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Autore: alicyana    29/08/2010    2 recensioni
"Pretendere di dimenticare era impossibile, imporsi di poterlo fare, inammissibile." Frammenti di una storia d'amore oscurati dal tempo.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cissnei, Zack Fair
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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[ Memory number 7 ] Last meeting { Begging you to stay with me forever }


Smontò dalla moto dopo un quantitativo di ore non ben definito, i muscoli delle gambe e delle braccia indolenziti come non mai. Era stanchissima, ma la fatica di quel viaggio interminabile era stata subito surclassata dall’agitazione.

Secondo le informazioni che le erano state date poco prima, dovevano trovarsi dietro la rupe che le stava di fronte.

Dopo cinque anni di attesa insopportabile, avrebbe potuto rivederlo. Era ancora vivo.

Ogni giorno, per tutto quel tempo, aveva sperato di vederlo varcare la grande porta a vetri della Shin-Ra, col suo grande sorriso stampato sulle labbra, aveva sognato di baciarlo, di stringerlo fra le braccia, di stare ancora assieme.

Per mesi aveva atteso il suo ritorno: quel messaggio sul PHS, quello che ne annunciava la morte, sapeva che non poteva essere vero. E infatti aveva continuato ad avere fede nel suo ritorno, per tanto tempo.

Fino a quel giorno in cui, dal nulla, Tseng l’aveva chiamata nel suo ufficio. Era da qualche settimana che non veniva mandata in missione, e l’idea di distrarsi un po’ non le dispiaceva.

Quando aveva varcato la soglia della fredda stanza però, aveva sentito subito sulla pelle una sensazione strana. Tseng non aveva sollevato lo sguardo dal suo incarico nemmeno una volta, e il suo tono era stato diverso dal solito.

<< Cissnei, ho una missione per te. >>

Lei aveva annuito, in silenzio, impaurita da quella strana aura che permeava ogni cosa lì dentro.

<< Devi recarti a Nibelheim e trovare i fuggitivi Zack Fair e Cloud Strife. La Shin-Ra li sta cercando poiché importanti ai fini di alcuni studi. >> poi le aveva porto un mazzetto di chiavi scure, sollevandosi dalla sua larga poltrona. << Conto su di te. >>

Cissnei non capiva il perché di quell’atteggiamento, ma al sentire il nome dell’uomo che amava e che aveva atteso con ansia, di colpo non le era più importato un granchè di come Tseng le avesse offerto quell’occasione d’oro. Sì, perché l’aveva fatto di proposito. Almeno di quello era certa.

Senza esitare, era corsa ai parcheggi, il cuore in gola e pieno di aspettative.

Ed era lì, a qualche metro da lei, ora.

Deglutendo, fece qualche passo avanti, facendo scricchiolare un rametto secco sotto il peso dei suoi tacchi spessi. In meno di una frazione di secondo, si ritrovò ad un palmo dal naso la punta di qualcosa di pericolosamente affilato.

<< Cissnei? >>

La lama di metallo scese velocemente, lasciando intravedere il viso di uno Zack esterrefatto.

La spada gli cadde di mano, e per un momento si guardarono dritto negli occhi, come la prima volta che si erano incontrati.

<< Zack… >> sussurrò lei, avanzando lentamente verso il SOLDIER << … sei proprio tu. Sei vivo… >>

Sentiva il respiro farsi pesante, i battiti diventare irregolari, le mani tremare; voleva toccarlo, sentire che era davvero lì davanti ai suoi occhi, che non stava sognando.

Zack la raggiunse e le sfiorò piano una guancia, quasi avendo paura di un contatto che da troppo tempo gli era stato precluso. Lei poggiò la sua mano su quella del ragazzo, godendo di quel tocco familiare, e assaporandone ogni piccola sfumatura. Erano davvero assieme, finalmente.

All’unisono, si strinsero in un abbraccio serrato, bramosi ognuno del corpo dell’altro: Cissnei afferrò la stoffa del maglione sulla schiena affondando il viso nel petto muscoloso e sicuro di Zack, vi si aggrappò con tutte le forze che aveva in corpo, le lacrime che cominciavano a rigarle le guance.

<< Ti ho aspettato per così tanto tempo… >> sollevò lo sguardo per scrutare i lineamenti del SOLDIER: apparivano provati e induriti dal tempo e dalle fatiche, ma le trasmettevano sempre quel piacevole senso di serenità che tanto le era caro.

<< Mi dispiace, amore… è successo davvero un enorme casino… >> le baciò la fronte calda e imperlata di sudore << Siamo dei ricercati, vero? >>

Indicò con la coda dell’occhio verso la sua destra, dove Cissnei vide, poggiato al muro, il corpo inerme di un ragazzo vestito con la divisa da SOLDIER.

<< Lui deve essere il ragazzo che è scappato assieme a te…>> l’altro ricercato, Cloud Strife.

Zack annuì tristemente allentando un po’ la presa sulla vita stretta della giovane Turk.

<< Mi sei mancata da morire… >> sussurrò poi, sporgendosi per baciarla. Le loro labbra di incontrarono quasi timidamente all’inizio, per poi riprendere familiarità e sciogliersi in un bacio appassionato e nostalgico al tempo stesso, salato di lacrime e pregno di sofferenza.

Le loro lingue si districarono piano, dopo un apnea interminabile, e le loro bocche si divisero nuovamente, per poi rincontrarsi subito dopo, più volte, dolcemente, sfuggevoli.

Fu con non poca fatica che poi, dopo innumerevoli mordi e fuggi, alternati ad altri momenti di passione, infine i loro volti si allontanarono.

<< Perché sei qui? >> le chiese il giovane soldato, carezzandole i capelli dolcemente << E’ pericoloso, non avresti dovuto seguirci…>>

Cissnei non rispose, spostando un’altra volta lo sguardo sul piccolo Cloud.

<< Sta davvero male… ma che è successo? >> nonostante fosse adagiato contro la parete di pietra, la testa gli ciondolava da una parte, le mani erano abbandonate ai lati del corpo, e lo sguardo era spento, vitreo, senza vita.

<< Avvelenamento da Mako, e piuttosto serio. >> l’espressione di Zack mutò di colpo, diventando rabbiosa. Chissà cosa avevano dovuto sopportare…

<< E’ per colpa degli esperimenti, vero? >> era una domanda dalla risposta piuttosto ovvia, se ne rese conto subito dopo averla formulata.

Ma che cosa stava tramando la Shin-Ra? Cosa stava nascondendo?

D’un tratto, guardando il corpo immobile del soldato, provò una repulsione totale per sé stessa, per aver lavorato tanto tempo per quell’organizzazione che stava conducendo esperimenti terribili, che aveva fatto soffrire la persona più importante della sua vita.

Zack annuì mestamente.

Dopo qualche attimo di esitazione, Cissnei si allontanò di qualche passo e preso in mano il cellulare, digitò velocemente un numero a memoria.

<< Ehi, Cissnei, che fa…? >>

<< Tseng, gli obiettivi sono scappati. >> disse lei velocemente, chiudendo la chiamata subito dopo.

Si rimise il telefono in tasca, e si voltò verso il ragazzo che incredulo, la fissava a bocca aperta.

<< Cosa…? >>

<< Tseng mi aveva ordinato di riportarvi a Midgar. >> rispose lei, sovrastando la domanda flebile di Zack << Ma io… non voglio che torniate alla Shin-Ra. Ho appena mentito al mio capo, Zack. E’ come se avessi disertato. >>

Ora erano in due ad essere sconcertati. Cissnei sgranò gli occhi, sentì lo stomaco andare in subbuglio, tutto all’improvviso era sconosciuto.

Aveva appena voltato le spalle al suo passato, al suo lavoro, alla sua casa.

Il SOLDIER le si avvicinò, e le mise le mani sulle spalle, guardandola dritto negli occhi.

<< Cissnei, io… >>

<< E questo non è nemmeno il mio vero nome! >> le lacrime ricominciarono a sgorgare dagli occhi stanchi della ragazza, questa volta copiose << Zack, non so più chi sono… ho appena abbandonato… tutto ciò che mi ha tenuta in vita finora. >> scosse il capo più volte, gettando occhiate nervose da ogni parte, per poi soffermarsi infine sul viso dell’unica vera certezza rimanente a quel mondo << Mi sei rimasto solo tu ormai. >> allungò le mani verso di lui, poggiandole sulle sue guance incavate << Guarda. >> lo afferrò per un braccio, portandolo vicino al sidecar parcheggiato poco lontano << Ecco le chiavi. >> disse poi, mostrando il mazzetto che teneva fra le dita.

Zack lo prese, un po’ titubante e lo osservò, rigirandoselo fra le mani più volte. Sollevò poi lo sguardo incontrando quello della ragazza, arrossato dal pianto.

Seguì un silenzio piuttosto ambiguo, nervoso e pesante, e Cissnei percepì il disagio che Zack sentiva. Probabilmente non capiva quali fossero le sue vere intenzioni, il motivo di quel suo gesto.

Nemmeno lei era tanto sicura di ciò che stava per dire, ma non aveva alternative. Indietro, non si poteva tornare. C’era solo il futuro davanti a lei e sapeva benissimo con chi voleva incamminarsi verso di esso.

<< Portami con te. >>

Scandì quelle tre parole in modo limpido, quasi come se il cuore non le stesse scoppiando, cercando di trattenere le lacrime che già minacciavano di sgorgare una seconda volta.

<< Ti rendi conto di quello che…>>

<< Non m’importa di nulla! >> sbottò lei << Dovunque tu voglia andare… qualunque cosa tu voglia fare io… voglio stare al tuo fianco! >> si gettò fra le braccia del suo amato, afferrando la maglia all’altezza dei pettorali << Non m’importa di nulla… >>

<< Sai che non è possibile. >> sentenziò il giovane SOLDIER , poggiando le mani sui fianchi stretti della piccola ex- Turk e scostandola da sé con delicatezza.

<< Perché!? >> gridò lei, ora di nuovo in preda al pianto << Perché non è possibile!? >> battè i pugni sul petto scolpito del soldato, scuotendo la testa più volte.

<< Sarebbe troppo pericoloso, lo sai. Mi troveranno, prima o poi. >> dolcemente, le sollevò il viso bagnato ed arrossato << Non voglio che tu corra dei rischi per causa mia. >>

<< Sarei pronta ad affrontarli! >> esclamò Cissnei, gli occhi spalancati, stanchi, supplicanti.

<< Mi uccideranno! >> il tono e l’espressione di Zack mutarono di colpo, facendosi rabbiose. La ragazza non l’aveva mai visto così, e ne rimase un po’ impaurita: quel bagliore che tanto la tranquillizzava, ora sembrava bruciare, dando al suo sguardo un’aria minacciosa e sinistra.

<< E non dire frasi come “Morirei con te” o qualcosa del genere. >> le prese una mano ancora chiusa a pugno, e dopo avergliela aperta con decisione, vi pose sopra le chiavi che poco prima lei stessa gli aveva consegnato. << Scappa, prima che mi trovino. >>

<< Zack, no! >> insistette lei, ormai singhiozzando << Ti prego… >>

<< Cissnei, per favore… >>

<< Ti amo Zack… ti prego… >>

<< Scappa, Cissnei… >>

<< No… portami con te… >>

<< Cissnei… >>

<< Non sarò di nessun peso… quindi… >>

<< Vai via. >>

<< Zack, ti scongiu…>>

<< VAI VIA! >>

L’eco della voce di Zack continuò a risuonare per qualche secondo, martellando i timpani di Cissnei, perforandoli, insinuandosi nel suo cervello, continuando a rimbombare nella sua testa, come una melodia che, pur non piacendo, si ricorda perfettamente.

Indietreggiò di due passi, le gambe tremanti e deboli, che inesorabili, la trascinarono a terra poco dopo. Si ritrovò con le ginocchia al suolo, impolverata e sconvolta, incapace di muoversi, pensare, parlare.

Zack, pentitosi subito dopo per aver reagito a quel modo, contrasse il viso in una smorfia addolorata, e si passò una mano sul viso, sospirando pesantemente.

<< Cissnei, credimi… è per il tuo bene. >>

Lei non rispose, gli occhi fissi ai piedi del SOLDIER.

Piangeva, e non riusciva a smettere; tremava, continuamente, come una debole foglia stremata dalle intemperie. Si sentiva delusa, tradita, abbandonata. Sola.

Ora, lo era davvero.

<< … Io ti amo Cissnei. Davvero… >> si inginocchiò davanti a lei, portandosi alla sua altezza

<< … ti amerò sempre. Perdonami. >> allungò una mano incerta verso il suo viso impallidito, sfiorandole una guancia con il dorso ruvido della mano. Lei non si mosse, non reagì, continuò a guardare di fronte a lei, nel vuoto.

Era finita.

Lo era davvero. E lei non poteva far nulla per impedirlo.

Tutto era giunto ad una conclusione che mai avrebbe voluto.

Abbandonata in mezzo al nulla, con solo una vecchia moto come compagna.

Il mondo attorno cominciò a diventare buio, confuso, sconosciuto.

I suoni si affievolirono, i colori si spensero, l’aria diventò irrespirabile.

Lui si allontanò, trascinando con sé il ragazzo intossicato, dandole le spalle.

Tre ciondoli si infransero nella sua mente, assieme ad una dolce promessa.

Poi, più nulla.

Note dell'autrice:

Ci avviamo verso la fine, con questo ultimo frammento. manca solo l'epilogo.

Questo ricordo è tremendo: quando mi misi davanti al pc per scriverlo, una rabbia e una tristezza incredibile mi attanagliarono la gola.

Ho anche pianto mentre digitavo le lettere con una lentezza estenuante. Seriamente, non volevo scriverlo.

Ma ho dovuto farlo, la storia lo esigeva dopotutto.

Ringrazio tutti coloro che mi seguono per aver letto e compreso l'amore e la dedizione che ho profuso in questo progettino, 

e sono davvero felice per i commenti e i complimenti che ho ricevuto.

La soddisfazione più grande per me è sapere che il  mio lavoro viene apprezzato.

A presto, con l'ultimo capitolo <3

   
 
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