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Autore: shining leviathan    16/11/2010    7 recensioni
“Stai cercando la tua mamma?”
Annuisce.
“Ho capito. Ti manca tanto?”
“Moltissimo, ma presto saremo assieme”
Kadaj e Marlene. Riflessioni diverse sulla figura più importante della loro vita.
Marlene capirà che spesso il male è la distorsione di un sentimento puro come l'amore. E pregherà per un futuro diverso, lontano da vendetta e odio.
Ho scritto questa fic per i miei 18 anni!!!
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kadaj, Marlene Wallace
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Advent Children
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Perché lo fanno?

 

È un pensiero piuttosto infantile, quello che passa nella tua mente. Ma d’altronde di cosa puoi biasimarti? Sei una bambina, ed è giusto che tu ti ponga domande simili. Per i tuoi coetanei il mondo non ha sfumature, per te ne ha avute sin troppe. Da quando sei nata la tua vita ha sempre preso una piega diversa, certe volte contorta a dire il vero. Sei sopravvissuta a eventi che sbiadiscono con lentezza nelle tenebre del futuro, persone di cui rievochi a malapena il volto ma che sai sono state importanti in qualche modo. Come la giovane fioraia. Il fiocco che tiene i tuoi capelli ordinati deve riscattarla , è lì perché senti di aver avuto un’affinità con quella donna che è passata fugacemente nella tua vita. Ha costruito la base del tuo destino e quello di tutti gli altri. Questo particolare è l’unica cosa che la tua mente non rifugga.

Poi ci sono persone che lottano per il tuo presente.

Tifa, Cloud…

Sai che verrà, nonostante la sua mente sia altrove, persa nei lidi della colpa. Ti vuole  bene, ma non sa come dimostrartelo, pensa che tu non capisca e si sente in colpa per ciò. Non ha motivo di angustiarsi, dici sempre,perché lo capisci. E le vuoi bene, molto bene.

Lui è il principe azzurro delle favole: arriverà in sella ad una moto nera piuttosto che un cavallo bianco, ma a te non importa, l’importante è che venga. Tutto il resto può aspettare, le fantasie che formuli segretamente paiono così stupide in una situazione tesa come quella che reprimi le lacrime. Eppure la realtà intorno a te è irreale, come in una storia di mostri. E tu sei la piccola fatina.

Accecata dal riverbero azzurrino degli alberi, stretta nella morsa ferrea di una mano inguantata di nero. Premuta tra le inesistenti vie di fuga e il corpo del tuo aguzzino, che sogghigna all’avvicinarsi di un’altra figura, piccola ed esile, vestita nello stesso modo.

Senti di odiarli, li odi come possono farlo solo i bambini: con rabbia, con la tentazione di farli male e fuggire via, tra le braccia di chi ti ama e ti protegge. Ora sei sola, in balia di quei mostri dai capelli color metallo.

Involontariamente aumenti la pressione sui fianchi del ragazzo, convinta intimamente di trovare un rifugio dalla follia repressa dell’altro, che si china sulla scatola delle materie con uno sguardo affascinato.

“ Così il fratellone teneva nascosto questo potere…” porta il globo luminescente più vicino, rigirandoselo fra le mani estasiato. L’altro emette una risata secca, somigliante ad un colpo di tosse.

“ Che egoista” commenta contrito “ Non ha pensato ai suoi fratellini!”

“ Non piangere, Loz”

“ Io non sto piangendo!”

Sussulti spaventata dal tono improvvisamente più aggressivo, e cerchi di allontanarti da lui. Ma con uno strattone ti impone di stare ferma.

“ Loz,Loz pazienza. Queste materie ci serviranno per trovare la madre, e la troveremo vedrai”

“ Siamo sicuri che non la nasconda il fratellone, Kadaj?” borbotta dubbioso, e Kadaj scuote teatralmente la testa. Per un attimo dimentichi la tua prigionia, e li osservi. Non sono tanto diversi nei comportamenti dai fratelli, vedi chiaramente che c’è una figura sui cui Loz  può contare, e lo scatto di rabbia non doveva essere autentico. Cominci a sospettare che si stuzzichino a vicenda senza particolare malizia, scherzosamente. Cercano di distrarsi dalla tensione a cui si sottopongono, ma tu la senti nell’aria, impregna ogni cosa. Sa di morte e lacrime e di qualcosa di sinistro, profondamente sinistro. La paura torna ad albergare nei tuoi occhi.

“ No, è quel Presidente che la nasconde. Ma non ti preoccupare. Ho i miei metodi per ottenere informazioni riservate”

Loz ti ha lascito, fruga nella scatola felice della risposta del fratello. È la tua occasione, sono tutti distratti, puoi fuggire da quel posto che ti fa tanta paura. Via, lontano dai cattivi.

Perché loro sono cattivi,  quel lago puzza di decomposizione.

“ Per quanto riguarda il fratellone…”

Ti sei voltata, le tue gambe si muovono veloci.

“.. Il fatto che si stia allontanando dalla famiglia mi rende triste” il suo tono di voce è così veritiero che il tuo passo esita una frazione di secondo, solo uno. Devi andartene!

“ Molto triste”

Un lampo ti sfreccia accanto, colpisce le radici dell’albero che si stacca con un sussulto. Urli, vedi gli scheletrici rami bianchi protendersi verso di te, e ti copri il viso. Crepitii discontinui, e il vegetale finisce la sua vita in una nuvola di polvere. Il tonfo è stato orribile, e oltre a quello le risate sguaiate dei due ti fanno accapponare la pelle.

Perché lo fanno? Perché mi odiano così tanto?

“ Dove vai sorellina? Non rimani?”

Non sei sua sorella. Cosa vuole?

Mani morbide si posano sulle tue spalle, e sbarri le palpebre, quasi delusa della punizione mancata per la tua condotta. Tremi, perché comprendi che adesso sarà peggio. Te la faranno pagare, vedrai.

“ Loz, vai a vedere se Yazoo è tornato” non vi è nulla di amichevole nelle sue parole, l’ordine suona dispotico, privo dell’affetto fraterno di poco prima. L’hai fatta grossa, Marlene Wallance, hai fatto arrabbiare quel ragazzo strano.

Non bisogna far arrabbiare le persone cattive. Non sanno cosa sia il dolore, perché nell’infliggerlo indulgono sempre. I mostri che ti fanno tanto ribrezzo non rimangono nell’ombra come il fantasma sotto il letto, loro escono, con la chioma illuminata dalla luna e sorridono dandoti l’impressione di essere amichevoli,  ma poi ti trascinano negli incubi peggiori a tradimento. Kadaj, il ragazzo dal viso d’angelo, non è diverso.

Lui è apparenza, appare innocuo finché non apre bocca o sfodera la sua katana. I suoi occhi da gatto riflettono solo in parte l’anima nera che in realtà non si premura di celare. La sua violenza esplode all’improvviso, dalla calma più assoluta.

Ti mordi le labbra e ti lasci condurre docilmente verso la riva. Non puoi far altro, e alla sua sollecitazione a sederti ubbidisci meccanicamente. Lui fa lo stesso, e a quel punto ti ignora. È al tuo fianco, ma lo senti lontano, il suo sguardo è lontano. Non contempla l’edificio bianco dalla forma contorta, va molto più in là si crogiola in pensieri gratificanti al di fuori del dolore.

Lo spii di sottecchi, rilassandoti un poco nel comprendere che non ti farà del male, non ora perlomeno. Abbandoni le mani al grembo, sospiri.

Prendi un altro respiro per farti coraggio.

“ Perché lo fai?”

Ecco l’hai detto. Ti prenderà a botte, stanne certa.

Kadaj ti guarda, per niente sorpreso della tua domanda.

“ Fare cosa, sorellina?”

Non reggi i suoi occhi ferini, e abbassi immediatamente i tuoi sulle ginocchia.

“ Perché vuoi farci del male? Non ti abbiamo fatto niente”

“ Lo so, sorellina”

“ Non sono tua sorella”

“ Tutti i bambini col Geostigma sono miei fratelli, anche tu”

Esiti, la confessione che stai per fare potrebbe compromettere la tua posizione.

“ Non ho le Stigma”

Kadaj ti lancia un sorriso obliquo, mormorando un flebile “peccato”. Torna alle sue fantasie, ma tu vuoi vederci chiaro.

“ Perché?” insisti. Il ragazzo sospira, chiudendo lentamente i suoi smeraldi malati. Passa un lungo momento prima che si decida a risponderti.

“È per la Madre” rivela infine, marcando con affetto l’ultima parola. Ti sorprendi.

Non siete tanto diversi, anche tu hai sempre desiderato incontrare tua madre. Concepisci che è impossibile, ma quel minuscolo sogno è rimasto lì, nel tuo cuore. Tuo padre ti ha spiegato che lei non sarebbe tornata, e non avevi pianto. Come potevi? Eri nata da pochissimi giorni quando è accaduto l’inevitabile. Sentendo Kadaj, però, ti sembra che un coltello si pianti nella carne con inusitata forza.

“ Stai cercando la tua mamma?”

Annuisce.

“ Ho capito. Ti manca tanto?”

“ Moltissimo, ma presto saremo assieme”

Ripensi a Cloud e una fitta di ansia ti blocca la bocca dello stomaco.

“ Anche a me manca tanto.  La mia mamma, intendo”

Kadaj si illumina, e ti guarda con aspettativa.

“ Davvero? E dimmi sorellina: com’è avere una madre?”

Confusa, imbarazzata, giochi con l’orlo della gonna ed eviti accuratamente di fissarlo.

“ Io…” ti blocchi, ma Kadaj vuole una risposta e non ti va di tradire le sue aspettative. Men che meno intendi farlo arrabbiare.

“ Non ho mai conosciutola mia mamma”

L’entusiasmo del ragazzo si spegne talmente in fretta che ti convinci di averlo solo immaginato.

“ Però so che mi protegge e mia ama. Una madre lo fa sempre” sorridi teneramente. Più di una volta hai sentito la sua mano calda sui capelli nel dormiveglia.

“ Anche la mia mamma mi vuole bene. Ma le persone sono cattive, sorellina, non mi permettono di vederla” la malinconia lascia spazio ad una stilla di rabbia, le pupille diventano una sottile linea scura in una mare verde. Ti allontani un poco, i suoi pugni si stringono, furiosi.

“ Li farò marcire all’inferno, quei maledetti” sibila “ Uno dopo l’altro, gliela farò pagare!”

L’esclamazione dettata dall’ira e dalla tristezza si alza al di sopra della foresta fantasma, scivola tra i tronchi, nella terra. Stringi le gambe al petto, crei una barriera che credi impenetrabile per chiunque. Credi di poter lasciare fuori le peripezie e la follia di quel ragazzo, ma sei in torto. Ti tocca nel profondo l’amore che Kadaj prova per sua madre, al punto di essere disposto a sacrificare qualunque cosa.

“ Lei non vorrebbe che ti comportassi così” accenni prudente. Allunghi una mano, sfiori le ciocche lisce, e Kadaj si irrigidisce. Somiglia ad un animale selvatico che non ha mai conosciuto altro che la durezza della vita, e la tua esitazione vola via.

“ Non vorrebbe vedere suo figlio diventare cattivo per lei. Sono sicura che le si spezzerebbe il cuore”

“ Non puoi capire, sorellina” scuote la testa, allontanando con delicatezza la tua mano “ Sei troppo piccola”

“ Forse” rispondi pronta “Un giorno crescerò,e allora capirò la ragione che ti spinge a fare questo. Ma per come la vedo ora è sbagliata”

La conversazione termina con una sgommata a pochi centimetri da loro. Yazoo è tornato, e sta aiutando dei bambini a scendere dal furgone. Quando vedi Denzel il fiato ti si mozza in gola.

Guardi Kadaj, implorante, e lui sorride.

“ Crescere, sorellina, ti porterà a vedere cose che adesso vanno oltre la tua portata” si alza.

“ Goditi la tua infanzia, non farti tutte queste domande. Altrimenti diventerai adulta troppo in fretta e  gli adulti sono noiosi”

Deglutisci.

“ E non riuscirai a tornare indietro, mai”

Si allontana, e lo segui con occhi sgranati.

Sei già una piccola adulta. Senza volerlo, le parole di Kadaj hanno risvegliato in te una consapevolezza nuova. Non rimarrai bambina, lo sai, ma da una parte sei felice.

Un giorno dovrai proteggere qualcuno, una famiglia, la tua famiglia. E vuoi essere pronta, perché se diventerai madre non permetterai a tuo figlio di ridursi così.

Sarà un bravo bambino.

 

 

Perché gli insegnerai che crescere è consapevolezza.

Perché gli insegnerai a perdonare, non cercare vendetta annegata dal sangue.

Lo crescerai come una brava persona, le stesse che stanno costruendo il tuo futuro: Cloud, Tifa, Barett, Nanaki, Yuffie, Vincent, Cid, Caith Sith, Aeris…

Sarà una seconda opportunità anche per lui.

Perché hai deciso che il suo nome sarà Kadaj.

Con l’unica differenza che saprà guardare avanti con un sorriso.

Senza vendetta, senza dolore…

È una promessa.

 

 

 

Finale un po’ ingenuo ma non sapevo come terminarla  0.0”

Ooook, volevo provare a scrivere qualcosa con due personaggi spesso ignorati: Marlene e Kadaj. Vuole essere una specie di momento mancante nel film Advent Children, una sorta di dialogo immaginario fra due persone diverse ma per certi versi simili. Spero vi sia piaciuta!!

L’ho scritta per i miei 18 anni (sabato) però la metto ora perché poi tra la festa e compiti mi dimentico. Grazie a chi darà una lettura o recensione!!

CIAOOOO!!!

  
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