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Autore: michiyo1age    22/09/2010    6 recensioni
Siamo nella mente di Shikamaru, vediamo tutto ciò che accade: cambi di pensiero idee, ma non è dal suo punto di vista per non riportare un continuo "che seccatura". Infatti il nostro impavido eroe ha un problemino, -one che la poca delicatezza di Kankuro gli ha fatto scoprire. Naturalmente ShikaxTema. Buon compleanno Shika!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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A troublesome thought

Era qualcosa di davvero imbarazzante da ammettere.

Pensiamo solamente alla situazione in cui si trovava...

Oh no, c'era di peggio!

La situazione faceva già schifo di suo, ma era peggio solamente perché c'era lui in quella cavolo di situazione!

Aveva sempre detto che le donne erano una seccatura, ma una seccatura se l'era portata a casa. Non lei aveva preso lui per la collottola e l'aveva trascinato in un appartamento tutto giallo e femminile. No il cretino di turno era stato lui che l'aveva portata facendole una bella sorpresina. Si ricordava che quella sera il sesso era stato fantastico.

Basta renderle felici, le seccature e ti regalano le notti più magiche della tua vita.

Tutte le storie sul sesso da incazzati erano storie inventate dagli uomini o forse...ma non ci poteva pensare. Ma il dubbio si insinuava. Forse è perché nessuno uomo hai mai provato a fare sesso arrabbiato con la sua seccatura. Non che qualcuno ci dovesse provare, o potesse.

La seccatura si arrabbiava solo con lui, quindi non poteva fumare dalle orecchie e dopo scivolare nel letto di qualcun altro facendogli vedere le stelle per il piacere.

Il sesso riparatore, eh si, quello si che non era una leggenda metropolitana. Praticamente tutto il sesso che faceva era di quel tipo. Vuoi perché le aveva risposto male, vuoi perché non si era voluto alzare dal divano...o aveva nascosto le lettere dei fratelli che la volevano tutta per sé.

Anche loro avevano qualche diritto. Se la tenevano già due settimane al mese. Che lui si godeva, è certo, ma questo significava il 50% del suo tempo con lei, 6 mesi all'anno, 182 giorni più un 0,5 che si giocavano a sorte quelle volte che si incontravano.

In ogni caso il sesso riparatore era sempre stato formidabile.

La seccatura non si preparava minimamente ed era così come mamma l'aveva fatta, acqua e sapone e istintiva. Niente giochini, niente premi. Loro, semplicemente come agli albori del mondo.

Quella volta delle lettere era davvero stato come agli albori del mondo: lei agitava il ventaglio a mo' di clava e lui grugniva come un cavernicolo. Secondo lei non era suo diritto impedirle di vedere i fratelli.

Già, infatti che diritto aveva lui?

Lei era cosa? La sua compagna, no?

Stupido anche quella volta. Il fatto di non volersi sposare non era mai stato un problema per entrambi: non sarebbe mai cambiato niente, questo sicuro e allora perché fare qualcosa di così seccante?

Poteva averla per due settimane al mese, il resto delle altre vivere da perfetto coglione qual era. Dormire, mangiare, lavorare, dormire. Ah libertà! Si così era stato i primi tempi quando la riaccompagnava fino al portale. Poi è diventato fino a al chiosco, poi a metà strada. Altre volte fino a Suna direttamente.

Non aveva capito quanto potesse diventare infoiato un uomo. D'amore fisico, ovviamente, fa molto più macho, ma anche dell'altro.

Era stata quella la volta dell'appartamento. A che nottata!

Non era l'atto in sé, beh ok, c'era anche quello, ma erano le sensazioni. Il tocco della sua pelle, prima liscia e poi sudata sempre profumata, ma con fragranze diverse. Il calore del suo corpo. Il suo corpo ovviamente. È come se fossero nati per addormentarsi l'uno accanto all'altra. I pezzi si congiungono perfettamente come nei migliori puzzle. La sua spalla con il suo braccio. La sua testa con il suo petto. Le gambe con le sue ginocchia. Manco d'estate riuscivano a dormire altrimenti. E non era servito il tempo per farli perdere quell'abitudine. O dormivano così o non dormivano insieme. Non era una regola, era una necessità.

Come quella di vedersi, parlarsi, stare insieme.

Sposarsi non serviva e avevano continuato a fare così i bambini per dieci o giù di lì di relazione.

Ma ora erano cresciuti; lui, Shikamaru era alla soglia dei trent'anni lei, Temari più vecchia del suo compagno, non voleva aspettare oltre. Si dice che le donne abbiano paura di invecchiare perché il loro corpo lentamente decade, lei non aveva di questi timori. Scommetteva che a Shikamaru sarebbe sempre piaciuto, altrimenti lo avrebbe messo a tacere per sempre con una ventagliata.

Ma lei non voleva ad arrivare a quarant'anni decisa a fare un figlio che forse non poteva arrivare. Sua madre era stata una donna molto fertile: tre bambini quasi uno dietro l'altro, ma era davvero giovane e non era una kunoichi. Il suo ventre non era stato continuamente bombardato dai nemici perché punto più vulnerabile.

Se già malridotto, non voleva metterlo alla prova. Voleva un figlio. Voleva un figlio da Shikamaru.

E lui che, come abbiamo detto all'inizio, era in una situazione poco piacevole, si era messo nei guai da solo.

Anche lui voleva un figlio. Un figlio da Temari.

Non si sa perché gli esseri umani sentano questo desiderio di riprodursi.

E nessuno né a Konoha, né a Suna capiva perché proprio quei due volevano riprodursi. Loro la cui vita andava bene così com'era: aveva i suoi meccanismi e quelli funzionavano bene.

Un bambino avrebbe cambiato la loro vita, non più liberi di scappare due mesi in giro, per vedere il mondo senza dire niente a nessuno perché i dirlo sarebbe stato una seccatura.

Il mistero aleggiava ancora nelle menti dei loro conoscenti, ma loro c'avevano provato ad avere 'sto figlio.

Il piano era quello di non dire niente a nessuno e un giorno rivelare la lieta novella facendola passare per un caso. Se c'era qualcosa che non mancava erano le informazioni sulla loro vita sessuale.

Erano la tipica coppia: “Abbiamo un'intesa magnifica fuori e sotto le coperte”.

Il piano non aveva funzionato e Ino era andata a spargere la voce.

Un anno dopo la loro decisione di crearsi una palla al piede vita natural durante, si era vista una Temari titubante davanti all'ambulatorio di ginecologia per capire se effettivamente se fare ancora sesso serviva a qualcosa.

Naturalmente era andata a Suna, senza dire nulla a Shikamaru che comunque era venuto a saperlo.

“Hai finito le cartucce, vecchio mio” così gli aveva detto Kankuro, con il suo solito tatto da brontosauro.

E la seccatura iniziale, quella con cui si è aperto questa grande serie di flash back e pensieri alla rifusa è che lui, il misogino di Konoha con tutte tranne con una (che Naruto e Kiba non definivano neanche donna), non solo stava tentando di fare un figlio quindi “OH che carino” nei discorsi delle donne, ma pure sparava a salve.

Bella cosa davvero!

-Che seccatura- brontolò sull'alto di un colle che aveva scalato annaspando per la fatica. Non c'entra l'allenamento se ti fai di corsa una salita ripida continuando a brontolare “che seccatura” a destra e manca, avrai comunque il fiato corto.

Si buttò per terra con tutto il peso di cui era capace. Si addormentò subito.

Pensare in quel momento era sembrato superfluo.

Al risveglio la parola cartucce lo assillava in maniera morbosa.

Non c'era più niente da fare. E ora? Temari era ossessionata dall'idea di un figlio: diceva spesso che se le donne non sfornano marmocchi viene meno lo scopo per cui sono nate. Il mantenere la specie era così importante per lei.

Come cosa non era illogica però se bisogna pensare che il corredo genetico della sua famiglia si sarebbe estinto con lei perchè uno, Shikamaru dubitava che Gaara e Kankuro avrebbero mai combinato qualcosa nella loro vita e due, Temari era sempre stata fissata con gli ordini. Li ubbidiva sempre.

Il ragazzo sorrise: una volta l'aveva buttata sul letto e le aveva detto: -Ora stai buona donna! Fai quello che ti dico io. È un ordine!-

Mmmm che accattivante quel giochino.

Non serviva indugiare su questi pensieri. Era lui l'arnese rotto. L'impedimento al desiderio della seccatura.

Ma che cavolo aveva poi fatto di male?

Va bene i Nara sono famosi per la loro scia di primogeniti, ma non vorrà mica dire che sono fertili quanto una canna di bambù?

Ma porca...

Gli alberi in fiore non aiutavano certo. Non c'era conforto dal terreno che fa crescere nuovi boccioli, fiori si aprono rivelando il loro meraviglioso disegno divino.

Si alzò con un balzo.

E chi c'era sulla via del ritorno se non la sua Temari, tornata dalla scampagnata a Suna e dal ginecologo.

-Ciao, amore- si se li permetteva certi appellativi quando nessuno la stava a sentire.

-Hmpf-

-Che hai?-

-Gnm-

-Va beh-

-Mmm-

-Non sei contento di rivedermi? Puoi anche scodinzolare, intanto non ti vede nessuno-

-Ah ah-

La tirò per un braccio: -Andiamo a casa-

Niente di quello che pensò durante il tragitto fino all'appartamento gli fu di alcun aiuto. Davvero nulla. Il problema era come affrontare l'argomento: “Tem mi hanno detto che sono sterile...”mmm, non pensa sarebbe andato, “Tem, hai fatto per caso qualche esame di fertilità scoprendo che sono io il problema?”

No, no, no.

Che seccatura.

Nel frattempo la kunoichi infilò la chiave nella toppa, provò a girare, ma la porta non si voleva aprire. Riprovò più volte, ma non si sentiva nessun mistico click che avrebbe confermato la riuscita della sua missione.

Allorché Temari, donna dalla leggendaria poca pazienza, cominciò ad imprecare ad alta voce:-Ma perché cavolo, sto cazzo di coso non funziona più? Ma ti pare possibile che non abbia mai funzionato?!-

Bisogna capire il povero Shikamaru come, a causa di tutta quella pressione psicologica a cui era soggetto, quella suscettibilità che dopo le parole di Kankuro gli era conosciuta, abbia potuto cominciare ad urlare contro Temari frasi sconnesse e senza senso.

La povera ragazza non ci capiva molto e dopo l'ennesima mandata riuscì ad entrare in casa trascinando quel debosciato che continuava a sbraitare ai quattro venti.

-Ma si può sapere cosa cazzo ti prende?-

-Kankuro mi ha detto che hai fatto l'esame della fertilità e che non hai nessun problema- mugugnò mogio tornando il suo naturale se stesso e distendendosi sul divano. Tutta la carica si era esaurita con le urla in difesa della povera chiave non ne poteva nulla, se era fatta male.

-E non sei contento?- chiese la ragazza che stava riempendo il bollitore per farsi il tè, dopotutto era stanca e appena ritornata da una viaggio di tre giorni. Lei era stata contenta di poter tornare e riferire la bella notizia al compagno che però la stava prendendo tutta storta.

-No. Adesso vuol dire che sono io il problema- sospirò – ho finito le cartucce-

Ora è naturale pensare che Temari non era ragazza capace di capire la tragedia del ragazzo. Infatti rovesciò il contenuto del bollitore addosso a Shikamaru che si alzò di scatto boccheggiando.

-Ah si? Povero Shikamaru! Cavolo potevi avere una moglie sterile e invece no! Ma chi se ne frega di me, giusto? Dobbiamo tutti preoccuparci perché il tuo pistolino è inutile quanto Sakura? Ah si povero Shikamaru-

E mentre diceva questo la seccatura andava avanti e indietro, gesticolando in maniera frenetica.

-Sei un brutto egoista, lo sai? Un egoista di merda? No, pensiamo al povero Shikamaru-

-Ti sei chiamata mia moglie- esclamò Shikamaru -non l'avevi mai fatto-

Temari si bloccò sul posto guardandolo con occhi assassini. -E chi cazzo se ne frega, con tutte quelle cazzate che mi escono dalla bocca? A volte ti dico anche che ti amo, pensa te-

E ricominciando a camminare: -E quindi non mi stavi ascoltando, eh? Delle informazioni...delle informazioni ti cattura solo quello che ti interessa!- e gettato lo straccio con forza in un angolo della cucina uscì di casa sbattendo la porta.

Così era la seccatura: una bomba, appena accendevi la miccia non c'era modo di evitare che esplodesse.

Ricordiamo al mondo intero che Shikamaru era un genio e obbligatoriamente gli sovvenne che aveva fatto una grande cazzata. Probabilmente era stata l'acqua semi bollente, non il ronzio dei neuroni.

Eh che cavolo, però migliaia di neuroni che funzionano anche troppi e non un solo cosino con la coda che cercasse di fare di qualcosa di utile per la specie?

Andò a prendere un asciugamano e si cambiò la maglietta.

Andare a cercare la seccatura.

Che seccatura.

Scusarsi con la seccatura.

Che seccatura.

Affrontare il suo problema.

Che grandissima seccatura.

Aprì la porta e trovò Temari accanto al campanello la schiena contro il muro e le mani frementi.

-Tu! Brutto cretino, egoista, co...-

-Si, Tem la conosco la solfa. Vieni dentro dai-

-No, me ne vado. È solo che mi servono le scarpe-

-E perchè non te le sei venute a prendere?-

Temari arrossì: -Mi ero chiusa fuori-

Shikamaru rise e prese la ragazza per i fianchi: -Dai rientriamo-

-No, deficiente-

-Tem, dai- ondeggiò un po' il bacino -Mi dispiace non volevo-

La bionda mise le braccia conserte.

-Sai che non mi piace essere l'anello debole-

-Non ti è mai dispiaciuto, numero uno dei codardi, re nell'ombra, signore del Io Faccio Il Meno Possibile Perchè Se No Potrei Diventare Forte- ribatté acida.

-Non tra di noi- sussurrò lui avvicinandosi al suo collo.

Lei si scostò brusca: -Dai entra, culo pesante-

Una volta dentro, si diresse direttamente verso la camera senza dire nulla ancora arrabbiata, ma sulla via della pace. Shikamaru la lasciò sbollire perché molto spesso lei si creava i problemi e se li risolveva da sola.

Verso tarda sera fu anche il turno del ragazzo di coricarsi e passatele un braccio intorno al collo se la portò a sé.

-Sono ancora incazzata nera- disse mentre appoggiava la mano sul petto del compagno. Lui in tutta risposta sospirò sistemandosi meglio sul matrimoniale e abbassò lentamente le palpebre.

-Ti da tanto fastidio la storia del “tua moglie”?-

Gli occhi del ragazzo saettarono, vigili e attenti pronti ad un'imboscata.

-No-

-Bene-

Shikamaru mosse la testa contro il cuscino e chiuse di nuovo gli occhi.

-Sei sicuro?-

-Si- grugnì già esasperato.

-Non ci credo-

Dai Shikamaru, tanto è buio, non perdi mica la faccia. Poi scusa, che hai da perdere?Ci stai insieme da una vita, non si capisce perchè tu ti debba sempre vergognare.

-Mi piace pensare che tu sia mia moglie...mi da, mi da quel senso di assoluta appartenenza a me. Di una seccatura perpetuamente accanto a me. -

-Sapevo che eri così sentimentale- lo schernì quella che cominciò a baciargli il petto. Arrivò fino al collo e la bocca.

-E' meglio farti divertire un po' con la tua rude mogliettina-

Ah il sesso riparatore! 

Salve a tutti, ma prima AUGURI SHIKAMARU!

Le linee nere ricominciano a tormentarmi, ma cmq ecco qui una fic su misura per il mio (anche vostro, ma sopratutto suo) amore che oggi compie gli anni. Ho voluto fare quest'esperimento fare uno Shika più adulto, non sposato, ma sempre con la sua Temari vicino. Devo dire che non sono stata particolarmente gentile (in teoria dovrebbe essere sterile) per il compleanno....ehhe sumimasen shika-kun. ma vi dico subito che non è una one-shot e solo che il finale stenta a venire, spero che intanto vi accontenterete della sua momentanea felicità. Ja ne!

   
 
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