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Autore: Jokerette    17/09/2010    5 recensioni
One-shot su Mrs Lovett e Sweeney... in riva al mare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mrs Lovett, Sweeney Todd
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                BY THE SEA

 

Nellie Lovett osservava il suo signor T. da più di… beh, dannazione. Chissà da quanto? Probabilmente da una mezz’ora buona.

Sospirò e cambiò posizione sull’asciugamano, continuando a tenere gli occhi fissi su di lui.

Era senza dubbio l’uomo più bello, cattivo, determinato, furbo, pazzo, e soprattutto innamorato che avesse mai visto. E sentiva che senza di lui non avrebbe potuto vivere.

Stava dormendo, un breve riposo, dopo un lungo appesantirsi delle palpebre per via del sole: dopotutto faceva caldo, e lei aveva insistito così tanto per andare in spiaggia che alla fine Sweeney aveva ceduto.

-“Vi farebbe bene un po’ di sole, signor T.”

-“Certo, Mrs Lovett.”

Certo. Era sempre certo, va bene, sicuro, ma sì, certo, Mrs Lovett. Certo che non sento una parola di quello che dite, ma per farvi stare zitta senza rompere le scatole farò quello che dite.

Nellie si massaggiò le tempie con le mani bianche. Dannato quel coso pulsante che aveva nel petto. Stupido insensato. Come avrebbe potuto conquistare il barbiere?

Neanche la vedeva struggersi per lui, figurarsi amarla.

Il solo pensiero di Todd che la prendeva tra le braccia e la baciava la faceva arrossire fino alla radice dei capelli scarmigliati.

Già, anche nei capelli la batteva, quella Lucy.

-“Com’era la vostra Lucy?”

E lui, con tenerezza quasi distratta:

-“Aveva i capelli dorati.”

Era in quei momenti che Eleanor Lovett si sentiva davvero morire. I capelli dorati. Lei andava allo specchio, si guardava, si rigirava da tutte le parti, si tirava ciocche della matassa scomposta e color fuliggine scuro, sperando che un giorno si schiarissero. Sembrava invece che ogni giorno si facessero più scuri.

Non si rendeva conto, povero stupido, che se fosse tornato a casa dai tanto sofferti quindici anni di galera e avesse trovato la moglie ancora viva (per quello che sapeva lui…) e con la figlia, il giudice ormai rassegnato, non capiva, l’idiota infatuato, che se avesse bussato alla loro porta sarebbe stato buttato fuori, vestito come uno straccione, con le occhiaie viola, lo sguardo da pazzo e quella striscia bianca nei capelli che non sapeva come avesse fatto a procurarsi.

Di questo Nellie era praticamente sicura. Miss Bionda Perfettina non sopporterebbe uno come lui davanti alla soglia, nemmeno se lo riconoscesse come suo marito. La prigione l’ha segnato. Lei lo odierebbe. Io lo amo.

Mai la povera signora che faceva pasticci di carne in Fleet Street avrebbe pensato di bruciare tanto per un uomo. Aveva avuto un marito, sì, ma brutto e sovrappeso, sposato per un matrimonio combinato, che certo non le aveva dato l’affetto che un coniuge merita: era gentile e buono, ma mancava quella scintilla che aveva provato non appena aveva visto lo spettro, così le era parso, sulla porta, la scintilla cupa che le era zampillata dal cuore.

Tutto in lei aveva tremato, scossa fin dalle fondamenta.

E aveva creduto e sperato di nuovo, solo per scoprire che il signor T. avrebbe volentieri sposato uno dei suoi rasoi piuttosto che lei. Ironia della vita, eh?

Nellie tese una mano e sfiorò la fronte di Sweeney in una dolce carezza. Lui, nel sonno, si distese e sorrise. Le sorrideva solo mentre dormiva.

Probabilmente sognava la sua Lucy, la tanto amata Lucy, cosa aveva quella donna che lei non aveva, a parte i capelli? Gli occhi blu? Un bel faccino? Tutto lì? Bastava un bel faccino per far scorrere il fuoco nelle vene del suo signor T.? Così pareva.

Si poteva solo sospirare, in certi casi.

Il cielo sa se ti amo, pazzo furioso. Pensò quasi febbricitante, continuando nelle sue carezze. Una mano, tremando le scivolò leggermente e la pressione lo svegliò.

-“Mrs Lovett?

-“Signor T., io…” Mormorò lei, ritirando la mano come se l’avesse posata su un braciere.

Lui si tirò a sedere, con le ciglia ancora intrecciate dal sonno.

-“Che diavolo vi prende?” Sbottò poi, vedendo che la signora era sull’orlo delle lacrime. Distolse subito lo sguardo, fissandolo sul mare, come faceva tutto il tempo, fissava un punto imprecisato e sul quel punto pareva ricamare i suoi pensieri.

-“Niente.” Mentì lei, stringendo le labbra per non piangere.

Ma in quel momento lui si voltò e la guardò gelido. Nellie non riuscì a trattenere la prima lacrima, e la seconda germogliò come se fosse stata svegliata dalla precedente, e così via.

-“Che avete da piangere?”

-“Niente.” Disse lei per la seconda volta, tracciando cerchietti nella sabbia con un dito.

Un gabbiano sopra di loro lanciò il suo strido.

-“Perché mi stavate toccando, prima?” Una semplice domanda. Non una traccia di malizia. A volte si chiedeva se Sweeney fosse stupido.

Lei alzò la testa e lo guardò. Deglutì la saliva dolciastra di muco e fece per aprire la bocca, ma non ne uscì alcun suono. Non ce n’era bisogno. Lui sembrava aver capito.

-“Mrs Lovett…”

Lei singhiozzò e parve spezzarsi. La forza del singulto la fece piegare in avanti. Si appoggiò con tutte e due le mani sull’asciugamano per non crollare sulla sabbia. Respirava rumorosamente e sembrava sull’orlo di un attacco d’asma.

Fu il turno di Todd per sospirare. Si lisciò i capelli scompigliati dal sonno e protese le braccia verso Nellie, le toccò la schiena, la attirò più vicino, finchè la signora dei pasticci si ritrovò con la testa appoggiata sulla spalla di Sweeney, il respiro affannoso un po’ calmato, gli occhi chiusi, assaporando quel momento meraviglioso in cui gli era vicina.

Non aveva capito come avesse fatto a trovarsi in quella posizione, ma decise di non chiederselo.

-“Perché?” Mormorò poi, aprendo gli occhi e cercando quelli assenti del barbiere.

-“Perché cosa?” Parve seguirla lui.

-“Perché non io?” Avvampò, si morse un labbro, ma doveva saperlo.

Lui abbozzò un sorriso.

-“Oh, Mrs Lovett, se solo sapeste…”

-“Non c’è niente da sapere.”

-“Siete brusca.”

-“Voi a volte siete molto più ‘brusco’, con me.”

Sweeney sospirò ancora e il suo sguardo si rivolse alle onde.

-“Vedete, voi pensate che io non me ne sia accorto, vero? Pensate davvero che non l’abbia notato? Mi credete stupido?”

Nellie si scostò sussultando, maledicendosi per aver interrotto il contatto tra i loro corpi: era così tiepido… ma aveva avvertito l’impulso di guardarlo negli occhi. Doveva sapere se stava dicendo la verità. Se aveva capito, intuito la verità.

-“N-no, certo che non siete stupido. Siete solo triste e freddo.”

Lui la osservò divertito, di nuovo un fantasmino bianco, macellaia per amore, autocondannata alle fiamme dell’Inferno per un uomo mentalmente disturbato e instabile, un uomo che la ignorava e pensava solo alla vendetta tanto cara e sospirata. Increspò le labbra in un sorrisetto di scherno e gli occhi gli brillarono come a un ragazzo che prende in giro uno più piccolo di lui:

-“E voi evidentemente pensate che il vostro calore possa sciogliermi, vero? Non crediate di essere la vittima di qualcosa, Mrs Lovett. Non fate questo errore. Non siete voi la vittima.”

Si voltò dall’altra parte. Nellie era ancora rossa, ma per la furia. avrebbe voluto strozzarlo, quanto avrebbe voluto! Avrebbe voluto saltargli addosso e afferrargli il collo, stringerlo sempre più forte e vederlo soffocare e… no. No. Neanche per sogno, Nellie cara. L’unica cosa che vorresti fare a quest’uomo è baciarlo e amarlo. Chinò la testa e poi, in un impeto di rabbia, la tirò su e si portò davanti a Sweeney.

-“Ah, certo. Siete sempre voi la vittima di tutto, vero? La vittima del giudice, del destino, dell’amore, voi siete autorizzato a piangervi addosso per un amore finito male, e proibite a me di lamentarmi di uno che non è mai nemmeno iniziato? Davvero vi sentite di farlo? pensate di poter dire di essere meglio di me? Siete un assassino, e io non sono da meno. Siamo uguali. Ma se c’è qualcosa che sbilancia, è questo mio sentimento.”

E arrossì ancora. Non poteva farci niente.

-“Chiudete il becco.” Intimò rauco e assorto Todd, facendola trasalire e allontanare istintivamente. La donna piangeva silenziosamente di rabbia e delusione. Era stata così vicina a Sweeney, nemmeno cinque minuti fa, con la testa appoggiata alla sua spalla, si era addirittura sentita protetta, se non amata.

E adesso… tutto spezzato. Di nuovo. Come sempre. C’era da impazzire.

-“Voi dite… -riprese l’uomo- voi dite che io sono uno stupido che si piange addosso. E’ così, no? E dite anche che voi siete più autorizzata a lamentarvi di me. Io vi dico una cosa sola: è ora di tornare al negozio. Il marmocchio sarà in pensiero. Mi guarda come se potessi uccidervi da un momento all’altro.”

Sia alzarono, ma lei non rispose al tentativo di sorriso di Sweeneny né alle sue parole. Rimase come una statua di sale con la testa bassa e gli occhi a terra.

-“Su, non fate così. Fareste pena anche al boia, con quegli occhi. Signora Lovett? Vi sentite bene?”

Lei tirò su la testa e lo guardò con un’espressione di infinita tristezza e di infinito, immortale amore. Guardandolo non sapeva se piangere o sorridere solo perché esisteva.

Dannazione alle donne, pensò Todd, mi faranno impazzire.

Sei già pazzo, disse un’altra voce nella sua testa.

Già, ma chi ci fa più caso?

Decise di farla felice, per quella volta. Non resisteva a vederla così disperata, dopotutto, e doveva ammettere che, in fondo in fondo, si sentiva un po’ lusingato a vedere un paio d’occhi femminili posarglisi addosso con quella luce innamorata. Era un pazzo assassino, ma l’orgoglio maschile non è facile da piegare…

-“Avanti, ricomponetevi.”Così dicendo si sporse in avanti e circondò la schiena della donna con le braccia, attirando il suo corpo tremante a contatto con il proprio. La strinse leggermente, la guardò negli occhioni spauriti e pieni di vergogna, ma infuocati: questo gli risollevava il morale, cinicamente, ma era così. Gli piaceva vederla spasimare per lui, e non perdeva il compiacimento nel pensare che tanto non l’avrebbe mai amata.

Poteva, ogni tanto, concederle un po’ di intimità, come in quel momento, magari anche qualche bacio, ma giusto per divertirsi a vederla sciogliersi.

Nellie, dal canto suo, non era mai stata così sollevata in vita sua: si aggrappava al suo amore e lo guardava negli occhi, occhi neri circondati da solchi scuri, un viso pressoché immobile e così bello.

Non potè resistere. Posò un piccolo bacio sulle labbra chiuse di Sweeney.

Lui non si mosse.

Nellie si leccò le labbra. Il barbiere aveva un sapore metallico, come di sangue, uguale era il suo odore. Mrs Lovett seppe che le piaceva lo stesso.

Sweeney si allontanò lentamente, seguito dalla signora dei pasticci.

Tornavano al lavoro.

 

 

  
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