[Ash/Misty: perché noi ci crediamo ancora]
• A Hilly e silverfang.
~ Farawell
Era
diventato quasi un rito tra di loro, quello. Si guardavano negli occhi, Misty
sorrideva ed Ash arrossiva: era tutto lì, nero contro azzurro, dolore contro
desiderio di avventura. E, ancora una volta, un cuore che scoppiava nel petto e
sembrava essere l’unico rumore udibile nel raggio di chilometri e chilometri.
«Beh,»
Misty aveva sollevato lo sguardo, pronta all’ennesimo colpo, pronta a
rispondere le stesse cose da anni,
ormai, «ci sentiamo presto. Ti chiamo appena arrivo,» ma lei sapeva che Ash non
l’avrebbe fatto.
Cos’era
successo a Sinnoh? Oh, aveva incontrato Lucinda ed era stato così preso dagli eventi che proprio non
era riuscito a chiamarla. Ed era passato un mese dalla sua partenza quando si
era degnato di spiegarle tutto quello. Un mese.
Sorrise
mestamente, Misty, sollevando una mano: «Certo, e tieni Brock lontano dai
guai,» e non fare sciocchezze, senza di me. Non avrebbe più avuto l’ardore di
dirgli quelle parole. Mentre guardava prima il profilo, poi la schiena di Ash,
lo capì. Capì che per quanto il cuore le esplodesse nel petto, che per quanto
le sue gote si arrossassero...era finita. Quello era un addio.
Era
un addio, perché non sarebbe riuscita ad andare avanti ancora senza sapere
niente di lui e ad assillare Delia di chiamate.
Era
un addio, perché per lei come per Ash, era arrivato il momento di crescere. Con
o senza l’altro.
~ Lies
Misty
sollevò gli occhi dallo schermo del computer, per incastonarli in quelli
antracite del ragazzo di fronte a sé. Sorrise gentile, mentre quello la
salutava con la mano.
In
tanti anni che non si vedevano, Tracey
non era cambiato di una virgola: aveva sempre quella sua fascia rossa in testa
e il volto da bambino, il blocco per i disegni tra le mani e la voglia di fare
che poteva ricordarle solamente una persona, su quel pianeta.
«Sei
qui per un incontro in palestra?» domandò divertita, mentre Psyduck
zampettava da loro; i due lo guardarono inciampare goffamente a terra e, mentre
Misty arrossiva e lo aiutava, Tracey scoppiava a ridere e si sedeva su una
sedia per non cadere. Proprio come un tempo.
«Non
ti sei più fatta sentire,» disse sorseggiando il caffè che lei gli aveva
preparato, guardandola negli occhi; li vide vacillare ed adombrarsi, il volto
di un altro e non il suo riflesso nelle pupille: ancora una volta. «Sai, il
Prof. Oak e Delia vorrebbero tanto rivederti; Delia continua a ripetere che
devi essere diventata davvero carinissima,» ammiccò nella sua direzione,
strappandole una risata superficiale.
Misty
strinse forte la sua tazza verde tra le mani, gettando un’occhiata a Dewgong nella piscina della palestra: «Tu...tu...»
Era
come udire un telefono squillare a vuoto; la consapevolezza di quanta intraprendenza
avesse perso in quegli ultimi anni, del coraggio che era scemato via nel
crescere. E di un desiderio che, invece, non era stata in grado di rinchiudere.
Fu
sollevata che l’amico la conoscesse così bene; beh, non che capirla fosse poi
così difficile.
«Anche
Ash ha chiesto di te,» Tracey sentì lo stomaco contrarsi: lui non era bravo a dire le bugie,
«oggi...oggi sarebbe dovuto venire anche lui, sai?»
Incontrò
lo sguardo di Misty, pregando che lei non si fosse accorta di quell’incertezza
nella sua voce. Tuttavia, il sorriso incrinato che si trovò di fronte ebbe il
potere di uccidere ogni sua certezza.
La
ragazza si scostò una ciocca di capelli rossi dal viso, prima di parlare:
«Magari un giorno della prossima settimana passo a trovarvi.»
Tracey
annuì, sorseggiando dell’altro caffè: quanto ancora avrebbe finto che tutto
andava bene?
~ Mistake
Avevano
compiuto il grande errore di credere che sarebbero potuti stare l’uno senza
l’altra. Ci avevano creduto davvero per tanto, troppo tempo.
Ora,
mentre Misty appoggiava il capo alla spalla di Ash e lasciava che le sue dita
le accarezzassero i capelli, capì di essere stata una stupida. Non poteva
esistere un futuro, per loro, senza le sue urla arrabbiate perché lui
abbandonava i vestiti per la casa; non c’era nessuna felicità quando
ripensavano al letto freddo, senza i piedi di Misty che cercavano quelli di Ash
per riscaldarsi.
Il
ragazzo la strinse più forte, capendo quanto fosse stato stupido. Credere
davvero che diventare pokémon master fosse il sogno più grande della sua vita,
quando Misty non era tra le prime a buttarsi tra le sue braccia per poi
baciarlo, per minuti e minuti, desiderando di non doversi mai staccare per
dover perdere fiato.
Chiusero
gli occhi simultaneamente, mentre Pikachu si appisolava al loro fianco.
Avevano
compiuto un grande errore, eppure sarebbe stato facile porvi rimedio.
~ Regret
Ash
guardò Brock e Lucinda avvicinarsi a lui di corsa, un sorriso luminoso sul
volto della giovane e lo sguardo più orgoglioso che avesse mai visto su quello
del suo migliore amico.
Si
lasciò stringere in un abbraccio soffocante, accettando le pacche sulla schiena
e gli arruffamenti di capelli, commuovendosi un po’ di fronte alle lacrime del
Prof. Oak e nell’abbraccio di sua madre. Si era lasciato strattonare, picchiare
affettuosamente; aveva ascoltato ogni singola congratulazione, mentre Camilla
gli diceva di non aver mai incontrato nessuno come lui, prima di allora.
Era
andato tutto bene, fino a quando la calca non era sparita. Fino a quando un
improvviso vuoto nello stomaco lo aveva fatto sobbalzare: che cos’era?
I
suoi occhi avevano scrutato ogni tribuna – lei
– e aveva allontanato da sé tutti i rumori ed i suoni – non c’era. La consapevolezza l’aveva colpito come un attacco d’ala
dritto in faccia, facendolo crollare a terra, in ginocchio. Pikachu al suo
fianco gli poggiò una zampina sui jeans scoloriti, il musetto aperto in
un’espressione preoccupata e spaventata.
Quando
Ash lo guardò, capì: «Misty non c’è,» disse semplicemente, mentre Pikachu
saliva sulla sua spalla di corsa e sfregava la sua fronte contro il mento del
ragazzo. Niente, però, in quel momento, poteva sostituire il ricordo ormai
sbiadito di un paio d’occhi color acquamarina aperti in un’espressione di
gioia, il suo volto riflesso in quelle due pozze d’acqua. Niente poteva
sostituire una voce stridula che si congratulava con lui e gli sollevava un
braccio di fronte ad un’intera folla nell’Indigo
Plateau a Kanto, anni prima.
Mentre
una lacrima cadeva dagli occhi, rimpianse quel momento, sperando ancora che lei
comparisse dalla platea, scavalcando tutti.
Era
un illuso. Misty non sarebbe più arrivata.
~ Revenge
Misty
schizzò fuori in giardino urlante, la gonna a balze che si sollevava ad ogni
salto e i capelli che di tanto in tanto le finivano di fronte al viso. Dietro
di lei, Ash la rincorreva in costume da bagno ed armato di canna dell’acqua, il
volto aperto in un sorriso di sadico divertimento.
Con
due ampie falcate la raggiunse, afferrandola per la vita e cadendo a terra
quando Misty, in un mero tentativo di fuga, gli diede un calcio in pancia e gli
fece perdere l’equilibrio.
Ash
tossì un attimo, prima di issarsi a cavalcioni su di lei e bagnarle il petto
con la canna: «Allora, ancora nessuna idea su chi potrebbe aver buttato tutti i
miei vestiti in piscina?» domandò con malizia pungente, mentre si chinava sulle
sue labbra e le mordicchiava audace. Misty si lasciò sfuggire una risatina acuta,
iniziando a scalciare e facendo volare acqua da tutte le parti, bagnando così
anche Ash.
Avevano
i corpi scivolosi, ora, tant’è che quasi Misty riuscì a sfuggire da quella
presa. Il problema furono le braccia del ragazzo, saldamente ancorate a terra
che le bloccavano i polsi.
«Sai
che ti torturerò fino a quando non mi chiederai scusa, vero?»
Dalla
sua bocca, Ash scese al collo: la lingua che tracciava una scia umida non
distinguibile dall’acqua sul corpo di Misty, mentre questa sospirava
piacevolmente colpita da quelle attenzioni.
Aprendo
un occhio, riuscì a malapena a stuzzicarlo: «Tu questa la chiami una vendetta,
Ketchum?»
Vide
il sorriso del ragazzo aprirsi, mentre le sue dita finivano accidentalmente
sotto la gonna.
«Uhm,»
baciò un suo seno prima di guardarla negli occhi, «chi ha mai parlato di
vendetta? Volevo solamente...divertirmi»
E
mentre Misty scoppiava a ridere, lasciò che Ash facesse di lei quello che
voleva. Tanto, c’erano Pikachu e Azzurril pronti a
fermare gli aspiranti avversari della Capopalestra:
erano stati addestrati bene.
N/a
Finalmente riesco a scrivere anche su di
loro. Dio solo sa quanto amo questa coppia: probabilmente, è stata la prima su
cui abbia mai cercato FanFiction e immagini. J
Sono
molto tristi, ma vado al passo con l’anime: questi due non hanno ancora avuto
il lieto fine, ed ormai sono molto scettica sotto questo punto di vista. Ho
visto anche qualcosina riguardante la serie Black&White:
non c’è più Lucinda. Beh, per lo meno nessuna sarà mai come Misty.
Sul
finale Ash e Misty sono cresciuti, quindi non me la sento di dire che sono OOC:
ho tentato di immaginarmeli felicemente fidanzati, un po’ più audaci e
consapevoli finalmente di non poter stare l’uno senza l’altra. Perché si amano.
La
raccolta prende i prompts dal set errori del The One Hundred Prompt
Project di BlackIceCrsytal. Ora me ne mancano
solo...cinquanta. ♥
Spero
possiate lasciarmi qualche commento. *_*
Un
bacio.
Mì.