Tra le mille cose che Jensen rimpiange, c'è Jared.
Jared l'amico, Jared il fratello, Jared il collega, Jared la spalla su cui piangere.
E poi c'era Jared che lo stringeva tra le sue braccia, tra le lenzuola ancora umide.

Ora il solo pensiero di vederlo baciare Genevieve, di sapere che è lei a scaldare il suo letto, gli spezza il cuore in una maniera indecente.
Non può lasciarlo andare via così. Non può sprecare così l'occasione di essere felice una volta per tutte.
Per questo afferra le chiavi dell'auto dal tavolo ed esce correndo di casa, infilandosi di fretta il giacchino di pelle nera. Sale in auto, parte, sbaglia marcia tanta è la fretta, sbuffa, si ferma di colpo ripensando alla sua folle idea, sbatte la testa sul volante dandosi dell'idiota.
Ripensa agli occhi di Jared e alla sua voce che gli sussurra 'i love you more than everything', alle mani tra i suoi capelli. E riparte.

Quando arriva alla grande casa di Jared, non sa cosa fare.
Suona parecchie volte il campanello ma non riceve risposta. Una, due, tre volte.
Forse non è in casa, forse non vuole parlargli.
Il cancello è aperto. Vale la pena rischiare. In fondo, rischierebbe tutto per stargli vicino anche solo una volta.
Magari per parlare e basta. Per dirgli che è una stupidaggine, perchè ci sono un sacco di persone al mondo ma che la vita non ha poi tanto senso se non sono insieme. Perché l'unica persona che lo fa sentire vivo è lui.
C'è dell'acqua, sui sassi del vialetto che porta sul retro. Jensen non lo registra, oppure sì, distrattamente.
Il suo unico pensiero è Jared.
Ed è lì, in piscina. È fermo a guardare chissà cosa. Lo osserva per qualche secondo, prima di realizzare che sta guardando proprio lui, che l'ha sentito arrivare come se fosse un istinto naturale riconoscere i suoi passi. Tallone, punta. Tallone, punta. Piuttosto pesanti, scarpe da ginnastica.

Si guardano da lontano, Jensen non sa cosa fare. Non sa cosa dire. Si sente uno stupido, a dire la verità.
Una stupida tredicenne innamorata che rimane senza fiato. È così che lo fa sentire Jared, senza fiato.
Ogni volta che lo guarda negli occhi, come in questo momento.
Il cuore gli batte all'impazzata, alla vista di Jared che si dirige in fretta verso il bordo piscina. Esce.
I capelli ormai lunghi che toccano le spalle, appiccicati alla fronte. Gocce d'acqua sulle sue labbra, sul petto, sulle braccia. Jared è a due metri da lui, e pochi secondi dopo è sul suo corpo, sulle sue labbra. Le sue mani sulla schiena, ad afferrarlo forte come per non lasciarlo mai andare. Morde le sue labbra baciandolo semplicemente troppo, come se fosse l'ultima cosa da fare prima di morire. Jensen ricambia con la stessa intensità, lo bacia piangendo, perché quel bacio significa molto più di mille parole. Significa che non lo lascerà mai, che Dio, se gli è mancato, che lo ama. Che 'my life has changed since i met you' significava qualcosa, in fondo, quando glielo sussurrava mentre lo prendeva e lo accarezzava sul suo letto.
Non una parola, non una sola. Jensen sente l'acqua scorrergli sulla schiena, la sente sulle labbra, sulla lingua di Jared, sulle sue mani che lo stringono con tanta intensità da fargli quasi male.

Vede Genevieve, sulla porta. La mano appoggiata al vetro e l'espressione di chi non vuole, non vuole credere.
A Jensen non importa. Le mani di Jared sono tra i suoi capelli ora. Il resto non conta. Ci sono solo loro due.

'Just you and me, pal'