XIII.
Solo
perché la notte distoglie
e allontana da te i tuoi
fedeli,
tu seminasti per gli spazi immensi
le sfere luminose,
ad annunziare
l'onnipotenza tua -
il tuo ritorno -
nel tempo
della tua lontananza.
Stevan
aveva imparato ad uccidere quella notte, nei Carpazi, quando dentro
di sé c'era stato quel boato bello, potente e improvviso:
aveva attaccato la sua sinfonia di morte nel silenzio più
spesso, come un organo nel vuoto della cattedrale. Allora tutto di
lui si era mosso secondo la sua volontà, ma molto più
rapidamente, e talvolta l'aveva trascesa. Qualunque barlume di
pensiero rimanesse, residuo di un corpo troppo prostrato, era
spazzato dall'imperativo più familiare, più antico, più
grande del mondo: prendi
il sangue, il sangue è la vita. Versa il sangue, e il tuo
Signore arriverà.
Adesso
se le ricordava, nei sogni, talvolta. Cosa aveva scatenato quel vento
indomito.
Le sue mani che non erano più mani, perché
troppo potere le pervadeva. Erano solo artigli.
Graffiava
nell'aria e l'aria si faceva lama, la lama trapassava la carne e
faceva esplodere il sangue dalle vene a terra, la dolce, nera
terra.
Versa
il sangue, scava una fossa, colmala!
I morti verranno a bere, e ti
parleranno!
Le
mani trapassavano la gola di Gheorghe, aprivano il petto bianco.
Lui
era uno di quelli, mai entrati in Ade. E quanto sangue bevuto ora
versava!
Stevan l'aveva ricordato in sogno, più nettamente.
La lotta, feroce e sensuale, loro malgrado, grandi felini nel buio. E
per mano del Cosmo che era esploso, come le mani erano artigli, i
denti erano zanne: un orribile, grottesco teatro, l'uomo che si
nutriva del vampiro. Eppure bevve da Gheorghe, Stevan, come da Iulia,
e più beveva più era forte, perché il sangue
immortale non lo trasformava: bruciava nelle sue vene alimentando il
Cosmo, sempre più alto, sempre più nero, finché
stridette sottile nella forma dell'ombra proiettata dalla luna.
Nella
furia della lotta era uscito, aveva sfregiato la terra della dolina e
trascinato con sé i corpi, e si era trovato davanti le
stelle.
Le stelle.
Erano tantissime.
Si domandò se
tutte assieme avevano, come lui, versato il sangue come tributo al
Signore, o se al contrario ne fossero indignate. La volta celeste
taceva, solenne, senza dare nessuna concessione ai mortali. Le stelle
pure.
Ma alcune di loro brillavano in maniera feroce.
Stevan
aveva imparato a uccidere, quella notte sui Carpazi. Imparò a
mordere e fare sgorgare la vita dai corpi, e di quella vita nutrire
il proprio potere, e lasciare ferite strazianti e insanabili.
Con
il Maestro, osservando un vampiro più antico ed astuto, imparò
l'arte di fascinare. Imparò a piegare la mente per fare
vacillare la volontà, e se necessario surclassarla.
Tuttavia,
in qualche maniera, era sbagliato.
C'era
quel vento, mentre sprigionava il Cosmo, che non somigliava alla
quiete immota e senza tempo degli occhi del Maestro: il suo potere
era terrigno e oscuro, ma sorgeva come vento, ed era vento di ali
grandi, abituate a fendere i cieli. Ali di cui non possedeva neppure
un ricordo. Solo il battito.
La
nostalgia di quell'uomo si faceva sempre più forte.
Di
nuovo i Carpazi, e di nuovo Gheorghe, anche se più lontani.
Più, sfocati, quindi? O più nitidi?
L'ho come
descritto due volte, quindi, il Risveglio, ma ne avevo bisogno. È
che non mi sapevo decidere fra un quadro d'impatto, come ho cercato
di fare nel capitolo nono, e un altro che sottolineasse più la
valenza “rituale” che percepisco (o che immagino, fate
voi) nel risveglio della stella malefica. Per me è impossibile
non figurarmelo come un sacrificio, e qui avevo il Vampiro, il
sangue, i... beh, qui la roba fa due più due da sé,
senza che ci sia io a ricamarci sopra, quindi che sto a parlà?
*C*; Alla fine quindi uno sguardo in retrospettiva l'ho voluto
mettere, per potere dare entrambe le versioni.
Inoltre amo
particolarmente il pezzo finale, che mi è venuto in piena
notte mentre ero sul balcone. Scrivevo sull'agenda, e alla fine
eravamo sia io che Stevan a tirare il naso in su per scrutare in
alto. Quando arriverà il re?
Kiki
May: Hai visto? Hai visto che c'è
Byron? Cos'è che hai detto? Cosa? La
quintessenza dell'uomo romantico e tenebroso? Eh!
E per forza, l'hai visto di chi era il libro? Gheorghe tutte le sere
se lo rileggeva, Lord Byron. È così che ha acquisito la
sua tempra. È così che Stevan cerca di acquisirla. Più
o meno. Ci prova. È biondo e si addormenta facilmente. Non so
quante chances abbia. Grazie mille, comunque, Kiki, come sempre:
scaldi questo cuoricino inumidito da quello schifo di pioggia che fa
là fuori! ç_______ç
ribrib20:
Allora... involontariamente qua continuo a battere sul tasto
dell'attesa di Aiacos, mi spiace, giuro che non è per fare del
male a te, i capitoli sono scritti da un po'. Nemmeno io onestamente
quando ho cominciato mi aspettavo che il tema si evolvesse tanto. Che
poi non è un tema, è una sorta di sottofondo, ma più
vado avanti più mi rendo conto di come non abbandoni mai la
storia, anzi, sia sempre molto presente. Ha sorpreso un po' anche me.
Per quanto riguarda la ragazza che compare nell'ultimo capitolo, non
ti crucciare, non ti sei persa nessun personaggio di vitale
importanza: Stevan non ha fatto che sedersi in un bar e fascinare la
prima malcapitata, senza peraltro farle niente. Si sta solo
esercitando. E il Maestro si diverte a osservare la cosa, pare.
Liquidata questa roba, tutti i miei ringraziamenti, al solito!
<3
beat:
Guarda, il master durerà ancora un po', purtroppo. Sono molto
contenta che vi catturi comunque, perché come ho premesso fin
dall'inizio la storia di Stevan per una serie di sfortuiti casi (e
perché, in questa vita, questo è il suo destino) si
intreccerà solo in ultimo con la serie canonica, e saranno
lampi brevi, e... sto scrivendo gli ultimi capitoli e sono un po'
triste, ma pazienza. Grazie, Beat! éOè La tua carineria
sosterrà Stev! Sei gentilissima con lui! <3
Ayako_Chan:
Il devasto emotivo, sììì! Guarda, quando entra
in scena il Maestro ormai penso sempre un po' a te. Sappilo. Avrei
voluto che il capitolo di oggi combaciasse con un suo bell'exploit
per festeggiare il tuo compleanno, ma purtroppo non è
capitato! Tristezza! Vabè, mi faccio perdonare con lo spoiler: nel prossimo capitolo Egli sarà l'istrione nella scena, e farà la
sua più fulgente apparizione prima che i giochi ricomincino a
muoversi. Ti piacerà, mi auguro. Intanto grazissime di tutto
(e auguri, eh! *O*)!
Ruri:
Noooo la maiuscola nooo! *corre a nascondersi dall'imbarazzo*
L'amore verso i vampiri lo accetto tutto, invece. Anche quello per
Stevan. Ci fa solo bene, a lui ma pure a me. Anzi, me ne prendo più
io, già che ci sono. Dopotutto a lui hai insegnato a ballare
il valzer (a me no, ma tanto non imparerei comunque è_é
*Milo ci prova da anni*). Ti ringrazio altre dieci o undici volte per
rimettermi in pari per tutto, e... non ho dimenticato. Giuro, ci sarà
la fanart del gattino, promesso. Chu.