Film > Basil l'Investigatopo
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Autore: NonnaPapera    18/10/2010    3 recensioni
“Topson, che stai facendo! Quella donna è una creatura immonda, sai bene dove e per chi lavorava… non puoi essertene dimenticato”.
“Oh si certo, ma Basil magari si è ravveduta”
Genere: Azione, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una giornata come tante ovvero…

Perché essere Basil l’investigatopo, non è affatto facile

 

“E’ un mistero per me
Il gioco ha inizio
Per la tariffa ordinaria – più spese
Informazioni riservate”

 

La porta di casa risuonò, battuta da un tocco leggero.

Io ero, come mio solito, intento in uno dei miei esperimenti chimici, troppo assorto dalle reazioni dei liquidi colorati per dar retta a chicchessia.

Topson dopo aver alzato gli occhi dal giornale mi fissò e poi, scuotendo la testa rassegnato, si avvicinò alla porta e l’aprì.

Una folata di vento autunnale mi portò alle narici un dolce profumo fruttato.

Incuriosito da quell’insolito odore mi voltai.

Rimasi interdetto per alcuni istanti, quella topina la conoscevo.

Topson si spostò balbettando alcune banalità e fece accomodare la giovane.

A vederla di primo acchito era una graziosa topolina.

Il pelo bianco era leggermente arrossato, da del fard color rosa steso con maestria sulle guancie.

Il cappello, dalle larghe falde, calato sullo sguardo allungato dalle folte ciglia, le donava il fascino del mistero.

Nel complesso molto raffinata e curata.

Però entrambi, sia io che il mio fidato dottore, sapevamo che l’apparenza era ingannatrice e menzognera.

Feci una faccia nauseata e stavo per apprestarmi a cacciarla fuori dal mio ufficio, quando mi accorsi di come il buon Topson la stesse trattando con ogni riguardo.

“S-signorina, che piacere averla qui, a quale fortunata coincidenza dobbiamo la sua visita”.

Prima che l’interpellata rispondesse afferrai il mio, ormai da alcuni anni, collega e lo strattonai per il gomito.

Topson mi fissò stupito ma poi mi seguì nella stanza accanto.

“Topson, che stai facendo! Quella donna è una creatura immonda, sai bene dove e per chi lavorava… non puoi essertene dimenticato”.

“Oh si certo, ma Basil magari si è ravveduta”

“Ravveduta!” sbottai subito infastidito.

Il dottore mi fissò un po’ intimorito, come sempre succedeva quando avevo di questi scatti.

“Ma Basil…” tentò di nuovo “ in fondo Rattigan è ormai alcuni anni che …”

Si interruppe vedendo il mio sguardo cupo che non prometteva nulla di buono.

Poi però mi calmai, in fondo il dottore era così, non si poteva fare nulla per cambiarlo e comunque, se anche fosse stato possibile, non l’avrei cambiato per nulla al mondo.

“Mio buon Topson, hai vinto tu… sentiamo cosa ha da dirci quella signorina!” calcai volutamente la voce sull’ultima parola, ad indicare che proprio non la ritenevo tale e mi presi uno sguardo di biasimo dal mio collega.

Dopo il breve, ma intenso, scambio di battute ritornammo nel salotto e ci apprestammo ad ascoltare quella semi-soubret da bar di periferia.

“Oh signori, sono qui per avvisarvi di un pericolo incombente” fece una pausa prima di continuare, durante la quale il dottore rimase con il fiato sospeso, mentre io sbuffai infastidito.

“So perfettamente che voi non vi fidate di me, vi capisco, ero la cantante preferita di Rattigan, lavoravo nel suo locale… ma vi prego di credermi, mi sono ravveduta”.

All’ultima frase fece seguire i gesti, buttandosi in ginocchio davanti al dottore e iniziando a singhiozzare.

“Su su cara, non pianga, noi le crediamo, non è vero Basil”.

Io mi mossi infastidito sulla sedia.

“Basil… non è vero?” rimarcò il dottore con tono che non ammetteva una risposta negativa.

“Si bhè vedremo, ora mi esponga i fatti!”risposi impaziente.

“Dovete sapere che dopo la scomparsa di Rattigan io mi sono licenziata dal locale nel quale cantavo, dove peraltro ci siamo conosciuti, e mi sono messa a lavorare in una sartoria”.

“E’ un lavoro del tutto rispettabile, anche se non è pagato molto bene…”

Io la interruppi infastidito per l’inutile divagazione.

“Sisì abbiamo capito l’antifona, non ha molti soldi da spendere, non se ne crucci signorina, se e dico se, decideremo di accettare il caso, la tariffa per i nostri servizi sarà il più bassa possibile”

“Basil!”

La voce indignata del dottore mi giunse alle orecchie e sbuffai infastidito, facendo poi segno con la mano di continuare.

“Bhè ecco, io sono uscita da quel losco giro, però ho ancora alcune amiche che ne fanno parte e parlando mi hanno riferito che un essere, ancora più riprovevole di Rattigan, sta tramando un crimine efferato ai danni del primo ministro!”

“Oh cielo” esclamò il mio compagno esterrefatto.

“Hai sentito Basil? … bisognerà fare qualcosa”

Dopo quelle informazioni il mio cervello si mise in funzione.

Certo, non mi fidavo di quella topolina che diceva di essersi ravveduta, però non si potevano ignorare notizie di simile entità! Urgeva indagare al più presto.

Mentre il mio spirito investigativo si arrovellava sul da farsi, il dottore si stava facendo ammaliare senza ritegno dalle grazie della nostra ospite.

Temevo che il mio fidato amico cascasse nelle trame di quella seduttrice e ne rimanesse dolorosamente ferito.

 

“ È in un diario
È la mia investigazione
Non è un’indagine pubblica
Verifico le soffiate
Porto alla luce particolari insabbiati”

 

Il tempo mi diede ragione… ecco perché queste pagine sono scritte sul mio diario, mentre sulle memorie del mio buon vecchio Topson non compare nulla.

Quando ho scoperto cosa realmente stava accadendo, ho fatto di tutto per proteggerlo dall’amara verità.

Ma andiamo con ordine.

Finito il racconto della signorina Mary, così si chiamava quella topolina dall’aria tanto innocua, io ed il buon vecchio dottore ci avviammo verso il porto con l’aiuto del fedele Ugo, diretti verso il bar  Rat Trap, luogo in cui per la prima volta, anni addietro, avevamo incontrato la signorina Mary.

Entrambi prima di entrare ci travestimmo.

Io mi mascherai da ubriacone, mentre Topson ripiegò su un travestimento da scaricatore di porto.

Quando ci addentrammo nella fitta coltre di fumo che riempiva l’ambiente circostante, mi resi conto che nulla era cambiato… tutto era rimasto pressoché immutato.

Anche il barista era lo stesso, con lo stesso sigaro puzzolente di traverso per la bocca.

Fortunatamente nessuno ci riconobbe, erano passati anni dall’ultima volta che avevamo messo piede in quell’infimo locale di periferia.

Mentre ci aggiravamo per i tavoli in cerca di indizi di qual si voglia natura, le dolci note di una canzone conosciuta ci giunsero alle orecchie.

Quando il telo rosso e sgualcito del palco venne tirato, una topolina alquanto graziosa intonò la canzone che un tempo era il cavallo di battaglia di Mary.

Sulle note di “Let me be good to you” io inizia la mia investigazione e, mentre il mio vecchio collega ascoltava la canzone che lo aveva stregato già la prima volta, mi avvicinai al bancone per parlare con l’oste.

“Voglio una birra… ed anche qualche informazione” mormorai a mezza voce nell’orecchio del mio interlocutore.

L’altro si limitò ad annuire e si fece più vicino.

“Ho sentito dire che qualcuno sta preparando un grosso colpo, ai danni del primo ministro”.

L’altro mi fissò scontroso.

“Chi te lo ha detto?”

“Mary” risposi con fare da cospiratore, convinto che solo il nome della ex-cantante mi avrebbe aperto tutte le porte.

L’altro mi squadrò ancora per alcuni istanti e poi annuì.

“E a te che interessa?”

“Se possibile vorrei partecipare!”

Il topo dietro il bancone mi squadrò scettico poi, però annuì e mi fece segno di seguirlo.

Avrei voluto richiamare l’attenzione del dottore, ma sembrava in estasi davanti allo spettacolo di quelle zampe così aggraziate che si muovevano, che decisi di lasciarlo lì e di tornare poi a prenderlo.

L’oste scostò una tenda dietro il bancone e si addentrò all’interno delle tubazioni della fognatura.

Tutto intorno era buio, eccezion fatta per la piccola lanterna che teneva in mano la mia improvvisata guida.

Dopo alcuni minuti che camminavamo, un brutto presentimento cominciò a farsi largo tra i miei pensieri.

Era tutto troppo buio e silenzioso, in più io ero solo e non avevo armi con cui difendermi.

Ad un certo punto l’altro si fermò di colpo ed io quasi gli finii addosso.

“Prego” disse scostandosi di lato e facendo scendere la maniglia di una porta rugginosa.

I miei sensi si acuirono quando oltrepassai l’oste e quindi la porta.

L’oscurità mi avvolse di colpo, quando la porta si richiuse alle mie spalle, senza che la mia guida mi seguisse all’interno della stanza.

Mi voltai di colpo battendo i pugni contro il battente.

Sentii delle risate indistinte che si muovevano nell’ombra, poi più nulla.

Qualcosa mi aveva colpito alla testa!

 

“Arriverai a vedere di tutto
Facendo questo lavoro
Slealtà e tradimento – trovano sempre una scusa
E se trovo il motivo non riesco a farci l’abitudine”


Quando riaprii gli occhi mi accorsi che ero appeso a testa in giù e stavo precariamente dondolando, legato, sopra un liquame non meglio identificato.

Una voce irritante e fine mi trapassò le orecchie ancora indolenzite della botta .

“Basil l’investigatopo” un ghigno malevolo si espanse per la stanza.

“Quale onore avere qui il famoso investigatore… colui il quale sconfisse il grande Rattigan e che salvò la regina…”

Mi mossi irritato in direzione della voce.

“Fatti vedere codardo”

L’ombra fece alcuni passi in avanti, scoprendo la colorazione verdastra della pelle.

Lo fissai stupito, quando in lui riconobbi uno degli ex galoppini di Rattigan.

“Sorpreso?” domandò lui notando la mia espressione.

“Dovrei ringraziarti sai? Se tu non avessi ucciso il mio capo a quest’ora io sarei ancora un semplice scagnozzo”

Mi fissò con sguardo malevolo da sotto il basco, che teneva svogliatamente calato sugli occhi.

“Cosa pensi di fare? Tu non hai neppure un briciolo della genialità criminale che aveva Rattigan… se sono riuscito a sconfiggere lui, come pensi di poter avere la meglio su di me?” blaterai i primi insulti che mi vennero alla mente, giusto per cercare di prendere tempo e di elaborare un piano di fuga.

“Io sarò anche stupido… però chi è tra noi due quello che sta appeso a testa in giù?” ribatté beffardo.

“Cos’hai intenzione di fare al primo ministro?”

Una risata cattiva si levò dalla larga bocca di quella lucertola infernale.

“Proprio nulla, almeno… per ora!”

In quel mentre si intromise una voce conosciuta, melodiosa e sfacciata allo stesso tempo.

“E dire che di te dicono che sei il più grande, ancora non l’hai capito?” Mary uscì dall’ombra e si mostrò in tutta la sua deprecabile bellezza.

“Tu strega! Lo sapevo, lo sapevo che non c’era da fidarsi”

“Già, però alla fine ti sei lasciato convincere, il tuo amico invece è stato facile abbindolarlo!”

“Non parlare male di Topson, in lui c’è ancora quel briciolo di fiducia nel prossimo che a tutti gli altri, incluso me, manca ormai da tempo!” certo era per assecondare il suo buon cuore che mi trovavo in quella situazione, però Topson era un amico fedele ed un degno compagno di avventure.

“Sarà!” sbuffò poco interessata la topolina.

Poi mi fissò con sguardo malevolo.

“Su su tesoro, non mettere il broncio che diventi brutta!”

Biagio si intromise con fare teatrale (probabilmente eredità del suo ormai defunto maestro del crimine) e poi diede un buffetto sulle guance coperte di fard rosso fuoco della sua amante.

“E così ti sei preso la donna di Rattigan?” chiesi io sempre nel tentativo di guadagnare del tempo.

“Certamente, ho preso il suo covo, la sua banda, la sua topolina preferita… tutto, ad eccezione di una cosa! IL RISPETTO” urlò in un impeto d’ira.

“Quello ancora non l’ho del tutto conquistato, sai è complicato essere una semplice lucertola in mezzo ad un branco di roditori puzzolenti… alcuni tendono a non prenderti sul serio”

Io lo fissai e alzai le spalle con un’espressione di scherno dipinta sulla faccia.

“Anche tu ti prendi gioco di me… ma tutto cambierà, non appena ti avrò eliminato! Tutti mi rispetteranno quando riuscirò lì dove Rattigan ha fallito… Quando ucciderò Basil di Baker Street!” concluse con enfasi.

“Tesoruccio io vado, le scene cruente non mi sono mai piaciute” squittì Mary facendo delle moine.

Poi si volse verso di me ed alzò il braccio in segno di saluto.

 “Tsk” mi voltai sdegnato e questo provocò la sua reazione.

“Maleducato non ti hanno insegnato a salutare le signore!”

“Certo… ma io qui non ne vedo”

La sguaiata risata di Biagio, scoppiata alla mia risposta, venne interrotta da un poderoso calcio negli stinchi da parte della succitata signorina.

“Screanzato” mi urlò con foga, ma poi si calmò e disse “Ma tu non puoi capire la sottile arte di stare sempre e solo dalla parte dei vincenti”.

Detto ciò si voltò e zampettando con leggiadria sulle sue scarpette a spillo si eclissò nel buio, da cui mi giunse però un:

“Addio per sempre, perdente”detto a mezza voce, prima di scomparire del tutto.

“Ahh che pezzo di femmina”

Sospirò quella lucertola con fare estasiato, ma subito dopo si riprese e rivolgendosi a me disse:

“Siamo rimasti solo noi… Ed è giunta l’ora di concludere!”

“Aspetta! Prima di uccidermi dimmi cosa vuoi fare al primo ministro” sapevo già quale sarebbe stata la risposta, ma mi servivano ancora pochi attimi per potermi slegare le mani.

“Ahhahah… allora non sei tanto grande come pensano tutti! Non voglio fare proprio nulla al primo ministro è stata solo una scusa per attirarti qui… il mio obiettivo fin dall’inizio sei sempre e solo stato tu! E ora MUORI!”

Così dicendo si accinse a spingere la leva che avrebbe sganciato il fermo della carrucola alla quale ero agganciato, facendomi così affogare il quel liquame appiccicoso, ma una voce si levò dall’entrata della stanza.

“Basil”

Caro buon vecchio Topson, sempre a salvare la situazione proprio sull’istante finale, quello nel quale pensi che ormai sia la fine.

Biagio a quell’interruzione si voltò impugnando la rivoltella e prendendo di mira il mio collega.

Senza perdere tempo riuscii finalmente a slegarmi e dandomi la spinta ondeggiando sulla corda, mi sganciai dalla carrucola, atterrando ancora con le gambe legate esattamente su quella lucertola immonda.

Il dottore mi corse accanto e senza esitare mi aiutò a sciogliere i nodi attorno alle caviglie.

“Oh Basil, si può sapere perché te ne sei andato senza avvisarmi! Non è stato per nulla prudente” mi rimproverò appena fui libero.

“Suvvia dottore, non è stato nulla di che! Pensa che questo marrano aveva preso l’intenzione di  prendere il posto di Rattigan! Te lo immagini?”

Scoppiai a ridere guardando quella lucertola spiaccicata sotto di me e che ormai era del tutto inoffensiva.

 

E cos’hai alla fine del giorno?
Cos’hai da portar via?
Una bottiglia di whisky e un nuovo set di bugie
persiane alla finestra e un dolore dietro agli occhi”

Ci ritrovammo quella sera, seduti entrambi sulle poltrone del salotto a conversare amabilmente come nostro solito.

Il buon dottore con un libro in grembo ed io con la mia fedele pipa accesa ed un buon bicchiere di whisky in mano.

“E così Basil anche questa giornata si è conclusa positivamente… abbiamo assicurato un criminale alla giustizia ed abbiamo sventato un piano criminoso ai danni del nostro primo ministro” sorrise facendo muovere i suoi baffi grigi.

“Già già” mi limitai a rispondere io, sospirando del fumo dalla bocca.

So a cosa state pensando, ma alcune bugie sono giustificabili se dette a fin di bene.

Non mi sarei mai perdonato di diventare la causa della perdita di fiducia del dottore, nei confronti di tutti i nostri simili.

Il dottor David Topson, è e rimarrà un buon topo che crede nel ravvedimento dei malvagi, almeno finché io avrò vita.

Per questo non gli dirò mai del tradimento di Mary, lasciando che la ricordi come una dolce creatura che per un breve periodo aveva smarrito la strada.

Solo io convivrò con la dolorosa convinzione che alcuni esseri non sono salvabili, neppure se si crede in loro.

Infondo io posso sopportare qualsiasi cosa… sono Basil di Baker Street, il grande investigatopo.

 

Ferito per la vita – nessuna ricompensa
Investigazione privata”

 

END

 

PICCOLO SPAZIO PRIVATO:

Dunque per il nome del dottore ho utilizzato quello della versione italiana, cioè Topson e non Dawson, come nella versione originale.

La lucertola della gang di Rattigan è la stessa lucertola spazzacamino di "Alice nel Paese delle Meraviglie" (1951) che in quel cartone ha il nome di Biagio, perciò ho sfruttato il nome già esistente.

Il nome di Mary invece me lo sono inventato di sana pianta, anche perché nel cartoon della Disney non si evince alcuna informazione riguardo alla topolina che canta “Let me be good to you”

Il nome del bar è lo stesso di quello che appare nel cartone.

La frase finale è presa da quella del finale del cartone animato.

Partecipante al contest "Great mouse detective" 3° classificata

La canzone è “Private Investigations” dei Dire Straits.

   
 
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