Lei
e lui
Lei Sora Takenouchi.
Lui Tai Kamija.
Tutto era iniziato quell’inverno, e lei, non poteva dire che fosse stato l’inizio
o la fine di tutto. O forse tutti e due.
Aveva spesso
pensato a quello che aveva perso, e a quello che aveva guadagnato, eppure non
era mai venuta a capo a quella domanda che le frullava nella testa da quando si era messa con Matt.
Aveva fatto la cosa giusta?
Inizialmente si era
risposta, si certo, del resto Tai
non si è mai arrabbiato, anzi mi ha sempre sostenuto, poi però lui si era
allontanato, e lei si era terribilmente sentita in colpa per questo, anche se
non ne capiva il perché.
Poi il mondo si era
illuminato quando lui le aveva detto con un solo
terribile sguardo, quello che aveva provato quel giorno, quando le aveva detto
di andare da Matt, quando secondo lei gli aveva dato
il via libera. Quando invece aveva fatto l’ultimo
disperato tentativo di avvicinarla a se.
In un solo sguardo
le aveva detto che l’amava, in solo sguardo le aveva detto addio, e ore quando
lei forse aveva trovato una risposta alla domanda lui se n’era andato
Non poteva
continuare così, ne aveva piene le scatole di fingere
che era felice, era stufo di farle credere che per lui non era cambiato nulla
che erano ancora la coppia di amici più in gamba della scuola quando per lui
era cambiato tutto, quando per lui niente era più come prima da anni. Stufo e
arcistufo.
Non ne poteva più
di tutti i picci picci in sua presenza, delle
occhiate sbrillucciocose, dei baci e degli abbracci.
E allora l’aveva guardato facendo trasparire
ciò che provava, ciò che voleva, ciò che lei gli aveva negato, per poi
lasciarla lì, sola al freddo, con un ultimo saluto Sii felice.
Era stufo che lei
non si accorgesse di lui, stufo della sua
insensibilità e della sua amicizia incondizionata, stufo.
Stufo delle sue
lacrime quando lei litigava col ragazzo che gliela aveva portata via, stufo!
E allora se n’era andato, non letteralmente,
ma era uscito dalla sua vita, dio solo sa quanto gli era costato, ma c’era
riuscito, però mai l’avrebbe dimenticata, mai avrebbe dimenticato quella sera d’autunno
in cui lei lo aveva guardato e una lacrima le era scivolata lungo la gota
arrossata per il freddo, mai e poi mai!
Non poteva andare avanti così, gli mancava.
Gli mancava tutto
di lui, possibile che era stata tanto stupida da non
poter capire chi amava veramente, così stupida da farlo soffrire così?
Possibile?
Ora lui non c’era più, si era volatilizzato, sparito.
Una piccola lacrima
le rigò la guancia, facendo trasparire la sua tristezza.
Ora aveva una
risposta.
Si, aveva ommesso un errore, e ora doveva porci
rimedio, in un modo o nell’altro.
Era venuta lì
quella sera, piangeva, si era lasciata con Matt.
La guardò freddo,
poi comprese, comprese perché era venuta da lui, e non
da altri, da lui che in quel tempoera stato assente,
e perché con lei non c’era Matt.
Spalancò le braccia
e sorrise, un sorriso sincero e velato, trasparente.
Lei si fiondò in quell’abbraccio e Tai capì, capì tutto e l’accarezzo la guancia, non gli
serviva niente se non quel contatto, così semplice, ma
complesso.
Capì che in realtà
non l’aveva dimenticato.
Capì che la sua
vita sarebbe ricominciata.
In meglio decisamente meglio.
Si tutto era iniziato quell’inverno,
un anno dopo che ci eravamo messi insieme, quando lei la ragazza che amavo capì che in
realtà era Tai ciò che voleva.
Chi sono io per
impedirlo?
Nessuno, e allora
buona fortuna Sora, e se Tai ti farà soffrire la mia porta sarà sempre aperta