Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers
Ricorda la storia  |      
Autore: thsefourwlls    03/09/2010    3 recensioni
“Hai d’accendere?”chiedesti con quella voce angelica,leggermente rauca a causa del freddo invernale. Io scossi la testa velocemente “ No, mi dispiace.” risposi specchiandomi nei tuoi occhi. Tu senza più replicare ti allontanasti, tornando al tuo motorino. pensai.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

   La prima volta che ti vidi eravamo all’uscita di scuola.
Io con le mie migliori amiche, tu appoggiato al tuo motorino senza marmitta e con una sigaretta in mano. In quei tre anni di liceo non ti avevo mai notato.
Te ne stavi lì con il tuo giacchetto di pelle nera e i pantaloni stretti, quelli che andavano tanto di moda, passandoti una mano tra quei ricci così perfetti.
Mi fermai a guardarti incantata.
Mi persi nei tuoi occhi color mogano.
Occhi stupendi…ma ricoperti da una patina di tristezza che faceva trasparire tutte le tue emozioni.
Mi fermai a fissarti.
A fissare quel viso d’angelo sfregiato da qualche cicatrice, a fissare le tue movenze che mi sono apparse all’istante così perfette.
D’un tratto mi guardasti e, senza neanche volerlo, il mio cuore sussultò.

Probabilmente ti sei chiesto perché ti fissavo, chi ero o semplicemente cosa volevo da te.
Iniziasti a camminare verso me e le mie amiche, con passo lento e assolutamente calmo.
Ti avvicinasti alle mie amiche, con sguardo impassibile.
Loro ti guardarono, si scambiarono velocemente un’occhiata, che io non seppi decifrare.

Buttasti la sigaretta sul marciapiede asfaltato e la pestasti con la punta della tua Converse verde.
Tirasti fuori il pacchetto e te ne prendesti un’altra.
“Hai d’accendere?”chiedesti con quella voce angelica,leggermente rauca a causa del freddo invernale.
Io scossi la testa velocemente “ No, mi dispiace.” Risposi, provando quasi vergogna nel guardarti.
Tu senza più replicare ti allontanasti, tornando al tuo motorino.
“che tipo strano” pensai.

   La seconda volta che ti incontrai non ti riconobbi subito.
Eri con altri ragazzi davanti ad un bar, tutto imbacuccato.
La tua folta massa di ricci spuntava da sotto il cappuccio della tua felpa grigia della Nike, il tuo collo, invece era scaldato da uno sciarpone nero. Tenevi le mani ben salde dentro le tasche dei jeans e un paio di occhiali da sole sul tuo volto, benché non ci fosse neanche l’ombra del sole.
Ti voltasti.
Facesti un veloce gesto con la mano e mi chiamasti con un “hey” appena pronunciato.
Sorrisi leggermente, arrossendo. Non sapevo nemmeno perché.

Ti allontanasti dai tuoi amici e mi offristi una cioccolata calda.

Non l’ho mai detto, ma quello fu uno dei pomeriggi più belli della mia vita, perché tu, in qualche modo, mi facevi stare davvero bene.

  La terza volta ci incontrammo per caso.
Eravamo entrambi da soli, per conto nostro, entrambi in ritardo per entrare a scuola.
Pioveva, pioveva a dirotto.
Tu te ne stavi sotto la tettoia con il tuo ipod nelle orecchie, accennando qualche parola ogni tanto.
Mi avvicinai a te sfilandoti delicatamente una cuffietta.
Mi sedetti vicino a te portando le gambe al mio petto per cercare di riscaldarmi.
Tu mi avvolgesti tra le tue braccia.
“Va meglio?”mi chiesi in un sussurro.
Annuii con la testa. Poi iniziai a parlare, raccontandoti di me, della mia vita e dei miei segreti. Non so esattamente perché lo feci, ma con te parlare diventava facile, e soprattutto tu non mi giudicavi. Dopo essere rimasto in silenzio ad ascoltarmi, parlasti tu, e in tutta sincerità mi lasciasti di stucco: “Mi buco”bisbigliasti con lo sguardo basso. “Mio padre è sempre fuori casa, per cecare di ottenere una promozione come dirigente e mia madre è morta”. Continuasti, poi, guardandomi negli occhi.
A dirla tutta ci restai male, specialmente quando realizzai che piangevi.

Ti abbracciai, e restammo così per minuti che sembravano interminabili.
Mi accarezzasti la mano dicendo “spero di rivederti” e poi una strana richiesta”Mi dai il tuo diario?” Io mi fermai un attimo a guardarti confusa “Ok”mormorai.
Entrai a scuola, continuando ad osservarti.
Guardavi ogni mio singolo movimento.
All’intervallo ti cercai e quando finalmente ti trovai, ti diedi il mio diario, senza chiederti niente.
Mi regalati un sorriso magnifico e te ne andasti.

Dopo tre giorni venne un tuo amico e mi ridiede il mio diario.
Chiesi di te.
Sul suo volto apparve una smorfia di dolore “Non l’hai saputo?” chiese sommessamente “Nicholas è morto il 26, due giorni fa”
Rimasi senza parole e non mi accorsi nemmeno di piangere.

Ora sono qui. Sotto quella tettoia. La nostra tettoia.
Con le lacrime agli occhi, mentre continuo a fissare quella pagina, il 26 gennaio, dove c’è solo una scritta: Remember me.

***

Okay, bene ditemi cosa ne pensate, mi farebbe piacere ricere dei commenti, oppure critiche o non so che ^^

Scusate se non è il massimo, ma non sono un gran chè come scrittice, lo faccio perchè mi rilassa. Tenevo a precisare, inoltre, che ho preso spunto da un video trovato su interet. Nick jonas non mi appartiene, il personaggio femminile invece sì.

Vi è piaciuto il finale o avreste scritto una fine diversa?

Scusate per eventuali errori.

S.

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Jonas Brothers / Vai alla pagina dell'autore: thsefourwlls