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Autore: Rucci    10/09/2010    5 recensioni
Ed ora veglio
sono Tuo e Mio
la notte mi annunziasti come vita
mi hai fatto uomo.

Ci sono centootto stelle che in verità sono demoni.
Centootto diversi demoni. "Inno alla notte" è per uno di loro.
{spectre-centric, original character}
Genere: Dark, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I

VII.

 

Lontananze della memoria,

desideri di gioventù,

sogni dell'infanzia,

brevi gioie e vane speranze

di tutta la lunga vita

vengono in vesti grigie,

come nebbie della sera

quando il sole è tramontato.

 

 

Il tributo di sangue. Parte prima.

Tra le braccia dei vampiri sperimentò la velocità come non l’aveva mai osata immaginare. In pochi minuti lasciò la città per il Danubio, e il Danubio per altre città, e dalle città risalì per i boschi. Sulle montagne si accorse che il viaggio era durato a lungo, ma le creature non si stancavano. Non gli fu concesso, tuttavia, di avere paura: ogni volta che un tremito era sul nascere, c’era il braccio di ferro di Gheorghe a stringerlo, e i suoi occhi a dardeggiare quieti nei suoi. Allora si sentiva come un bambino cullato dalla madre, senza un solo problema al mondo che valesse la pena di affrontare. Fu così sino alle grotte buie, in cui altri attendevano.

 

Il tributo di sangue. Parte seconda.

I loro sguardi dardeggiarono nel buio in un modo che la paura stavolta serpeggiò netta e forte, perché anche senza ancora osare capire che cosa fossero c’era l’istinto di trovarsi davanti ad un branco di lupi, che si sarebbero gettati su di lui per farlo a brandelli. Invece Iulia strinse entrambi i suoi polsi e con voce roca urlò che era suo, l’aveva trovato ed ora era suo, e nessuno gliel’avrebbe tolto. Rise folle di gioia e lo guardò così fisso, nel buio della cava, che Stevan dimenticò tutta la sua infanzia e tutto quello che era stato. Poi, inaspettatamente, fu gettato all’indietro, fra altre braccia, che lo ghermirono senza lasciarlo più.

 

Il tributo di sangue. Parte terza.

Siccome Gheorghe era il compagno, il secondo, il braccio destro di Iulia, a lui fu dato, e lui gli alzò il mento e reclinò il viso, guardandolo con la tenerezza di chi già ti ama e ti ha aspettato a lungo. Quello più di ogni altro gli strozzò la voce in gola, e ancora non era riuscito a parlare: ma presto sentì sul collo il respiro freddo di chi ha lasciato la vita da secoli, e d’un colpo con i canini affilati di mostro Gheorghe gli recise le vene e il cuore. Fu doloroso e orribile, due fili metallici dritti dentro la pelle, che aspiravano il sangue a fiotti e aprivano gorghi nella testa. Poi venne il languore. Sentì forti le sue mani sulle spalle e smarrì sé stesso sino al punto di riuscire a distinguere un singolo battito del proprio cuore serpeggiare lungo le vene, scosse, per venire sorbito dalle sue labbra. Fu un orgasmo lentissimo.

 

Il tributo di sangue. Parte quarta.

Era già spossato quando cadde sulle ginocchia, gli occhi pieni di Gheorghe, di pioggia sui laghi e sui ponti di un secolo prima. Sentì dolore ai polsi, all’avambraccio scoperto, sentì i morsi del branco di lupi. Al di là di tutti, il volto di donna che l’aveva rapito alla finestra, e che non faceva altro che sorridere e contemplare. Forse pensò di morire. Lo pensò sicuramente, quando il dolore fu troppo e su laghi e ponti calò il nero. Sbatté la testa a terra e non sentì più nulla.

 

 

 

 

…poveraccio.

*NON SA CHE ALTRO COMMENTARE*

 

 

LeFleurDuMal: Iniezione di autostima pura. Ho già gnaulato con te quando mi hai commentato tutti i capitoli in stecca, e senza che neanche te l’avessi chiesto. Ma ho riletto tutte le recensioni. E ancora. Mi hai mandata in sovraccarico. Non so davvero che dire. Fingerò di essere stupida. Pigna.

Shinji: Ma le fusa vanno benissimo. È Milo quello che tiene il broncio se non commenti, e più per farsi fare le coccole che per altro. È sibillino. ù_ù Comunque le recensioni non si buttano via, ora sono un po’ più felice. <3 Sì, andiamo tutti assieme nella notte vellutata! E abbracciamo le creaturine che vi si celano! …quando non hanno fame! BORIS!

beat: Devi-devi-devi, la Rice ti piacerebbe tantissimo! Intanto che reperisci lei, guarda qua. Guarda come sono scuri, cupi e affamati. Guarda come mangiano. E niente: speriamo in bene, per il resto, povera creatura. Il prossimo capitolo spiegherà meglio alcune cose in merito a quello che è capitato a Stevan… attendiamo fiduciosi. >*<

ribrib20: Il mio ego sta benissimo: continua! Continua! Di più! *CCC* Scherzi a parte, grazie come sempre per l’entusiasmo, sono così felice di aver toccato un tema che a quando pareva aveva bisogno di una spolverata. Mi sono impegnata! E tutto s’intreccerà, davvero, con il nostro Signore Oscuro preferito. Non per nulla, l’aura di morte è sempre presente, anzi, ci stiamo sotterrando tutti quanti, qua dentro. Gh.

Kiki May: In Stevan, invece, pulsa la forza oscura del sangue. Stevan è un vampiro, prima che per poteri immortali, per essenza: hai colto benissimo, fidati. Tanto che il cuoricino mi si è allargato. Sicuramente tutto il vampirismo che riguarda Stevan di per sé è simbolico: attratto, senza veramente deciderlo né prenderne bene coscienza, passa alla notte e ne viene divorato (letteralmente, a questo punto). Non è una scelta volontaria, ma non è neppure un presentimento di ciò che avverrà: si tratta soltanto di sprofondare fino in fondo, di allargare le braccia prima di abbracciare. Adesso vieni con me, nascondiamoci sotto una coperta e attendiamo il Nero Potere.

  
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