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Autore: Neris    15/09/2010    0 recensioni
Cosa è successo a Neris dopo che ha abbandonato Nouvieille? E' stata lontana da quella città per un breve periodo ma ha rincontrato il suo creatore. E cosa pensavano di lei le persone che ha incontrato?
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Io la odio!

Io non la capisco. E credo di cominciare ad odiarla. Arriva qui, d’un tratto, dopo aver abbandonato per secoli il mio Signore e si riprende il suo posto con tutta quella disinvoltura! Io mi sono impegnata per anni per raggiungere quell’obbiettivo, per essere la sposa del dio. Mi sono fatta bella per Lui, ho fatto tutto quello che mi chiedeva, pur di ricevere da Lui la vita immortale e sedere alla sua destra. Invece quella Neris è arrivata e ha rovinato tutto. Il mio Signore non mi guarda più, non sono più nulla per Lui. Io lo amo ma ora per Arawn sono meno di niente. Ha occhi solo per lei, la sua sposa immortale, la sua Rhiannon. Sì, la odio. E’ arrivata qui e ha rovinato la mia vita. Come fa ad amarla? Lei non lo rispetta, cerca addirittura di convincerlo che non è un dio! Un vero e proprio sacrilegio agli occhi di tutti. Eppure Arawn ci ride sopra, continua a ripetere che prima o poi lei capirà, che tornerà a essere la sua dea. Perché lo è già adesso e lo è sempre stata, ma ancora non lo sa. E quello che più mi fa rabbia è che so che è vero: come può non esserlo? E’ splendida, perfetta. La sua pelle pallida, i suoi occhi che sembrano smeraldi, i suoi capelli del color del sangue... non c’è niente che non va in lei. Cosa che non si può dire per me.
Arawn è orgoglioso di lei, la considera una sua proprietà da sbandierare ai quattro venti. Oh, cosa darei per essere al suo posto, per sentirmi dire da Lui che sono solo sua. Venderei l’anima, probabilmente. Invece Neris sembra a malapena tollerare le Sue attenzioni. E’ arrivata addirittura a dirmi che il mio Signore può diventare molto soffocante sulla questione della proprietà. Alle volte le sembra che la tratti come un oggetto. Ma come osa? Sa benissimo quello che provo, chissà quante volte avrà sondato la mia mente... ma mi prende in giro comunque. Soffocante!? Lui!? Per Lui io affronterei i dolori dell’Inferno!

Sbatto un libro per terra, furibonda. Non la sopporto questa dannata biblioteca. La Sua biblioteca. Ed è strano, visto che prima che lei arrivasse la adoravo. Non avrei mai osato rischiare di rovinare un volume in questo modo. Mi inginocchio, recuperando il libro con una stretta al cuore. Cosa ho fatto? Questo luogo è sacro, in ogni libro c’è una parte di Lui, una parte del suo amore.
E’ lei. Rifletto. La sua presenza mi farà impazzire. Sono stressata.
“Non capisco. Perché la colpa sarebbe mia?” Domanda una voce gentile dietro di me. “Poi... è solo un libro, che ti importa?”
Mi alzo di scatto, il cuore che per un secondo mi si è fermato. Sì, Neris mi ammazzerà prima o poi. E senza muovere un dito.
“Quando si parla del diavolo...” Affermo, senza preoccuparmi di nascondere il disprezzo che provo per lei. Che importanza ha se lo sente nella mia voce!? Tanto per quella dannata la mia mente è un libro aperto.
“Spuntano le corna.” Completa lei, con un sorriso gentile. Oh, quanto vorrei strozzarla! “Potrei dirti che non stavi parlando di me, soltanto pensando, ma non credo che servirebbe a qualcosa.”
E intanto lo hai detto.
“Che cosa desidera da me, mia Signora?” Nemmeno un bambino di tre anni non si accorgerebbe del sarcasmo presente nella mia voce.
“Soltanto parlarti. E aprirti gli occhi.”
Ah... quindi sarei io quella che dovrebbe aprire gli occhi, eh?
“Prima hai fatto cadere un libro, uno dei suoi intoccabili libri. Scommetto che prima che arrivassi io non avresti nemmeno immaginato di poter fare una cosa simile.”
“Facile scommettere quando si può leggere la risposta nella mente altrui.”
“Sì, questo è vero.” Ammette, mantenendo la sua tranquillità. Fino ad adesso, l’ho vista arrabbiata solo con il mio dio. Ha fatto una scenata ridicola. Una dea che insulta il suo consorte perché Lui l’ha chiamata col suo nome sacro. Inaudito. “Ma non vuoi conoscere il motivo di quello che è successo?”
“Il motivo ce l’ho davanti agli occhi.”
“In un certo senso hai ragione. Arawn in questo periodo pensa quasi esclusivamente a me, quindi non ha il tempo di affascinare i suoi seguaci.”
“Che cosa stai insinuando?”
“Che Arawn è un vampiro antico, un maestro nelle arti persuasive. Per tutti questi anni ti ha incantato, ha usato i suoi poteri su di te e sugli altri per fare in modo che voi lo adoraste.”
Trattengo il respiro, sconvolta dalle sue parole.
“Co... come osi?” Domando a fatica, furibonda. “Arawn un sudicio vampiro? Quegli esseri esistono solo nei romanzi! Dovresti essere punita per quello che hai osato dire.”
“Non è un vampiro? Ne sei sicura? Canini aguzzi, pelle pallidissima, avversione per la luce solare, si nutre esclusivamente di sangue. Sei sicura di avere il perfetto controllo delle tue facoltà mentali?” Questa volta posso notare una vena di sarcasmo nella sua voce. O almeno... credo di notarla. Con lei non capisco mai. Sembra avere un controllo delle sue emozioni che un vulcaniano ammirerebbe. Lontano da Arawn, almeno.
“E tu? Sei sicura di non doverti mettere in cura?” Ribatto, abbandonando qualsiasi maschera di rispetto. Visto come si comporta, non ho alcun motivo per stimarla.
“Oh, temo che nessuno possa esserne sicuro. Alle volte mi farebbe piacere parlare con qualcuno dei miei problemi, ma temo che mi basterebbe dire che sono nata prima di Cristo per finire al manicomio.”
“E farebbe bene!”
“Sai... per convincermi mi basterebbe fare una cosa.”
“E falla allora! Voglio proprio vedere se riesci a farmi cambiare idea.”
“Peccato. Avrei preferito vincere il potere di Arawn con la sola ragione, ma non importa. Tra poco mi adorerai. E odierai lui.”
“Cos’è? Sei capace di affascinare anche tu la gente?” Rido, ma un po’ amaramente. In effetti, pensandoci su, forse un dio è in grado di controllare i sentimenti di noi poveri immortali. Ma anche se fosse, Arawn non lo farebbe mai: è troppo buono. Penso, sollevata. Ma... ma Neris... Raggelo, fissando con puro terrore la donna che più odio. “Tu... tu puoi farlo?”
“Esattamente.”

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