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Autore: Rucci    10/11/2010    5 recensioni
Ed ora veglio
sono Tuo e Mio
la notte mi annunziasti come vita
mi hai fatto uomo.

Ci sono centootto stelle che in verità sono demoni.
Centootto diversi demoni. "Inno alla notte" è per uno di loro.
{spectre-centric, original character}
Genere: Dark, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I

XIII.


Solo perché la notte distoglie
e allontana da te i tuoi fedeli,
tu seminasti per gli spazi immensi
le sfere luminose, ad annunziare
l'onnipotenza tua -
il tuo ritorno -
nel tempo della tua lontananza.




Stevan aveva imparato ad uccidere quella notte, nei Carpazi, quando dentro di sé c'era stato quel boato bello, potente e improvviso: aveva attaccato la sua sinfonia di morte nel silenzio più spesso, come un organo nel vuoto della cattedrale. Allora tutto di lui si era mosso secondo la sua volontà, ma molto più rapidamente, e talvolta l'aveva trascesa. Qualunque barlume di pensiero rimanesse, residuo di un corpo troppo prostrato, era spazzato dall'imperativo più familiare, più antico, più grande del mondo: prendi il sangue, il sangue è la vita. Versa il sangue, e il tuo Signore arriverà.
Adesso se le ricordava, nei sogni, talvolta. Cosa aveva scatenato quel vento indomito.
Le sue mani che non erano più mani, perché troppo potere le pervadeva. Erano solo artigli.
Graffiava nell'aria e l'aria si faceva lama, la lama trapassava la carne e faceva esplodere il sangue dalle vene a terra, la dolce, nera terra.
Versa il sangue, scava una fossa, colmala!
I morti verranno a bere, e ti parleranno!
Le mani trapassavano la gola di Gheorghe, aprivano il petto bianco.
Lui era uno di quelli, mai entrati in Ade. E quanto sangue bevuto ora versava!
Stevan l'aveva ricordato in sogno, più nettamente. La lotta, feroce e sensuale, loro malgrado, grandi felini nel buio. E per mano del Cosmo che era esploso, come le mani erano artigli, i denti erano zanne: un orribile, grottesco teatro, l'uomo che si nutriva del vampiro. Eppure bevve da Gheorghe, Stevan, come da Iulia, e più beveva più era forte, perché il sangue immortale non lo trasformava: bruciava nelle sue vene alimentando il Cosmo, sempre più alto, sempre più nero, finché stridette sottile nella forma dell'ombra proiettata dalla luna.
Nella furia della lotta era uscito, aveva sfregiato la terra della dolina e trascinato con sé i corpi, e si era trovato davanti le stelle.
Le stelle.
Erano tantissime.
Si domandò se tutte assieme avevano, come lui, versato il sangue come tributo al Signore, o se al contrario ne fossero indignate. La volta celeste taceva, solenne, senza dare nessuna concessione ai mortali. Le stelle pure.
Ma alcune di loro brillavano in maniera feroce.

Stevan aveva imparato a uccidere, quella notte sui Carpazi. Imparò a mordere e fare sgorgare la vita dai corpi, e di quella vita nutrire il proprio potere, e lasciare ferite strazianti e insanabili.
Con il Maestro, osservando un vampiro più antico ed astuto, imparò l'arte di fascinare. Imparò a piegare la mente per fare vacillare la volontà, e se necessario surclassarla.
Tuttavia, in qualche maniera, era sbagliato.
C'era quel vento, mentre sprigionava il Cosmo, che non somigliava alla quiete immota e senza tempo degli occhi del Maestro: il suo potere era terrigno e oscuro, ma sorgeva come vento, ed era vento di ali grandi, abituate a fendere i cieli. Ali di cui non possedeva neppure un ricordo. Solo il battito.
La nostalgia di quell'uomo si faceva sempre più forte.





Di nuovo i Carpazi, e di nuovo Gheorghe, anche se più lontani. Più, sfocati, quindi? O più nitidi?
L'ho come descritto due volte, quindi, il Risveglio, ma ne avevo bisogno. È che non mi sapevo decidere fra un quadro d'impatto, come ho cercato di fare nel capitolo nono, e un altro che sottolineasse più la valenza “rituale” che percepisco (o che immagino, fate voi) nel risveglio della stella malefica. Per me è impossibile non figurarmelo come un sacrificio, e qui avevo il Vampiro, il sangue, i... beh, qui la roba fa due più due da sé, senza che ci sia io a ricamarci sopra, quindi che sto a parlà? *C*; Alla fine quindi uno sguardo in retrospettiva l'ho voluto mettere, per potere dare entrambe le versioni.
Inoltre amo particolarmente il pezzo finale, che mi è venuto in piena notte mentre ero sul balcone. Scrivevo sull'agenda, e alla fine eravamo sia io che Stevan a tirare il naso in su per scrutare in alto. Quando arriverà il re?

Kiki May: Hai visto? Hai visto che c'è Byron? Cos'è che hai detto? Cosa? La quintessenza dell'uomo romantico e tenebroso? Eh! E per forza, l'hai visto di chi era il libro? Gheorghe tutte le sere se lo rileggeva, Lord Byron. È così che ha acquisito la sua tempra. È così che Stevan cerca di acquisirla. Più o meno. Ci prova. È biondo e si addormenta facilmente. Non so quante chances abbia. Grazie mille, comunque, Kiki, come sempre: scaldi questo cuoricino inumidito da quello schifo di pioggia che fa là fuori! ç_______ç
ribrib20: Allora... involontariamente qua continuo a battere sul tasto dell'attesa di Aiacos, mi spiace, giuro che non è per fare del male a te, i capitoli sono scritti da un po'. Nemmeno io onestamente quando ho cominciato mi aspettavo che il tema si evolvesse tanto. Che poi non è un tema, è una sorta di sottofondo, ma più vado avanti più mi rendo conto di come non abbandoni mai la storia, anzi, sia sempre molto presente. Ha sorpreso un po' anche me. Per quanto riguarda la ragazza che compare nell'ultimo capitolo, non ti crucciare, non ti sei persa nessun personaggio di vitale importanza: Stevan non ha fatto che sedersi in un bar e fascinare la prima malcapitata, senza peraltro farle niente. Si sta solo esercitando. E il Maestro si diverte a osservare la cosa, pare. Liquidata questa roba, tutti i miei ringraziamenti, al solito! <3
beat: Guarda, il master durerà ancora un po', purtroppo. Sono molto contenta che vi catturi comunque, perché come ho premesso fin dall'inizio la storia di Stevan per una serie di sfortuiti casi (e perché, in questa vita, questo è il suo destino) si intreccerà solo in ultimo con la serie canonica, e saranno lampi brevi, e... sto scrivendo gli ultimi capitoli e sono un po' triste, ma pazienza. Grazie, Beat! éOè La tua carineria sosterrà Stev! Sei gentilissima con lui! <3
Ayako_Chan: Il devasto emotivo, sììì! Guarda, quando entra in scena il Maestro ormai penso sempre un po' a te. Sappilo. Avrei voluto che il capitolo di oggi combaciasse con un suo bell'exploit per festeggiare il tuo compleanno, ma purtroppo non è capitato! Tristezza! Vabè, mi faccio perdonare con lo spoiler: nel prossimo capitolo Egli sarà l'istrione nella scena, e farà la sua più fulgente apparizione prima che i giochi ricomincino a muoversi. Ti piacerà, mi auguro. Intanto grazissime di tutto (e auguri, eh! *O*)!
Ruri: Noooo la maiuscola nooo! *corre a nascondersi dall'imbarazzo* L'amore verso i vampiri lo accetto tutto, invece. Anche quello per Stevan. Ci fa solo bene, a lui ma pure a me. Anzi, me ne prendo più io, già che ci sono. Dopotutto a lui hai insegnato a ballare il valzer (a me no, ma tanto non imparerei comunque è_é *Milo ci prova da anni*). Ti ringrazio altre dieci o undici volte per rimettermi in pari per tutto, e... non ho dimenticato. Giuro, ci sarà la fanart del gattino, promesso. Chu.

  
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