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Autore: Meiko    18/12/2003    6 recensioni
Apparenza, storia su Orlando Bloom. Quando cioè quello che si conosce di una persona è solo apparenza. Dedicata a tutte le autrici delle varie storie su Orlando, tutte quante stupende!

Si svegliò con un mal di testa allucinante, e ci mise un bel po’ di tempo a focalizzare il tempo, ma soprattutto lo spazio dove si trovava.
La cosa che lo colpì al volo era il tocco morbido di un piumone, non era il solito lenzuolo del suo letto…proprio perché NON ERA IL SUO LETTO!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ispirata dalle varie stupende ff che ho letto, mi metto all’opera della mia prima storia auto conclusiva su Orlando Bloom.

Disclaimer: questa storia è frutto della mia fantasia. Io non conosco Orlando Bloom e la storia è stata scritta con l’unico scopo di divertire. Non vuole assolutamente mancare di rispetto ad Orlando Bloom, attore che stimo e ammiro.

Si svegliò con un mal di testa allucinante, e ci mise un bel po’ di tempo a focalizzare il tempo, ma soprattutto lo spazio dove si trovava.
La cosa che lo colpì al volo era il tocco morbido di un piumone, non era il solito lenzuolo del suo letto…proprio perché NON ERA IL SUO LETTO!
Si alzò di scatto, guardandosi intorno scioccato, rendendosi conto anche che era vestito solo con i boxer e la canotta: la stanza quadrata con sul soffitto una vetrata colorata, che si illuminava con la luce di quel sole mattutino, le tende bianche si muovevano leggere al soffio di quel venticello freddissimo che proveniva da una delle due finestre aperta.
Orlando si guardò intorno, riconoscendo poi un gatto nero che lo fissava con i suoi occhi verdi, un persiano nero morbido e dall’aspetto fiero, lo osservava messo li di fianco alla sua parte di letto, sembrava un aristocratico gentiluomo.
Orlando lo accarezzò, il gatto lo lasciava fare, e sul viso dell’attore nacque un sorriso felice.
-Buongiorno Felix. Devo ringraziare te per avermi ospitato a casa della tua padrona?-
-Ringrazia piuttosto la padrona!-
una voce sotto di lui lo invitò a sporgersi dal letto, il piano della stanza da letto era sopra il salotto.
In effetti l’appartamento di Caterina era particolare: la camera da letto non era un locale a parte, solo una scalinata di legno che partiva dal muro per poi girare a chiocciola intorno ad uno dei pilastri di legno la portava sul letto morbido la separava dal salotto, sotto Orlando, la cucina e il salotto erano una cosa sola, solo il bagno aveva la sua privasy.
In quel momento, la ragazza lo fissò con ria un po’ stanca, indossava una canotta e dei pantaloncini corti, innaturali per quel freddo invernale, l’alberello di Natale carico di lucine faceva notare che erano a Dicembre, per di più sotto feste natalizie.
Orlando la guardò, ammirando quel fisico niente male, magro ma proporzionato, le cose più bella della ragazza erano le sue gambe lunghe e snelle, il suo bel fondoschiena e il suo viso, soprattutto gli occhi azzurro scuro, brillanti di intelligenza e astuzia.
I capelli, come al suo solito, li teneva legati con un bastoncino in una crocchia, indossava i suoi occhiali quadrati dalla montatura violacea, ed in mano teneva una tazza di caffè, mentre si sedeva a fare chissà cosa con il suo benedetto computer.
Orlando si stiracchiò ancora, prima di scendere le scale, accompagnato dal gatto, che strusciò sulle gambe della padrona, che sorrise tranquilla, alzandosi e dirigendosi oltre il bancone della cucina, scavalcandolo con un balzo felino, preparando una tazza per il ragazzo, che si sedette su una delle sedie.
-Caffè?-
-Si, magari con un’aspirina-
-Hmm, il mal di testa da sbornia fa male, eh?-
aveva un forte accento straniero, in effetti proveniva dall’Europa dell’Est, gli sembrava di ricordare in Bulgaria, Orlando non se lo ricordava più; ma questo non turbava per niente la sua aria seria e intelligente, con un dito sistemò meglio gli occhiali sul naso, per poi far scivolare le dita su di una ciocca, mettendola dietro l’orecchio.
Ad orlando piaceva da morire osservarla in quei piccoli gesti che la rendevano così femminile, guardarla bene Caterina possedeva un fascino tutto suo: era molto sveglia, ed anche gentile ed educata, anche se a volte la sua ironia la faceva odiare da alcuni suoi colleghi di lavoro.
Ed era anche una ragazza che sapeva ascoltare…anche troppo…
Ed era incredibilmente comprensiva…
Forse era per questo che ormai Orlando, ogni volta che aveva bisogno di qualcuno che lo sollevasse su di morale, andava da lei, che l ascoltava, per poi iniziare con lui veri e propri discorsi che duravano anche per un’intera nottata!
In quel momento, Caterina passò la tazza di caffè nero bollente ad Orlando, ormai conosceva bene i suoi gusti, lo vedeva quasi tutti i giorni, come se fosse il suo coinquilino.
Lei abitava all’ultima appartamento del loro palazzo, lui stava al piano di sotto, mentre lei era in cima, aveva voluto la sua casa “in mezzo alle nuvole”, dato che spesso era una ragazza distratta.
Però, quando si trattava di lavoro, era di una pignoleria maniacale.
Comunque, Caterina si sedette sullo sgabello li vicino, aspettando che Orlando bevesse un po’ di caffè, e le facesse la domanda.
Felix balzò sul tavolo, e sedendosi li, si lasciò accarezzare dalla ragazza.
-Senti…io non mi ricordo proprio niente di ieri-
bingo
Ormai per Caterina Orlando era un libro aperto, lo conosceva troppo bene, erano ormai due anni che si conoscevano, da quando Viggo l’aveva presentata al ragazzo durante una festa.
-Beh…ti ho trovato sulla soglia del mio appartamento, mentre io stavo tornando da una festa con Viggo. Eri ubriaco fradicio, saranno state le due di notte…-
-Come mai Viggo era con te?-
-Non mi dire che sei geloso?-
Orlando sbuffò: no, certo che non lo era!
Oddio…forse un pochettino…
-Ovvio che non lo sono-
-Bugiardo, ma sta tranquillo, abbiamo solo chiacchierato, e abbiamo riso parecchio-
ok, confessa vostro onore: era geloso da morire.
Orlando si limitò a non parlare, continuando a pensare alla notte prima, pian piano i ricordi si formarono nella sua mente, e con essi la causa del suo ubriacamento.
E Caterina sapeva perché l’aveva trovato li, per terra, semisvenuto e puzzolente di birra.
Lei si mise le mani sul viso, a reggere la testa, i gomiti sul tavolo.
-Come si chiama?-
-…Vanessa…-
-Bel nome. Italiana?-
-No, tedesca-
Caterina scoppiò a ridere, questo era il colmo!
-Ma Orlando, uno come te con una tedesca?-
si sentì offeso da quella provocazione, e si alzò in piedi, superava Caterina di poco.
Lei sorrise divertita, scuotendo il capo e indicandogli la sedia, il ragazzo con uno sbuffo tornò a sedersi.
Era inutile arrabbiarsi con lei, tanto l’aveva sempre vinta!
La ragazza accarezzò gentilmente Felix, che fece le fusa, i suoi occhi poi tornarono sulla figura di Orlando, che finiva di bere il caffè, era davvero giù di morale.
La ragazza sbuffò, aspettando di ascoltare la storia, che no tardò a venire, e quando smise di raccontare la sua disavventura con questa improbabile nuova fidanzata, Catenaria si limitò di prendergli la tazza e sciacquarla sotto il getto del rubinetto, insieme a quell’altra.
-Orlando…sei sempre il solito!-
-Dai, Cate, non dire così!-
lui era l’unico che la chiamava così, proprio perché lei gli permetteva di chiamare così.
Non le piaceva molto quel diminutivo, ma sentirlo dire da Orlando era piacevole, almeno si sentiva più unita a quel ragazzo.
Si, gli piaceva….gli piaceva da morire!!
-Orlando, è da quasi…due anni, che ci conosciamo, e ormai ti conosco troppo bene. Se vieni da me ci sono solo due motivi…-
la ragazza si appoggiò su bancone, e Orlando non poté fare a meno di notare le rotondità del suo seno, per poi fissarla di nuovo negl’occhi, NON DOVEVA PENSARCI IN QUEL MOMENTO, IDIOTA!
-O il tuo computer ti si è impallato…o una ragazza ti ha lasciato-
i ragazzo guardò attento le iridi azzurro scuro della ragazza, tendeva al blu, e sorrise divertito e malizioso, cosa che Caterina non notò perché si era girata ed era tornata a pensare alle tazze.
-La prima volta che sei venuto da me era per una certa Margharet, poi arrivò Melissa, Samantha, Jasmine, quella siciliana di Carmela, e cosa li…Ethrina boh…-
-Ekatherina-
-Quello che è…-
quel nome lo ricordava perfettamente, sol che era una storia durata due mesi, un record rispetto alle altre… e storpiare il nome di quella racchia che di bello aveva solo il neo sul labbro le dava piacere, anche se piccolo.
Lei non era bella come le altre, lei era una semplice ventunenne con i capelli lunghi castani con qualche colpo di sole biondo, gli occhi azzurri e gli occhiali, che in quel momento parlava con il suo migliore, un attore fichissimo, ben pagato e soprattutto bello, dolce gentile, perfetto.
Che rabbia…
Caterina si allontanò da Orlando, prendendo la ciotola di Felix, dandogli da mangiare.
-So benissimo come andrà a finire questa storia: la dimenticherai. Fai sempre così!-
“E’ così faresti anche con me, vero?”
la ragazza si voltò verso Orlando, guardandolo: aveva centrato il bersaglio, perché era arrossito lievemente, segno che di Vanessa non gliene fregava più niente, pensando chissà a cosa!
-Che ti dicevo? A volte mi domando se prendi sul serio l’amore, o se invece ti diverti a giocarci.
Guarda che prima o poi verrai bastonato veramente, e guarda che io non ti vengo a consolare-
Orlando la fissò divertito, gli piaceva quell’aria da sapientina che aveva.
Di quella ragazza gli piaceva tutto.
Gli sarebbe tanto piaciuto sapere che sapore avevano quelle labbra.
Eh si, ne era davvero cotto.
Non era una semplice storiella come con Vanessa o quella Ekatherina.
Orlando si avvicinò a Caterina, che si alzò da Felix, voltandosi, e incrociò a pochissimi centimetri dal suo viso.
Arrossì di botto, scostando lo sguardo da quegl’occhi nocciola.
Cribbio! Doveva controllarsi!
-Hai ragione, prendo troppo poco sul serio l’amore…ma solo perché ormai ho capito di chi sono innamorato…-
lo sentì afferrarla per la vita, sfiorandole il naso con il suo.
-Mi sono innamorato di te…-
Caterina lo guardò sbalordita, per poi staccarsi velocemente da lui, Orlando la guardò stupito, mentre lei si voltava.
-Mi dispiace Orlando…ma ormai è da due anni che conosco te e il tuo vizio di flirt e storiella…
devi darmi una prova delle tue parole, altrimenti quella e la porta.
Non sopporto chi mi prende in giro-
Caterina non osava voltarsi, era certa che lo avrebbe perso, era certa che Orlando, dopo averla incenerita, avrebbe preso e se ne sarebbe andato.
Lo conosceva troppo bene.
Beh, meglio così, non aveva voglia di farsi prendere in giro.
Invece, colma di stupore, avvertì chiaramente Orlando prenderla di nuovo per la vita, tirandola verso di se, stringendola con forza.
-Ti amo, ti amo da morire. Credimi, ti prego, non sto dicendo una bugia.
Ogni volta che vedevo quelle donne che si avvicinavano a me, avevo solo voglia di scappare da te, di svegliarti nel cuore della notte, e di dirti che ti amavo-
-E perché non l’hai mai fatto?-
-…tu non mi conosci per niente, Caterina…-
lei si voltò, togliendosi gli occhiali e poggiandoli sul bancone li vicino.
-Forse ti conosco abbastanza da pensare che sei sincero-
Orlando le tolse il bastoncino, facendo scivolare i suoi capelli, lucidi, doveva aver fato la doccia da poco, erano ancora leggermente umidi.
Si avvicinò a lei, e la baciò teneramente sulle labbra, sfiorandogliele, per poi farsi più profondo, ma sempre dolcissimo, un bacio che fece piangere Caterina, che sorrise quando si staccò.
-Allora…era tutta apparenza?-
-Si, solo e semplice apparenza. Ma da ora in poi non lo sarà più. Te lo assicuro-
lei si limitò ad annuire, lasciandosi baciare ancora, mentre Felix li guardava tranquillo, come soddisfatto.

Fine

(Ringrazio tutti quelli che vorranno lasciare un commento, baci!
Meiko)

  
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