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Autore: kymyit    27/09/2010    0 recensioni
Più volte respinge l’idea di chiamarlo.
Più volte si ripete che è inutile sperare che lui si faccia sentire prima.
Anche se avesse tempo, Andrew telefonerebbe soltanto a mezzogiorno, perché è un uomo molto preciso. La sua vita è un’agenda dagli orari molto rigidi, a volte difficili da rispettare, per questo, molte volte, si ritrovano a discutere.
Il tempo passa e lei ormai si è arresa. Abbandonata sul letto, attende con emozione crescente, stringendo al petto il cuscino del suo amato. Se la vedesse in quel momento, Andrew stenterebbe a credere che quella ragazzina appassionata, sia la stessa donna altezzosa che ha rapito il suo cuore.
Quella donna che, al primo, agognato, squillo, lancia un gridolino di sorpresa e sollievo insieme.
Cerca di ricomporsi, tentando di mantenere un tono di voce consueto e fermo.
-Ciao... - la saluta dolcemente.
-Come va a lavoro?- risponde, sperando di riprendere “quel” discorso
-Ho chiesto al mio capo un aumento. Dovrò fare un po’ di straordinari.-
Annuisce, nascondendo a malapena la prorompente gioia.
-Quando lo diremo ai nostri genitori?- chiede -Pensavo di invitarli a cena stasera, se per te va bene. - le sembra di correre troppo, ma vorrebbe davvero gridarlo al mondo intero.
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E vissero tutti felici e contenti




La sua camicia è una macchia bianca sul letto. Lei la ignora: infila nel cassetto la biancheria pulita, mette la borsa nuova sul ripiano più alto dell’armadio, apre la finestra e cambia aria alla stanza. Va a sedersi davanti allo specchio.
E’ bella, oggi; sembra quasi che il trucco di ieri sera le sia rimasto addosso. Ora può girarsi, raggiungere il letto.
Prima sfiora il colletto e accarezza le maniche, poi se la preme sul naso, sulla bocca. Sorride: che stupida.
Va all’armadio e cerca una stampella libera. Si sforza di non guardare il telefono, anche se è lì, sul comodino.
Vorrebbe afferrare la cornetta, ma deve trattenersi, il suo carattere orgoglioso glielo impedisce.
Sa però che dovrà attendere mezzogiorno per sentirlo, perché Andrew lavora, ma durante la pausa, la prima cosa che fa è chiamarla.
Dovrà aspettare un’ora soltanto, nel frattempo, decide di dedicarsi al suo dipinto, che è quasi terminato.
Esce dalla stanza, lanciando un’ultima occhiata all’apparecchio telefonico e si dirige nella mansarda. Là, sotto un telo, affinché la polvere non si posi sui colori ancora freschi, c’è il suo ultimo capolavoro.
Solleva il drappo e lo scruta, con occhio attento ai minimi dettagli. Deve dare ancora qualche tocco di luce qua e là e sarà ultimato.
Ripiega le maniche della camicia, infila il grembiule appeso sul vecchio appendiabiti di ferro vicino alla porta e versa l’olio di lino in un bicchierino di vetro.
Si lega i lunghi capelli d’ebano in una coda alta e accende la radio sulla finestra a lato.
L’emittente trasmette una vecchia, struggente, bellissima canzone d’amore. Immerge il pennello nel bianco titanio e picchietta in più punti la superficie della tela, con delicatezza. Sfuma poi i piccoli punti bianchi con le dita, per renderli più naturali e ripete quanto appena fatto con il verde e il giallo di cadmio, sulle chiome degli alberi. Non c’è altro d’aggiungere, ci ha lavorato per un mese circa e ora il giardino è davvero finito. Un prospero angolo di felicità e armonia. Nulla sembra possa turbare la quiete che regna in quel luogo, così bello da apparire irreale. Le chiome degli alberi verdeggiano, lasciando filtrare fra le foglie la tenue luce del sole primaverile.
E c’è un belvedere bianco, in mezzo al verde, unico segno dell’intervento dell’uomo. La marmorea struttura è quasi del tutto celata dalla lussureggiante vegetazione dalle tonalità verdi, rosse, gialle, marroni e azzurre.
Ferma la mano, appena pensierosa, si chiede se sia il caso di aggiungere qualcos’altro. Il pennello a mezz’aria traccia un semicerchio, calando infine nel bicchiere d’olio: se dovesse dare un qualunque altro ritocco, spezzerebbe l’incantato equilibrio costruito con fatica.
Si allontana un poco, due, tre passi all’indietro. La tela verticale pare una finestra che si apre su un giardino d’incanto. Un luogo segreto, accessibile solo a lei che l’ha creato, quasi fosse l’Eden. Annuisce soddisfatta, poi osserva l’orologio. Non è passata che una mezz’ora e il desiderio di sentirlo è forte, perché ciò che la sera prima si sono detti, stretti l’una fra le braccia dell’altro, è una promessa reciproca di fedeltà eterna, che attende il suggellamento. Con disegnato sulle labbra morbide un dolce sorriso, lascia la mansarda, vagliando freneticamente con la mente le cose che potrebbe fare, in attesa che la cornetta del telefono squilli.
Più volte respinge l’idea di chiamarlo.
Più volte si ripete che è inutile sperare che lui si faccia sentire prima.
Anche se avesse tempo, Andrew telefonerebbe soltanto a mezzogiorno, perché è un uomo molto preciso. La sua vita è un’agenda dagli orari molto rigidi, a volte difficili da rispettare, per questo, molte volte, si ritrovano a discutere.
Il tempo passa e lei ormai si è arresa. Abbandonata sul letto, attende con emozione crescente, stringendo al petto il cuscino del suo amato. Se la vedesse in quel momento, Andrew stenterebbe a credere che quella ragazzina appassionata, sia la stessa donna altezzosa che ha rapito il suo cuore.
Quella donna che, al primo, agognato, squillo, lancia un gridolino di sorpresa e sollievo insieme.
Cerca di ricomporsi, tentando di mantenere un tono di voce consueto e fermo.
-Ciao... - la saluta dolcemente.
-Come va a lavoro?- risponde, sperando di riprendere “quel” discorso
-Ho chiesto al mio capo un aumento. Dovrò fare un po’ di straordinari.-
Annuisce, nascondendo a malapena la prorompente gioia.
-Quando lo diremo ai nostri genitori?- chiede -Pensavo di invitarli a cena stasera, se per te va bene. - le sembra di correre troppo, ma vorrebbe davvero gridarlo al mondo intero.
Proprio lei, sta per convolare a nozze!
Proprio lei, rigida, altezzosa, quasi snob.
Proprio lei, su cui nessuno avrebbe scommesso un soldo bucato.
-Va bene, ma facciamogli una sorpresa.- dal tono della sua voce, Andrew sembra stia sorridendo. Quasi le pare d’averlo innanzi, di osservare le sue dolci e sottili labbra e leggervi ogni lettera da lui pronunciata, scandita lentamente... lo vorrebbe al suo fianco, ma deve aspettare, qualche ora ancora… non cambia posizione nel letto per tutta la chiamata, come se il minimo fruscio delle lenzuola possa disturbare quella conversazione. Non vuole perdere nemmeno una sillaba da lui emessa. Neppure il più piccolo, flebile, respiro, le sue pause, le minime sfumature nella sua voce…
Non è mai stata innamorata così prima d’ora, ma certamente, non ammetterà mai, al suo amato Andrew, d’essere rimasta col fiato sospeso e il cuore che le batte forte, anche dopo aver riagganciato la cornetta.
Nella sua mente il belvedere del dipinto appare sempre più vicino e, al suo interno, delle persone sono riunite nella gioia delle nozze. Immagina come tutto dev’essere quel giorno: l’abito bianco, i fiori tra i capelli, il velo…
E lui, vestito di bianco, come lei, con i morbidi capelli ramati pettinati nemmeno troppo elegantemente.
Il suo sorriso raggiante, capace di solvere ogni suo dubbio e mutarlo in certezza.
Poi, il prete, gli invitati, le damigelle…
Un caleidoscopio d’immagini dai toni gioiosi la travolse inaspettatamente.
Avrebbero detto: "Sì, lo voglio." con le mani dell’una strette in quelle dell’altro… e quando il celebrante avrebbe detto loro: "Vi dichiaro marito e moglie." avrebbero suggellato ulteriormente la loro promessa d’amore reciproco.
Un ultimo dolce tocco al quadro del belvedere…

E come in tutte le fiabe, avrebbero vissuto per sempre felici e contenti.


Fine




Dopo aver battuto quelle quattro lettere, diede inizio alla correzione di quell’ultimo, sognate, dolce capitolo.
Probabilmente non era il romanzo del secolo. Forse sarebbe stato persino respinto dal più degli editori, ma non importava…
Il suo sogno era davanti a lei, concretato in una forma leggermente diversa da ciò che avrebbe voluto, ma lì. Pronto a essere rivissuto, attraverso una finestra luminosa, ogni volta che ne avesse avuto voglia.
Terminata la correzione, si alzò e spense il computer fisso, sospirando al cessare del rumore fastidioso della ventola, unica colonna sonora nell’aria.
Osservò l’orologio da polso, era ormai ora di andare. Voltandosi, fece cadere l’occhio sul letto.
La sua camicia era una macchia nera sulle lenzuola candide. Lei la ignorò: prese dal cassetto la biancheria pulita e la borsa nuova dal ripiano più alto dell’armadio, aprì la finestra per cambiar aria alla stanza. Andò a sedersi davanti allo specchio.
Il suo viso non era più quello di una volta, le lacrime l’avevano sciupato terribilmente. Ma in quel momento, doveva farsi forza...
Si voltò, raggiunse il letto.
Prima sfiorò il colletto e accarezzò le maniche, poi se la premette sul naso, sulla bocca. Sorrise nostalgica: che stupida.
Andò all’armadio e cercò una stampella libera. Si sforzò di non guardare il telefono, anche se era lì, sul comodino.
Perché il suo Andrew non l’avrebbe chiamata quel giorno, neppure durante la pausa.
Non si sarebbero sposati in un giardino segreto, tra “mille colori lussureggianti”.
Niente invitati, damigelle e il celebrante a dire “Vi dichiaro marito e moglie.”

Non ci sarebbe stato un “E vissero per sempre felici e contenti”. Non per loro.

Andrew se l’era portato via una bomba, laggiù in Afghanistan, e quel telefono… non avrebbe mai più trasmesso la sua voce calda e roca.
In un unico, fragoroso istante, era stata spazzata via.





°°°

 


Che dire, questo è il mio primo racconto, scritto per partecipare al concorso indetto dalla Muller. Ne scrissi tre e li pubblicherò in questi giorni, nel frattempo che scrivo i capitoli nuovi delle mie interminabili fic. Per la cronaca devo aggiornare ancor With Broken Wings e poi si rinizia il giro =_=
Spero vi sia piaciuta e vi abbia colpito come ha colpito me che l'ho scritta, perché sono cattiva, drammatica e amo scrivere momenti tragici che non augurerei a nessuno, ma soprattuto perchè provo tanta tenerezza per la protagonista Q______Q
Ok, ok,
Bacioniiiiiiiiiii!!
   
 
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