio Salvatore preferito potesse benissimo conoscerlo. Indi per cui mi ispirava di mettercelo come titolo.
Poi, per il resto della fic... boh. Voi date la colpa al promo della season 2 che hanno trasmesso al Comic-on. Io faccio così e mi sento la coscienza pulita.
   
 
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