Tanya mi porge il bouquet di candidi fiori e io le sorrido.

Tra i miei capelli color caramello spicca una coroncina di rose bianche, dalle quali parte il lungo velo. L’abito di raso che indosso è per me come una seconda pelle. Piccoli diamanti sono incastonati nella collana d’oro bianco che orna il mio collo.

Irina dice che sono radiosa come non mai. Kate mi osserva invece da un angolo; un sorriso increspa le sue labbra sottili.

Edward entra nella stanza: “È ora Esme”, mi prende a braccetto e mi accompagna fuori.

Io e Carlisle abbiamo preferito una cerimonia piuttosto intima ai grandi festeggiamenti con centinaia di invitati. Ci sono solo le mie sorelle di Denali, Edward e Aro.

Carlisle è accanto all’altare che mi aspetta. Sta sorridendo e sembra brillare di luce propria.

Attraverso la chiesa e mi avvicino a lui. L’umano che deve sposarci comincia a parlare, ma io non l’ascolto; tutti i miei pensieri sono rivolti a Carlisle e al fatto che presto saremo marito e moglie.

“Vuoi tu Carlisle Cullen prendere come tua sposa Esme Anne Platt?

“Lo voglio” risponde lui.

L’uomo rivolge poi la stessa domanda a me. “Lo voglio”. La mia voce è forte e sicura, ma so che se fossi ancora umana, la risposta sarebbe stata rotta da un singhiozzo.

“Allora  io vi dichiaro marito e moglie. Carlisle puoi baciare la sposa.”

Mio marito mi guarda e mi prende il viso tra le mani. Poi mi bacia. Un bacio lento e dolce.

Mi prende la mano e insieme usciamo dalla chiesa.

È tardi e tutti gli invitati sono tornati a casa.

Sono ancora vestita da sposa quando Carlisle arriva nel soggiorno con due valigie in mano. “Ti sei già dimenticata del viaggio di Nozze?” mi chiede.

“Come posso essermene dimenticata Carl?”

“Mettiti questi” mi lancia un abito leggero, decorato con motivi floreali e un baio di scarpe basse.

“Il viaggio sarà lungo” si spiega.

Mi cambio velocemente e Carlisle mi prende in braccio iniziando a correre.

“Dove mi porti?” gli urlo, anche se so che potrei benissimo sussurrarglielo.

La mia curiosità deve aspettare solo qualche minuto, il tempo che Carlisle impiega per raggiungere un aereoporto militare*.

Mi fa salire su un elicottero da guerra e saluta il pilota, a quanto pare suo amico.

Partiamo e voliamo per ore, finché non arriviamo a sud. Forse in Brasile, forse in Argentina. Qui Carlisle prende una piccolissima barchetta a remi, sulla quale sistema i bagagli e mi fa accomodare.

Quando mio marito annuncia l’arrivo, mi guardo intorno.

Gli altissimi alberi torreggiano sugli arbusti. Il mare limpido circonda tutto.

“Benvenuta all’Isola Esme!” mi dice Carl. “È tua adesso”.

Isola Esme????? Mille interrogativi mi ronzano nella testa, ma mi rendo conto di una cosa: in questo momento sono la donna, o vampira, a seconda dei punti di vista, più felice della terra, è niente potrà scalfire la mia felicità.

“Non restare qua. Vieni”, mi dice dolcemente Carlisle. “Il mare è favoloso e nella foresta si possono fare escursioni di ogni tipo.”

“Ti amo Carl”.

Angolo Autrice:

*non sono sicura che nel 1921 esistessero gli elicotteri, ma mi servivanop per la trama.

Questa è la fanfiction che ho scritto per il concorso "Family, my love..." di jadina94.

Si è classificata sesta. Qui sotto riporto il giudizio completo.

 Sesta classificata:
AliceRosy
Lo voglio

Grammatica: 9.5/10
E’ presente qualche errore di battitura qui e là, ma niente di grave xD Complimenti ^^

Forma: 8/10
Periodi troppo brevi che spezzano il discorso troppe volte, rendendo la lettura faticosa in alcuni punti.
Per il resto direi che è tutto ok ^^

IC: 8/10
Non so cosa, ma c’è un qualcosa in Esme che non mi convince appieno e che quindi ti è costato una parte del punteggio.

Gradimento personale: 9/10
Bella, ma purtroppo come ho già detto, le frasi troppo corte e la letture intervallata quasi sempre da punti, rendono la lettura poco scorrevole, che qualche volta si “incaglia” sui punti e procede faticosamente.

Totale: 34.5/40