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Autore: Lutea Eos    11/09/2010    6 recensioni
Cinque ragazze, a Forks. Cinque amori guidati dal destino: Sophia ed il suo migliore amico (Jacob), Alyssa e il ragazzo nuovo (Edward), Fannny e il suo capo (Carlisle), Thamara e il suo ex, Alice e un ragazzo strano (Jasper). La situazione sarebbe già complicata così, se tutti fossero ragazzi normali. Ma il destino vuole che siano vampiri e licantropi.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Carlisle Cullen, Edward Cullen, Jacob Black, Jasper Hale, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Una ragazza correva a perdifiato per le vie di Forks, maledicendo il suo gatto e il vaso di orchidee della vicina che lo aveva nascosto.

“Alyssa! Non è ancora cominciata la scuola e già corri?” Domandò una signora che stava innaffiando i fiori nel suo giardino.

“Sì, Juliet, sono in ritardo, devo scappare!” Disse senza nemmeno fermarsi con un cenno della mano. La signora rise.

Finalmente, dopo aver svoltato in un’altra via, arrivò in piazza. Si lasciò cadere trafelata su una sedia poggiando il capo sulle mani.

Aly, tutto bene, vero?” Chiese Sophia guardandola.

Alyssa alzò le mani. Prese profondi respiri e trovò il fiato: “Sì, tutto ok. Ero solo un po’ in ritardo.”

“Non dirmi che l’hai fatta tutta di corsa da casa tua?” Domandò Alice guardando la via da cui era arrivata l’amica e cercando di valutare la distanza da lì a casa sua.

“Sì” Sospirò Alyssa.

Sophia tossicchiò “Perfetto. Comunque, se proprio volevi fare una corsetta, potevi andare sulle colline, panorama migliore, aria migliore.” E accompagnò il tutto con un gesto della mano.

“Già, quest’estate non dovevamo andare a correre?”

“Voi dovevate! Io mi ero tirata indietro dall’inizio.” Puntualizzò Alice.

“Peccato che ormai sia settembre, tutto rimandato.”

“Potremmo iscriverci in palestra.”

“Se proprio non abbiamo altro da fare…

“Scusate” Disse Alyssa mentre finiva di riprendersi “Fanny e Thamara dove sono?”

“Devono ancora arrivare. D’altronde è il primo giorno per Fanny, magari l’hanno trattenuta.”

“Tutta questa fatica e non ero nemmeno l’ultima?” Si demoralizzò Alyssa.

Risero “No, ma se ti consola si sentiva la sua mancanza, eravamo molto depresse, sai…” Disse Alice con la faccia seria.

“Immagino.”

“Ecco le ultime due!” Esclamò Sophia. “Come è andato il primo giorno?”

Fanny era la più grande nel gruppo. Mentre le altre amiche ancora frequentavano il liceo, lei si stava laureando in medicina e le era stato proposto un periodo di praticantato. Ovviamente aveva accettato e l’ospedale di Forks, la sua città natale, era stato ben lieto di accoglierla.

“Una meraviglia!” Disse con un sorrisone.

“Allora, dai racconta!”

“Veramente la mattinata non è stata un granchè. Mi hanno mostrato i reparti, mi hanno fatto firmare un sacco di fogli, mi hanno insegnato ad usare un cercapersone…

“Un cercapersone? E’ solo praticantato e già devi essere reperibile?”

“No, a casa no. Ma nell’orario di lavoro sì e i medici usano il cercapersone per trovarsi da una parte all’altra dell’ospedale.”

“Ah ecco.”

“Insomma, la mattinata una noia.” Tirò le somme Alyssa “Nemmeno un po’ di sangue.” Sophia e Alice la guardarono male, loro soffrivano alla vista del sangue. Alyssa lo sapeva bene e l’aveva ricordato apposta, facendo loro una linguaccia. Poi si voltò verso Thamara, anche lei non sarebbe proprio stata a suo agio a fare il medico. Stranamente l’amica aveva uno sguardo spento, vuoto.

Fanny intercettò quello sguardo e riprese a parlare, meglio dare prima le belle notizie. “Ma ho rivalutato tutto il pomeriggio! Come sapete, devo lavorare come praticante di un dottore. E ne è arrivato uno nuovo in città da poco. Così i responsabili mi hanno affidata a lui, sia perché ha un curriculum eccezionale, sia perché io conosco gli abitanti di Forks e i loro stili di vita e questo può essere utile nelle diagnosi.”

“Ah, ho capito! Deve essere il dottor Cullen, la sua famiglia si è appena trasferita.”

“Già. Proprio lui.”

“Com’è? Gentile? O ti fa sgobbare?”

“Gentilissimo! Sembra uscito da un’altra epoca. Non so come spiegarlo… E poi è bellissimo, ha un fascino incredibile! Non ho mai visto nessuno così perfetto…

“Altro no?” Chiese Sophia ironica.

“Mi sa che dovremo vederlo.”

“Concorderete con me.”

“In effetti tu non hai gusti facili. Eppure, anche andando all’università ne hai conosciuti di ragazzi, ma non è mai successo nulla. La tua vita sentimentale è una noia. O dovrei dire era?”

“Quanti anni ha?” Chiese Sophia.

“25, o giù di lì, non gliel’ho chiesto.”

“Due anni sono una differenza di età accettabile.” Disse Alyssa.

“Decisamente” Concordò Alice.

Calò un momento di silenzio. “Tu Thamara cosa racconti?”

“Voglio buttarmi da un ponte.” Disse tetra.

Le ragazze si scambiarono uno sguardo. “Ehi, cosa è successo?” Chiese Alyssa toccandole una mano.

“Baciava un’altra.”

“Su, proviamo ad indovinare il soggetto” Disse Alice.

“Scelta difficile ma opterei per Alex.” Concluse Sophia.

Thamara le incenerì con lo sguardo.

“Dove l’hai visto?” Chiese Alyssa.

“Sul muretto del parco.”

“Chi era la ragazza?”

“Jessica” Rispose Thamara abbassando le spalle.

“Oh non preoccuparti allora! Non può durare tanto, il suo massimo è stato… quanto? due mesi?” Disse Fanny.

“Solo perché lui aveva passato due settimane in Messico, in cui lei non ha potuto sentirlo nemmeno per mollarlo.” Puntualizzò Alice.

“E comunque non è nemmeno fedele, si sa, quindi non preoccuparti.” Concluse Sophia.

Thamara rimase in silenzio.

“Non si potrebbe parlare con Jacob?” Propose Alyssa.

“Non sono più amici come una volta. Ve l’ho detto, da quando si è messo a uscire con la combriccola di Sam non si sentono più.” Rispose Sophia.

“E a proposito di Jake, cosa ci dici Sophy?”

“Cosa dovrei dirvi?”

“Se non sbaglio eravate fidanzati.”

“Avevamo tre anni!”

“Questo è un dettaglio.”

“Non potrei vederlo come fidanzato, è solo un grande amico.”

“E chi lo dice che non puoi?”

Sophia si arrese, poggiando il viso sulle mani. Poi si riprese “Parlando di amori- e fece il gesto delle virgolette- se non sbaglio si è trovato qualcuno che ti sopporta, vero Aly?”

“La sopporta solo perché non la conosce.” Precisò Alice ridendo.

“Ma che arpie!”

“Ah, è vero, scusa. La vostra è una approfondita conoscenza tramite messaggi. Scusa.” La canzonò Fanny.

“Non c’entra! E’ così tenero…

Ooooooohhhhhh

“Come un elefante!” Si illuminò Thamara. Ella amava gli elefanti; anzi, ne aveva una ossessione, poiché sosteneva che il suo Alex somigliasse tanto a loro.

“Primo: gli elefanti non sono teneri. Piuttosto le scimmie. Secondo: Anthony non è tenero.” Ribattè Fanny.

“Io non sono ancora riuscita a capire come è cominciata questa… questa… diciamo conoscenza, va’.” Disse Alice.

“Ero in montagna con mia madre e quando sono tornata a casa ho cominciato a ricevere i messaggi di Anthony. Mi ha detto di avermi notata in hotel e di aver chiesto il numero alla recepsion. E così abbiamo iniziato a sentirci… E’ espansivo ma mi ha detto che con gli altri non riesce ad essere così…

“Lo sai vero che lo stalking è un reato?” Chiese Sophia.

“Sì.” Rispose Alyssa guardandola di sbieco.

“No, sai, perché sei mia amica, non vorrei che ti succedessero cose brutte…

“Mi fido di lui! Siamo in sintonia! E poi gli ho solo detto che sto a Forks, non sa dove abito precisamente!”

“Ma potrebbe sgraffignare l’informazione, come ha fatto col numero di cellulare…

“Ecco che ricominciano, cane e gatto!” Esclamò Alice.

“Venendo a cosa più serie… hai notato qualche ragazzo carino in hotel? Hai un’idea di chi sia Anthony?” Cominciò Thamara.

“No, affatto. C’era un ragazzo carino, ma troppo grande per noi, al massimo per te, Fanny. E comunque era fidanzato, mentre Anthony è libero. Inoltre ho sentito la bionda, la sua fidanzata, che lo chiamava Emmet.”

“Dunque, oltre a essere uno stalker è pure un cesso! Ma perfetto! Proprio tu li vai a cercare!” Le disse Fanny.

“Oh, ma insomma, tutte contro di me siete?”

“Ma no! E’ che ci divertiamo a prenderti in giro, lo sai, siamo delle arpie…” Disse Thamara.

“Comunque non solo lui. Dacci tempo di conoscere questo Carlisle e vedrai cosa gli diciamo…” Puntualizzò Sophia.

“E con Alex stiamo già dando.” Intervenne Fanny.

Allie, tu, in tema d’amore, non aggiungi nulla?” Chiese Tamara.

“Per ora no. E visto come trattate quelle persone comincio a sperare che sia un no per molto tempo.”

“Invece deve diventare un sì velocemente! L’amore è una cosa meravigliosa, dolce, tenera, è essere pervasi di qualcosa di più potente del corpo, del tempo…” Si perse Thamara.

Le altre si guardarono “D’accordo, Thammy Thammy.” E risero. “Comunque Carlisle ha dei figli. Dovrebbero avere più o meno la vostra età.” Disse Fanny.

“Quindi li conosceremo a scuola, immagino.”

“Già.”

“Improvvisamente mi sento piena di energie per affrontare ciò che ci riserva la Forks High School!” Disse Alice agitando un pugno.

“Io invece sono sempre più depressa…” Disse Thamara.

“Allora magari stasera, già che vi fermate tutte a dormire da me, si potrebbe guardare Profondo Rosso.” Propose Fanny.

Alle facce disgustate di Sophia ed Alice, Thamara si infervorò “E’ assolutamente da vedere! Non potete non imprimerlo nelle vostre pupille!”

“C’è il sangue…

“Ed è un horror, proprio non il nostro genere.”

“Vedremo, vedremo” Disse Thamara pensando che piuttosto le avrebbe legate alla sedia. “Però, prima di venire da te Fanny devo passare dai Newton prima che chiudano.”

“Cosa devi comprare?”

“Un cacciavite.”

Alice rise “Una volta mio padre mi ha mandato a comprare delle viti. Le ho prese di tre misure più grandi, da allora non mi manda più dai Newton, se ha bisogno va lui direttamente.”

“Oh no, non è per mio padre. E’ per me.”

Le ragazze la fissarono tutte. “Cosa?” Esclamò Fanny.

“Sì! Voglio tenere un cacciavite nella borsa. E’ utile a qualunque evenienza.” Spiegò Thamara.

Sophia tossicchiò nel silenzio generale.

“Ti accompagno. Voglio vedere se hai il coraggio di comprarlo sul serio.” Disse Alice.

“Andiamo allora.” Concluse Thamara alzandosi.

Sophy, cerca un film mentre la porto via!” Sillabò Alice da dietro la schiena di Tamara. Sophia fece un cenno d’assenso, Alyssa e Fanny risero.

 

Il negozio dei Newton era piccolo ma ben fornito. Non c’era nemmeno uno spazio libero, tutto era impilato ed accatastato all’apparenza senza un minimo di ordine ma tutti trovavano quello che cercavano. Il negozio non era mai cambiato negli anni e nessuno si era mai lamentato.

“Tuttavia un po’ di spazio in più farebbe comodo…” Pensò Alice mentre, in piedi accanto a Thamara vicino allo scaffale dei cacciaviti, osservava un ragazzo castano ramato cercare di poggiare sul bancone la scatola di una tenda da campeggio con scarsi risultati. Alla fine rinunciò e la tenne tra le sue braccia, aspettando che qualcuno del negozio si facesse vivo per pagare.

Poiché i cacciaviti di Thamara non le interessavano, Alice si soffermò a studiare quel ragazzo. Era carino e non l’aveva mai visto prima in città. Probabilmente, si disse, si sarebbe fermato una settimana o poco più per una vacanza in campeggio, vista l’attrezzatura.

“Edward, credo che dovremmo prendere anche questo.” Disse un ragazzo biondo avvicinandosi all’altro con una scatola in mano.

Alice rimase come pietrificata, osservandolo.

“Non credo ci serva, Jasper.” Disse il ragazzo chiamato Edward con il tono di chi sta sottintendendo qualcosa di ovvio.

“Può essere utile in ogni evenienza, invece.” Ribattè l’altro.

“Non credo si verificherà.”

“Ma potrebbe.”

Thamara osservava la scena da dietro l’amica. Capiva che i due non volevano parlare chiaramente lì, il negozio era troppo piccolo e anche con tutta la buona volontà lei ed Alice non sarebbero riuscite a non ascoltare. Ma in quel momento non le importava.

Aveva visto, negli occhi di Alice che guardavano quel Jasper, la dolcezza dell’amore. Era lì, di fondo, mentre il suo sguardo si posava su quel ragazzo. E sorrideva.

Non poteva non cogliere l’occasione per renderla felice. Velocemente la spinse in avanti, proprio contro quei ragazzi.

Alice finì proprio addosso al biondo e stava per cadere ulteriormente in avanti quando il castano la prese per le spalle riportandola in posizione verticale.

Anche se era avvenuto attraverso la maglietta, Alice aveva avvertito il tocco freddo delle sue mani. “Scusa, ho le mani fredde.” Disse lui con un sorriso, come per scusarsi.

“No, nulla figurati.” Disse lei.

Poi si rivolse a Jasper che la guardava con occhi sgranati “Scusami. Io non volevo finirti addosso- disse arrossendo- ma Thamara mi ha dato un colpo e…

“Figurati. Non c’è stato alcun problema. Sono sicuro che non era nelle tue intenzioni arrecarmi disturbo.” Rispose lui con un sorriso. Tuttavia Alice notò gli angoli della bocca tirati.

“Bene –disse lei a disagio- sono felice che tu mi abbia capita” E gli sorrise apertamente.

Il viso del ragazzo sembrò distendersi ulteriormente mentre osservava Alice.

“Ti chiami Jasper, vero? E tu Edward? Vi abbiamo sentiti prima…” Disse Thamara interrompendo l’imbarazzante silenzio creatosi.

“Già.”

Dopo un altro momento in cui nessuno parlò Alice intervenne “Forse dovremmo continuare la nostra ricerca, Thamara.”

“Non serve. Ho già trovato!” Spiegò lei estraendo un cacciavite da dietro la schiena ed avvicinandosi anch’essa al bancone.

“Hai trovato? Oh bene, è un ottimo modello, impugnatura ergonomica, resistente, tuo padre si troverà bene ad utilizzarlo.” Commentò la signora Newton spuntando da dietro il bancone.

Veramente…” Cominciò Thamara.

“Sì, è quello che le ho detto anche io. Con meno termini tecnici, ovviamente” Aggiunse Alice vedendo lo sguardo della signora ma facendo capire a Thamara che era meglio se teneva per sé il fatto che il cacciavite sarebbe rimasto nella sua borsa.

Edward fu colto da uno spasmo di tosse abbastanza violento che fece sobbalzare tutti.

Mentre Thamara e la signora Newton si preoccupavano di capire se avesse bisogno di aiuto, Alice notò che lo sguardo di Jasper era schizzato velocemente all’uscita, poi sul retro del locale, infine aveva esaminato la strada. Non lo aveva visto bene ma era sicura che fosse andata così.

“Tutto bene, tutto bene. Deve essermi andata di traverso la saliva.” Disse Edward con un sorriso sulle labbra mentre Tamara stava per colpirgli la schiena.

Ad Alice non sfuggì lo sguardo che lanciò a Jasper, come per tranquillizzarlo.

Velocemente Edward pagò la tenda e il fornelletto da campeggio che Jasper gli porgeva e sparì con lui fuori dal negozio, mentre la signora Newton commentava: “Mi avevano detto che erano ragazzi fragili” e Thamara si concentrava su Alice, che aveva la sensazione che quei ragazzi sarebbero diventati importanti.

 

A Sophia (visto che ti metto per prima, eh!), la pessimista, che mi riporta coi piedi per terra.

A Thamara, la romantica sognatrice, che mi manda la testa fra le nuvole.

Ad Alyssa, la mia milanese, che sa sempre come consolare.

A Fanny, l’allegra viaggiatrice, che si prodiga in pensieri ed azioni assurdi.

 

   
 
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