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Autore: Night Sins    19/10/2010    0 recensioni
[Seguito di "Ancora una volta", lievi spoiler per la 2x09]
Peter è tornato a casa, ma non riesce a capacitarsi di quello che ha dovuto fare. Vorrebbe, solo per un attimo, che quella fosse solo una sera come le altre, senza doversi sentire male per le azioni irresponsabili di Neal Caffrey.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elizabeth Burke, Peter Burke
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: Solo per un attimo
Fandom: White Collar
Personaggi: Elizabeth Burke, Peter Burke (non presente, ma sempre presente, Neal Caffrey)
Pairing: Peter/El
Rating: PG
Genere: introspettivo, malinconico
Avvertimenti: one-shot, spoiler
Timeline 2x09 Point Blank
Spoiler  fino alla 2x09
Conteggio Parole: 598 (FDP)
Prompt: ritorno a casa @ bingo_italia 
Betareader: nessie_sun  ♥ ♥ & ioio10 (per l'IC, è una mano santa ♥)
Disclaimer: "Io scherzo... forse." (cit. A.Costa) // I personaggi non sono miei, ma degli autori e di chiunque ne abbia diritto; tanto meno sono utilizzati a fini di lucro, ma solo per mero piacere personale. 
Note: questa fic  il seguito di "Ancora una volta", come la precedente è stata scritta prima di vedere l'episodio, dai sentimenti che mi ha dato vedere il promo e alcune foto.  La posto ora semplicemente per mancanza di voglia di farlo prima. XD



"Peter", chiamò Elizabeth, quando si accorse che era entrato, e poteva sentire l'apprensione che avvolgeva ogni lettera.
Come sempre, si era già accorta che qualcosa non andava, le bastava una sola occhiata, ma probabilmente quella volta sarebbe bastata a chiunque.
Aveva fatto fatica a infilar la chiave nella serratura e si era trascinato dentro come se le sue gambe fossero di pietra. Purtroppo non erano le uniche cose che sentiva pesanti dentro di sé, c'era anche quella cosa, nel petto, proprio lì dove avrebbe dovuto trovarsi il suo cuore, che sembrava piuttosto un grosso masso infilato dentro di lui da qualche essere dispettoso.
Non riusciva nemmeno a pensare con lucidità; l'unica cosa che era in grado di fare era raggiungere sua moglie e abbracciarla, aggrapparsi a lei come se fosse la sua unica salvezza - e lo era sul serio.
Lei ricambiò la stretta senza chiedere niente; non c'era bisogno di parole, non in quel momento.
"Perché?" chiese ad un certo punto, la testa nascosta nella sua spalla, mentre la domanda restò lì, ad aleggiare su di loro come se dovesse essere chiara senza ulteriori spiegazioni che, comunque, il federale non era ancora in grado di dare.
Non riusciva a formulare nessuna frase sensata, era tutto così assurdo, fin dall'inizio.
Kate, la fuga di Neal, l'averlo con sé. Non erano così che dovevano andare le cose. Non si doveva affezionare a quel ragazzo, non doveva permettergli di entrare in quel modo nella sua vita; eppure era lui che ce lo aveva portato, con le sue indagini, con il suo lavoro, e quel confine - rapporto professionale - era stato superato decisamente molto tempo prima.
"E' mio amico."
Non ritrattava quelle parole, non aveva senso, perché purtroppo solo gli amici possono fare quelle cose. Solo coloro che sono importanti per la tua vita possono fare cose che ti deludono e ti distruggono da dentro, facendoti sentire totalmente inconsolabile.
Eppure non era solo quello, ma anche il fatto che tutta quella faccenda era assurda e totalmente ingiusta. Per questo, perché? Perché era stata uccisa Kate? Perché Neal non aveva lasciato fare a lui invece di andare a minacciare Fowler? Perché non si era fidato? Perché la giustizia non poteva essere abbastanza?
Perché aveva lasciato che quel truffatore con l'aspetto di un cartoon diventasse così importante per lui, tanto da metterlo in crisi solo per aver fatto il proprio lavoro?
"Tesoro", chiamò ancora Elizabeth, portando una mano ad accarezzargli il volto mentre gli posava dei dolci baci sul collo, prima di spostarsi per guardarlo in volto.
Peter riuscì a vedere tutta la preoccupazione che le stava dando in quel momento, ma anche tutto il sostegno che lei gli stava donando, pur senza sapere nulla. La baciò delicatamente sulle labbra e le accarezzò il viso, sorridendole appena. Non avrebbe mai saputo dire quanto era fortunato ad averla accanto, a poter contare su di lei per ogni cosa. "Grazie."
La donna sorrise a sua volta. "Non ho fatto niente."
"Mi ami, e mi sopporti. E' tantissimo", la corresse.
"Hm, sì, questo è vero", concordò lei, stringendolo un po' di più tra le sue braccia. "Ma anche tu mi ami".
"Non saprei nemmeno dire quanto", rispose prima di baciarla nuovamente.
Dopo, Elizabeth lo guidò fino al divano, facendolo sedere e poi accoccolandosi accanto a lui. "Vuoi parlare di cosa non va?"
"Non ora..." rispose abbracciandola e posandole un nuovo bacio sulla fronte. Voleva non pensare a Neal e illudersi che tutto quello non fosse successo, almeno per un attimo; immaginare come sarebbe stato ritornare a casa in un giorno qualunque e godere dell'amore di sua moglie. Solo per un attimo, prima di tornare a preoccuparsi per la sorte di quel ragazzino impulsivo e sentirsi irrimediabilmente male.




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