Con un vile bacio ,dolce e
caldo...
....colora quest'ultima notte.
La luna ci illumina.*
Solo la
luna , tonda e piena , illumina con la sua pallida luce l’oscurità.
Tu stai
dormendo , rannicchiato come un bambino , nel tuo enorme letto a baldacchino.
Sembri
ancora più piccolo mentre stringi tra le mani le preziose lenzuola di seta.
Sì....Un
ragazzino.
Perchè in
fondo questo è , il suo bocchan.
Un
ragazzino.
E per
quanto ti sforzassi di dimostrare il contrario , questo rimanevi.
Un
ragazzino impetuoso e capriccioso.
Una
bambino dall'infanzia rubata , forse cresciuto troppo in fretta.
E
tuttavia......puro e candido.
Un'anima
prelibata , che l'oscurità non sarebbe mai riuscita a corrompere.
Osservo
le ombre che la luce della candela appoggiata sul comodino proietta sul tuo
volto , delineandone i contorni.
Le ciglia
lunghe , il naso , piccolo e tondeggiante , le gote e infine le labbra ,
socchiuse e rosee come quelle di una bambola.
Una meravigliosa
bambola di porcellana….
-A patto
che non apra bocca- penso divertito.
Improvvisamente
apri gli occhi e mi osservi a tua a volta , ancora mezzo addormentato.
Nella penombra
della camera , il tuo occhio destro sembra un luccicante zaffiro , una pietra
milioni di volte più splendida di quella incastonata sul tuo anello.
Ora il
colore cremisi del mio sguardo si specchia in quello cobalto del tuo.
Sembra
quasi la prova tangente del nostro essere opposti.
Così tremendamente
diversi , eppure inevitabilmente attratti l’uno dall’altra ; legati
indissolubilmente dal contratto.
No…
Forse non
solo dal contratto.
“Sebastian…”
Pronunci
il mio nome con una nota di incertezza , mentre sollevi il capo dal cuscino.
I capelli
, lisci e sottili ti ricadono disordinatamente sulla fronte e tu , con la tua
piccola mano bianca cerchi di sistemarteli alla meglio , nascondendomi per un
secondo il tuo volto.
“Vi ho
svegliato , bocchan?” domando sorridendo gentilmente.
“Perché
sei qui?” mi chiedi ignorando la mia domanda.
Ogni
traccia di insicurezza nella tua voce è sparita e mi porgi questa domanda con
il tuo abituale tono risoluto e autoritario.
“Mi
assicuravo che il vostro sonno non fosse disturbato da incubi…” rispondo senza
smettere di sorridere.
“Non dire
queste cose disgustose!” esclami arrossendo leggermente.
Sapevo
che avresti reagito così.
“Non è che invece stavi pensando di prenderti
ciò che ti spetta prima del previsto? Eh , Sebastian?”
In un
secondo avevi già recuperato il tuo autocontrollo e adesso , seduto a gambe
incrociate sulla sponda del letto , mi rivolgevi un sorriso beffardo.
Mi
incantai un secondo , catturato dalla tua figura esile.
Il mio
signorino.
La mia
anima.
“Sapete
benissimo che se venissi meno al contratto , non riuscirei a impadronirmi di
voi”
Pronuncio
queste parole duramente , assumendo un espressione seria.
Ti vedo
stringere i pugni , abbassi il capo , ma non riesci comunque a nascondermi del
tutto la tua espressione tormentata.
“Già…il
contratto…” mormori rimanendo a testa bassa.
Restiamo
in silenzio.
Tu che
fissi il pavimento con insistenza e io che faccio la stessa cosa con te.
Poi ,
inaspettatamente allunghi il braccio verso di me e afferri un lembo della mia
giacca trascinandomi verso di te.
Usando
entrambe le mani mi sfili il guanto bianco dalla mano destra scoprendo il
marchio violaceo che è impresso sul dorso.
Con i
pollici premi su di esso , esattamente al centro , delicatamente.
“Il
contratto” bisbigli ancora appoggiando la tua fronte calda sulla mia mano
gelida.
Io ti
lascio fare , cullato dal tuo tocco gentile.
Sembra un
gesto così naturale…essere toccato da te.
Sebbene ,
questo in realtà, sia un avvenimento più unico che raro.
Continuiamo
a non dire una parola , immobili , mantenendo questa posizione.
Il tepore
del tuo corpo scalda lentamente il mio , o forse sta accadendo il contrario.
Ma non
importa.
Così ,
senza pensieri , senza preoccupazioni…
Solo tu e io.
“Bocchan…”
Inizio a
parlare ma vengo interrotto da te che , inaspettatamente , scatti in piedi bloccandomi i polsi.
Mi lanci
uno sguardo severo e poi , con tutte le tue forze mi spingi sul letto sedendoti
a cavalcioni su di me.
Afferri
il tagliacarte dal comodino e me lo punti alla gola.
Naturalmente
più che per una tua reale potenza , sono io che , colto di sorpresa , te lo
permetto.
-A cosa
stai pensando?...Bocchan…-
Non so
rispondermi , ma i tuoi occhi lucidi mi trapassano e mi feriscono più della
lama che premi contro le vene del mio collo.
Non sai
nemmeno tu cosa stai facendo , non sai cosa vuoi dimostrare…cosa vuoi ottenere.
In te
leggo solo insicurezza e paura.
Forse hai
ragione solo per impulso , proprio come un animale che reagisce al pericolo.
Già…la
tua impulsività…
Questa è
una delle cose che mi è sempre piaciuta di te.
Così come
l’incredibile fermezza con cui prendi le tue decisioni.
Senza
rimorsi o rimpianti.
Una
personalità inconsueta , un passato segnato da dolori e sofferenze.
Dalla
solitudine.
Tutto
questo rende la tua anima rara e speciale.
Mi attira
come la fragranza dolciastra del sangue attira un vampiro assetato.
E così ,
come il nettare scarlatto è indispensabile al dannato , la tua anima lo è per me.
Unicamente la tua.
Appena
una minuscola gocciolina rossa appare sulla mia pelle , getti il tagliacarte
sul pavimento , come se scottasse.
Anche
volendo non riesci a farmi del male…vero?
Anche se
sei consapevole del destino che ti aspetta , non puoi farmi del male.
Ormai
l’ho capito.
Oltre
alla vendetta , c’è un altro desiderio.
Un
desiderio che tieni nascosto con premura e attenzione.
E’ come
il battito del cuore di un piccolo uccellino ; impaurito , piccolo e fragile.
Ora , per
la prima lo posso vedere con chiarezza.
“Sc-scusa…io…”
“Io…non
volevo”
La tua
voce trema leggermente così come tremano le tue braccia sottili , incrociate
contro il tuo grembo.
Impassibile
, passo l’indice sul sangue che ormai si è coagulato e lo infilo in bocca
avvertendone il sapore sulla lingua.
In questo
momento desidero divorare la tua anima come non ho mai fatto prima.
La bramo
egoisticamente , con tutto me stesso.
Così , il
tuo bel viso non verrebbe mai deturpato dai segni del tempo e il tuo corpo non
marcirebbe nella terra umida.
Così ,
potrei tenerti per sempre con me.
Con le
dita ti sfioro una guancia.
E’
morbida come una pesca.
Adesso
che ci penso anche il tuo profumo mi ricorda quello dei piccoli fiori rosa che
sbocciano su questa pianta da frutto.
Dolce ,
sensuale , ma al contempo delicato.
“Bocchan
, sarebbe il caso che ora tornasse a dormire”
“Domani
la aspetta una giornata faticosa” ti sussurro con dolcezza , mentre ti scosto da
me , afferrando le tue spalle magre facendo attenzione a non farti male.
Tu non
opponi resistenza e ti lasci guidare sotto le coperte , appoggi la testa sul
cuscino e i tuoi capelli scuri si spargono su di esso creando un netto
contrasto con il bianco del guanciale.
Ti vedo
indugiare con lo sguardo sulle pieghe del velluto color porpora del
baldacchino.
“Come i
tuoi occhi”
Questa
frase ti sfugge dalla bocca , a bassa voce , quasi fosse un pensiero che per
errore si è trasformato in parola.
Ed ecco
che ora li stai guardando.
Quegli
occhi crudeli.
Gli occhi
di un demone , accesi di desiderio per te.
Un
desiderio che si mischia a un sentimento sconosciuto , che non dovrebbe
appartenermi.
Non
dovrebbe , eppure….
Mi
travolge.
“Sebastian”
Mentre mi
chiami ti volti dall’altra parte , volgendomi la schiena.
“Non mi
tradire…”
“Non
lasciarmi mai” aggiungi , anche se la tua voce è calata ed è ormai poco più di
un sussurro.
“E’ un
ordine”
Scandendo
bene ogni parola ti raggomitoli su te stesso cosa che , a mio avviso , ti fa
somigliare terribilmente a un gattino.
Trattengo
una risata pensando a come avresti potuto reagire se mai avessi avuto
l’insolenza di fare a voce alta un paragone simile.
Mi
allontano di qualche passo e prima di uscire dalla tua camera , mi inginocchio
appoggiando la mano destra sul cuore.
E sorrido.
“Yes , my
lord”
*Sid –
Monochrome kiss (opening Kuroshitsuji)
Note :
Dunque…è stato molto difficile per
me scrivere questa fanfic , perchè i personaggi di Ciel e Sebastian sono
veramente molto complessi (per lo meno , secondo me) e in particolare Sebastian
è davvero difficile da capire.
Però ci tenevo tantissimo a
scriverla , quindi vi prego di perdonarmi se sono andata un po’ come si suol dire
“out charachters” ^^
E’ una one-shot senza troppe pretese
ma scritta veramente con il cuore , quindi la dedico a tutti i fan di questa
coppia , il maggiordomo nero e il suo signorino <3
Ah , ci tengo a fare una
precisazione , il desiderio di cui parla Sebastian , è il desiderio di Ciel di
essere amato da lui. (Visto che magari non è proprio chiarissimo io lo dico ,
poi se si era capito tanto meglio! )
E’ innamorato di Sebastian ma è
insicuro e i suoi sentimenti lo spaventano , anche perché come dargli torto?
“Sebby” è un demone che vuole divorargli l’anima! XD….comunque questo è il mio
pensiero personale , voi potete interpretare la fanfic come meglio credete
<3
Scusate il monologo! …Alla prossima
! <3
Shieru