Roma, 3 Aprile
Prima di tutto lasciami spiegare una cosa.
Non so perché sto scrivendo. E’ perché ne sento il
bisogno. Vedi, mi sono risposto.
Non so a chi destinerò questa lettera, quindi non è nulla
di personale, con chi legge.
E’ un mio sfogo personale.
Mi sento agonizzante.
Ho un malessere dentro che non riesco a spiegare.
Forse, perché so che è solo un malessere.
Magari è qualcos’ altro.
Ti prego di continuare a leggere. Anche se ti sembra un
attacco di egocentrismo…non lo sai che gli egocentrici vanno sempre ascoltati?
Il loro è un bisogno di esprimersi attraverso la loro
anima, perché non hanno altro…
Così mi sento…mi sento incapace, perché so fare qualsiasi
cosa, ma non eccello in niente.
E’ brutto.
So scrivere, ma non sono bravissimo.
So parlare in inglese, ma non come un vero inglese.
So suonare il pianoforte, ma non come chi di competenza.
So parlare, ma non come chi di mestiere.
Sono strano, ma non al punto di sembrare eccentrico.
Sono accettabile ma non bello.
Sono discreto a disegnare ma non bravo.
Questa mia inettitudine a non essere eccellente in ciò che
so fare discretamente, mi soffoca. Mi avvelena.
Non fare parte della realtà che mi schiavizza mi ammala.
A volte penso che anche io devo essere eccellente in
qualcosa.
Non cerco complimenti.
Non ci credo.
La gente estranea fa solo complimenti ipocriti, e coloro
che ti amano veramente non saranno mai tanto ipocriti da farti solo
complimenti.
Eppure anche io eccello. O eccellerò
Grazie per avermi ascoltato. Chiunque io abbia scelto per
leggere.
Luca Demarco
E così, aveva deciso di suicidarsi un Venerdì.
Stinsi
la le lettera che trovai due giorni prima nel diario.
Mi
sono sentito vuoto dopo aver letto quelle parole.
Sapevo
che Luca stava male interiormente, ma non avrei mai pensato che fosse capace di
un gesto simile.
Si
era suicidato.
Il
mio amico Luca si era buttato giù dal quinto piano.
Che
morte orribile.
Lui
aveva scritto quelle parole, quelle sue ultime parole, con la consapevolezza
che erano le sue ULTIME parole.
Quelle
parole che lui amava tanto, con cui lui giocava spesso.
Così,
il vecchio Luca aveva optato per un Venerdì.
Tra
l’altro, un Venerdì molto soleggiato.
Chissà..
Chissà
cos’ hai provato Lu?
Chissà
se hai avuto paura, sul cornicione.
Chissà
se hai chiesto scusa per i tuoi peccati o chissà se ti sei pentito, se hai
cambiato idea…?
Chissà
se hai pianto.
Questo
mi piacerebbe saperlo.
Mi
piacerebbe sapere se nella tua testa da egoista hai pensato a me e agli altri.
Se
hai pensato a tua madre che li che si dispera vicino alla tua bara, piena dei
tuoi pezzi scomposti, per quello che eri tu..
Un
bel ragazzo..
Neanche
il tuo cadavere è sopravvissuto al tuo odio..
Sorrido..
Vedi,
Lu?
Sto
giocando anche io con le parole.
Neanche
il tuo cadavere è sopravvissuto.
Non
hai avuto il tempo di innamorarti.
Solo
di odiare..di odiare la vita, quella che va amata e protetta..
Mi
chiedo se non ci sia qualcosa di profondamente malato in tutto questo…io che
sorrido in chiesa, al tuo funerale ricordandoti..ricordando quella tua vita che
consideravi amara, che io consideravo una vita normale.
Chissà
chi aveva ragione, eh, Luca?
Sai
cosa ti dico?
Scrivimi un'altra lettera, Lu, tanto l’hai fatto prima di morire, lo potrai
fare da morto?
Scrivimi
un'altra lettera, Lu.
Rispondimi
a tutti i miei ‘chissà’ e ad un mio perché.
Perché
ti sei sentito autorizzato a togliere una cosa così potente come la vita?
Non
era solo tua.
Era
anche mia.
E
di tua madre.
E
di tuo padre, e di tuo fratello.
Era
di Erys come di Gian e di Ro, di Cla come di Fabia..
Sei
un egoista malato.
Eri
l’amico più caro che avessi.
E
tu me l’hai tolto.