Nel
mirino dei Volturi
Ci siamo.
Siamo appena entrati nella sala del trono al cospetto della famiglia reale.
Sono rigido e teso, ma ben attento a mostrarlo. Stringo nella mia mano quella
di Bella, l’unico calmante naturale per me. So già che verrò punito per aver
svelato la nostra esistenza a Bella, e so anche che lei deve scomparire per
loro.
Ma io non lo permetterò. Farò in modo che tutti i castighi siano rivolti solo a
me, qualunque cosa mi chiedano di fare sarà nelle mie grazie se lasceranno
libera Bella ed Alice.
Sono tornato a vivere ed ora lotto per non cadere di nuovo in quello stato di
devastazione che fino a qualche minuto fa regnava sovrano dentro di me.
Una sensazione che non voglio più rivivere.
Ancora lotto con la voglia di stringerla forte a me, invece di tenerle
semplicemente la mano. Lei sa che quelli che abbiamo di fronte sono i mostri
più pericolosi a cui io l’ho esposta, eppure ci sono altre emozioni che fanno
capolino sul suo viso: gioia, paura, sollievo.
Posso capire la paura, ma il sollievo e la gioia solo in parte e forse è solo
quella parte che riesco a comprendere e illuminare quegli occhi color
cioccolato così spaventati.
Qualunque cosa accada a me non m’importerà, lei deve vivere. La mia unica
certezza.
I pensieri di Aro sono molto caotici, ma nascondono qualcosa che al momento non
ritiene necessario mettere a nudo. Lui sa che leggo nel pensiero. Mentre mi
toccava per leggere la mia storia e il perché desiderassi così tanto la morte,
ha potuto constatarlo e un dono come questo lo ha accecato, quale collezionista
di vampiri dotati che è.
Ed è qui che risiede la mia carta vincente: se loro decidessero di non volerla
lasciare libera, mi offrirò di entrare nella guardia. L’unica via che sono
riuscito a trovare.
Mi assoggetterò a loro, mostri nel termine più crudo e reale; qualsiasi cosa
per lei.
Rabbia, paura, tensione, uniche emozioni insite in me, che crescono con
l’attesa insieme a quelle di mia sorella.
Mi ha salvato la vita, ed io la ripago così, con la morte o la prigionia.
Perché Aro è rimasto affascinato anche da lei.
Poteri che si trasformano in maledizioni, niente di più vero.
«Jane, cara, sei tornata!» esclama Aro, in preda ad una gioia fasulla. Cerca
solo di spezzare la tensione che gravida nella stanza. Solo io posso leggere le
sue intenzioni, ma per ora niente di veramente pericoloso.
Attesa.
I suoi passi sono cadenzati, senza fretta, mentre si dirige verso uno dei suoi
pezzi più importanti quanto letali, Jane. Si atteggia a padre con lei e suo
fratello, ma non c’è sentimento dietro quel bacio leggero dato sulle labbra, a
parte possessione.
La malvagità si cela sempre nell’essere che si crede il più pacifico di tutti.
Perché il male ed il bene in ogni essere vanno sempre di pari passo. Perciò la
sua malvagità è studiata per ottenere qualcosa di più importante.
«Sì, Signore» e lei gli sorride veramente, illudendosi di contare veramente
qualcosa per quell’essere. Povera sciocca.
«L’ho riportato indietro vivo, proprio come voi avete chiesto» orgoglio e
devozione che non facevano altro che essere sbattuti a me, sottoforma di
pensieri. È questo che mi vuoi fare notare, Aro? Ciò che mi vuoi fare
diventare?
«Ah, Jane… che conforto mi dai» e si concede un sorriso che non sa di conforto,
ma di soddisfazione. Poi il suo sguardo ed anche i suoi pensieri sono diretti a
noi, o meglio, ad Alice e Bella. Un moto di rabbia e paura più oscura mi
avvolgono, mentre i suoi occhi vagano sulla figura di Bella.
Ha in mente qualcosa, ma non riesco a capire.
«E ci sono anche Alice e Bella! Che lieta sorpresa! Meraviglioso!» già,
meraviglioso aggiungere qualche altro vampiro alla collezione. Ma io e mia
sorella non siamo disposti ad entrare e trasformarci in burattini. Solo io se
sarà l’unica speranza di salvezza. Ma la parte più difficile deve ancora
arrivare. Il suo sguardo si posa per un breve istante su Felix.
«Felix, sii gentile ed annuncia ai miei fratelli che abbiamo visite. Sono
sicuro che non resisteranno all’invito» una velata minaccia, la sua. Quando si
deve processare qualcuno, tutti e tre i fratelli devono essere presenti. Ecco
il suo vero intento. Eppure qualcosa si cela dietro quel volto rilassato; cerca
di non pensarci per non innervosirmi.
«Sì, Signore» ed esce dalla stanza.
«Vedi, Edward? Cosa ti avevo detto? Non sei lieto di non aver avuto ciò che mi
hai chiesto ieri?» dice sorridendomi. Lui è più felice di me, in un certo
senso. Più curioso? Ma di cosa?
«Sì, Aro, lo sono» e aumento la presa sulla vita di Bella. I suoi pensieri sono
troppo caotici, ma soprattutto hanno come protagonista lei.
«Adoro i lieto fine… sono così rari. Ma voglio sentire tutta la storia. Com’è
potuto accadere? Alice? Tuo fratello ti credeva infallibile, ma a quanto pare
c’è stato un errore» e si rivolge ad Alice, cercando di capire se il suo potere
avesse delle falle. Vuole capire come funziona esattamente, prima di farla
entrare nella guardia come spera.
«Ah, sono tutt’altro che infallibile. Come hai potuto vedere tu stesso, risolvo
tanti problemi quanti ne creo» si sta innervosendo. Non serve il mio potere per
capire che è diventata la sua nuova ossessione. La vedo stringere i
pugni, nonostante l’aria spavalda; ha paura. Perdonami per quello che
ti ho fatto.
«Sei troppo modesta. Ho seguito certe tue imprese straordinarie e devo
ammettere di non aver mai osservato doti come le tue. Meraviglioso!»
“Come fa a sapere certe cose, Edward?” mi chiede lei con il
pensiero, lanciandomi una rapida occhiata, che non sfugge all’occhio vigile di
Aro.
«Scusa, non ci siamo presentati, vero? È soltanto che mi sembra di conoscerti
già e a volte mi faccio prendere la mano. Tuo fratello mi ha parlato di te
ieri, in maniera piuttosto singolare. Vedi, ho un certo talento in comune con
lui, ma purtroppo il mio deve sottostare a certi limiti» e scuote la testa,
rammaricato. Prova invidia verso ogni vampiro che possiede un potere che non
può usare a proprio vantaggio. Anche se i membri della guardia ne hanno dei
propri diversi, sempre lui li usa; è come se fossero parte di lui.
«Ma è di gran lunga più potente. Aro ha bisogno del contatto fisico per
ascoltare i pensieri, ma riesce a coglierne molti più di me. Come sai, riesco a
sentire lo scorrere dei pensieri. Aro percepisce ogni pensiero che la mente della
persona abbia mai generato» rispondo io in modo secco. Ho capito dove vuole
arrivare. Vuole dimostrare che il suo potere è più scarso e meno utile del mio,
quando in realtà è uno dei poteri più temuti, nella storia dei vampiri.
“E vuole il tuo? Ma quanto è avido questo essere?” mi
domanda lei. Molto, forse troppo. È questa la nostra rovina. Anche questo
sguardo non sfugge a lui.
«Ma sentirli a distanza… sarebbe davvero opportuno» opportuno o
utile alla tua collezione? In quel momento lui alza lo sguardo, fissandolo in
un punto dietro di noi: il trio è al completo. Eccoli, Marcus e Caius.
«Marcus, Caius, guardate! Infine, Bella è viva, e assieme a lei c’è Alice! Non
è meraviglioso?» ecco cosa mi aspettavo. Nessuno dei due è contento della
situazione. Marcus è apatico, come sempre. La sua mente ripete sempre un unico
nome, fonte della sua attuale sofferenza: Didyme, sua moglie, morta da tanto
tempo. Il suo sguardo è come il mio, fino a qualche minuto fa. Lui capisce il
mio dolore, ma prova invidia nei miei confronti. La mia compagna è tornata al
mio fianco, la sua non tornerà mai più.
Caius, invece, avrebbe preferito che fosse morta prima, perché il copione per
lui non cambierà neanche adesso che è viva. Lei deve morire. Il suo sguardo
parla chiaro, nessuna indecisione.
«Sentiamo la vostra storia» dice Aro, avvicinandosi a Marcus. Lui gli poggia la
mano sulla sua e l’intensità del legame fra me e Bella sorprende entrambi. Non
è mai accaduto che un legame così forte fosse presente tra vampiro e umano, un
legame che esiste solo tra vampiri entrambi immortali.
Emetto uno sbuffo, stizzito da quella recita. Alice mi guarda non capendo il
mio comportamento.
«Grazie, Marcus… osservazione interessante» già, interessante. Non avrei
permesso che la uccidessero, perciò avrebbe dovuto uccidere anche me; cerca
un’altra soluzione.
«Stupefacente… davvero stupefacente» stupefacente o improbabile?
“Si può sapere che succede, Edward? O deve essere un segreto?” mi
domanda Alice, irritata da questi mezzi discorsi.
«Marcus vede le relazioni tra le persone. È sorpreso dall’intensità della
nostra» le spiego.
«Davvero opportuno. Ce ne vuole per stupire Marcus, ve lo garantisco» ammette
Aro, escogitando qualcosa. Il suo sguardo si posa sul mio braccio, che stringe
in modo possessivo Bella. Non riesce a capire come potessi fare, soprattutto
con tutta la sete che provo. È impossibile per lui, eppure…
«Ancora faccio fatica a crederci… come fai a starle così vicino?» continua lui.
Ammira una tale capacità di concentrazione.
«Mi costa un certo sforzo» ma non le avrei fatto più del male, perché avrei
ucciso me stesso prima di farlo.
«Eppure… è la tua cantante! Che spreco!» cerca di spezzare il mio
legame con lei agendo sulla mia sete, ora più presente. Illuso! Non puoi
spezzarlo così facilmente. Un ghigno compare sul mio volto, un ghigno di
superiorità.
«Per me è il prezzo da pagare» ho trovato la mia metà, il resto posso sopportarlo.
«Un prezzo molto alto» mi risponde scettico.
«Ma equo» baratto il sangue migliore che esista con una vita con l’unica donna
che amerò per sempre, colei che mi ha salvato dal baratro della solitudine; non
è tanto equo, ho ricevuto di più.
«Se non avessi sentito il suo odore nei tuoi ricordi, non avrei mai potuto
credere che il richiamo del sangue potesse essere tanto forte. Nemmeno io ho
mai provato nulla di simile. La maggior parte di noi darebbe qualsiasi cosa per
un dono come questo, eppure tu…» ancora fa leva sulla mia sete, sperando di
riuscire a farmi cambiare idea, così che ad ucciderla sia io stesso. Non
succederà mai!
«Lo spreco» aggiungo sarcastico. Smettila! Non accadrà! La sua risata rimbomba
in questa stanza facendomi innervosire sempre più. Perché non arriva al punto?
«Ah, come mi manca il mio amico Carlisle! Gli somigli molto… lui però non è così
arrabbiato» già, lui è sicuramente meglio di me: più accondiscendente, più
malleabile.
«Carlisle ha molte più qualità di me» l’ho sempre pensato, e ora più di prima.
«Pensavo che nessuno potesse tenergli testa quanto ad autocontrollo, ma tu lo
superi, di gran lunga» ha sempre disprezzato il suo stile di vita, qualcosa che
in qualche modo lo rende forte come loro, se non di più. Il suo spirito si è
insinuato in me, in Alice, e negli altri componenti della famiglia. Il nostro
autocontrollo ci permette di opporci alla sua volontà di tenerci qui, a
Volterra. E questo lo indispone, verso colui che definisce “amico”, ma che in
realtà lui vede come un possibile rivale nella guida nel mondo dei vampiri, una
minaccia.
«Non direi» ora avverto un velo mascherare parte dei suoi pensieri. Si chiede
se il mio autocontrollo sia dovuto anche ad un altro fattore che mi tiene
celato. Qualcosa che lo rende curioso.
«Sono soddisfatto del suo successo… il tuo ricordo di lui è un vero regalo e
devo ammettere che mi ha molto sorpreso. E’ incredibile quanto mi faccia… piacere, che
sia riuscito a seguire una strada così poco usuale con risultati positivi.
Temevo che con il passare del tempo si sarebbe perso e demoralizzato. Mi
prendevo gioco del suo desiderio di trovare qualcuno che condividesse le sue idee
bizzarre. Eppure, chissà perché, sono lieto di essermi sbagliato» quanta
falsità si cela dietro quelle parole. Se non possedessi questo potere, potrei
anche credergli, ma leggo nella sua mente quanto si nasconde dietro a parole
come queste. Ha sempre voluto che Carlisle si allontanasse e cercasse di creare
nuovi vampiri, perché poi si sarebbe accertato se vi fossero alcuni con doni
speciali, così da poterglieli sottrarre quando più gli sarebbero serviti, come
adesso.
Ma non ha calcolato che oltre a creare dei vampiri capaci, gli avrebbe
insegnato cosa significa avere un’anima, o perlomeno, una sua parvenza. Decido
di non rispondere a queste menzogne; lui sa che ascolto ogni cosa ed è suo
desiderio che io ascolti ciò che veramente gli interessa trasmettere.
«Ma un tale autocontrollo da parte tua! Non credevo che una simile forza fosse
possibile. Assuefarti al canto della sirena, non una volta sola ma tanto a
lungo… se non l’avessi percepito io stesso, non ci avrei creduto» afferma con
uno sguardo di vera ammirazione. Ma c’è dell’altro, qualcosa che, se solo
pensasse, mi avrebbe fatto infuriare. E lui lo sa.
«Il ricordo di quanto ti affascini… è tale da stuzzicare la mia sete» mi sta
provocando. Nella sua mente leggo i miei pensieri di quando l’ho incontrata per
la prima volta, il mio primo respiro che mi fece vacillare e dubitare di me. Il
mio corpo si irrigidisce e lui lo nota.
«Non essere inquieto. Non le farò del male. Ma sono molto curioso di una cosa
in particolare. Posso?» e allunga una mano in direzione di Bella. Per quanto
sia contrario ad un loro contatto, anche se innocuo, mi scatena una rabbia ed
una paura senza limiti. Ma non posso rifiutarmi, gli altri vampiri mi
fermerebbero in tempo, e Bella sarebbe alla mercé di Aro. Dovevo controllarmi.
Una curiosità morbosa lo assale.
«Chiedilo a lei» rispondo senza alcuna inflessione nella voce.
«Ma certo, che maleducato! Bella, mi affascina il fatto che tu sia l’unica
eccezione al talento di straordinario di Edward… è un avvenimento unico e
interessante! E mi chiedevo, visto che i nostri poteri si somigliano molto, se
potessi essere tanto gentile da farmi provare per capire se anche per me
costituiresti un’eccezione» a quelle parole, Bella mi lancia uno sguardo,
indecisa su cosa fare, ed io le faccio un cenno affermativo. In questo modo non
mi allontanerò da lei, mentre lui soddisfa la sua curiosità. Lui le prende una
mano e si concentra, sicuro di non fallire come succede sempre a me. Ma anche
lui è costretto a fare alcuni passi indietro: dubbio, incredulità e interesse?
«Davvero interessante» e lascia la mano di Bella. Il compiacimento nel suo
fallimento deve essere palese sul mio volto: non ci sono riuscito io, non vi è
riuscito lui. I pensieri di Bella non gli sarebbero appartenuti. Ma il volto
pensieroso del vampiro dai capelli lunghi la dice lunga su ciò che pensa in
questo momento. Si chiede se un essere umano fosse mai riuscito ad eludere i
poteri di un vampiro, anzi di due.
«Non è mai accaduto. Che sia immune ai nostri poteri? Jane… cara?» NO! Lei no!
Il potere di Aro non può recare danno a Bella, ma non so se lei potesse
respingere anche il potere terrificante di quella strega, l’elemento migliore
della guardia, colei che tutti temono.
«No!» il mio ringhio si espande come un eco, ed Alice, intuendo le mie mosse,
tenta di bloccarmi, ma riesco a scrollarmela di dosso. Lo sguardo che lancio ad
Aro è molto chiaro: odio e disprezzo. Non può credere davvero che sarei rimasto
a guardare impassibile, mentre lei soffre. Gli altri vampiri mi guardano
increduli: sono un pazzo a sfidarli così, da solo, ma non permetterò che le
facciano del male.
«Sì, Signore?» dice sorridendo, Jane. È molto felice che ora abbia l’attenzione
che crede di meritare. Ma è il suo potere a meritare importanza, ma non lei in
quanto vampiro.
«Mi chiedevo, mia cara, se Bella fosse immune anche a te» un ruggito cupo e
agghiacciante esce dalle mie labbra che riesce a coprire le sue parole. Subito
mi pongo di fronte a lei, in posizione di difesa. Gli altri anziani, si
avvicinano con un malcelato interesse. Non capita spesso che un vampiro sfidi
apertamente i Volturi, per giunta da solo, sono ridicolo per loro. Jane
sorride, e il suo potere sta per colpire. Mi lancio su di lei, così da concentrare
l’attenzione e l’attacco su di me.
«No!» grida Alice, in preda alla paura per me. Ma il suo grido fu attutito da
un dolore terrificante e lancinante. Un dolore più profondo di quello che si
prova durante la trasformazione. Un dolore intenso, che non accenna ad
affievolirsi con il tempo, ma ad aumentare. Ma non mi sarei abbassato a gridare
di farla smettere, perché è ciò che vuole lei, Jane. Gode nel veder gridare e
chiedere pietà nelle sue vittime, si sente appagata.
«Basta!» l’urlo di Bella mi impone di non farmi sopraffare. Il suo ricordo, il
suo volto, riescono ad attutire il male e nella mia mente riaffiora un dolore
ancor più grande e viscerale, una sofferenza che supera il potere di Jane: la
finta morte di Bella. Quello è stato ancora più terribile, ma che mi permette
di assimilare questo, meno forte. Finalmente il dolore cessa grazie
all’intervento di Aro. Il suo sguardo si posa un attimo su Bella e Jane volge
il suo volto verso la stessa direzione. Il mio cuore morto non avrebbe retto alle
sue grida di dolore, ma sono troppo provato. E comunque non posso far nulla, mi
avrebbero fermato. È una lotta inutile.
«Sta bene» dice Alice a Bella, per rassicurarla sulle mie condizioni. Ma la
paura che provo per lei, viene sostituita dal sollievo: è immune anche a lei.
Per la prima volta sono lieto di questa sua particolarità. Jane non sorride
più, in lei una rabbia cieca si fa largo: vuole ucciderla, perché rappresenta
l’esempio lampante del fallimento del suo potere. Un ostacolo.
In un attimo torno al suo fianco, facendo cenno ad Alice di lasciarla a me. Aro
scoppia in una risata malvagia e allo stesso tempo calcolatrice.
«Ah, ah, ah, è meraviglioso!» è veramente entusiasta di questa sua immunità in
forma umana. Jane, intanto, sbuffa in preda ad un attacco di ira.
«Non essere dispiaciuta, cara. Siamo tutti in difficoltà» le dice Aro per
rassicurarla e metterla a tacere. Ma lei non è soddisfatta e mostra in
direzione di Bella i denti affilati; crede che non uscirà da qui viva. Nessun essere
umano è mai uscito, ma io farò tutto il possibile perché ciò avvenga.
«Ah, ah, ah… sei davvero coraggioso, Edward, a sopportare in silenzio. Una
volta ho chiesto a Jane di colpire anche me, per pura curiosità» è stupore ciò
che prova per me, ma non ha mai provato a farsi colpire da lei. Mi sta
dimostrando ancora una volta la fedeltà dei sottoposti, quella che dovrei
mostrare io. Mi limito a fissarlo con sguardo torvo.
«E adesso, cosa facciamo di voi?» ecco! La recita è finita, la parte più difficile
viene ora, ma dovrò essere cauto e moderare le parole. Io ed Alice restiamo
impietriti. Cosa ci aspetterà? Neanche Alice riesce a vedere con chiarezza:
tante visioni, tutte con la nostra morte come protagonista, oppure come zerbini
di Aro, ma poche speranze di tornare liberi.
«Immagino che le possibilità che tu abbia cambiato idea siano minime. Le tue
doti sarebbero le benvenute nel nostro drappello» mi confida Aro con voce
speranzosa. Se non voglio irretirlo di più, devo fargli credere che in un
futuro non molto lontano sarei entrato nella guardia, così forse da risparmiare
anche Bella.
«Preferirei… di… no» dico tentennando.
«Alice? Forse tu sei interessata a unirti a noi?» vuole anche lei in modo ossessivo.
«No, ti ringrazio» gli risponde lei con falsa cortesia. Lei, come me, vuole
uscire da qui. Poi una domanda di Aro mi getta nel panico.
«E tu, Bella?» ora ho capito il perché della messinscena di poco fa. Crede che
Bella abbia un potere legato alla sua immunità, e spera che anche lei si
unisca, per poter ottenere più forza. Ma l’altro anziano, più irascibile di
lui, spezza il clima di tensione.
«Che cosa?!» incredulo, fissa Aro, chiedendosi se stesse scherzando.
«Caius, non dirmi che non vedi le potenzialità. Non incontro talenti così
promettenti da quando abbiamo trovato Jane ed Alec. Ti rendi conto di quali
possibilità avrebbe, se si trasformasse in una di noi?» Caius accetta, anche se
alquanto seccato, mentre Jane si mostra offesa per il confronto con un’umana.
Io, dal mio canto, tento di tenere a freno la mia furia ceca. Non voglio che
diventi vampira ed entri così a far parte della mia famiglia, e avrei permesso
che restasse qui, trasformandosi in un mostro assetato di sangue?
«No, grazie» per fortuna Bella risponde, vedendo la rabbia nei miei lineamenti.
Lui emette un sospiro, veramente dispiaciuto per i tre rifiuti.
«Che peccato. Che spreco» ma i giochi devono finire qui, perciò dovevo spezzare
questa quiete, ricca di tensione, moderando sempre le parole in modo da
risultare inattaccabile.
«La proposta è “unitevi a noi o morirete”, vero? L’ho capito appena siamo
entrati. Con tanti saluti alle vostre leggi» se fossimo morti, almeno è chiaro
che non è per rispetto delle leggi, come fanno credere, ma perché assetati di
potere da non accettare rifiuti.
«Certo che no. Eravamo qui riuniti, Edward, in attesa del ritorno di Heidi. Non
di voi» è la verità. Almeno questo è vero.
«Aro… la legge li reclama» proferisce Caius, legato profondamente alle leggi da
loro create.
«Spiegati» lo incito a continuare, incenerendolo con lo sguardo. Deve mettere
al corrente Aro delle sue idee, perché lui è contrario alla morte di Bella. La
vuole qui come membro della guardia. Cerca una scappatoia per averci tutti e
tre. Sa bene che se Bella muore, io la seguirò. Ci perderebbe entrambi.
«La ragazza sa troppo. Le hai rivelato i nostri segreti» constata, indicando
con un dito la figura di Bella. Ho pensato anche a questo, Caius.
«Eppure mi sembra che nella vostra combriccola ci siano altri umani» alla mente
richiamo la figura della segretaria di nome Gianna. Lui, per nulla turbato,
sorride per la prima volta. Un sorriso di scherno.
«Sì… ma quando non ci sono più utili, diventano una fonte di sostentamento. Tu
non farai altrettanto con lei. Se rivelasse i nostri segreti, saresti pronto a
distruggerla? Credo di no» vuole una mia reazione, qualcosa che mi induca a
cadere spontaneamente nella sua trappola. Bella qui, ma trasformata insieme a
me. Perché non sarei mai andato via senza lei.
«Io non…» ma Caius non le permette di continuare.
«E non sei nemmeno disposto a trasformarla in una di noi. Perciò lei
rappresenta un punto debole. È la sua vita che reclamiamo. Voi
potete andare, se lo desiderate» MAI! Non sarei mai andato via senza di lei!
Scopro i miei denti e mi preparo ad attaccare chiunque si avvicini.
«Come pensavo» e lo vedo sorridere felice, per essere riuscito nel suo intento.
Felix si avvicina impaziente di combattere.
«A meno che… a meno che non sia tu stesso a darle l’immortalità» pur di
raggiungere il suo scopo, avrebbe messo da parte anche le leggi da loro
stabilite. Forse la sua brama si sarebbe rivelata la nostra unica salvezza.
«E se lo farò?» domando esitante.
«Se lo farai, vi concederemmo di tornare a casa e di salutare il mio amico
Carlisle» risponde sorridendo, lieto di avermi convinto.
«Ma temo che dovrai impegnarti con una promessa» notando incertezza sul mio
volto. Se fossero venuti a controllare e Bella fosse ancora umana, avrebbero
tirato in ballo la scusa della promessa infranta per eliminare tutta la nostra
famiglia. In un colpo solo avrebbe ottenuto la nostra sottomissione e la
distruzione del clan Cullen. Davvero astuto.
Non avrei mai permesso che diventasse una di noi, avrei trovato un modo per
nasconderla al loro segugio, dato che il potere di Demetri agisce sulla sfera
psichica. Su di lei non avrebbe avuto effetto. Non mi resta che mentire,
proprio come lui.
«Prometti… ti prego» mi chiede Bella ed io con espressione angosciata la
guardo, chiedendomi come potesse volere una vita così, all’insegna del sangue e
delle lotte per restare libera. L’ho messa nel mirino dei Volturi, e loro non
si sarebbero mai arresi.
“Ci penso io, Edward. Lascia fare a me, non agire per nessun motivo” mi
ordina Alice, avvicinandosi ad Aro e tendendogli una mano. Lui curioso,
allontana le guardie, prendendo la sua mano. Alice gli sta mostrando una
visione, in cui Bella è già una vampira, facendogli credere che il futuro non
si può cambiare. Che ingenuo.
«Ah, ah, ah… è stato davvero affascinante!» esordisce Aro veramente affascinato
dal potere di vedere il futuro prima che si compia.
«Sono lieta che ti sia piaciuto» dice lei, sorridendogli tesa. Nella sua mente
vedo un’altra visione, più chiara. La nostra fuga.
«Che gran cosa vedere ciò che hai visto… soprattutto gli eventi che non si sono
ancora compiuti!» ammira sbalordito. Non si sarebbe mai arreso: Alice deve
essere sua ad ogni costo.
«Ma che si compiranno» gli conferma lei, cercando di convincerlo ancor di più.
«Sì, sì, ormai è tutto scritto. Non c’è alcun problema, ne sono sicuro»
«Aro!» lo richiama Caius. Non sopporta il fatto di non essere al corrente di
tutto, si sente inutile.
«Caius, mio caro… non essere impaziente. Pensa alle opportunità! Non si sono
uniti a noi oggi, ma ci resta una speranza per il futuro. Immagina quanta gioia
potrebbe portare la giovane Alice, da sola, alla nostra piccola famiglia… e
poi, sono davvero curiosissimo di scoprire cosa diventerà Bella!» cosa ho
fatto? Anche Bella sarà tenuta sotto tiro per colpa mia. Per quanto il mio
potere sia diverso da quello di Aro, lui brama molto di più Alice e Bella,
perché sa che io la seguirei sempre; mi avrebbe comunque.
«Perciò, ora siamo liberi di andarcene?» chiedo, consapevole di una risposta
positiva.
«Sì, sì… ma vi prego, tornate a trovarci.
È stato davvero incantevole!» già, incantevole
o interessante?
«E noi ricambieremo la visita… per assicurarci che abbiate rispettato le
decisioni. Fossi in voi, non attenderei troppo. Non diamo mai una seconda
possibilità» dice Caius. Io, rigido, annuisco. Qualsiasi cosa, pur di andarmene
via con Bella. Lui, più rilassato, torna al fianco di Marcus, che non si è mai
interessato alla situazione. Felix, impaziente per la sete che lo divora,
ruggisce.
«Ah, Felix… Heidi sta per arrivare. Abbi pazienza» Heidi, la cacciatrice di
Volterra, sta venendo qui con esseri umani, ignari del destino crudele che li attende.
«Mmm… se è così, forse è meglio che ce ne andiamo subito» constato innervosito.
Non voglio che Bella assista al massacro.
«Sì, buona idea. Non si sa mai. Se non vi dispiace, però, vi prego di aspettare
giù finché non cala la sera» afferma lui, tranquillo.
«Certo» ribatto io.
«Un’ultima cosa…» fa un cenno a Felix che si avvicina e si lascia sfilare la
mantella grigia. Infine, me la lancia aggiungendo:
«Prendila. Sei un po’ troppo appariscente» e la indosso, infastidito.
«Ti sta bene» subito un’immagine di me, con la mantella addosso e gli occhi
rossi, mi arriva. Aro.
“Saresti perfetto, a capo della mia potente guardia” un pensiero,
una condanna. Con un ghigno sarcastico gli rispondo:
«Grazie, Aro. Aspetteremo al piano di sotto» ormai mi sono voltato, dandogli le
spalle e dirigendomi verso la porta.
«Arrivederci, miei giovani amici» ribatte, sicuro, lui.
“Ci rivedremo molto presto. So essere molto persuasivo, Edward. Conosco il
tuo punto debole” un brivido mi percorre, ma non mi volto. Sa che ho
sentito.
«Andiamo» e trascino Bella fuori da quella stanza, seguendo Demetri.
Ma i pensieri dei turisti mi arrivano chiari; è troppo tardi.
«Non siamo stati abbastanza veloci» dice Alice, con voce seccata e cupa. Non
vuole ascoltare ciò che avverrà a momenti.
«Ehi, che posto curioso» afferma un uomo. Più che curioso, terrificante.
«Molto medievale» dice, invece, una donna. Antico, come quelli che vi abitano.
E li vedo comparire dal lungo corridoio, accompagnati da Heidi.
«Benvenuti, ospiti! Benvenuti a Volterra!» “Benvenuti, nella città che
sarà la vostra tomba”
«Bentornata, Heidi» esclama Demetri, salutando la vampira.
«Demetri» e lancia uno sguardo a me e Bella, soprattutto alla mia mantella. “Un
altro compagno di squadra? Davvero carino…”
«Bel bottino» si congratula lui.
«Grazie… tu non vieni?» chiede dubbiosa.
«Tra un minuto. Tienine qualcuno da parte» lei annuisce e va via.
Cerco di accelerare, ma le urla arrivarono troppo in fretta perché possa
evitare che Bella ascolti.
Non permetterò mai che Bella sia artefice di questi massacri. Non l’avrà, Aro.
Una promessa che faccio a me stesso e a te, Bella.
Tu non sarai mai di Aro.