Salve salvino, popolo del fandom di Naruto.
Navigo da poco in questo fandom, come questa idea che ho messo per
iscritto di getto, in ragion per cui non so quanto abbiano senso questo
agglomerato di parole e parole.
Vorrei precisare che, è la prima volta che scrivo su Naruto,
perciò dovrei prendere un po' confidenza con questi personaggi a
me nuovi e chiedo venia se li rendo snaturati. Se in caso non riuscissi
nel mio intento di tenerli il più strettamente IC, siete liberi
di farmelo sapere che lo aggiungo immediatamente negli avvertimenti.
Il titolo è in giapponese e significa "Sabbie Rosse nel Deserto",
penso che si possa capire già da questo quale sarà il
fulcro della storia ma comunque dirò qualcosa, dato che
l'indroduzione fa abbastanza schifo, visto il mio scarso modo di
riassumere o di incuriosire il lettore.
Questa fanfic tratterà maggiormente del Villaggio della Sabbia
ed in particolare di un suo clan, ovvero quallo della Sabbia Rossa. Che
dire se non che questa famiglia mi ha affascinato molto? Oltre ad
essere una fan di Gaara, lo sono anche di Sasori (avrò un debole
per i Rosso Malpelo?? XD) e devo dire che la Saga del rapimento del
Kazekage è una delle mie preferite in assoluto. Qui,
entrerà in scena un nuovo menbro del clan, ma le sue parentele
verranno esposte già nel prossimo capitolo (che spero ci
sarà!). Non credo che ci saranno SPOILER, visto che mi trovo
molto indietro con i capitoli manga ma, in caso questa fic
continuerà e ci saranno situazioni da spoiler, ve lo farò
sapere, oltre che a segnalarlo negli avvertimenti. Per ora il rating
sarà verde, ma non sono ancora sicura delle situazioni che si
verranno a creare, in caso io debba alzarlo, ve lo farò sapere!
^^
Preciso anche un po' di nomi che appariranno in questo capitolo:
Hanako: deriva da "Hana" (fiore) e da "Aka" (rosso).
La Locanda Sunaka: deviva da "Suna" (sabbia) e da "Aka" (rosso).
Asashi: è uno "storpiamento", se così si può dire, del nome del geniale mangaka che ha inventato Naruto, ovvero Masashi Kishimoto.
Ovviamente, derivano tutti dal giapponese. ^^
Bene,
dopo queste ciance (che vi avranno sicuramente annoiato e
desistito nel leggere), passo direttamente al cap., non dopo avervi
avvisato che, dato l'ora ed i controlli che ho fatto, ci saranno
sicuramente degli errori e se qualcuno di voi, anima pia, vorrà
recensire per farmi sapere un suo parere e per sapere se continuarla,
vi pregerei anche di segnalarmi eventuali errori se ne avete voglia...
Ora vi lascio veramente alla lettura!
Buona lettura! ^*^
Ãḳäĭ Ṡųṅã Ŋō Șẫƃáĸǘ
Il Villaggio della Sabbia. Quanto le
era mancato.
In due anni d'assenza, aveva sempre sognato di poter
rivedere e riattraversare quel crepaccio di roccia rossa che
circondava la città che le aveva dato natale, aveva sempre atteso il
momento in cui le sue narici potessero sentire l'odore caldo ed arido
della sabbia e che la sua pelle potesse scontrarsi con il Sole giallo
alto nel cielo.
Sorrise tra se, si aggiusto il coprifronte sul
braccio e cominciò ad avanzare verso il varco con decisione finché
non incontrò due ninja sentinelle.
Passeggiava per le strade di Suna e nel
frattempo guardava quegli edifici rossi ed imponenti che le erano
tanto mancati. Più di due anni d'assenza erano veramente tanti e se
ne rendeva conto solo ora!
“Oh guarda chi si vede! Ma sei
proprio tu, Hanako?” una voce femminile la fermò e le si avvicinò
una donna sorridente avanti con l'età e piuttosto minuta.
“Hm?”
fece stupita la ragazza non ricordando quel volto.
“Ma sì!
Hanako! Che bello rivederti, sei diventata grande e soprattutto molto
carina!” continuò l'anziana prendendole le mani e indietreggiando
per osservarla meglio “Oh, non coprirti troppo, cara!” continuò
l'anziana. La ragazza indossava una larga felpa azzurra con i
risvolti alti e blu che le arrivava fino a metà cosce con dei
pinocchietti aderenti neri ed i soliti calzai da ninja. Il
coprifronte era cucito sul braccio destro mentre sul fianco sinistro
pendeva una sacca bianca.
“Ma lei è... La signora Yoko! La
trovo in forma!” rispose la ragazza stringendo le mani della
signora e sorridendo felice.
“Ma vieni, vieni a casa mia a
prenderti qualcosa... E' da tanto che non ti si vede!” le propose
l'anziana gentilmente.
“Vorrei ma non posso! Sono appena
arrivata al Villaggio e vorrei vedere la mia famiglia... Sarà per
un'altra volta.” sorrise Hanako e si congedò dalla signora,
proseguendo il suo cammino ed imboccando una piccola stradina.
Mentre camminava, nelle sue narici si
fece spazio un odore nostalgico ed invitante di uova e fritto, era
segno che casa sua era vicina e sentì traboccare il cuore di gioia e
d'impazienza.
Una piccola locanda, con le imposte e l'entrata in
legno chiaro e l'insegna rossa e bianca. Eccola, casa sua, dopo tanto
tempo era riuscita a tornarci per poter rivedere la sua famiglia.
Entrò e assisté ad una scena
familiare che aveva visto tante e tante volte quando era più
piccola.
“Asashi? Un okonomiyaki alle verdure
ed una alle seppie!” gridò un uomo sedutosi su un tavolo della
piccola locanda Sunaka poco
distante dal bancone.
“Arrivano subito.” rispose
cordiale la donna a cui era rivolto l'urlo e si affrettò a versare
l'impasto di uova, acqua e farina sulla piastra bollente ed a
lavorarlo insieme agli altri ingredienti con le sue palette di ferro.
Oltre al sfrigolare delle frittate c'era anche il brusio delle poche
persone che sedevano nei tavoli della locanda e che chiacchieravano
del più e del meno.
Hanako si avvicinò al bancone dove
Asashi stava preparando da mangiare e si mise in piedi di fronte al
capo cremasi chino della donna, salutandola.
“Ciao mamma.”
La donna alzò lo sguardo e sgranò gli
occhi marroni segnati da lievi rughe e borse violacee. Non riuscì a
dire niente, solo a lasciare cadere a terra i suoi arnesi culinari e
correre al di là del bancone per riabbracciare la figlia.
“Hanako! Hanako sei tornata!”. gli occhi castani della
donna si riempirono presto di lacrime e strinse forte a sé la
ragazza fino a
toglierle il fiato “I tuoi capelli sono lunghi! Li hai
legati!”
finì la donna passando una mano sulla crocchia che legava i
capelli
castano-rossicci della figlia.
“Mamma? Mamma, mi stai soffocando...”
replicò la ragazza cercando di togliersi di dosso la presa ferrea
della madre, ma non ottenendo i risultati sperati. Nel frattempo
l'okonomiyaki continuava a sfrigolare sulla piastra bollente ed a far
propagare un odore tutt'altro che invitante.
Improvvisamente, Asashi tornò in sé e
fece ritorno al suo posto borbottando “L'okonomiyaki è bruciata!
Bruciata!” e Hanako si ritrovò a sorridere: sua madre era rimasta
la solita sbadata ed impulsiva di sempre.
“Mamma, lascia che ti aiuti.” disse
improvvisamente la ragazza posando la borsa e mettendosi in vita un
grembiule.
“Oh ecco, brava! Servi i tavoli due e
cinque.” le ordinò la donna buttando la frittata bruciata e
preparandone una nuova.
“Agli ordini!” replicò scherzosa la
ragazza dirigendosi verso i clienti che attendevano di essere
serviti. Le sembrava di essere tornata piccola e di quando passava le
mattinate ad aiutare la madre con la locanda, certo prima non poteva
fare molto ma, ora che era grande, era tutto un altro discorso e
poteva ripagare come si deve, i sacrifici che sua madre aveva fatto
per lei dopo la perdita del marito.
Finito di lavorare Hanako e sua madre
stavano mettendo in ordine la locanda.
“Come è andato il viaggio? Hai tanto
da raccontarmi...” irrompette Asashi continuando a passare
minuziosamente un panno umido sulle piastre ormai fredde.
“Bene, grazie! Non puoi capire che
bello viaggiare, mamma! Appena finito qui vorrei fare un giretto ed
incontrare un po' di gente.” rispose Hanako interrompendo
momentaneamente il suo lavoro con la scopa.
“Mi... Mi sembra un'ottima idea...
Anzi, perché non vai ora? Finisco io qui!” le disse la madre un
po' esitante e deglutendo a fatica e capendo le intenzioni della
figlia.
La ragazza non se lo fece ripetere due
volto, mollò scopa e grembiule su un tavolo ed agguantò la sua
borsa per uscire in fretta e salutando la mamma con un striminzito “A
dopo!”, non pensando troppo all'esitazione nella voce della madre.
Forse avrebbe voluto che il suo primo giorno di ritorno lo passasse
con lei... Sbatté la porta e si precipitò per le strade del
villaggio.
La donna sospirò rassegnata e continuò
a pulire.
Hanako camminava per le strade
spensierata e sorridente con una destinazione ben precisa: il Palazzo
del Kazekage.
Sapeva che lì vivevano due persone a
lei importanti e che le sarebbe tanto piaciuto rivederle, le erano
mancate tantissimo, ed è solo grazie a loro che riuscì ad
apprendere le basi per essere ninja di valore durante l'assenza, del
tutto motivata: la voce che le diceva continuamente di viaggiare sia
era fatta troppo forte e non riuscì a farla smettere, così, non
essendo nemmeno quattordicenne e dopo aver superato l'esame per
diventare chunin, partì alla volta dell'ignoto lasciando la madre in
un mare di lacrima ma con la consapevolezza di seguire il proprio
sogno. Vagabondare per il mondo era stata un'ottima scelta per la sua
cultura, visto che era molto allergica ai libri ed alle dicerie del
villaggio.
Mentre passeggiava, molte persone la
salutavano dopo averla riconosciuta oppure la fermavano per congratularsi dell'ottima crescita
che era avvenuta. Lei, gentilmente, si fermava lo stretto necessario
per non offendere nessuno e per non rubare troppo tempo al suo
obbiettivo principale.
Le era mancato un po' il calore dei
suoi compaesani: la sua infanzia l'aveva passata tra le strade di
Suna insieme alla sua amica più piccola e la locanda della mamma, e
così aveva conosciuto un po' di persone veramente simpatiche e
gentili.
Arrivata finalmente di fronte al
palazzo del Kazekage, si aggiustò la felpa che le stava larga ed i
capelli e si presentò ai due ninja di guardia, chiedendo udienza con
le persone richieste.
Dopo che le ebbero indicato la via,
Hanako attraversò un largo piazzale con la testa rivolta verso
l'alto ad ammirare l'architettura caratteristica dell'edificio più
importante di tutto il Villaggio della Sabbia, ma dovette smettere
immediatamente.
Un oggetto si stava avvicinando verso
di lei a gran velocità, si voltò di scatto verso la sua destra e lo
afferrò con l'incide ed il medio prima che potesse trafiggergli
l'occhio dalla strana iride verde cerchiata di nero.
Mise l'oggetto sotto i suoi occhi
indagatori e scoprì che era un semplice kunai, un semplicissimo
kunai che stava per cavargli l'occhio. Sentì un leggero nervoso
pervadergli il corpo quando sentì una voce femminile strozzata dalla
corsa che si stava avvicinando verso di lei e si scusava.
Alzò lo sguardo dal kunai ed incontrò
una ragazzina minuta con gli occhi ed i capelli castani che correva
verso di lei, farfugliando delle scuse, seguita da una ragazzo dai
strani capelli rosso fuoco.
“Mi scusi, mi scusi infinitament-eh?
Hanako?”
La ragazza parve un attimo spaesata e
si soffermò a guardare la ragazza davanti a sé. Sgranò gli occhi
quando la riconobbe.
“Matsuri? Sei proprio tu?” chiese
la chunin indicandola con un dito.
“Hanako, sei tornata!” la ragazzina
squittì felice prendendole la mano libera e stringendola tra le sue.
“Quando, quando sei tornata?”
“Questa mattina. Ma tu cosa stai
facendo?” le chiese Hanako restituendole il kunai “Fa' più
attenzione la prossima volta!”
Nel frattempo, il ragazzo le aveva
raggiunte e si apprestava a scusarsi.
“Scusami, è colpa mia. Ho evitato il
kunai e ti è venuto addosso.”
Hanako osservò tra le sue ciglia
quello stano individuo: non metteva in dubbio la sua bellezza
“esotica” con quegli occhi di un acquamarina magnetica, ma c'era
qualcosa che la intimoriva. Ma era solo una voce tra le tante che
cantavano la sua bellezza.
“Non fa niente.” rispose la ragazza
sorridendo e poi si rivolse verso la sua amica “Ancora mi dici cosa
stai facendo, Matsuri...”
“Mi sto allenando con il Kazekage!”
rispose entusiasta la ragazza, piena d'orgoglio.
“Davvero?” la castana si ritrovò a
sgranare gli occhi per la seconda volta in quel giorno e la sua
curiosità fu ulteriormente stuzzicata “E chi è?” chiese poi con
un sorriso.
“Ce l'hai di fronte! E' il Nobile
Gaara del Deserto!” rispose la ninja indicando il ragazzo accanto a
lei.
Hanako dovette fare una fatica enorme
per far si che la sua mascella non cadesse a terra insieme agli
occhi, che erano praticamente fuori dalle orbite. Un ragazzo, così
giovane, era il Kazekage?
Guardò per un interminabile minuto il
Kazekage tanto da metterlo lievemente in imbarazzo. Cercò di trovare
le parole per rispondere ma riuscì solo a muovere le labbra senza
emettere alcun suono e decise di inchinarsi per rimediare alla brutta
figura.
“Mi... Mi scusi, nobile Kazekage!”
si scusò Hanako, rialzandosi dall'inchino e grattandosi imbarazzata
la nuca “Solo che... Sono appena ritornata al Villaggio dopo
un'assenza di più di due anni e mi sono persa un po' di cose...”
“Dove sei stata?” chiese un
interessato Gaara.
“In giro per i vari paesi assieme al
mio maestro...” spiegò la ragazza, abbassando lo sguardo per non
incontrare gli occhi freddi del suo capo, gli facevano un certo
effetto tutt'altro che piacevole.
“Nobile Kazekage, Hanako fa parte del
clan della Sabbia Rossa.” s'intromise Matsuri informando il suo
maestro.
Gaara sgranò gli occhi sorpreso e notò
l'aria farsi pesante. Forse... Forse doveva informare quella ragazza
di un grave fatto avvenuto e che ha coinvolto la sua famiglia.
“Hanako?” esordì serio il ninja
del Deserto “Penso che tu debba prima sapere una cosa...”
La ragazza sussultò impercettibilmente
e notò una leggera ombra nello sguardo di Gaara e, quando volse i
suoi occhi verdi verso lo sguardo castano dell'amica, notò che era
basso e mortificato.
Deglutì a fatica e l'impazienza di
sapere si tramutò presto in paura di scoprire e soffrire troppo.
Non si prospettava un discorso molto
piacevole.
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