XI.
Noi
ci sentiamo oscuramente
e ineffabilmente turbati -
con gioioso
spavento
vedo un volto severo
che su di me si china
dolce e
devoto
e svela tra i riccioli
senza fine intrecciati
la cara
giovinezza della madre.
Quando
Stevan aveva guardato in quegli occhi, nella valle, aveva percepito
una sola cosa: amami.
Amami,
dicevano. E null’altro. Erano di un castano profondo, più
chiari dei suoi, ma dolci e suadenti come l’abisso. Ambra e
miele, l’immobilità della notte. E centinaia di storie
che non voleva raccontare. Amami,
e le fiamme dell’Inferno erano così tiepide.
“Stevan.”
“Sì.”
“Avvicinati.”
“Sì.”
“Sai
chi sono?”
“No.”
Un sorriso.
“Sono
la Morte in ogni luogo, e ti ho sentito. Ti ho sentito dare la morte
a chi non può morire, e sono venuto a prenderti. Ma forse non
ti ucciderò.”
Aveva
seguito quello sguardo e nulla più era esistito, il tempo si
era fermato, lo spazio dilatato. Poche ore dopo era a Belgrado. Senza
che l’avesse chiesto si era ritrovato lavato e rivestito. Gli
erano stati tagliati i capelli, la barba e le unghie. La sera dopo
era a Parigi. Due sere dopo, in Florida.
Nessuna grotta, niente
più terra e sangue: adesso c’erano le luci della città,
impazzite, frenetiche, il vento forte dell’oceano e il mare a
battere sul bagnasciuga. Stevan non aveva mai visto il mare,
prima.
Camminavano a fianco nella notte, senza che tra loro
scorresse una parola. La Morte in ogni luogo era un vampiro, ma non
assomigliava ai mostri che erano venuti a strapparlo dal letto. Era
etereo, splendente, e gli faceva molta più paura. Ai suoi
occhi era una statua, un dipinto, perso nelle nebbie del tempo, un
cherubino spaventoso nella sua perfezione, bianche le mani e grandi
gli occhi, emerso in un soffio dall’affresco di una chiesa. Non
aveva domandato il perché della sua presenza, ma lui aveva
indovinato il suo nome, e non gli aveva detto il proprio.
Era più
basso di lui, una bambola dai boccoli ramati, sicuro e innocente al
suo braccio, nella folla rumorosa delle strade più trafficate.
Stevan aveva dalla sua un potere molto più antico, esploso
dalle mani degli dèi al tempo in cui ancora camminavano sulla
Terra, ma era giovane e mortale. L’eterno ragazzino era
vecchio, vecchissimo. Non gli aveva detto il motivo per cui lo aveva
preso con sé e non voleva farlo: avrebbe potuto annoiarsi
presto. Conosceva il suo nome, mentre Stevan non sapeva il suo. Era
più esperto. Era più forte. Era un Maestro.
Non
aveva dimenticato chi era, Stevan. Lo sguardo di quell’essere
antico lo aveva soggiogato per attirarlo a sé, ma non gli
aveva fatto dimenticare nulla. Sapeva che avrebbe dovuto essere al
fianco di un altro uomo, per cui a volte provava una nostalgia senza
nome. Desiderava espandere il Cosmo per trovarlo, ma allora il
Maestro se ne sarebbe accorto, e lo avrebbe trovato abbastanza
interessante per staccargli la testa.
Quegli
occhi. La seduzione e l’illusione.
La loro crudeltà
innocente.
“Vieni
con me.”
Li
aveva seguiti soggiogato dal suo potere, e quando l’aveva
compreso, ormai lontano, il mare nelle scarpe, aveva capito che
desiderava impadronirsene. Così decise di rimanere al suo
fianco.
Ancora per un po’.
Questo Maestro è una persona (?) davvero spaventosa. Speriamo che Aiacos arrivi presto. Nel frattempo Stevan si fa un master di Studi Vampirici. Scommetto che lo invidiate tutti moltissimo!
beat:
Oh, come ti ringrazio, Beat! Sei una consolazione! éOè
Ma guarda, ti dirò che devo spezzare una lancia a favore del
Saint del Bicchiere (hsbdhjsdbksjfbjksf *AD AIACOS PIACE
QUEST'ELEMENTO*). Kurumada ci ha dato qualcosa di nuovo senza
contraddire sé stesso, cosa che la Teshirogi purtroppo fa ogni
tre inquadrature. Senza contare che tra Calore Umano e Psycho Burn My
Soldiers la scelta a casa mia si fa abbastanza facile. Ma magari ne
parliamo meglio nel forum. Intanto questo Aiacos c'è, ed è
tutto vostro, davvero. è_é
Shinji:
Coraggio, Hades-sama, ti infondiamo viola Cosmo! Combatti!
Kiki
May:
Ma guarda, non lo so, bisognerebbe chiederlo alla Garuda. Avrà
corrotto i cameraman che riprendano solo il suo lato migliore? Non
credo, è gente a posto che fa il suo lavoro. Senti, non
possiamo farci niente. Andiamo avanti e accettiamo la
cosa..
Ayako_chan:
Eccolo, per ricompensarti dalle tue fatiche, Lui.
Malvagio come sempre. Io sono davvero in brodo di giuggiole per i
complimenti che mi fate su Aiacos, perché penso che veramente
se li meriti a prescindere da me. Poi io lo descrivo, credo, anche,
in parte, influenzata dallo sguardo del sottoposto qui protagonista.
E percepisco questo rapporto, sebbene nato molto più indietro,
come qualcosa di affine al vassallaggio: questi soldati sono pur
sempre legati allo stesso generale da millenni, anche se non hanno
memoria delle vite precedenti. Deve esserci della componente
personale, oltre che militare (e per questo l'Aiacos del Lost Canvas
mi ha fatto un po' incacchiare, era totalmente a caso. é_è
Ecco).
ribrib20:
Perdo l'orsetto di gomma, ma Aiacos deve stare attento a non perdere
i vestiti mentre passa vicino a voi. Ragazze, contegno! u_u Stevan è
appena tornato e si è ritrovato in una situazione alquanto
interessante. In primis, un bagno. Ne aveva tanto bisogno. Adesso lo
seguiamo in America, dove per fortuna resterà per poco: la
Guerra è incombente e meglio la Guerra dell'America! ò_ò