Buio… Oscurità…
Quattro sfere di energia pulsavano in una dimensione dove
il nero avvolgeva tutto, impedendo a chiunque di vedere l’inizio e la fine di
quel luogo dimenticato da Dio…
Quattro sfere… Quattro colori… Azzurro, rosso, verde e
giallo…
“E’ ora di risvegliarvi…” disse una voce profonda.
Le quattro sfere brillarono di più, quasi a rispondere a
quel richiamo…
Era giunto il loro momento…
Le quattro sfere dopo aver brillato più intensamente
sparirono da quel luogo senza tempo e senza luce.
“E’ ora che il destino si compia… dovranno essere compatti
se vogliono vincere…” disse la stessa voce di prima.
Intanto a Tokyo, cinque coppie stavano passeggiando per le
vie del centro, ridendo e scherzando allegramente.
“Dovremo uscire insieme più spesso” disse una ragazza
bionda abbracciata ad un ragazzo alto e biondo come lei.
“Hai ragione Minako, ci divertiamo un sacco quando siamo
insieme…” disse Usagi abbracciata al suo Mamoru.
Ma vediamo meglio queste cinque coppie.
Ami, alias Sailor Mercury, era accompagnata da Rio, un
ragazzo conosciuto al liceo, che era poi dovuto ripartire per Fujisawa.
Lei ed il ragazzo si erano tenuti in contatto tramite
lettere ed e-mail: lui aveva deciso di frequentare le superiori a Tokyo,
ufficialmente in quanto era la capitale della scuola, ufficiosamente in quanto
si era innamorato della bella Ami.
I due stavano insieme da tre mesi ormai ed erano molto
felici.
Rei, alias Sailor Mars, era accompagnata dall’onnipresente
Yuri. Finalmente il giovane si era deciso e sei mesi fa, rosso come un
pomodoro, aveva trovato il coraggio di dichiararle tutto il suo amore.
Con sua somma gioia, il ragazzo era stato ricambiato da
un’imbarazzatissima Rei, felice di non essere più sola e di avere accanto un
ragazzo dolce e sensibile, disposto a tutto per lei.
Makoto, alias Sailor Jupiter, era felice accanto a Motoki:
i due non erano ufficialmente insieme, ma gli sguardi che si lanciavano
lasciava intendere a tutti che lo erano e nessuno osava obiettare.
Minako, alias Sailor Venus, era felice accanto a Shingo
Takeshi, compagno di università di Mamoru e Yuri.
Era un ragazzo alto, e dal corpo snello, ma al contempo
muscoloso e scattante.
Era il capitano della squadra di kendo dell’università.
Aveva i capelli biondi ed occhi azzurro mare.
Lui e Minako si erano conosciuti durante gli allenamenti.
Essendo la palestra delle superiori inagibile a causa di un cedimento del
tetto, le ragazze del club di pallavolo si erano dovute trasferire nella
palestra dell’università.
Era lì che i due si erano conosciuti ed innamorati.
Usagi era felice con il suo Mamo-chan ed era stata
doppiamente felice quando aveva saputo che le sue amiche avevano finalmente un
compagno sul quale contare.
Era triste solo da un lato: le sue amiche non aveva
rivelato la loro identità segreta.
Nessuna di loro aveva detto niente al proprio compagno “non
è detto che si debba tornare a combattere…” era la risposta che avevano dato ad
Usagi.
Usagi sperava ardentemente che il periodo di calma, che
durava ormai già da quasi un anno, durasse per sempre, ma sentiva che non
sarebbe durato ancora a lungo.
I ragazzi non erano un problema, Shingo non sapeva chi
fossero le guerriere Sailor; Motoki le aveva viste, ma non le collegava ad
Usagi ed alle sue amiche; Yuri aveva dei sospetti, ma da quando stava insieme a
Rei era su un altro mondo; mentre Rio, che era quello che più preoccupava,
aveva perso i suoi poteri e ricordava solo d’essere stato salvato dalle
guerriere Sailor in passato.
Usagi sapeva che, nonostante le sue amiche cercassero di
ridere e scherzare, in un angolo del loro cuore c’era l’ombra di quel segreto
non confessato.
Quello che Usagi però non sapeva era che le sue amiche la
invidiavano: pur essendo felici, invidiavano la complicità che legava Usagi a
Mamoru.
I due non avevano segreti, se lei era in difficoltà, lui
c’era sempre e sempre ci sarebbe stato. Ad ognuna di loro, invece, pur amando
profondamente il rispettivo ragazzo, mancava quella complicità, quel qualcosa
di non definito ma palpabile…
Erano innamorate, ma sole…
Avevano pensato di rivelare la loro identità segreta, ma il
timore di mettere in serio pericolo i ragazzi le aveva fatte desistere da quel
proposito.
“Cosa ne dite di un bel gelato?” propose Usagi felice della
piacevole giornata trascorsa insieme alle sue amiche.
“Pensi sempre ai gelati… Non cambierai mai…” disse Rei
sorridendo all’amica.
“Almeno ha aspettato un po’…” disse Makoto ridacchiando tra
le braccia di Motoki.
“Siete cattive…” disse Usagi mettendo il broncio.
“Vada per il gelato allora…” disse Shingo abbracciando
saldamente la ragazza al suo fianco.
E felici andarono verso la gelateria ad angolo.
Intanto le quattro sfere erano giunte sulla Terra, e più
precisamente a Tokyo…
“Dobbiamo trovare un luogo sicuro dove poter comparire…”
disse la luce gialla ai compagni.
“Chissà se siamo nel posto giusto…” chiese una seconda
voce, quella verde.
“Pensate che le troveremo?” chiese la terza voce che
componeva il gruppo, quella azzurra.
“Perché altrimenti saremo qui?!” chiese la quarta voce
seccata, quella rossa.
“Basta litigare! Quel vicolo andrà benissimo… Muoviamoci!”
disse decisa la prima voce.
Le quattro luci andarono nel vicolo indicato e, in un
accecante bagliore, ripresero le loro sembianze umane.
Tutti indossavano le vecchie uniformi nere complete di
mantelli e stivali.
“Cosa ne dite di toglierci il mantello? Non penso che la
moda di quest’epoca lo preveda…” disse un ragazzo sui vent’anni alto dai
morbidi capelli castani legati in una coda di cavallo bassa.
“Hai ragione… Meglio non fare clamore… Altrimenti rischiamo
di cacciarci in qualche guaio prima ancora di trovarle…” disse un altro
ragazzo, altrettanto alto, dai capelli color argento liquido lunghi fin poco
oltre le spalle e magnetici occhi color ghiaccio.
“Quel bidone può andare bene?” chiese con ironia un ragazzo
con corti capelli color oro e profondi occhi azzurro mare.
“Perfetto!” disse il ragazzo dai capelli bianchi,
togliendosi il mantello.
Decisero di coprire parte degli stivali, sempre per non
dare troppo nell’occhio.
“Da dove cominciamo la loro ricerca?” chiese l’ultimo
ragazzo, alto come i suoi compagni, con una folta chioma castana ramata che le
scendeva ben oltre le spalle e con magnetici occhi color nocciola.
“Aspettate ragazzi… non avvertite nulla?” chiese il ragazzo
dai capelli argentati ai suoi tre compagni.
“No… sì…” disse sorridendo il biondo.
“Voi due siete suonati… Cosa?! Ma…” disse il ragazzo dai
capelli castani.
“Sono vicine…” disse il ragazzo dai folti capelli castani
ramati.
I quattro ragazzi uscirono dal vicolo e s’incamminarono
verso la fonte della loro sensazione.
Chissà se si ricorderà di me… pensava
il ragazzo dai capelli color argento liquido.
Chissà se è cambiata… pensava il ragazzo dai
capelli castani chiari.
Chissà se è sempre così bella… pensava
il ragazzo dai lunghi capelli ramati.
Chissà se mi permetterà di starle accanto… pensava
il ragazzo dai biondi capelli.
Finalmente le videro… Erano bellissime, come sempre…
Ma non erano sole…
Rimasero immobili sul marciapiede incapaci di muoversi o di
proferir parola.
Intanto le cinque coppie stavano parlando allegramente
quando Mamoru si sentì improvvisamente male.
“Mamormu! Mamoru!” disse Usagi preoccupata per il ragazzo.
“Sto… sto bene… testolina buffa…” disse il ragazzo cercando
di non far preoccupare ulteriormente la ragazza che era impallidita
improvvisamente.
Che strano pensò il ragazzo è come se…
non riuscì a pensar altro perché lì vide.
Erano a circa cinquanta metri da loro e li stavano
guardando.
“Sono… sono loro…” disse Mamoru guardando i suoi
ex-generali.
Tutti guardarono nella direzione indicata da Mamoru: le
ragazze impallidirono visibilmente.
Kunzite!
Nephrite!
Jadeide!
Zoizite!
Pensarono contemporaneamente Minako, Makoto, Rei ed Ami.
Perché erano tornati? Perché indossavano i loro vecchi
abiti?
Ciao a tutti!
Eccomi qua con una nuova fanfiction.
Ultimamente
sono parecchio ispirata.
Mi lasciate un
commentino? Ok, lo so che non ho spiegato molto, ma se svelo troppo poi voi
scoprite tutto troppo in fretta e non vale!!
Ok, fatemi
sapere se vi piace. Ciao!!
Kirby alias
Luana80