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Autore: Charlene    05/09/2010    14 recensioni
Collaborazione tra me e PichShrooms_BOOM. Le nostre menti si sono unite. Che cosa ne uscirà, chiedete? Leggete e lo scoprirete.
~Dedicata alla forte amicizia che si è creata tra di noi malgrado la distanza che ci separa.
Sento i suoi passi farsi sempre più vicini. Oddio, oddio, oddio! L'ansia comincia a prendere il sopravvento sulla mia ragione e sul mio corpo. Vedo le sue mani strisciarmi addosso rapide e noto una lama sottile e affilata appoggiarsi lentamente sulla mia pelle. Vedo il sangue uscire, sento il dolore annebbiarmi la testa...
Genere: Dark, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Boris, Hilary, Kei Hiwatari, Un po' tutti, Yuri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Primo:

FUǾRI NǾRMA

 

Russia, Mosca.

 

Si svegliò presto, dopo un lungo sonno profondo e senza sogni grazie all'intervento aggiuntivo del sonnifero. Malgrado avesse riposato bene, tornò subito nervosa e irrequieta come la sera prima: conoscere la verità e non essere creduta le faceva folgorare l'animo da una forte, fortissima rabbia.

 

Si vestì in un lampo: si stirò con cura il colletto della camicia e tormentò la felpa bianca per adagiarla per bene sulla sua vita sottile. Con una lesta occhiata alla finestra, si accertò che Takao fosse già in cortile ad aspettarla.

 

Il cielo era velato da uno strato di nuvole sottili, destinato a dissolversi sotto il sole. Le piaceva il sole, le metteva allegria e riusciva a non farle pesare - almeno per qualche istante - la morte della sua migliore amica. Da quando Mao Cheng era stata brutalmente assassinata, Hilary non  era non riuscita più a dormire alla notte: faceva degli incubi terribili che la portavano persino a gridare nel bel mezzo del sonno.

 

Tutti si ostinavano a dire che Mao si era tolta la vita, che la sua esistenza le era stata strappata da un improvviso e insensato suicidio, ma Hilary sapeva che non era così; era dell'implacabile opinione che fosse stata uccisa. Non si limitava a crederlo e basta, ne era sicura al cento per cento!

 

Volò rapidamente all'ingresso, raggiungendo Takao e imboccando la strada principale che li avrebbe portati – almeno così speravano – in orario a scuola.

 

“Oh, finalmente! Temevo ti fossi dimenticata la strada per l'ingresso di casa tua!” ironizzò acidamente Takao, con l'intento di evidenziare la lunga attesa che era stato costretto a sopportare.

 

“Buongiorno anche a te, Takao.” rispose apatica lei, mentre con una mano tirò fuori dalla tasca dei jeans il cellulare: non ricevette nessun messaggio da parte sua, neanche uno.

 

“Stai ancora pensando a Kei?” Hilary sussultò improvvisamente: il suono di quel nome le faceva sempre lo stesso effetto, era come se la spaventasse, in un certo senso.

 

“Non ho mai smesso.”

 

“Non credi sia l'ora di voltare pagina?”

 

“Ci sto provando, Takao. Ci sto provando!”

 

Quando arrivarono a scuola, Hilary non poté fare a meno di sentirsi aggredita dagli sguardi accusatori degli altri studenti che frequentavano l'istituto. Tutti la evitavano, la ritenevano una pazza per quello che andava farneticando sulla morte di Mao. Nessuno le credeva, non si sforzavano nemmeno.

 

Camminò silenziosamente sino al suo banco, Takao la fissava preoccupato: la situazione peggiorava ogni giorno, e la preoccupazione in modo direttamente proporzionale ad essa. Un esaurimento nervoso era vicinissimo a guastare l'equilibrio mentale della nipponica. Aveva decisamente bisogno di staccare la spina, di allontanarsi da quel posto maledetto.

 

Con rabbia appoggiò lo zaino sul banco, procurando un rumore tale da ammutolire tutti i presenti in classe.

 

Si sedette al suo posto, ignorando gli ulteriori sguardi che la scrutavano con attenzione. Utilizzò le braccia come cuscini, e vi ci appoggiò la testa.

 

“Hilary, tutto bene?” una voce che quella mattina ancora non aveva sentito le giunse alle orecchie. Alzò appena lo sguardo e vide davanti a sé Rei.

 

“Sì, va tutto bene.”

 

Il suono improvviso della campanella impedì alla conversazione di prolungarsi oltre.

La Professoressa Fursevich, nonché insegnante di matematica, entrò in classe con fare per niente rassicurante. Il suo volto esprimeva rabbia mista alla delusione, il che valeva a dire soltanto una cosa: i compiti erano andati male.

 

“Buongiorno ragazzi, questa mattina non mi perderò in spiegazioni o in correzioni dei compiti assegnati a casa.” un sospiro di sollievo fuoriuscì dalla bocca di tutti gli alunni presenti. “Tuttavia, visti i risultati pessimi dell'ultimo compito in classe, mi toccherà impiegare l'ora con una bella interrogazione alla lavagna.”

 

Questa volta ci mancò poco che gli studenti urlassero di terrore, sino ad affollarsi contro la porta per uscire e scappare in salvo.

 

“Ma professoressa, si avvicinano le vacanze di Natale e a Natale siamo tutti più buoni!” l'improbabile impresa nel convincere nel convincere la Fursevich a rimandare l'interrogazione in cui si impegnò Takao, parve fin da subito sciocca e alquanto inutile.

 

“Takao, tu dovresti essere il primo a tacere! Il tuo compito è stato il peggiore di tutti!”

 

“Cosa?! Un'altra insufficienza?!” si lagnò fiondandosi ai piedi della cattedra.

 

“Un'altra gravissima insufficienza. La tua media è persino più bassa di quella di Huznestov, il che è tutto dire!”

 

“Sono nei pasticci...”

 

Takao se ne tornò afflitto al suo posto, riuscendo a strappare una piccola risata a Hilary. L'espressione che il ragazzo aveva in volto era davvero buffa, avrebbe fatto ridere chiunque.

 

“A proposito, che fine hanno fatto Boris e Yurij?” domandò la professoressa rivolgendosi a Ivan e Sergey che sedevano all'ultimo banco.

 

“Boris doveva vedersi con Karolin... AHIA!” una forte gomitata ricevuta da Sergey impedì a Ivan di continuare la frase. “Ehm... Avevano entrambi una... Ehm... Visita medica. Sì. Una visita medica al... Alle caviglie!” Sergey si schiaffeggiò una mano in fronte disperato: Ivan era un vero e proprio disastro!

 

“Oh, interessante! E che cosa hanno le loro caviglie che non va?” domandò ironicamente interessata la professoressa.

 

La porta della classe si aprì velocemente e andò a sbattere contro il muro. Boris e Yurij entrarono di tutta fretta, senza neanche degnarsi di scusarmi per l'ingresso poco consono all'ambiente scolastico.

 

“Huznestov! Ivanov! Questa è la sesta volta di fila che arrivate in ritardo alle mie lezioni. Più tardi verrete con me in presidenza, chiaro?!”

 

“Fantastico, ci mancava la rottura di coglioni mattutina!” commentò con ben poco garbo Boris, mentre Yurij avrebbe tanto voluto trovarsi dall'altra parte del mondo in quel preciso istante.

“Ti conviene moderare il linguaggio Boris, o sarò costretta a prendere dei seri provvedimenti!” lo fulminò la Fursevich.

 

Boris non le rispose, si limitò semplicemente a sedersi al suo solito posto accanto a Julia Fernandez, nonché la sua ragazza di cui tutto sommato non gli importava molto.

 

“Sei stato di nuovo con lei, non è vero?!” gli chiese Julia alludendo agli evidenti succhiotti che aveva sul collo.

 

“Non ho voglia di parlarne.” la freddò lui.

 

A Julia per un attimo parve che il mondo le fosse crollato addosso. Si sentì improvvisamente presa in giro e a stento trattenne le lacrime.

 

*

 

Corro, cado, mi rialzo.

Qualcuno mi insegue, qualcuno vuole prendermi e farmi del male.

Non ho il coraggio di girarmi per vedere chi si nasconde dietro di me, ho troppa paura!

Improvvisamente davanti ai miei occhi appare un muro che non ricordo di aver mai visto. Sono in trappola.

Ormai lui è vicino, sento i suoi passi farsi sempre più vicini.

Oddio, oddio, oddio! L'ansia comincia a prendere il sopravvento sulla mia ragione e sul mio corpo.

Vedo le sue mani strisciarmi addosso rapide e noto una lama sottile e affilata appoggiarsi lentamente sulla mia pelle.

Vedo il sangue uscire, sento il dolore annebbiarmi la testa...

 

“NOOOOOOOOOOOOOOOOOO!”

Quando si rese conto di essersi addormentata nel bel mezzo della lezione, si ritrovò ad arrossire vistosamente.

 

“Hilary, che cosa ti prende?!” le domandò Takao sussultando per lo spavento.

 

Gli occhi della ragazza saettarono in ogni angolo della classe alla ricerca del pericolo. Non trovò nulla di rilevante.

 

Aveva il respiro affannato e la fronte e la mani madide di sudore.


“Ti senti bene?” le chiese, nuovamente.

 

“S-sì... Sto bene!”

 

“La ricreazione tra breve finirà, hai voglia di accompagnarmi dalle macchinette?” le propose, alzandosi dal banco e dirigendosi verso la porta.

 

“Sì, arrivo.”

 

Un senso di preoccupazione la inorridì. Aveva paura e non sapeva con chi parlare o con chi sfogarsi. Malgrado il numero elevato di amicizie di cui era in possesso, si sentiva sola. Tristemente sola.

 

 

Salve a tutti

Salve a tutti! Siamo Kainfan91 e PichShrooms_Boom, e abbiamo deciso di dedicarci ad una fanfiction a quattro mani. Come avrete visto si tratta di un genere poco affrontato, e speriamo che questo prologo sia stato di vostro gradimento. È solo un assaggio, presto la vicenda si delineerà di più. Grazie in anticipo a chi leggerà! E preparatevi al peggio perché quando due menti come le nostre si uniscono ci si può aspettare di tutto *W*

  
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