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Autore: Kuruccha    16/10/2010    1 recensioni
Il movimento è il contrario dell'inerzia, perchè l'inerzia non fa più per lei. [Katara centric, post finale]
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Katara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Movimento


Stare ferma non era certo nella sua natura.
Anche se erano passate solo tre settimane da quando il signore del fuoco era stato sconfitto, e poco più di due dall'incoronazione di Zuko, mai tempo era sembrato più lungo di così. Dopo un anno trascorso sul dorso di Appa a girare il mondo in lungo e in largo, incontrare persone, combattere le ingiustizie e tutto ciò che ne consegue, l'immobilità della sua vita attuale a Ba Sing Se la rendeva insofferente. Vedere ancora così tante persone star male, così tante cose ancora da sistemare, così tanti problemi irrisolti, e potersi solamente limitare a servire il tè nella sala di Iroh, era diventato veramente troppo.
Tuttavia, scendere in campo come niente fosse, come era prima, era diventato impossibile: tutti la riconoscevano, tutti sapevano che era Katara, tutti la fermavano e volevano fare le cose al posto suo. E lei restava inattiva, con una schiera di servetti attorno.
Fu allora che decise di fare le cose di nascosto.

Ricostruire quel costume non fu affatto difficile: Ba Sing Se era a tutti gli effetti la più grande città del mondo, e il suo mercato era noto per poter ospitare qualsiasi tipo di merce. Quindi un cappello, una stoffa sottile come un velo, un abito e del trucco non furono certo delle merci così rare da non poter essere localizzate: il difficile fu piuttosto pretendere di pagarle, e cercare di farlo con una certa nonchalance. Dopotutto, a cosa serviva un travestimento, se tutti ti vedevano mentre lo acquistavi?
Alla fine riuscì a mettere insieme tutti i pezzi, anche grazie ai suoi amici: mentre Toph, ignara di tutto, comprava un velo che doveva servire a "costruire una tenda per ripararsi dalle zanzare durante la notte", o almeno così le era stato detto, Suki non trovò affatto strana la richiesta di poter prendere in prestito il trucco delle guerriere Kyoshi, con un "perché non posso provarlo almeno una volta? Sembra così caratteristico".
Con finalmente tutti i pezzi da poter combinare, non stava davvero più nella pelle. Non pensò troppo a lungo su quale fosse il momento migliore per agire: la sera era preclusa, perché le sere erano totalmente dedicate ad Aang, e niente e nessuno le avrebbe tolto questo piacere. Si ritrovò invece a ragionare a lungo su un altro punto: se fosse il caso di parlare con lui del suo piano, oppure no. Non le piaceva l'idea di fare qualcosa di così importante tenendolo all'oscuro di tutto, ma allo stesso tempo non voleva coinvolgerlo troppo, perché nessuno era più visibile dell'Avatar a Ba Sing Se, e la notorietà era proprio la cosa che le serviva di meno. Pensò quindi che il momento migliore fosse l'ora appena prima dell'alba: ancora buio, ma non tanto da richiedere una luce portatile; ancora senza persone che girovagavano, in quanto gli ultimi nottambuli sarebbero già stati a dormire; non ancora troppo presto da dover richiedere una spiegazione che andasse oltre la semplice intenzione di prendere dell'aria buona di buon mattino, nel caso i suoi amici avessero notato la sua assenza.

I primi giorni filarono lisci. Si limitava a compiti semplici e che non potevano attirare troppo l'attenzione, spesso legati al dominio dell'acqua, come ad esempio aumentare il corso di un torrente per far affluire più acqua all'acquedotto cittadino, sempre troppo piccolo per l'enorme mole di abitanti; allo stesso tempo non si faceva mancare i lavori di fatica, come spostare massi, eliminare i residui dei macchinari di guerra della Nazione del Fuoco, ripulire le strade dai rifiuti e così via. Il travestimento era un po' ingombrante, certo, ma dovette ammettere di non essersi pentita della sua scelta quando un bambino, chissà come già sveglio, aveva ringraziato la Signora Dipinta per aver fatto di nuovo scorrere con vigore i rivoli d'acqua nel canale che irrigava quello che doveva essere il campo della sua famiglia. Aveva addirittura tentato di dividere con lei la sua colazione, come offerta per il favore del Grande Spirito, ma lei era andata via muta, ma con un grandissimo sorriso in volto, e mai dono le fu più gradito di quel tozzo di pane e marmellata che non aveva potuto assaggiare.

Inutile dire che Aang scoprì subito tutta la storia. Dopotutto l'aveva già fatto una volta, ma dopo aver sentito le motivazioni di lei a riguardo, e dopo essersi accertato che in tutto ciò non c'era niente di pericoloso, accettò la sua richiesta di lasciarla fare senza intervenire. Vederla felice ogni sera, mentre gli spiegava di come avesse bonificato quel deposito d'acqua, o di come un signore l'avesse salutata con un inchino per ringraziarla di avergli riportato il carretto del fieno fino a casa, lo ripagava di ogni eventuale preoccupazione che poteva avere durante il giorno. Non che avesse il tempo materiale per preoccuparsi, tra l'altro: la ricostruzione dei regni dei quattro elementi si faceva progressivamente più impegnativa, ma nell'attimo in cui si distraeva, il suo pensiero correva dritto a lei, pur sapendo che era benissimo in grado di badare a se stessa.

Poi, l'inevitabile accadde.
Era una mattina come le altre, e la lieve luminescenza del sole che sarebbe sorto a breve stava già diffondendo un dolce chiarore negli spiazzi tra le case, benché i vicoli fossero ancora bui come la pece. Come al solito, Katara era impegnata nei compiti più disparati che le venissero in mente. In quel momento, precisamente, stava facendo una serie di prove per tentare di riempire un'enorme cavità, provocata dalla caduta di chissà quale bomba o masso. Inizialmente credeva sarebbe stato possibile trasformarla in un laghetto, ma poi aveva pensato che sarebbe stato necessario anche scavare dei canali per il ricambio dell'acqua, o si sarebbe trasformato subito in un acquitrino, e una palude maleodorante era l'ultima cosa necessaria in quel frangente. Sperava perciò di poter appianare in qualche modo il terreno, per poi magari piantarvi degli alberi, o coltivarvi dei campi, o anche costruirvi nuove case. Mentre era tutta presa da quei ragionamenti, arrivò un bambino. Vide subito che era più piccolo in confronto all'altro ragazzo che aveva incontrato la prima volta, e molto probabilmente apparteneva alla nazione del fuoco, visti i capelli nerissimi. La sua reazione non fu molto dissimile da quelle di tutti gli altri, in ogni caso: appena la vide, curvò subito la schiena e abbassò la testa, in un rispettosissimo inchino. Ma poi parlò.
 - Grazie per tutto quello che fai per noi ogni notte... Signorina Katara.
Fu allora che nella sua testa si accese una lampadina.
Come aveva potuto dimenticarlo? Non erano solo i suoi amici a conoscere la sua identità segreta... quella bruttissima commedia sulla loro storia doveva averla svelata anche a tutti coloro che vi avevano assistito. Nel suo cuore, però, non ci fu spazio per nessuna vergogna. Solo un'immensa gratitudine: se tutte quelle persone già sapevano chi era, e per settimane avevano fatto finta di non riconoscerla, poteva essere solo perché apprezzavano i suoi sforzi e non volevano metterla in imbarazzo. Il suo cuore era colmo di gioia.

Il ragazzo alzò la testa e la guardò negli occhi, sorridendo timidamente. Ma tutto ciò che vide fu un'immensa dolcezza stampata nel viso di lei, e tutto ciò che notò fu l'indice posato sulle sue labbra, come ad indicare di continuare a mantenere il segreto.


*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*
16.10.2010
Scritta per la community La torre dei Cliché per il cliché #4, "Identità segreta" :)
Penso che questa sia la prima fic che io abbia mai scritto a NON ruotare attorno a un pairing. o_o Forse i challenge mi fanno davvero bene.
In ogni caso... voilà :D Avatar dev'essere davvero molto potente, se mi ha convinto a ricominciare a scrivere fanfiction.
Benchè questa storia sia preminentemente KataraCentric, io sono una Kataang convinta, quindi la prossima storia DEVE essere una Kataang. >_>
   
 
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