"Calma apparente.
Rifiuto
di plasmare la realtà a colpi di
martello,
schegge di piombo
appena scalfite nel duro di corazza indifferente.
Uno, due, cento
miei volti deformati in un gioco di specchi
a ricordarmi che
non c'è una sol chiave a dipanar matasse.
Che la ragione
è indaffarata e il quadro non ha contorni.
Pacati gesti,ma
d'apparenza…
e non vi
sarà tempesta a liberare frustrati lampi.
No, che io la
rabbia la sfogherò
coi
fiori nei
cannoni."
Non
resta che l’alba a
commiserare
involucri di falene stanche,
pallide di disgelo.
Una ad una col volo in bocca
la morte ha avvolto nel suo
bacio
Ancora in danza
prima
proprio lì,
dove goccia a
goccia
il
Proprio lì dove il dito,
stridendo,
ha dapprima esitato.
Poi nel fragore di una porta
sbattuta,
sul letto un solco vuoto
ancora caldo
e una parola sola scritta a
fiato.
FINE